Ed ora mi faccio un’eco-kanna

Tra chi attacca manifesti a lutto sui pacchetti di sigarette e chi (vedi Livefast più giù, e io ancora più in basso) invoca la legalizzazione della canna (entrambi dati alla mano), c’è chi, contravvenendo alle leggi del buon senso ma venendo incontro a quelle del marketing secondo cui non s’inventa nulla ma tutto si reinventa (ovvero si “scopre l’acqua calda”) ha messo su un negozio di “droghe legali” (o “furbe”).

Niente che non si vendesse in erboristeria, qui sta l’acqua calda. C’è il Kanna (gomma a base di un’erba africana), biscotti a base di canapa, il guaranà e persino la lattuga selvatica spagnola. Gli effetti sono quelli delle droghe “vietate”: allucinazioni, effetti narcotici… con il piccolo particolare che sono “legali” e quindi “vendibili”. Da questa idea è nato un franchising e già sono 8 gli smart-shop aperti, un’altra decina di prossima apertura.
Panorama, EmmeBi

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38 Commenti

  1. Reportage pubblicato da Il Giornale nel dicembre scorso a cura dello scrivente.
    ***

    Numero uno: la notizia è che in Italia la droga è perfettamente legale. Numero due: non si può escludere che questo articolo sia stato scritto sotto l’effetto di droghe (un’accusa che la direzione del Giornale aveva formulato anche per altri articoli, ma era diverso) e questo perché lo scrivente ha assunto degli stupefacenti che era solo l’altro ieri. Numero tre: quello che segue è un ampio resoconto della visita all’Eco Lounge smartshop di via Torricelli 3, a Milano, ossia in un negozio che sembra uguale a qualsiasi altro e invece vende droga rigorosamente legale (nostra definizione, non loro) oltrechè una serie di prodotti piuttosto incredibili. Tutto sta a come si definisce questa droga, appunto: loro preferiscono adottare trecento altre espressioni assolutamente corrette genere “sostanze naturali alternative a quelle illegali” o “stimolanti sessuali” o “smartdrug” o semplicemente “erbe”, e la circospezione è tale, da parte loro, che probabilmente il pepe e le spezie le chiamerebbero insaporitori per cibi. C’è da capirli. Comunque è andata così: avevamo letto un articoletto su Panorama e siamo andati a vedere perché pensavamo che potesse essere una mezza truffa, magari un’erboristeria un po’ furba di quelle che ti propinano lucciole per lanterne, degli incauti che modo loro ci stavano provando o sfruttavano qualche vuoto legislativo, o ancora una succursale di qualche centro sociale che avrebbe chiuso entro domattina. E invece no. E’ tutto dannatamente serio e professionale, in primo luogo. In secondo luogo, quella è droga: l’abbiamo provata. Dovere di cronaca.
    Il negozio non sembra un negozio, ma è un negozio. Sulla porta c’è un cartello che vieta l’ingresso ai minorenni. All’interno ci sono delle pareti bianche e viola con dei disegni psichedelici e delle lampade al neon che illuminano dal basso. L’arredo è gradevolmente minimalista con dei pezzi di design anche piuttosto difficili da reperire. Alcuni campioni dei prodotti sono appoggiati su pochi scaffali e tu puoi vederli, ne discuti, magari li chiedi e loro vanno a prenderteli sul retro. Ci sono anche dei libri come per esempio “Vere allucinazioni” di Terence McKenna (“seconda edizione riveduta, in trip con i funghi”) e poi “In transe (sic) e dissoluzione” edito da Sensibili alle foglie, la casa editrice di Renato Curcio, e poi “Il testo drogato, letteratura e droga tra Ottocento e Novecento” (Einaudi) sino ai demenziali “Campa cavallo che l’erba cresce” e “L’erba di Carlo Erba”. Mentre sfogliavamo questi libri si appropinquava un educato signorino di 26 anni che si chiama Fabio Panariello, amministratore unico della Dreams Lab nonché proprietario del negozio. Non fuma. Dice di essere astemio. Ti racconta che ha studiato marketing e che l’anno scorso ha semplicemente