Venditori di fumo passivo

E uno potrebbe sopportare di svegliarsi in camera da letto dove ovviamente non si fuma, passare in bagno dove pure non si fuma, in cucina dove non si fuma e così pure in salotto, dove non si fuma perché il fumo dà fastidio anche in salotto – la mattina, sei pazzo – e quindi in ascensore dove non si fuma e sul taxi dove non si fuma, anche se il tassista ha le sigarette sul cruscotto. E però non fuma, tu non puoi fumare, ci sono clienti che sentono l’odore e poi si lamentano, e allora dritto all’aeroporto e mai più in stazione – sull’Eurocity non si fuma, per ore intere non si fuma – ed eccoti all’aeroporto (piove) e dentro non si fuma, in biglietteria non si fuma, al bar dell’aeroporto non si fuma, e nei bagni dell’aeroporto non si fuma perché c’è una tizia che pulisce e sorveglia, ecco il metal-detector che suona e un agente che dice “lei forse ha le sigarette” perché la carta stagnola del pacchetto fa suonare tutto, e pure l’accendino fa suonare tutto, poi non si fuma sulla navetta che porta all’aereo e ovvio che sull’aereo non si fuma, lo sanno anche le giraffe che sull’aereo non si fuma: però c’è la voce suadente che dice su questo volo non è consentito fumare e ci ripensi ogni volta, e quando poi decolli e leggi il giornale c’è sempre un articolo che annuncia nuove norme antifumo, interviste a Silvio Garattini col suo dolcevita da infelice, una ricerca che dimostra come la nicotina renda nani e impotenti e portoricani, un’altra ricerca dell’università di Kabul che dimostra come il fumo passivo uccida anche l’inquilina della palazzina di fronte, e alla fine atterri e sei d’accapo perché in aeroporto non si fuma, al bar e nei bagni e nel taxi e in ascensore e in redazione non si fuma, e se poi decidi che adesso basta me ne sbatto i coglioni spunta regolarmente la collega incinta, e allora suvvia, fai uno sforzo, le uccidi il bambino, e allora eccoti sul balcone (piove) a inspirare benzene che secondo il criterio farlocco delle sigarette dovrebbe ammazzare intere nazioni ogni anno, eccoti a guardare un cretino che fa jogging vicino a un Ford Transit perché correre fa bene e fumare fa male, anche se non è vero, fa male anche correre, fa male tutto, e comunque tu guardi il cretino che correrà sinchè gli si piallerà un legamento, e allora ecco, peserà sul sistema sanitario nazionale, gli verrà un colpo e peserà sul sistema sanitario nazionale – muori ma coi soldi tuoi, che civiltà fantastica – ma intanto lui corre e finisce quasi arrotato da una Saab col portasci: altra gente che andrà a spaccarsi le gambe e inevitabilmente peserà sul sistema sanitario nazionale, sinchè drin, ti accorgi che squilla il cellulare perché è già l’ora dell’appuntamento, un pranzo di lavoro, e in ascensore non si fuma e in taxi eccetera, al ristorante la sezione fumatori è strapiena e presto comunque l’aboliranno, gli esercenti dovranno scegliere, ma ecco, si è liberato un angoletto umiliante tra i fumatori, e però no, dài, il fumo dà fastidio a caia, resta qui, non andartene a fumare che non sta bene, fumerai dopo, le sigarette restano sul tavolo con sopra scritto “il fumo provoca il cancro” sinchè più tardi, quando mandi tutti in malora e finalmente te ne vai fuori a fumare la sigaretta (piove) butti infine il mozzicone per terra e passa una vecchietta che ti guarda male. E uno potrebbe anche sopportare tutto questo.


