Lawyers of the Word

Io non so – magari riuscite a spiegarmelo voi – il motivo per cui gli avvocati, quando scrivono una mail per diffidarti, denunciarti, o anche solo per dire ciao, lo fanno con una mail vuota e un file di Word in allegato.

Fossi la Symantec, transennerei e delimiterei con un nastro giallo tutti gli studi legali. Ma non per tantissimo tempo: giusto quel lustro necessario perché si accorgano anche loro che poche cose come i documenti generati dal word processor di Microsoft sono migliori portatori di virus.

Inciso: a Clarence, spesso, giocavamo a fare gli scemi. Ora non ricordo chi fosse l’autore (Genna, immagino, anche se non vorrei dire castronerie), ma sta di fatto che – in pieno dibattito sul ritorno dei Savoia – pubblicammo una finta intervista ai componenti della famiglia reale. Niente di particolarmente perfido: ci divertimmo un po’ a farli passare per fessi. Non ci impegnammo neanche più di tanto, come succede quando il materiale è già buono alla fonte (e i Savoia, va detto, spesso superano la satira a sinistra senza mettere la freccia).
Beh, accadde che il regale avvocato di famiglia ci scrisse per diffidarci da mantenere online la pagina in questione. Lo fece con una mail vuota e un allegato in Word. Inoltrandolo all’indirizzo della redazione scoprimmo che pesava più di 5 mega, al che sorse naturale la curiosità: cinque sacchi per dieci righe di legalese?


Il problema delle lettere di minaccia spedite dagli avvocati è che sono tutte uguali: “chiede mio tramite che venga fatta cessare senza dilazione la pubblicazione”, gne gne gne gne, “riservandoci di adottare le misure opportune a tutela dei propri diritti e della propria immagine”. Fu già tanto se non finì direttamente nel cestino. E meno male, perché quel che venne fuori fu che l’avvocato in questione usava redigere i propri scritti in un unico file Word (immagino per esigenze di archiviazione secondo modalità tramandate dai tempi dei Flintstones), per poi copiare ed incollare in un altro documento da inviare in allegato l’ultima lettera scritta.
Cosa fece in quell’occasione lo potete immaginare: ci inviò l’archivio al posto della lettera. E noi passammo un pomeriggio ilare scartabellando tra due anni di cazzi privati dei Savoia e dell’avvocato stesso, tra lettere di protesta ai giornali poco teneri con la monarchia e minacciose missive destinate al tizio tamponato dalla moglie, per comunicargli non avrebbe visto una lira.

Tutto questo per introdurre un fatto nuovo riguardante la vicenda delle liste delle logge: l’amico avvocato dei massoni si è rifatto vivo. Scrive:

Con precedente mia raccomandata 14 febbraio 2004 che Le invio di nuovo per il caso che non l’abbia ancora ricevuta, La informavo che la [omissis], aveva appreso dalle notizie diffuse sul sito “Macchianera” il 12 e 13 u.s., la decisione di cessare la pubblicazione dei nominativi di asseriti Massoni.

Stante la precarietà di quelle notizie e la non condivisibilità delle affermazioni di liceità delle pubblicazioni parziali già effettuate, ad integrazione della intimazioni precedenti, Le chiedo nell’interesse della [omissis], di rilasciare dichiarazione scritta di impegno irrevocabile alla cessazione definitiva ed incondizionata dall’ulteriore pubblicazione di nominativi di soggetti asseriti “Iscritti Italiani alle Logge Massoniche” ed in particolare di nominativi di soggetti iscritti alla [omissis], inviandola al mio studio.

Poiché inoltre da quanto pubblicato sul sito “Macchianera” e da quanto da Lei affermato nella trasmissione “Condor” in onda su RAI 2 martedì 10.2.2004 Ella risulterebbe in possesso di elenco degli iscritti alla Massoneria, senza consenso dell’Istituzione da me assistita né dai singoli suoi iscritti, Ella dovrà cortesemente restituire quell’elenco alla medesima Istituzione inviandolo senza dilazione, presso il mio studio ed impegnandosi, sempre irrevocabilmente, a non trasmetterlo ad altri soggetti ad alcun titolo ed a non trattenerne copia alcuna.

Resto in attesa di Sua cortese assicurazione in proposito e di ricevere l’elenco da Lei detenuto senza titolo.

Facciamo così: io, dopo anni trascorsi ad assicurare per iscritto cose ad avvocati che – a differenza di questo – almeno avevano titolo per pretenderle, non riesco più nemmeno a guardare i film con annesso processo – che mi piacevano tanto – né a leggere Grisham, figuriamoci interagire con un legale in carne ed ossa. C’è qualcuno che, in mia vece, si offre volontario per spiegare con mooolta cortesia al dottore in legge che: a) “massoneria” va minuscolo; b) ha sbagliato destinatario; c) siccome è dal ’92 che quelle liste passano di mano in mano – al punto che alcuni quotidiani le hanno persino pubblicate per intero – qualcuno che le aveva conservate ha notato che qui le si stava distillando e ha deciso di metterle in rete nei circuiti peer to peer integralmente – con qualche nome in più, persino -, per il gusto (sacrosanto) di bruciare la notizia (sempre che una cosa da dodici anni agli atti di un’inchiesta archiviata possa ancora definirsi una notizia); d) il peer to peer è un sistema tramite il quale migliaia di utenti mettono a disposizione i files residenti sul proprio pc: nessun server da far chiudere, nessun colpevole rintracciabile, migliaia di colpevoli sparsi per il mondo; e) Word è lontano da essere lo stato dell’arte in quanto a sicurezza, in special modo per uno studio legale. Aprendo con un normalissimo editor di testo quello che ha inviato lui, ad esempio, è possibile dedurre facilmente che il disco di rete in cui conserva i documenti è il drive F, che il file proviene dalla cartella “C:\Documents and Settings\[nome del dipendente]\Documents”, e che la sua assistente si chiama Elisabetta.

Poi, se vi avanza del tempo: f) salutatemela, Elisabetta.

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10 Commenti

  1. Senti gneri, perchè non passi sul P2P la lettera dell’avv. dei Savoia?
    I Savoia, boia di un balengo!!! Ti piace la gianduia?

  2. gli avvocati usano gli allegati in word perchè sono le uniche persone al mondo ad usare l’opzione ‘revisioni’ di word stesso, per redigere i loro documenti. almeno, quelli con cui ho a che fare io.

  3. Eh, ma Word riserva anche altre sorprese!
    A volte, proprio con il gioco delle revisioni (ma anche dei modelli), dantro al file di word rimangono anche parti di altri documenti (!!!)
    Basta un buon editor esadecimale (UltraEdit) per fare delle sane ed istruttive letture… :)

  4. eheheh vogliamo vedere la lettera!
    tra l’altro chi riceve materiale a lui indirizzato puo’ pubblicarlo… cazzi dell’avvocato se t’ha mandato l’archivio…

  5. non posso fare a meno di commentare. sublime. (p.s. odio tanto word che sto scrivendo la tesi sul blocco note)

  6. Ma Gianluca, la finta lettera Savoia era di Lia, ed era già stata pubblicata da Cuore (Clarence l’ha ri-pubblicata). E che diamine! :-))

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