sviluppato un businnes plan che ha proposto a dei produttori di smartdrugs olandesi e ad altri produttori tedeschi che vendevano certi prodotti per fumatori. Morale: il 22 settembre scorso ha aperto il primo smartshop d’Italia che per come è configurato, spiega, non esiste da nessun’altra parte del mondo: infatti somma le caratteristiche appunto di uno smartshop (sostanze naturali e alternative, roba da mangiare, cosmetici, tutto a base di droghe legali) alle caratteristiche di uno headshop (aggeggi assurdi per fumare e inalare e rollare ogni genere di sostanza) a quelle di uno growshop (semi di canapa e tutto il necessario per coltivarla, e ancora semi di altre piante irripetibili ma dal principio potenzialmente allucinogeno) più altri prodotti ancora. Per esempio: il Dope test, una macchinetta rudimentale che permette di capire, metti caso, se una pillola oppure della polvere (leggi: l’ecstasy o la cocaina) contengano delle particolari schifezze oppure siano regolari. Si fa per dire. Ma è il prodotto meno venduto, si rammarica Panariello. Sì, perché c’è da spiegare questa cosa: l’obiettivo ufficiale della sua Dreams Lab (la mission, come la chiama) è diminuire il consumo di droghe illegali o sintetiche e comunque prevenirne i danni: infatti vendono anche dei prodotti che aiutano fisicamente a riprendersi e a recuperare dopo aver assunto droghe (appunto illegali) così che magari, uscendo da una discoteca impasticcati come degli zombies, non ci si schianti proprio immediatamente sull’autostrada. Questo prodotto si chiama After-E “ma all’estero – dice Panariello – si chiama After Ecstasy. Un funzionario del Ministero però ci ha consigliato di scriverlo in un altro modo perché altrimenti sarebbe suonato come un incentivo”. Sull’etichetta che cosa c’è scritto? “Integratore di Vitamine”. E va detto che in questo negozio è un po’ tutto così: nessun prodotto viene definito con il nome che sottostà oggettivamente al suo acquisto. Ogni etichetta riporta diciture belle chiare, correttissime, ma palliative: “In Italia, per fare un altro esempio – dice il nostro – non puoi vendere nessun prodotto definendolo come afrodisiaco. Noi allora li abbiamo definiti stimolanti sessuali, come la Damiana, e tutto è andato a posto”. Chi è la Damiana? “La Damiana è un erba. E’ uno stimolante sessuale che agisce sui genitali femminili”. Costa molto? “Qui i prezzi vanno dai cinquanta centesimi agli ottanta euro. La spesa media è di venti o venticinque euro”. Chi è il cliente tipo? “Si va dai diciottenni ai sessantenni, la maggioranza comunque sono studenti universitari. Ma abbiamo anche tante richieste via internet e un servizio a domicilio che funziona sino alle 11 di sera, quando chiudiamo ”. Come per la pizza e le videocassette. Buonasera, mi porti un allucinogeno. “Entro il 2003 – dice – contiamo di aprire altri punti vendita anche in franchising”. C’è gente che si è fatta avanti? “Anche quei due ragazzi che sono appena usciti”. Panariello si distrae un attimo, chiede scusa e fa segno a un giovane avventore: “Scusa… qui dentro non si può fumare. Grazie”. Ecco. Giusto. Ci prende un senso di smarrimento. “Chissà la ressa – gli diciamo – ora che queste cose ci sono anche in Italia…”. “Ma c’erano anche prima. Li hanno sempre venduti. Quasi tutti. Ci sono molti prodotti, chiamiamole droghe, che noi non vendiamo neppure e che però trovi tranquillamente in erboristeria e in farmacia. Non in tutte, ma li trovi”. Ma sono legali? “Mica tanto”. Ma come? “Per farti capire: noi vendiamo un liquore che si chiama Absinth e che in pratica è il famoso assenzio. E’ perfettamente lecito, così come lo vendiamo noi”. Eccolo lì: è in quella una bottiglia giallognola con scritto “La fata verde”, costa quaranta euro. “Ma l’assenzio – spiega – vale a poco se non ci aggiungi un ingrediente che si chiama Laudano e che è un oppiaceo, un allucinogeno”. E dove lo trovi questo laudano? “In molte farmacie”. Ma è legale? “No”. E allora? “Lo trovi lo stesso. In Italia trovi tutto. Via internet si possono comprare anche semi di marijuana, che vendiamo anche noi, e anche i funghi magici e il pejote messicano”. Capito. Cioè: uno passa allo smartshop a comprare il liquore, passa alla farmacia di suo cugino a prendere il Laudano, va a casa e fa Baudelaire.