Ma è la stupidità che non sopporta. E’ l’ignoranza bruta e informe di chi pensa che al mondo ci sia davvero il problema delle sigarette. E’ l’ottusità imbecille di chi ti dice che non puoi fumare nel suo soggiorno, d’accordo, ma che poi, se vai in terrazzo, ti dice che non puoi fumare neanche in terrazzo: perché lui non vuole che fumi. E basta. Lui, loro. Non vogliono che bevi, che assumi grassi, che ti fracassi il cranio con la motoretta: e intanto ti propinano qualche corano statistico infarcito di Junk science che poi è la stessa brodaglia propinata dal ministro della Sanità o da altri signori che mentono sapendo di mentire, ripetiamolo bene: mentono sapendo di mentire, ma voi dovete dirglielo: il loro camice bianco non aggiunge una virgola a una competenza che è di chiunque sappia anche minimamente maneggiare uno studio statistico, e soprattutto – soprattutto – di chiunque disponga della merce purtroppo più indisponibile a riguardo: una po’ di informazione. Non c’è. E quando c’è è indiretta, bisognosa di conoscenze specifiche e poco intuitive, senz’altro assai meno smerciabile dello studio allarmistico numero trentamila sul fumo: che è una cosa che notoriamente si vede, è lì, si sente, suggerisce perennemente che qualcosa non vada, come per le antenne e i tralicci, è una minaccia perfetta anche perché associabile a tossi e ingolfamenti respiratori, e beninteso, può veramente dar fastidio: anche se le persone cui dava veramente fastidio, un tempo, erano una su cento e le riconoscevi perchè il fumo arrossava loro gli occhi, forme allergiche, sorry, si provvedeva, bastava l’educazione e il buonsenso come sempre: ora invece quelli che “il fumo mi da fastidio” spuntano come cinesi e probabilmente l’hanno deciso giovedì scorso, hanno letto un articolo su Focus, ne hanno parlato con la cognata, dopo quarant’anni e hanno deciso che il fumo fa male, che poi: fa male? Ecco, l’incredibile paradosso è che per capirlo devi cavartela da solo. L’ideale è avere un amico statistico-oncologo-pneumologo provvisto del famoso buonsenso, possibilmente un non fumatore che ti sussurri una sola tra le pochissime certezze disponibili: che fumare sino a cinque o sei sigarette il giorno equivale praticamente a non fumare, fortunato chi vi riesca, che ti dica che il ristagno del fumo passivo nei locali è un problema dei locali e non del fumo, che ti menzioni magari il più accreditato studio sul fumo passivo mai effettuato: quello commissionato dal Dipartimento dei Trasporti americamo nel 1989. Vi si dimostrò che un non fumatore seduto nella sezione fumatori di un aereo, per inalare l’equivalente di una sigaretta, dovrebbe volare senza interruzione per cinque anni e mezzo; mentre i raggi cosmici, basti dire, rispetto al fumo passivo costituiscono un pericolo di malattia ben 641 volte maggiore. Andrebbe menzionato anche il più ampio studio del mondo mai realizzato sul tema, commissionato dall’Organizzazione mondiale della sanità all’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, anno 1998: non venne trovata nessuna (nessuna) relazione tra fumo passivo e tumori. E però vediamo che di circa cento altri studi con risultati analoghi ce n’è uno solo che è considerato la Monna Lisa degli studi statistici: quello dell’Enveronmental Protection agency, secondo il quale il fumo passivo ogni anno causa tremila morti negli Stati Uniti. E’ il moloch, il punto di riferimento della junk science già ridicolizzato dagli studiosi di tutto il mondo, ma è anche l’unico ad esser stato abbracciato come un vangelo dai mass media e dai vari profeti che reggono lo scettro della più violenta campagna neosalutista che l’Occidente abbia mai conosciuto. Ebbene, la Corte federale americama nel 1989 ha definito quello studio “fraudolento” nonché una frode scientifica, tanto che il fumo passivo fu cancellato dalla lista dei cancerogeni. Ma quanti sanno queste cose? Che poi: va bene, d’accordo, il fumo passivo può dar fastidio lo stesso, ci mancherebbe. Nondimeno, l’amico medico potrebbe aggiungere che tra fumo e tumore ai polmoni esiste probabilmente (probabilmente, perché prove certe non ce ne sono) una relazione la cui valenza rimane però da stabilire. L’amico ti dirà, se in malafede: “Molti studi dimostrano che il rischio di tumore al polmone è maggiore del 30 per cento tra coloro che fumano”: E invece ti dirà, se è in buona fede: “L’incidenza del fumo in un campione di popolazione esaminata è risultato maggiore del 30 per cento tra le persone con un tumore al polmone rispetto alle persone sane”. Se non capite la differenza avete solo da tornare a scuola o da tentate una carriera da ministro: indi pronunciare, come un Gerolamo Sirchia, frasi come queste: “Tra i contaminanti dell’aria, il fumo è il più pericoloso per la salute pubblica perchè è dotato di proprietà cancerogene sulle quali non è più lecito discutere”. Non è più lecito. E voi a questo signore non dovete dirgli: io dissento. Voi dovete dirgli: tu sei un ignorante. Tu sei un venditore di fumo passivo.
Detto questo, però, con le persone in buonafede, devi seguitare a spiegarti: sennò risulti un provocatore e basta. Accanto alle fisime di un ministro di passaggio devi sforzarti di spiegare all’interno di quale corrente para-scientifico-ideologica si sta muovendo tutto questo; di quale circolo demente siano mere pedine la donna incinta e il cretino salutista che ti dicono che se fumi avveleni anche loro.
E allora vediamo che cosa sta succedendo nel mondo. Vediamo l’altra guerra americana. Sappiamo che a New York è vietato fumare in qualsiasi bar o ristorante o nightclub, la multa è di 400 dollari e non sono ammesse aree riservate: il sindaco Michael Bloomberg, nonostante la crisi di bilancio, ha fatto assumere dei nuovi poliziotti che affianchino gli agenti delle squadre antifumo anche la notte. Negli Stati Uniti, in generale, il divieto di fumare è stato esteso non di rado nelle strade, nei giardini pubblici, nella propria auto e addirittura nella propria abitazione: il fumo passa da sotto la porta, dicono. In una contea del Maryland se esce fumo dalla tua finestra puoi essere denunciato dal Dipartimento di protezione ambientale che ti notificherà una multa di 750 dollari. Le squadre antifumo, in generale, possono irrompere senza mandato in qualsiasi locale e mettere tutto a soqquadro sinchè non trovino il corpo del reato: è sufficiente un portacenere anche pulito, imboscato in qualche cassetto. Un’inchiesta della New York Nightlife Association ha dimostrato che il proibizionismo ha causato danni per miliardi di dollari alla vita notturna: il sindaco ha dovuto promuovere una legge che permetta esenzioni dal divieto per quei locali che possano dimostrare d’aver perso più del 15 per cento dei profitti: e anche in Italia, più silenziosamente, si avvertono cali di produttività legati al fatto che è pieno d’imbecilli disposti a passare ore intere a fumare sul balcone (piove) posto che naturalmente il fumo è stato bandito da tutti i voli aerei, resistono giusto delle compagnie africane: il divieto fa risparmiare circa mille dollari per tratta transoceanica giacchè su un aereo con zona fumatori occorreva cambiare il novanta per cento dell’aria e farne ricircolare il dieci per cento: mentre, se non si fuma, le percentuali sono invertite e tuttavia l’aria è più inquinata da virus, batteri, spore e legionella; il risultato è che l’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato un’esplosione di Tbc attiva fra chi vola. Alla citata Organizzazione, diciamo di passaggio, è addebitata la definizione più illuminante circa i pericoli della nicotina: il fumo – dicono – è la prima causa di morte considerata rimovibile. Considerata rimovibile: significa che altre cause di morte magari più gravi – sicuramente più gravi – semplicemente non lo sono, sicchè le si tralascia e per intanto dagli alle sigarette. In Inghilterra, dunque, se un fumatore si ammala, finisce in fondo alle liste d’attesa sanitarie: perché spreca risorse ed energie del corpo medico. In Francia, in maniera ancor più macabra che in Italia, sui pacchetti di sigarette c’è scritto che se fumi “morirai di morte lenta e dolorosa”. In Brasile fanno vedere le fotografie dei bambini morti di tumore e da ottobre prossimo vogliono farlo anche in Europa. L’apocalittico in salsa italiana rimane il presidente dell’Istituto Mario Negri, il citato Garattini: ha detto che i fumatori sono dei parassiti sociali e ha proposto che i medici fumatori siano radiati dall’albo, e così pure che bisognerebbe vietare il fumo anche a parlamentari e insegnanti. Ma di ritorno a New York, là dove succedono cose che poi si riflettono quasi sempre da noi, vediamo che è entrata in vigore anche una norma contro l’obesità che è preludio al dimagrimento di massa per legge, mentre in altri stati americani è già prevista la scritta “nuoce gravemente alla salute” per le bottiglie di vino. E qui il discorso comincia a estendersi non solo all’alcol ma a tutta l’alimentazione, ai cibi grassi, ai famosi panini striminziti del dottor Sirchia: in America si vuol mettere le etichette terrorizzanti anche sulle merendine e con ciò prevenire ogni genere di dipendenza alimentare; una ricerca, che in Italia è stata tradotta sulla rivista Industrie alimentari, spiega che il formaggio e la carne andrebbero aggiunti alla lista dei cibi che danno dipendenza come già sono classificati il cioccolato e il caffè: questi alimenti – si spiega – rilasciano componenti narcotici simili alla morfina e ne consegue che in giro c’è gente drogata per esempio di Taleggio. “Non sono ingordigia o mancanza di volontà che ci legano a certi alimenti – si legge nello studio – ma una ragione biologica: molti di noi sentono di non poter vivere senza una dose quotidiana di formaggio”. Verissimo, e allora? E allora, dopo