Le Isole dei Non Famosi

MaleutianAK.jpgNon era la storia che ricominciava da capo, però un po’ lo era. Ovviamente all’inizio non esisteva nessuna Guia, ne’ avrebbe potutto esserci.
C’erano i naufragi professionisti, gli sradicati, gli elettromelomani, tutti coloro che, da sempre, quando vedono affiorare un lembo di terra dal mare più nero, ci
si aggrappano e cominciano a comunicare tra loro. E’ stato così nel ‘96
, con i primi insediamenti su Internet, le città più o meno invisibili, e via via le piazze, i mercatini, fino ai
costosissimi Archi di Tronfio. Non voglio raccontarla di nuovo: quasi tutta quella strana gente arrivata coi galeoni è sprofondata con lo stupore di un Titanic di carta stagnola,
giù, giù veloce, grazie a stive debordanti di oro falso, e casse piene di stock-options.
Inevitabilmente, sugli atolli rimasti, gli spennati, incatramati caciaroni del Web hanno ricominciato a mandarsi segnali. Stavolta quieti, non si chiede un soldo a nessuno, giù a scrivere
per se, (quindi per l’universo), e per chi poteva essere raggiunto dal fioco segnale di un blog. Qualche volts di idee, la luce tremolante di un’invettiva personale, ricordi ed
esperienze messi a bruciare sottovento. In breve le isole si sono riempite di passatoie, di fili tirati da una sponda all’altra, magari gravati da mutande appese (ma sempre meglio una
mutanda del gonfalone di un venture capitalist).

Quando dalla terraferma si sono accorti (scrivono! E vengono letti! Senza l’imprimatur dell’Ordine!), c’è stata la solita maretta marron. Niente di chè, già finita, ritirata.
Sulla spiaggia si rinvengono, a distanza, solo gusci di Guie senza tempo; arrivano sempre, dopo. E i bimbi ci hanno sempre fatto le collane.

Nonostante quel che pensano alcuni, le notizie del Gran Mondo giungono veloci qui, su queste isole collegate, e continuamente. Sono i materiali con cui costruirsi un’amaca, una fiocina,
una tenda dove meditare da soli o con altri. C’è rispetto per le notizie, ma poco ne rimane, a queste latitudini, per gli ambienti curiali dell’informazione, e per la loro ossessione di coprire tutto,
essere tutto, spiegare tutto. Se avete attraversato anche voi un periodo di sovrainformazione, sapete come ci si sente: a proprio agio come oche candidate al patè, avviliti per la
frustrazione di non riuscire ad assorbire, a vedere, a sapere tutto quello che SI DEVE sapere.
Da quando sto immerso nella corrente dei Blog, io leggo di più


Mi sono abituato a fare una serie di capatine quotidiane alle isole di coloro da cui sento di poter ricevere qualcosa.
Appendono lì fuori la storia, i commenti, la selezione di notizie, l’immagine che pensano valga la pena di mostrare. Io passo e leggo, spesso meravigliato dalla qualità del manufatto.
A volte lascio anch’io un pensiero, e il mio percorso cambia ogni giorno a secondo dei desideri e dei bisogni. Se sei uno a cui il concetto di “completezza dell’informazione” provoca da tempo
un sorriso ritegnoso, decidi da solo da chi farti servire la spremuta quotidiana di informaggini. E magari esci dall’illusione che i grandi coltivatori di news siano essenziali per la tua dieta.
(menu di oggi, per esempio: antipasto caldo, piatto principale, insalatina
, un bicchiere di bianco fresco, dolce, caffè.
Ma domani chissà).

I rilassati abitanti delle Isole dei Non Famosi, alcuni di loro almeno, entrano in ansia solo quando sospettano che il loro mare interno, la loro laguna trasparente, venga usata come palcoscenico
per oscure navigazioni individuali. Secondo me non si dovrebbe. ognuno metta il gonnellino del colore che vuole, issi la vela della dimensione che preferisce. Qui non gira denaro, ma conchiglie, e stima, e
corteggiamenti fra pensieri e gif. Se dal tuo isolotto lancerai un razzo pirotecnico, forse ti guarderò, forse risponderò con un sorriso cagnesco, o niente del tutto.

Livietta, la fatina desnuda del Clarendario
, mi scrive: “Sono su Gnu Economy… Sono famosa!“. Sì, certo, benedetta, lo eri già e adesso di più. Ma soprattutto sei impigliata nell’interesse di
queste persone. Si capita qui e si resta perchè si è “desiderati”, anche completamente vestiti, per carità. Passatemi questa enunciazione tutta personale: nell’arcipelago dei Blog il “desiderio” è
un grande valore. Mi interessi, ti leggo, ti linko, ti propago. Non è una rivoluzione da poco: una componente così umana è il genius loci della comunità. Vi parrà assurdo che ancora oggi una cosa
come questa possa entusiasmarmi.
Oggi, settimo compleanno di Clarence
online. Eppure è così: c’è qualcosa che non affonda e non si corrode, che ritrova ogni volta da solo una voce nuova con
cui parlare. Io non lo so cos’è, o se si possa dire cos’è. Forse è qualcosa sepolto in un forziere su queste isole semi-selvagge, e non sarò io questa volta a mettermi a scavare.

ps= Sui miei scogli
voglio fare la mia parte: ci sono persone che producono cose molto belle, ma in territori più affollati e pericolosi, come l’industria discografica
o l’editoria cartacea. Metterò in bella
vista sulla spiaggetta i loro manufatti che mi piacciono. Le visite saranno sempre gradite.
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