    Vediamo altri prodotti. Da dove vengono? “Olanda, Germania, l’Absinth dal Belgio, alcune bevande energetiche tipo Smart Drinks anche da Austria e Thailandia, i prodotti cosmetici e alimentari alla canapa da Francia e Svizzera e Cina e Israele, l’ossigeno dagli Stati Uniti”. L’ossigeno. Ci mostra una bombola con una specie di boccaglio: “Produce un leggero svarione”. Capito. Su uno scaffale c’è una serie di prodotti alla canapa che vanno dal bagnoschiuma ai biscotti alla birra (quattro euro) più varie erbe e radici e semi vari. Quello che dovrebbe corrispondere all’ecstasy si chiama genericamente “estasi vegetale” e ce ne sono diversi tipi con nomi tipo Stargate o Final-E. Dice che è un’alternativa alle sostanze chimiche illecite e che non fa male: ti da una sensazione euforica in tutto il corpo. E’ classificato come “integratore alimentare” e c’è scritto di non combinare con antidepressivi tipo Prozac e poi di non prenderli se hai problemi di cuore o se sei diabetico o se sei incinta, e poi ovviamente devi tener lontani i bambini. “E’ ideale per le feste – dice – o come stimolante sessuale”. A proposito, e la Damiana? Eccola lì. Dice che è una pianta medicinale che usavano i Maya e che cambia le percezioni e i sentimenti, ti fa rilassare o eccitare, ha il suo massimo effetto quando viene fatto un infuso con un’alcolico, parla di “effetti molteplici quali relax e stimolazione sessuale, soprattutto sulle donne”. Gli uomini non hanno problemi. Poi c’è un’altra erba che devi fumarla prima di andare a letto ti rafforza la lucidità dei sogni. Le Blow up caps aumentano l’energia fisica e sono quelle che dovrebbero corrispondere alle anfetamine. Vabbè.
    Ma noi vogliamo il pezzo forte, Panariello. Guarda che lo sappiamo qual è il pezzo forte. Ce l’hanno detto. E’ la salvia messicana, la divinorum, la merce più ricercata. Dicci qualcosa. “E’ il prodotto più richiesto. La vendiamo in due concentrazioni diverse, più e meno forte, e comunque non l’abbiamo mai venduta a minori di ventun anni. Da questo mese abbiamo deciso di elevare la soglia ai ventitre anni, e comunque non la diamo proprio a tutti”. E’ un allucinogeno. Il problema è che pare lo sia davvero. Per fumarlo però devi usare per forza il Bong, un marchingegno di vetro o di plexiglass dalla vaga forma fallica. Costa dai sedici ai trentacinque euro e spiegare come funziona è piuttosto complicato: comunque devi metterci dentro dell’acqua, infilare un po’ di salvia in un’imboccatura, accendere e poi aspirare tenendoti dentro il fumo il più possibile: dopodichè vedi la sinistra al governo. Costa venticinque o quarantacinque euro, secondo la concentrazione, e vale per otto o dieci volte. Durata: cinque o dieci minuti. Loro la classificano come incenso, noi la chiamiamo droga (legale, ma chissenefrega) e voi chiamatela come volete, anche Giuseppe. “E’ tutto assolutamente legale” dice Panariello che intanto rilascia scontrini. “Mi sono informato con accuratezza, ho chiesto consigli e autorizzazioni, ho dialogato e dialogo con tutte le autorità del caso e in particolare con alcuni ministri della Comunità europea. Non ho fatto altro che adeguarmi alla legislazione vigente nel resto della Cee”. Ha ragione: bisogna capire che ormai siamo in Europa. Siamo in Europa e ci facciamo di allucinogeni.