aver illustrato una complicata teoria secondo la quale le persone sovrappeso corrono maggiormente rischio di dipendenza, viene indicato il nuovo nemico da battere: la “nutrizione emozionale”, qualcosa che si combatta studiando la maniera di controllare appunto i desideri alimentari che inducono una dipendenza basata su risposte emozionali. Delirio? Ma allora non avete capito di quale iceberg le sigarette sono lucente apogeo. Uno studio ha confermato che la combustione dell’incenso produce anche dei componenti cancerogeni – com’è ovvio – e che le sue emissioni sono paragonabili a quelle di una strada trafficata: in Minnesota sono comparse le prime chiese cattoliche che offrono messe incense-free, prive dell’incenso passivo. L’Environmental Protection Agency, la citata istituzione già responsabile dello studio-patacca sul fumo passivo, ha fatto sapere che oltrechè l’incenso “il fumo delle candele eccede gli standard di inquinamento dell’aria all’aperto”, e su questa base l’agenzia ha chiesto la chiusura di un negozio di tostatura di caffè aperto da 163 anni dopo aver già fatto multare per odori molesti centinaia di negozi e pizzerie e ristoranti indiani. A Shutesbury, in Massachusetts, il nuovo regolamento prevede che il consiglio comunale abbia spazi divisi tra chi non usa deodoranti e chi li usa e chi li usa talvolta: il disgraziato estensore ha dichiarato che “profumarsi in pubblico è come fumare”. E rieccoci. In Canada è già vietato profumarsi su alcune linee aeree, e il Canada è uno stato che va sbirciato con attenzione, perché in alcune cose, in alcune fobie, anticipa regolarmente gli Stati Uniti: i deodoranti sono vietati anche in alcuni uffici al pari dei dopobarba e dei colluttori orali, un po’ come accade sui mezzi pubblici di Ottawa; l’alcool è visto come il demonio e sovrabbondano controlli col palloncino su tutte le strade, i vetri dei pub sono pitturati di nero e c’è il divieto di bere in pubblico. Se compri una cassa di birra al supermercato e ti limiti ad appoggiarla sui sedili posteriori, anziché imboscarla nel bagagliaio, ti danno una multa da levarti la pelle. Se fumi, poi, possono toglierti la potestà sui figli: e lo sa bene Gian Turci, fumatore che dopo anni da oriundo dovette tornarsene in Italia a fondare la sezione nostrana di Forces, associazione libertaria che annovera tra le proprio file anche Sergio Ricossa e Antonio Martino: è grazie a Turci se circola almeno un po’ di controinformazione in Italia, ed è stato Turci per esempio a tradurre Science without sense di Steven J. Milloy, ex direttore delle politiche scientifiche del National Environmental Institute e già relatore al Congresso degli Stati Uniti sui criteri di valutazione dei rischi ambientali. E’ un libro fondamentale per comprendere l’assurdità potenziale di certi metodi statistici che vengono applicati e propinati di continuo a tutti, roba in grado di dimostrare qualsiasi cosa: Milloy ha già demolito scientificamente una quantità straordinaria di studi-patacca e ha così pure rilevato, adottando il medesimo criterio utilizzato per dimostrare la pericolosità del fumo passivo, per esempio: 1) che la calvizie aumenta le possibilità d’infarto del 40 per cento negli uomini sotto i 55 anni; 2) che il colluttorio aumenta del 50 per cento le possibilità di cancro alla bocca; 3) che lo yogurt aumenta del 100 per cento le possibilità di cancro alle ovaie; 4) che il consumo di dodici hot dog al mese aumenta dell’850 per cento le possibilità di prendere la leucemia; 5) che l’uso del reggiseno, per tutto il giorno, aumenta le possibilità di cancro al seno del 12mila per cento. Ne consegue che tutto è dimostrabile, e che migliaia di ricerche pseudo-scientifiche non si preoccupano se un’associazione sia vera o fasulla: si preoccupano soltanto di trovarla e di piazzarla poi a mass-media che non aspettano altro. Gli studi non allarmistici non vendono, non li pubblicano, non fanno notizia, non fanno fare carriera. Perciò, beffardamente, da esperto del settore, Milloy ha illustrato minuziosamente come scoprire qualsiasi rischio e come dimostrarne l’esistenza, confezionarlo, venderlo in direzione di fama e sovvenzioni. Esistono studi, e non stiamo scherzando, che hanno statisticamente dimostrato che il fumo fa guarire dai tumori. Del resto, secondo un altro studio dell’Università del North Carolina reso noto dalla Cnn, le donne che praticano la fellatio hanno il 40 per cento di probabilità in meno di contrarre un tumore al seno: abbiano a regolarsi. Le lavande vaginali aumentano le possibilità di cancro della cervice del 300 per cento, tre tazze di caffè alla settimana aumentano del 30 per cento la possibilità di una morte prematura, il lavoro sedentario aumenta del 30 per cento la possibilità di un tumore al sedere, per non parlare di tutto il ciarpame sui campi elettromagnetici, il radon nelle case, la diossina, il cloro nell’acqua, il surriscaldamento, gli animali pazzi. In Nuova Zelanda da tre anni che stanno studiando una tassa sui peti animali, un balzello sulle flatulenze di ovini e bovini che siccome emettono metano dicono che danneggiano l’ambiente. Basta leggere l’ultimo numero dell’edizione inglese di New scientist per apprendere che il fumo da cucina uccide più del morbillo e della malaria e dell’Aids; si sostiene che ogni anno un milione e mezzo di persone, soprattutto donne e bambini, muoiano a causa di queste esalazioni e si deve considerare che nel mondo circa due miliardi e mezzo di persone cucina con delle stufe che bruciano legna o sterco o resti di piante: chi le utilizza, secondo lo studio, inala ogni giorno l’equivalente delle sostanze tossiche contenute in due pacchetti di sigarette. E tutta questa strage si consuma mentre noi ce ne stiamo sul balcone a fumare come dei deficienti (piove) per via dell’ignoranza colpevole o incolpevole di donne incinte e cretini salutisti e altra gente mediamente troppo astenuta e nervosa e magra perché davvero possa vivere più a lungo di noi gaudenti. Che fare? Fumare. Informarsi: tempo fa il Corriere della Sera ha scritto che il medico nazista Karl Aspell, nel 1940, fu il primo a dimostrare la dannosità delle sigarette. Non è vero: nel 1939 un altro medico nazista, Fritz Lickint, aveva già pubblicato Tabak und Organismus, un volume di 1.100 pagine edite in collaborazione col Comitato del Reich contro le droghe e con la Lega tedesca antitabacco; lo studio sosteneva per la prima volta che il fumo faceva complessivamente male e adottava per la prima volta il termine Passivrauchen, fumo passivo. Lo stiamo raccontando perché la ricerca venne usata per scopi politici sicchè il tabacco venne abbinato alle culture cosiddette degenerate dei paesi ostili (gli Usa tra questi) e venne impostata una campagna rivolta ai giovani e imperniata sul Gesundheitsplifcht, il dovere di mantenersi sani: è arcinoto che Hitler fosse un vegetariano e un maniaco salutista. Ma a parte ogni analogia inquietante – è negli Usa si dice che fumino, ormai, solo i negri e i portoricani – ciò che interessa è il dato che ne seguì: prima della campagna antifumo, nel 1932, i tedeschi fumavano una media di 570 sigarette pro capite l’anno, come i francesi; dopo la campagna, nel 1940, ne fumavano 900 quando i francesi arrivavano solo a 670. Tu proibisci e io voglio. E infatti negli ultimi quattro anni, dopo la spaventosa campagna antifumo del governo americano, i giovani fumatori statunitensi sono aumentati del 30 per cento. Complimenti a tutti. Vanno di gran moda le sigarette inglesi di marca Death che sono vendute in un pacchetto nero con l’effige di un teschio: da una parte, quindi, un occidente neosalutista e pre 11 settembre troppo vacuamente raffinato nei suoi ridicoli esorcismi della morte; dall’altra un modesto ma crescente numero di persone civili cui cominciano seriamente a girare le palle. A Indianapolis l’amministrazione comunale ha respinto ufficialmente il divieto di fumare in pubblico: 15 voti contro 13. A Denver, addirittura, un gruppo di ristoratori ha denunciato le autorità sostenendo che il divieto in questione violerebbe le libertà costituzionali e sarebbe basato su una scienza fraudolenta. A New York, ancora, il candidato sindaco Fernando Ferrer ha fumato pubblicamente in faccia a Bloomberg, mentre Graydon Carter, l’editore di Vanity Fair, ha deciso di continuare a fumare in pubblico nonostante le ripetute irruzioni dei poliziotti antifumo che l’hanno già ricoperto di multe per aver trovato dei posacenere. E in Italia è arrivato Gerolamo Sirchia, brava persona ma pur sempre un cattolico proteso a confondere ciò che noi reputiamo sia bene per noi e ciò ch’egli reputa sia bene e basta.
Soluzioni? Una è questa: abbattere l’Occidente. Andrebbe fatto con le sole armi possibili: i nostri soldi, la nostra produttività, le nostre assenze dal posto di lavoro perché siamo fuori stanza, sempre a fumare e a ciacolare. Si può tentare: e, per cominciare, sul cazzo di treno di Gerolamo Sirchia non salire più; in locali e ristoranti smoke-free, dunque, non metter più piede; rassegnarsi dunque e definitivamente all’automobile – lo scrivente ne acquisterà finalmente una – financo ammazzare stavolta per davvero noi stessi e gli altri, magari rammentando l’unico dato serio che dovrebbe preoccupare il nostro caro ministro: che i tumori all’apparato respiratorio sono molto più frequenti nelle zone ad alto traffico veicolare, come si dice. Ma questo è un rischio non rimovibile, certo. Non è che puoi levare la macchina alla gente: e però voi pensate di levare le sigarette a noi, tredici milioni di viziosi che peraltro notoriamente – pardon, statisticamente – siamo assai più simpatici e goduriosi di chi non avrà neppure un’ultima sigaretta da chiedere, quel giorno. Figurarsi. Si sposti. Anzi ci faccia accendere, dottor Sirchia.

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49 Commenti

  1. Bellissimo post. Le idee politiche sono discutibili come quelle di tutti, ma sul fatto che Facci sappia scrivere divinamente non ci piove. E il fumo è uno di quegli argomenti su cui non si fa altro che sparare ca**ate.
    L’unica cosa di cui non parli è il giro economico smisurato dietro l’industria del tabacco. Un paio di dati: le tre più grandi multinazionali del tabacco (Philip Morris, British American e Rj Reynolds) fatturano insieme circa *100 miliardi di euro l’anno*. E le entrate verso lo Stato? Il tabacco è un serbatoio al quale attingere liberamente ogni volta che bisogna tappare un buco: l’Italia prende *10 miliardi di euro l’anno* dalla tassa sui tabacchi.
    E il costo sullo sanità? In proporzione, è quasi *nullo*: l’Istituto Tumori (http://www.istitutotumori.mi.it/), sommando i costi per i ricoveri (anche in dayhospital) per il trattamento di patologie correlate al tabacco e addirittura anche la stima dei costi dovuti alle giornate di lavoro perse dai fumatori per tali ricoveri e la perdita di produttività ricavante dalla loro assenza dal lavoro, ha stimato una cifra complessiva di quasi *54 milioni* di euro all’anno. E’ una cifra rilevante, nel momento in cui il Monopolio di Stato sul sul tabacco garantisce allo Stato *10 miliardi di euro* all’anno? Questo il link del dato: http://www.istitutotumori.mi.it/int/osserv_tabacco/tabacco11.asp.
    In buona sostanza, la mia riflessione è questa: che faccia farebbero se veramente smettessimo *tutti* di fumare..?

  2. Io non fumo, perchè mi fa schifo. Mangio molta cioccolata. Gusti.
    Non mi intendo di medicina e non sarebbe comunque rilevante nella mia scelta, perchè tanto facesse pure bene alla salute il fumo a me continuerebbe a fare schifo.
    Detto questo, sono d’accordo sul fatto che si stia esagerando sul fronte del proibizionismo in maniera troppo esasperante, e se vogliamo anche dannosa.
    Tuttavia tu liquidi la questione del fastidio del fumo con due paroline, “bastava l’educazione e il buon senso”.
    Ecco, forse hai vissuto su un pianeta diverso dal mio. Nella pratica, nella stragrande maggioranza dei casi l’educazione e il buon senso non esiste.
    Fumano tutti e ovunque senza curarsi minimamente di chi sta intorno. E te li farei vedere i miei occhi, la notte, quando sono stato in un locale. O il mio mal di gola. Se mi viene mal di pancia per il cioccolato che mangio, affari miei, se a te viene mal di gola per il fumo che aspiri fatti tuoi, ma il mio cioccolato non lo fa venire a te il mal di pancia.
    Ecco, se e quando tu, ipotetico fumatore, ti curerai del mio fastidio io mi curerò del tuo diritto a fumare (dove non mi rompi il cazzo), quanto ti pare.
    D’altronde io i peti li faccio in solitudine, e non mi lamento.

  3. Noi fumatori siamo più belli e più simpatici, e abbiamo anche il pelo più lucido e le orecchie più pulite. Grazie Facci per questo post, che se non fumassi mi farebbe venir voglia di cominciare.