    Più tardi siamo usciti dallo smartshop con una confezione di Blow-up caps (anfetamine naturali) una di Final-E (ecstasy vegetale) e due di Synergy Sage (la salvia messicana, nelle due versioni) e quattro bustine di Syrian Rue (roba per fare un altro infuso allucinogeno) e infine il fondamentale Bong, l’aggeggio che se non ce l’hai non ti puoi stordire.
    Purtroppo non c’è moltissimo da dire. In serata, il dovere di cronaca ci ha costretto a una parziale sperimentazione. Al sacrificio hanno partecipato, oltre allo scrivente, un collega giornalista e poi un imprenditore romano decisamente nervoso (quella sera avrebbe dovuto cucinare per i figli, gliel’aveva promesso) e poi una studentessa di filosofia con la faccia da santerellina (solo la faccia) e in ogni caso la maggior parte della roba è rimasta inutilizzata sul tavolo. Ci si è presi solo la salvia allucinogena, peraltro la meno potente. Il maledetto Bong è un apparecchio infernale che bisogna saper usare. Noi ci si è provato, in cucina. Atmosfera da cerimoniale, musica lounge in sottofondo. Dopodichè, per minuti, è stato tutto un loop di frasi a rotazione. “A me non mi fa niente”. “Aspetta… io…”. “Non abbiamo tirato bene”. “Ci vuole un po’ “. “A me non mi fa niente”. “Aspetta… io…”. “Non abbiamo tirato bene”. “Ci vuole un po’ “. In pratica si aspettava come allocchi nella consapevolezza che il primo che avesse detto di avere le allucinazioni sarebbe parso un cretino. Ha spezzato l’imbarazzo la studentessa: ha cominciato a dire che si sentiva trascinata come da una strana forza e sosteneva che la caffettiera era enorme. “A me non mi fa niente”. “Ci vuole un po’ “. A un certo punto è squillato il cellulare ed era il Giornale, ovviamente ignaro: chiedeva un articoletto d’emergenza. Difficile spiegare che sei drogato e quindi non puoi scrivere, ancor più difficile spiegare che sei drogato perché ne devi scrivere. Difficilissimo. “A me non mi fa niente”. “Non abbiamo tirato bene”. L’altro giornalista intanto faceva un discorso di nobilitazione delle droghe che partiva da Maupassant e transitava da Marco Aurelio per approdare, infine, a un amico di suo fratello che era stato in Colombia e che non voleva più tornare. “A me non mi fa niente”. “La caffettierà è enorme”. Parentesi: la caffettiera era enorme davvero: era una moka da quattordici persone di quelle che in giro se ne vedono poche. “Secondo me non abbiamo tirato bene”. “Aspetta…”.
    Poi qualcosa è successo, ed è successo mentre si passava dalla cucina al soggiorno. E’ successo chiudendo gli occhi. Le indescrivibili percezioni luminose che rimangono sulla retina quando appunto abbassi le palpebre, per un momento, hanno cominciato a plasmarsi e a diventare delle righe orizzontali e verticali. Aprivi gli occhi e spariva tutto. Li richiudevi e in effetti era come se una forza centrifuga ti spingesse verso l’esterno, e questa forza cresceva. Aprivi gli occhi e non c’era più niente. Più che altro era uno stato mentale, uno di quei pensieri che entrano senza chiedere permesso ma con la vividezza dell’immagine. Per dignità e pietà di noi stessi vi risparmieremo ogni letteratura e descrizione visionaria d’accatto, anche perché significherebbe mettersi a discutere dei cartoni animati di Hanna & Barbera. “A me non mi fa niente”. In soggiorno ci siamo raccontati che forse avevamo sbagliato, forse dovevamo chiudere gli occhi da subito o accompagnarci con qualche altra musica o con qualche film. L’imprenditore ha preso una videocassetta che c’era sotto il televisore, ma era “I cento gol più belli del calcio mondiale”. Ha acceso il televisore e c’era Marzullo: e c’era davvero. Marzullo è quello che la vita è un sogno e i sogni aiutano a vivere meglio. “A me non mi fa niente”. “E impiccati”. “E’ una porcheria, a me non mi fa niente”. “E scolati una bottiglia di vodka”. L’imprenditore ha detto che si era stufato e che se ne sarebbe andato. Intanto continuava a dire che secondo lui quella roba faceva male. Poi è sceso in strada a respirare un po’ di buona aria milanese.