  4. Occhio, SkidX: tu e la tua cioccolata potreste essere i prossimi, sulla lista di Sirchia.

  5. Ma infatti ho chiarito subito che sono contrario alla piega che sta prendendo la faccenda.

    Però non vorrei che quelli che finora se ne sono sbattuti di me e di ciò che mi infastidisce, e continuano a farlo, ora facciano le vittime. Quando si parla di queste cose tutti i fumatori sono magicamente “educati e rispettosi”, si vede che quelli maleducati che io incontro giornalmente non hanno un computer o non commentano mai.
    (e per carità, quelli educati ci saranno pure e hanno tutta la mia stima)

  6. io il posto non l’ho letto, e non ho intenzione di farlo, cosi`; a priori. E` *inammissibile* che si accosti il simbolo della piu` malefica ideologia della storia con il segnale di divieto al fumo! magari e` vero che il divieto al fumo e` abusato ma accostare coloro che vogliono abolire le zone fumatori a nazisti e` vergognoso!!
    E comunque se ti vuoi lamentare pensa allo stato di New York, USA, dove puoi fumare solo in casa tua o per strada, con neve o con il sole.
    Mi sa che gneri dovrebbe registrare anche i nomi di tutti i trasgressori dei divieti al fumo, cosi` puo` fare un doppio servizio alla comunita`.
    E scusate se ho scritto troppo.

  7. Tsk!, con la grafica abbinata al pezzo Filippo Facci non ha ovviamente nulla a che fare. Copri l’immagine, di cui è responsabile solo lo scrivente, e leggi l’articolo, che merita.

  8. Ha ragione skid x. Tutto giusto e bello, ma in un mondo parallelo che non esiste. Esistono quelli che si preoccupano se il fumo ti da fastidio, sono una su cento.

  9. Che noia. Che vuota verbosità. Uno può masturbarsi anche nel proprio cesso non c’è bisogno di esibire in questa maniera.

  10. Sono d’accordo in pratica con SkidX.
    E’ vero che il proibizionismo non è una cosa bella come dice Facci, ma se proibiscono il fumo nei locali non so se ci rimettono o se aumentano il fatturato: c’è un popolo di NON fumatori che NON entra in certi locali per il fastidio del fumo.

    L’episodio. Concerto di Guccini con amica con un problema agli occhi. Megacartelloni “Vietato fumare”. Due ragazzi davanti a noi incominciano a fumare,lei sopporta finchè non le lacrimano gli occhi e allora io chiedo a loro di smettere. Quei due smettono ma beffardi incominciano due loro amici seduti a fianco. Nuove proteste finchè dopo un quarto d’ora, sentendosi infastiditi (povere vittime!) si spostano un po’ più in la.

  11. Concordo pienamente con Skid X. Io sono un’ ex- fumatrice. Quando fumavo (e ho fumato di gusto per tanti tanti anni) non ho mai imposto il mio fumo ad altri non consenzienti. In ufficio (e all’epoca non c’erano divieti) non ho mai fumato, ben sapendo che al mio collega asmatico dava molto fastidio. Ma ero quasi l’unica a pensarla così, gli altri se ne fottevano. Ho smesso di fumare perchè fumare faceva male a me (cioè lo avvertivo il malessere, non me ne frega un accidente delle statistiche o degli studi). Visto che ho smesso vorrei non essere costretta ad essere infastidita da cafoni che ora fanno le vittime. Le pochissime volte che mi sono trovata in locali con areazione ottimale non ho detto una parola contro chi voleva fumare. Le rare volte che un fumatore viene a casa mia (non ne conosco praticamente più nessuno, fortunatamente per me) o che mi trovo in casa altrui e qualcuno chiede “da fastidio se fumo?” , sapendo che si tratta di una condizione temporanea generalmente non dico niente. Ma nei locali no, si creano delle cappe insopportabili. Torni a casa e i puzzano pure le mutande, gli occhi che lacrimano, la gola che brucia e quella notte dormo male. Ecco, questo non accetto. Poi gli eccessi sono quasi ridicoli, che c’entra. Ma il troppo stroppia in entrambe le direzioni.

  12. A me personalmente non frega niente della salute dei fumatori – buoni geni fanno molto meglio che una vita casta e virtuosa (mia bisnonna che e’ morta a 99 anni ha fumato quasi fino alla fine). Ma il fumo da fastidio e tanto a quelli che non fumano. Non vorrei fare delle similitudini poco fragranti, mi fido dell’immaginazione dei blogger. Quante volte i non fumatori decidono di non andare in un locale o devono uscire di un ristorante perche proprio non sopportano l’aria irrespirabile. E si’, mi fate anche male, a me, non a voi. Chi e’ l’agressore e chi la vittima??? (non parlo dell’uso del simbolo nazista che fa parte della tendenza di svuotare qualunque cosa del suo significato – una cosa piu’ pericolosa e fastidiosa persino del fumo).

  13. Vinci il primo premio per “la peggio polemica detta meglio”. Io sono un ottuso idiota: nel mio salotto sei benvenuto a bere il mio vino, mangiare la mia carbonara, prenderti in prestito i miei CD, sfogliare i miei libri, suonare la mia chitarra, frugare nei miei cassetti. Ma la tua puzza di fumo non ce la puoi mettere, perché a me fa schifo. E posso portare altrettante prove a dimostrare che uccide eccome.
    Ovvero: non me ne potrebbe fregare di meno del tuo cancro, libero di assaporartelo, purché tu non acceleri il mio, aggiungendo schifo allo schifo che già mi impone la cricca di Nazgul-Albertini e il suo esercito di orchi in scatolati.

  14. Per uno studio della democrazia elettronica. Seguono estratti da “Gnueconomy” (http://gnueconomy.clarence.com) che viene considerato tra i più evoluti e meglio frequentati tra i cosiddetti blog, siti internet in cui degli autori scrivono o riportano opinioni o articoli che a loro volta vengono liberamente commentati.
    Su gnueconomy, non di rado, intervengono anche giornalisti piuttosto noti (Repubblica, Espresso, Foglio, Giornale, Mediaset) ma quasi sempre sotto pseudonimo.
    Il seguente intervento-battuta (“post”) è a opera di un noto giornalista & scrittore celato sotto lo pseudonimo “Brontolo”. Nota: sono stati corretti gli errori grammaticali e lasciate le scurrilità originali……………………….