  2. In effetti un post del mese di luglio del Sig. Facci riportava questa notizia. Signor Facci, ma Lei e Sammartina per caso siete la stessa persona?

  3. Fatemi capire. Da sei giorni ho smesso di fumare sigarette e quindi sono isterica (perciò attenti ai vostri evenutali commenti!) e l’unica canna che mi sono fatta in vita in mia ha prodotto in me una tale crisi depressiva che non ho mai più riprovato. Sono una “stupefatta” di natura (e qualcuno qui lo potrà confermare) e non ho mai creduto in ciò che innaturalmente ci altera, sostanzialemente perchè non posso sapere prima come mi altererà e poi perchè non mi piace essere senza controllo, senza difese, e troppo dipendente da qualcosa. Ma mi incuriosisce sapere da qualcuno di voi “drogati”…Ma perchè lo fate? Ma voi non provate le mie stesse cose, non avete i miei stessi pensieri? Oddio, sembra una domanda di Marzullo o di Luca Giurato, ma non mi viene niente di più sofisticato al momento.

  4. la domanda di lolita e’ una bella domanda, peccato che non ci siano risposte. alla verde eta’ di quarant’anni ancora niente canne, personalmente. ma prima o poi provero’. se puo’ essere una risposta alla domanda di lolita, la risposta sarebbe: “perche’ no?”

  5. Perchè no, per i motivi che ho detto, al limite. Vorrei sapere perchè sì!

  6. a lolì, che sei drogata congenita non c’era bisogno che lo specificassi, basta leggere i tuoi post (giurin giuretto non ho resistito, tutta colpa delle minacce agli eventuali commenti. comunque ti sono vicina in questo periodo di grande dolore). premesso che qui si sta parlando solo di canne, trovo molto più consona la frase “ciò che innaturalmente ci altera, sostanzialmente perchè non posso sapere prima come mi altererà e poi perchè non mi piace essere senza controllo, senza difese, e troppo dipendente da qualcosa” all’innamoramento che a uno spino, il quale se ti piglia bene ti fa divertire, se ti piglia male dopo tre ore è passata. io lo faccio perché mi fa divertire, mi prende quella ridarella che sale dallo stomaco, davvero, è divertente, decisamente meno pericoloso di quando mi innamoro, con tutto quel terribile alternarsi di estasi e tormento – che seriamente da dipendenza.

  7. ah, lockone, ‘tento con le canne, da lì a diventar cialtroni il passo è breve

  8. Nemmno io a 28anni mai una canna, e preferisco essere lucido in ogni istante della mia esistenza (è anche vero che non ho mai avuto modo). Ma non vuole essere una morale. Ognuno è libero di se, e non è retorica. D’altronde stiamo parlando di sostanze naturali…

  9. Dolcezza, non voglio darti una risposta a tono, per ora, ma parlarti da donna a donna (spero che tu lo sia o sei davvero Facci “sotto mentite spoglie”?).
    Sto uscendo ora da un innamoramento a senso unico che più che estasi mi ha procurato tormento.
    Ma non puoi paragonarmi l’effetto “spino” (non “nel culo”, che credo dia altri effetti… a proposito com’è che ancora non si fa vivo a darmi giù?) con l’effetto “innamoramento”.
    Io comprendo l’ecstasi…pardon l’estasi e il tormento che si prova per un’altro individuo, di cui penso, per natura, non possiamo fare a meno, ma lo sballo di una canna (o altro), non lo so, mi sembra una roba ludica, un palliativo, un surplus, una fuga inutile, che oltretutto, alla fine, mi rende pure dipendente e (nel mio caso) probabilmente depressa.
    Ma visto che mi sembri esperta, mandami privatamente il numero del tuo pusher se vuoi, magari provando diventerò intelligente come te!

  10. “non ho mai creduto in ciò che innaturalmente ci altera”. era per dirti che oggi tutto altera, perché andare in macchina non è naturale, tantomeno prendere l’aereo, così come un’operazione a cuore aperto per salvarti la pelle (ti spalancano la cassa toracica),
    e non sono naturali nemmeno gli antidepressivi, così come i corpi usciti dalle sedute quotidiane in palestra, o i tifosi fuori di testa per un coglione che sa tirare la palla…l’innamoramento poi è tutto fuorché naturale: dalle depilazioni, profumazioni, acquisti di abiti, sfoggio di intelligenza, di esperienza, di prestanza… stress. oltretutto dal punto di vista naturale se ne può fare benissimo a meno, visto che l’innamoramento/accoppiamento nelle diverse specie è atto alla procreazione: metti il preservativo e la sua “natura” indispensabile diventa superflua. una canna è erba. fumi l’erba e ridi. cerchi un palliativo alla noia, fai bungee jumping e ci resti secco, passi un momento ludico su una moto d’acqua e ci resti secco, fuggi dalla vita di sempre due settimane ad agosto e sull’autostrada ci resti secco. Allora la risposta al tuo perché è che chi si fa le canne – semplicemente – lo include tra i suo palliativi, i sui divertimenti, le sue fughe…

  11. Ma la differenza per me non è nel naturale o l’innaturale, forse non mi sono spiegata, è tra il volontario e l’involontario. Voglio dire nel mio caso ho conosciuto un tipo che mi ha colpita dal primo momento che l’ho visto, in principio fisicamente, ma dopo poco mi sono innamorata della sua parte destrutturata, nascosta, sensibile.
    Sapevo che era pericolosissimo, e non lo volevo, giuro, c’ho anche lottato contro, ma non potevo farci niente, era più forte di me. E ora ho le ossa rotte, alla fine, date le (mie) inutili resistenze, ho tentato di conquistarlo mostrandogli “il fianco” ma credo proprio che non c’avevo capito niente.
    Ora tutto ciò per dirti che le emozioni forti che ho provato sono state solo parzialmente frutto della mia volontà, di alcune ne ero (cazzo, felicemente) vittima, non potevo scegliere.
    Invece sballarmi con gli stupefacenti è inizialmente una scelta, che proprio per evitare la dipendenza psicologica che darebbero in seguito (o gli effetti collaterali) evito.
    Ma ho deciso la mia Morale: appena passato sto sturbinio e l’astinenza da nicotina, proverò a farmi La Damiana “è un erba. E’ uno stimolante sessuale che agisce sui genitali femminili”.
    Se l’avessi presa prima, gli avrei dato quello che voleva, senza illudersi su altro, e avrei così trovato il giusto uso di certe sostanze.

  12. allora, io volontariamente decido di farmi una canna (attenzione, si parla solo di erba o fumo) , che personalmente non mi sballa, semplicemente mi fa ridere mi diverte e mi tira un po’ su. volontariamente. tu, volontariamente, non la fumi per evitare gli effetti collaterali e la dipendenza (che non esiste) ma, involontariamente, quotidianamente e senza elementi per lottare perché non vuoi/puoi fai uso di eroina: “colpita dal primo momento che l’ho visto, in principio fisicamente, ma dopo poco mi sono innamorata della sua parte destrutturata, nascosta, sensibile. Sapevo che era pericolosissimo, e non lo volevo, giuro, c’ho anche lottato contro, ma non potevo farci niente, era più forte di me. E ora ho le ossa rotte, alla fine, date le (mie) inutili resistenze, ho tentato di conquistarlo mostrandogli “il fianco” ma credo proprio che non c’avevo capito niente.” diciamo le stesse cose. Io capisco solo l’erba. non capisco le anfetamine, la coca, gli acidi, l’eroina. non voglio fare crociate a favore delle canne, ma vista la loro natura di fatto praticamente innocua (hai sofferto di più per la canna depressiva o per la storia con il tipo?) trovo giusto – per questo e per altri motivi detti e ridetti – legalizzarla permettendo a chi ne ha voglia di utilizzarla al pari delle sigarette, del vino, del viagra e di quella roba terrificante che si pigliano i culturisti..un favore: sbrigati a star meglio, ad usare la damiana e a farmi sapere: se gli effetti sono buoni invece che dare al tizio quello che voleva avresti trovato l’ esimio sostituto!

  13. Per emme (è da stamattina che ci penso): non capisco – veramente – perché alcuni pensano io sia brontolo o facci. primo, mi sfugge se il fenomeno ha connotazione positiva o negativa. secondo: mi piacerebbe che chi lo pensa mi dicesse che cosa glielo fa pensare. terzo: dai miei post non si evince la mia prorompente femminilità? quarto: starski e hutch non solo mi bistrattano pubblicamente ma anche privatamente (virtualmente, of course) non sono da meno, il che li rende ai miei occhi irresistibili ma meno irresistibile è per me essere scambiata col “nemico”. quinto: ora, non so che faccia abbia il nano, ma il facci si, lo so che faccia ha. conoscevo il suo aspetto solo grazie ad una foto pubblicata sul sito della lucarelli, nella quale era – doveroso dirlo – decisamente bellino. Vuole il caso che nei miei pellegrinaggi notturni vada a finire su un sito (non mi ricordo il nome) con la foto del nostro ripreso ad otto e mezzo: gesù, la controfigura di alighiero noschesi. Ora, se proprio qualcuno deve ancora credere che io sia uno dei due, con brontolo non ho speranza, il coglionazzo deve avere troppo una faccetta da culo, ma con facci vi prego, pensatemi almeno nella versione figa, con la mano affusolata mentre mi sfioro la coda dell’occhio, o intellettualmente sdraiata a farmi leggere da un libro. Grazie.

  14. per sanmartina: grazie per l’interessamento, cerchero’ di evitare, se non le canne, almeno l’altra cosa.