  15. Bravissimo skidx, ha ovviamente ragione. La gente educata e il buon senso? Sono tutte cazzate dai, mica crederete in babbo natale and family. C’è gente che si prepara la sigaretta quando il treno si sta fermando e poi fuma nel sottopasso, e quindi sei costretto a respirare quell’odore rischiando tra l’altro una bella brasatura sulla mano. Come nei discopub, che quando esci devi metteri il cerotto colla nicotina per non diventare dipendente. Quelli col sigaro poi sarebbero tutti da menare. Skidx parlava di peti privati; e se fossero pubblici come reagireste, fumatori? Se rispondeste in maniera coerente direste che no, non vi dà fastidio. Ma in verità, se uno sgancia, cazzo, come minimo gli si augura la morte di tutta la sua dinastia. Se ancora non avete perso l’olfatto, ma questi sono cazzacci vostri e non mi toccano minimamente. Ancora peggio: vorrei vedere cosa ne pensate se uno vi fa ascoltare (mi ripeto) una canzone dei cripple bastards per 3 minuti. Se vi piacciono, bene. Se non vi piacciono però è difficile che possiate sopportare a lungo. Non sono i “non fumatori” ad essere poco tolleranti. Tutti siamo così, ed a ragione. Perché per il quieto vivere ci dev’essere equilibrio. E visto che se i fumatori fumassero sul treno io mi sentirei legittimato a grattarmi il culo rumorosamente quando mi va o a ruttare nelle orecchie dei vicini per vedere le loro reazioni, i fumatori devono astenersi dal praticare un gesto che per loro può essere spontaneo ma che per me è soltanto una scocciatura. Sui vecchi tram di Torino si può trovare ancora una targhetta che dice: vietato sputare dai finestrini. Magari una volta lo facevano ed erano contenti, era un loro vizio e lo difendevano a spada tratta. Certo non dava problemi di salute, ma di nuovo: chi se ne fotte. E’ una cosa orribile, falla a casa tua sul tappeto ma non rompere il cazzo agli altri.
    d.

  16. Un conto sono l’educazione e il buon senso, un altro i divieti. Se lo proibisci per legge la gente diventa più educata? Io voglio pensare che un amico non fuma nel tuo salotto perchè sa che ti disturba, non perchè pensa che tu possa denunciarlo. Comunque Facci ha centrato il punto, che va al di la del fumo. Mai sentiti tanti proclami di liberalismo come in questi anni, e credo mai come in questi anni si sono fatte leggi che mettono il naso nella gestione della vita delle persone. I fini sono certamente alti, ma a me che lo stato debba preoccuparsi della mia salute fa ridere. O meglio lo deve fare in linea generale, non entrando nello specifico di come io debba gestire la mia vita. Se no si arriva all’aberrazione della donna di Milano che oltre a non essere padrona di decidere del proprio destino, non può nemmeno morire in pace perchè la nostra società vuole si salvarle la vita, ma nel frattempo gliela rende impossibile.

  17. Tutte belle cose, Facci, che ne diresti di mettere qualche link o qualche riferimento bibliografico un po’ più preciso?

  18. Caro Facci, non ho letto il tuo articolo perché è troppo lungo e a me le cose troppo lunghe non piacciono (aahh aahh aahh!!!), però sono daccordo con te lo stesso, al 100%.
    Anzi lo sai cosa ti dico, adesso mi accendo il mio toscano “Antica Riserva”.
    Arrivederci.

  19. I fumatori dovrebbero fare come me, continuare a fumare dicendosi la verità: si fuma solo per soddisfare la dipendenza da nicotina.
    Non c’è nessuna affermazione di libertà personale nel fumo.
    Assunto questo, cade la necessità di scrivere chilometrici, inutili post di autogiustificazione.
    Fumare fa male alla Vita, sociale, sessuale, affettiva.
    Chi lo nega è un bugiardo. Se è un giornalista è un giornalista bugiardo. Ce ne sono.

  20. Caro Filippo, benvenuto tra gli “anti-noisti” che lottano contro i “noisti”. I “noisti” sono quelli che: no-fumo; no-grassi; no-sedentarietà; no-alcol; no-sesso ecc.

  21. ma… ma… io sinceramente non capisco. Non c’è un divieto al fumo. C’è un divieto al fumo nei locali pubblici. Nei posti dove potrebbero esserci altre persone cui il fumo dà fastidio. Leggere del fumatore come martire di una legge tirannica è veramente il colmo.
    “Un conto sono l’educazione e il buon senso, un altro i divieti. Se lo proibisci per legge la gente diventa più educata?”. Quindi il fatto che uccidere sia proibito forse ha eliminato gli omicidi? No, ma almeno si cerca di togliere dalla circolazione coloro che l’hanno fatto. Buon senso ed educazione: non so voi ma io non ci credo mica.

  22. Non vedo proprio il motivo per il quale qualcuno dovrebbe toglierti il sacrosanto diritto di morire: io te lo auguro pure!
    Che a sentire un mucchio di stronzate come quelle che spari mi viene l’ulcera.
    Probabilmente dovresti pareggiare il conto con chi ha avuto un parente morto di tumore al polmone per aver fumato anche meno di 5 sigarette al giorno (qui ti batto 1-0, immagino), forse ti aiuterebbe a capire.

    Quando esco da un locale e mi bruciano gli occhi per colpa di coglioni come te, non mi giovano gli studi commissionati dalle case produttrici che mi dicono che non rischio la vita: penso che sei un cretino che mi fornisce gratuitamente del fastidio, in cambio di nulla.

    Se la philip morris ha convinto un governo a non bandire il fumo, perché questo fa risparmiare sulla previdenza sociale, qualcosa mi puzza.

    spero di mangiare tanta cioccolata da fare la cacca a spruzzo su di te, forse capiresti il mio disagio di sentire il tuo puzzo.

  23. Potreste semplicemente evitare posti dove si sente il nostro puzzo, come io eveito posti dove mi fanno “la cacca a spruzzo” addosso.

    Educazione & Buonsenso

  24. Ho smesso di fumare, vivrò una settimana in più e in quella settimana pioverà a dirotto.
    (W. Allen)

  25. Io fumo ma questo non è il problema, vado sul balcone (piove) e mi sento una merda. Problema del fumo chiuso. Il problema e che in giro c’ è troppa gente che è persuasa di sapere cos’ è il mio bene ed il bene della società ed in nome di ciò mi dice cosa devo fare e non fare. Tutti abbiamo un cerchiolino intorno di qualche metro di diametro e dentro il mio ci entra solo chi voglio io e gioca con le mie regole. Sul fumo hanno colto l’ opportunità del fumo passivo ma la strada è la stessa . Se io voglio mangiarmi dodici hamburger sommersi di maionese e patate bisunte e me li posso pagare non voglio che mi appaia un buon samaritano che mi dice che mi fa male. Perché li voglio adesso e non me ne frega niente se fra cinquant’ anni morirò di cancro infarto o ginocchio della lavandaia. E se farò spendere dei soldi alla società per curarmi e seppellirmi almeno farò risparmiare quelli per tenermi in un cronicario a guardare la televisione e cagarmi addosso. Perché voglio vivere come mi posso permettere io e non come qualcun altro vuole che io viva. Faccio io i miei debiti e poi sono problemi miei pagarli. Ma che bello essere sicuri, avere una macchina con dodici ABS cinture e bretelle sedici preservativi che si gonfiano appena si sbanda e poterci fare i trecento all’ ora se non ci sono fotografi travestiti da cartello stradale e poter fare la stessa coda tutte le mattine in mezzo a un milione di altri stronzi come me. Siamo sicuri, siamo felici. E vivere con meno sicurezza ma con più possibilità? Non è un discorso meglio un giorno da leone che cento anni da pecora perché mi sa che stiamo scendendo come alternative a mille anni da merda e voglio uscire da queste scelte.