  15. Per Sanmartina. Il fatto che io ti accomuni a Brontolo o Facci dipende dal tuo modo di esprimerti, decisamente in linea con i suddetti (miii, che burocratese…). Naturalmente dal mio punto di vista. Hai un modo di dire le cose molto schietto…senza perifrasi o peli sulla lingua, proprio come loro.

  16. io penso ke nella vita bisogna provare tutto anke se a volte c si infossa kome nel mio caso ho iniziato a fumare alla veneranda età d 15 anni senza sbagliare 1 giorno fumavo sul lavoro,in kasa in kompagnia;non contento sono passato agli acidi ed alla meskalina xkè ero convinto ke mi aprissero le porte della percezione invecie ho solo trovato porte kiuse…la ketamina e le anfetamine mi hanno fottuto buona parte del cervello faccio fatika a stare concentrato fisso il nulla.kome kalmante poi ho iniziato a farmi d roba e coca e lì è stato il deklino della mia vita è come 1 ciklone e tu te ne stai al centro impotente a tutto subisci solo l’influenza della roba e nn c puoi fare nulla è lei ke komanda ho provato a disintossikarmi + volte ma senza risultati xkè lei t fà stare lì kon il kulo e tu 6 solo 1 pikkolo rottame appoggiato al mondo.1 kosa ankor + devastante e l’anestetiko x cavalli ed il crak miskiati assieme e sparati dritti nelle fottute vene basta basta basta il cervello cerka d riporendere kontatto kon il korpo ma senza risultati…poi sono passato al mantenimento a metadone x molti anni ma la roba era sempre presente fino al giorno in kui mi sono alzato ed ho detto BASTA;kosì sono entrato in komunità per 2 lunghi anni ora sono kontento nn mi faccio + e nn kalo + fumo solamente e basta a kuel mondo d ipokrisia e merdosa gente…io nn sono nessuno komunkue voglio dare 1 konsiglio spassionato a tutti vi prego fermatevi solo al fumo tutto il resto è get off….poi io l’ho cerkata lì la felicità (immaginaria) ma nn sono cresciuto x niente anzi tutto il kontrario e poi kome diceva kualkuno:CERKA LA FELICITA’ KOME 1 UBRIAKO CERKA KASA SUA:NN RIESCE A TROVARLA MA SA’KE ESISTE………saluti a tutti i felici del mondo…..ALEXPUNK_77

  17. Vorrei tanto stordirmi, ma non lo ho ancora mai fatto perché ho un certo timore nel farlo….e se poi mi faccio male?Se mi rovino il cervello?Ho paura!
    Però nel contempo vorrei stordirmi, avere visioni e liberarmi per una volta del peso della vita…Cmq ho 18 e la vita è lunga! O no?

  18. Vorrei tanto stordirmi, ma non lo ho ancora mai fatto perché ho un certo timore nel farlo….e se poi mi faccio male?Se mi rovino il cervello?Ho paura!
    Però nel contempo vorrei stordirmi, avere visioni e liberarmi per una volta del peso della vita…Cmq ho 18 e la vita è lunga! O no?

  19. dopo aver letto nn tutti i messaggi da voi postati ma buona parte di essi, occorre fare una distinzione: gente come alex punk o io o nn so chi altro, che ha provatoa fumare(stiamo aprlando di fumo) e fuma tutt’ora, e gente che nn ha mai provato. ok, in primis, vorrei avvisare queste persone che nn è bello dare giudizi su qualkosa che nn si ha mai provato… in aprticolare, lolita, perche tu hai quelle idee sul fumare, sul semplice farsi una canna(che poi una droga non è, ma un erba, ed è considerata sostanza stupefacente solo perche ritenuta illlegale…ma da chi? e perche è illegale, se le sue radici affondano in popoli lontanissimi da noi, e da smepre è stata tramandata, x le sue capcaita curative e non, e che addirittura fu imposta la sua coltivazione in virginia(USA) nel lontano 17 esimo secolo? mah, forse perche girano piu soldi intorno ad uno spinello(per il governo) che attorno alle sigarette o all’alcool di merda, ke fa molto piu male… mi spieghi perche io che (ragionanod come ragioni te) debba nascondermi per ottenere le stesse sensazioni che tu ottieni bevendoti un minkia di cuba libre al pub, davanti a tutti?) perche io che mi voglio fumare una canna prima di andare a letto devo farlo imboscato? nn mi fa essere violento, nn mi fa essere un incosciente pazzo alla guida… vabbe usciamo dall’argomento LEGALIZZAZIONE per tornare a quello piu “sobrio” della canna in se, della canna come gesto da “drogati”. cioè, devicapire che se mi fumo uno spinello(come lo chiamate voi) nn succede nulla, nn si impadronosice di me, anzi, io conotrollo il mio corpo ankora meglio, mi concentro, mi libero della merda che mi viene propinata.. da chi? beh, dalle persone che mi stanno attorno, dalle loro idee, dai loro pensieri, dai loro giudizi…
    basta, mi sono rotto di scrivere, ma ne avrei molte altre dicose…