  26. scusate, non posso fare a meno di rispondere, da non fumatore quale sono. io dei raggi cosmici non mi interesso sicuramente, però se permettete, l’inciviltà del “fumatore” o la “diseducazione” sta nel momento in cui il vostro, perché siete molti, fumo, mi invade facendomi sentir male. perché ogni qual volta che esco da un cinema, ad esempio, devo essere travolto dall’odore schifoso, delle 300 sigarette che voi fumatori non riuscite proprio a non fumare. presto nicotina! ditemi, sì è vero, non ci riusciamo e ci dispiace che ti dia così fastidio… io sono un intollerante verso il fumo in maniera evidentemente esagerata, ma credo di vivere prima cercando di intravedere la libertà altrui e nel rispetto di questa.
    grazie

  27. Posto che alcuni aspetti di questa campagna mondiale antifumo sono ridicoli o paradossali, e che ognuno è libero di scegliere di farsi male come meglio crede, LA DOMANDA É: perché io devo star male solo perché tu vuoi farti i porci comodi tuoi a tutti i costi, quando te li potresti fare ugualmente un po’ più in là, senza rimetterci nulla?
    Tu puoi allontanarti un quarto d’ora, e tornare, e tutto è come prima; io me ne devo proprio andare, altrimenti mi viene la nausea e il mal di testa: è civiltà questa?
    Nel medioevo si svuotavano i vasi da notte in strada, buttandone il contenuto a volte direttamente in testa ai passanti, in questi tempi “moderni” è cambiata la sostanza, ma la forma (di inciviltà) resta la stessa.
    Ma non si può chiedere di capire a chi deliberatamente si autopriva di sensi (e piaceri) così raffinati come il gusto e l’olfatto …

  28. Sono un po’ preoccupato: come direbbe Altan, comincio ad avere delle idee che non condivido. Ad esempio, sono d’accordo con Filippo Facci. Capisco le ragioni di tutti quelli infastiditi dal fumo, capisco i (veri) nauseati dalle esalazioni della sigaretta. Ma tralasciamo il fatto che in molti queste reazioni sono semplicemente riflessi di Pavlov, conseguenze di un indottrinamento specifico, e facciamo un discorso speculare: a me, fra tante altre cose, da fastidio il frastuono degli autobus, e sono costretto a sopportarlo, volente o nolente. Se (come sostiene Facci e credo anche io) il danno da fumo passivo non esiste, il fastidio che provate e’ solo l’altra faccia della mia liberta’ di fumare. Ma io non vi impedisco di prendere l’autobus, anche se i decibel prodotti dall’ATAC sono sicuramente oltre i limiti di legge, ed e’ dimostrato che le vibrazioni facciano male ai timpani. Altra cosa: con tutto quello che ci respiriamo qui a Roma (e in tutto il mondo), non credo proprio che il mio mezzo toscano serale (o i due pacchetti del mio capo, e’ la stessa cosa) sia responsabile del cancro di nessuno.
    Last but not least: dopo il mezzo toscano, odori e sapori sono tutt’altro che cancellati; anzi, alcuni sono persino piu’ definiti. E non vi sto a dire quali, altrimenti salta su qualcuno a dire che il sesso fa male. Buon proseguimento.

  29. Scusate, secondo me non avete capito il senso del post, perchè siete troppo presi dalla smania di vendetta verso quelli che per anni vi hanno costretto a sopportare il loro fumo…cmq, quello che secondo me sarebbe veramente sensato e equanime per tutti (fumatori e non) sarebbe di creare aree (o ghetti, se preferite) dove noi, poveri tossici stupidi e autolesionisti, possiamo continuare a ucciderci in santa pace, senza dare fastidio a nessuno e mantenendo la nostra libertà di vivere la vita come meglio crediamo. Ma è possibile che ci sia ancora qualcuno che nel 2004 crede che il proibizionismo serva a qualcosa?!

  30. Il fatto che fumare faccia male e che sia lecito fare i terroristi contro i fumatori sono_due_problemi_di-ver-si
    sono legati, ovviamente, ma non sono la stessa cosa.
    Quando si riuscira’ a fare questa distinzione, allora si potra’ parlare, fino a che si fa casino tra i due piani non si arriva da nessuna parte.

  31. Appurato che i fumatori non costituiscono poi questo enorme peso sul sistema sanitario nazionale, non è importante stabilire se le sigarette fanno veramente male come è già sostenuto, mettiamo che le varie scritte, la varia propaganda non sia frutto di un metodo “precauzionale” che peraltro non si applica ad altri business, come quello dei cellulari.
    I non fumatori hanno diritto a non subire il fumo e quindi divieti “sensati” sono più che ammissibili come sono inammissibili i divieti TOTALMENTE INSENSATI, non mirati a tutelare dal fumo chi il fumo non lo vuole.
    Esempio di questo secondo genere di divieti è quello sugli eurostar: treni con 2 carrozze su 11 fumatori e prenotazione con contestuale assegnazione del posto.
    La libertà personale dell’individuo di fumare dove non affumica nessuno che non voglia essere affumicato dove è finita?
    Sono sconcertato.

  32. x Gabriele: ma tu (voi) proprio non ci riuscite a stare qualche ora senza fumare?
    un eurostar al massimo impiega 4,30 ore per fare roma milano, per esempio. ti immaginati quante sigarette puoi fumarti in quelle 4 ore e mezza. moltiplicalo per tutti i passeggeri e per le sigarette che si fumano, moltiplicalo per 1 settimana, 1 mese 1 anno di transito.
    ma quanto ti farebbe schifo quella carrozza, che oltretutto non ha i finestrini apribili?
    secondo esempio. l’inciviltà delle persone (non dei fumatori). sei mai stato a sciare sul gran sasso? bè prova a sportegrti dalla stazione della funivia. noterai una montagna, è proprio un dosso, di migliaglia di mozziconi di sigarette. ogni inverno sempre uguale, poi viene portata a valle dalla neve che si scioglie, e io che salgo a piedi, mi beo del fantastico fiumiciattolo giallo e marrone che scende allegramente. questa non è inciviltà da fumatori, è inciviltà e basta.
    riguardo il rumore degli autobus citato da Slowhand, forse è il caso di precisare che il servizio pubblico si chiama così perché serve a qualcuno, che a bisogno di spostarsi, il tuo fumo serve a te, e a nessun altro.

  33. Il fumo fa male.

    Vero, e più fumi più male fa. Faccio solo presenti che tante, tantissime altre cose fanno male. Tanto per fare statistiche l’alcool provoca molte più morti del fumo, ma nessuno si è mai sognato di scrivere “L’alcool uccide” sulle bottiglie di un Barbaresco d’annata.
    E chi si fa 6/7 caffè al giorno, ognuno con 3 cucchiaini di zucchero per un totale di una ventina di cucchiaini?

    Il fumo uccide

    Così è scritto sui pacchetti di sigarette. Domanda: se il fumo uccide, e lo Stato me lo certifica scrivendolo sui pacchetti di sigarette, significa che lo Stato, permettendone la vendita (e lucrandoci) si rende complice di un omicidio. Da denunciare subito !!

    Chi fuma obbliga anche me a respirare il suo fumo

    Vero anche questo, ma come ogni cosa, fra il proibizionismo e una giusta via di mezzo, ce ne passa ! Giusto non fumare al cinema e al teatro. Altrettanto giusto prevedere al ristorante un’area fumatori ed una non fumatori, o quantomeno rendere obbligatorio un impianto di depurazione. Ma non risulta eccessivo non prevedere uno scompartimento fumatori su un treno? Non è eccessivo il divieto di fumare negli aeroporti dove esistono spazi per tutti? E poi perché mai tu hai il diritto di non sentire il mio odore di fumo e io non ho il diritto di esimermi dal respirare il tuo odioso dopobarba, il tuo maleodorante…deodorante o più semplicemente la tua puzza perché non ti lavi?
    E perché mai la mattina devo fare le gimcane fra le merde di cane che non nuocciono alla salute e danno un tocco di colore ai marciapiedi?
    Perché il fumo delle sigarette fa male e l’inquinamento dei gas di scarico delle auto e quello dell’industria invece fa bene alla pelle? Il surriscaldamento del pianeta, il buco nell’ozono, è colpa dei fumatori?

    L’aria diventa troppo pesante solo quando ci sono troppi divieti.

  34. ho fatto fatica a leggerlo in toto…
    non sono ancora in grado di rispondere. x molti versi mi sento anch’io su quella strada anche se non fumo. il divieto stupido è il problema, a pensarci bene poche cose sono “giuste”

    complimenti x l’articolo

  35. Il problema è un problema base: di impostazione.

    Spiego:
    Prendete le due costituzioni: quella italiana e quella americana.
    Quella americana oltre a descrivere lo stato spiega anche a cosa serve: “a garantire il cittadino nella sua personale ricerca della felicità”
    In quella italiana no.
    Quella italiana ci descrive lo stato: è democratico, è basato sul lavoro, eccc…
    E’ come se all’atto di stesura della costituzione ci avessero detto che lo stato è”una Panda, con 4 ruote, un volante, ecc..” senza dirci dove dobbiamo andare con questa Panda.
    In altre parole la costituzione della Repubblica Italiana è figlia dello Statuto Albertino e di un determinato periodo politico che voleva il popolo gregge, incapace persino di decidere da solo cos’era giusto per se.
    E da ciò sono derivati i nostri mali attuali.
    Non puoi viaggiare in moto senza casco.
    E chi l’ha detto ?
    Perchè ?
    Faccio del male a qualcuno ?
    No
    Obiezione: se mi faccio male gravo sul servizio sanitario nazionale
    Replica: e allora perchè le multe per mancato uso del casco non vengono devolute al Servizio Sanitario Nazionale ?
    In altre parole la cosa drammatica è che mentre in America il divieto di fumare parte dall’esagerato concetto che il fumo che filtra da sotto la porta di casa tua (come se tu vivessi dentro un soffione boracifero) può danneggiare il tuo vicino mentre è impegnato nella sua peronale ricerca della felicità, in Italia le cose sono ancora più drammatiche: ti proibiscono di fumare perchè sono convinti che tu non sia capace di distingere da solo il bene dal male, che tu abbia bisogno di qualcuno che ti accudisca: ma dico io siamo impazziti !
    Pensano forse che il popolo italiano sia composto da 60 milioni di lobotomizzati ?
    Siamo (almeno la maggior parte) adulti, maggiorenni e vaccinati, capaci di mettere al mondo dei figli e di andare a votare, ma evidentemente ciò non basta perchè ci serve una figura paterna che ci impedisca di fumare (come noi impediremmo di fumare a nostro figlio di 8 anni se lo vedessimo tornare a casa con un pacchetto di sigarette)
    Lo Stato intervenga !
    Lo Stato deve provvedere !
    La forfora ci deturpa il cuoio capelluto: cosa aspetta lo Stato ad intervenire ?
    L’acne deturpa il viso degli adolescenti: lo stato deve provvedere ?
    Se continua così forse ci arriveremo.
    Ma dico: siamo matti ?
    Lo Stato, la Repubblica non deve essere nè nostro padre, nè nostra madre.
    Lo Stato la repubblica siamo noi: ci lascino liberi di scegliere fra ciò che riteniamo giusto e ciò che riteniamo sbagliato: ci lascino guidare la Panda !

    Firmato
    Capitanbila

    P.S.
    il catastrofismo di certe persone è poi molto più dannoso di 100 stecche di sigarette: oltre ad essere stupido è ansiogeno: guardatevi le statistiche sull’aumento dei casi di depressione, di ansia e via dicendo……ah già ma dimenticavo i disturbi mentali non fanno notizia !

  36. cazzo brutti figli di putthaaaaa…perchè dobbiamo tutti fare questi comlessi del (K**zO)!
    ki vuole fumare k fumi k no k nn fumi…cosa vogliamo di + dalla vita ki vuole fumarsi le CANNE
    —-KE SE LE FUMIIIIIIIIIIIIIIIII!!!—

  37. Io non ho parole…chi si schiera dalla parte dei non fumatore si comportarta come un vero proibizionista che se ne sbatte dei “bisogni” degli altri o dei vizi o volontà altrui. Ma vi rendete conto che i fumatori oramai sono stati segregati? Vi rendete conto che sono i fumatori che escono per andare a fumare fuori? ma cosa pensate che sia? paura delle multe? il fumatore ha capito, o gli hanno fatto capire che è sbagliato fumare in faccia agli altri…va bene…ma lo sta facendo…e invece i non fumatori e gli ex fumatori che fanno? attaccano sempre dove possibile, come in questo caso. Non vi offendete, ma siete davvero come i cani randagi, quando sono soli hanno paura, ma si fanno forza quando sono in tanti. Lasciamelo dire, non siete tutti uguali, ovviamente e la ragione stà sempre nel mezzo… ma volti di voi sono solo dei codardi che urlano quando altri alzano i toni…e mai prima.
    La libertà è di tutti…anche in questo piccolo spazio.

    Howling Mad

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