    SUVVIA, GUARDATEVI QUESTO LINK ED AGGIUNGETE LO SLOGAN DELLO STESSO FINI… “UN SOLO INTERESSE: GLI ITALIANI!” sese, e poi mi viene avendere bamba o eroina dicendoche è uguale all’erba…robe da matti…!

    one love
    rasta power
    http://server5.uploadit.org/files/peprtasto-fini.jpg

  20. IN RISPOSTA A LOLITA ED A ZIP.

    Macchè ti rovini, niente è solo propaganda, falsa ed allarmista. DI PARTE.
    NON DICONO MAI LA VERITA’, TUTTA INTENDO. perchè non l’hanno provata e si rivolgono ad ex.tossici frustrati e sfigati che se non si facevano le pere, nella vita non combinavano nemmeno quella e se ne stavano chiusi in casa a farsi le seghe!

    Io mi faccio di tutto, a periodi, con interruzioni, da 14 anni e riesco a fare altre 1000 cose, anche tecniche e mnemoniche.
    Senza problemi. Fisicamente sono ok, accio pure sport. Oramai ho imaprato quale droga devo usare, come, dove e quando per ottenere gli effetti desiderati.
    Per non assuefarsi all’eroina, per esempio, è sufficente farsi per tre giorni di seguito, al massimo, e poi interrrompere per almeno
    una settimana. Se il quarto giorno sei un pò giù, allora ti bevi un bicchiere o fai un pò di sport che ti passa, senza drammatizzare.
    Se hai paura fatti una fumata di ERO, la prima volta e poi magari la tiri…che ti fa? NIENTE DI PIU’ di una balla di vino!!!

    PRIMO: RICORDATI CHE: Anche l’amore, la TV, il TELEFONINO, la macchina, la figa (il cazzo), i soldi, il lavoro etcc..etcc.. danno assuefazione. ORA LEGGI SOTTO:

    Dose 1/5 di grammo di eroina, via endovena. La prima volta, poi con il tempo di più (CHIARO). Anche con il sale è così…

    1 ORGASMO nel momento del flash, in particolare le prime volte e se fatto saltuariamente, dura circa 5 minuti. SOLO SE INNIETTATA. Più lieve se fumata, nullo se inalata.
    2. EUFORIA, molta e continua per 8/10 ore.
    3. RESISTENZA. Per i maschi la vera cura alla “ejaculazio precox” io da fatto duro 2 ore.
    4. SENSO DI ONNIPOTENZA, lieve ma piacevole, menefreghismo e autocompiacimento.
    5. SODDISFAZIONE assicurata.
    6. FAME, si, ma puoi saltare i pasti. Bevi però.
    7. VOMITO, può succedere, ma appena senti che ti viene la nausea, vai e vomita poi stai ancora meglio.
    8. PRURITO. si è vero, ma se non cedi alla tentazione di grattarti, il naso sopratutto, poi ti passa.
    9. CAPACITA’ di divertiti con una cazzata.
    10. LOQUACITA’ parlata lenta e pastosa, affabilità e bendisposizione verso gli altri e la chiacchera
    11. UMORE: al TOP!!! con tutto e con tutti per 8/10 ore.
    12. COSTO: 50 € al grammo, (pezzo) le prime volte ti fai 4, 5 buone pere con tale quantitativo.
    13. QUALITA’: Piazze d’ITALIA 4,5,6 % al massimo.

    Le altre droghe alla prossima, ma l’ EROINA, batte tutte.
    NON C’E’ PARAGONE.

  21. dopo aver dimenticato la sua esistenza per anni…riacquistando la memoria mi sono ricordata della salvia divinorum!!!!!
    vorrei comprarla on-line anche perchè da dovrei fare un viaggioc di almeno 3 ore pee andare in un eco smart shop..qualcuno può darmi qualche consiglio?

  22. E se la trovo… Come la devo assumere da solo in piccole dosi giusto per assaporare la sensazione della quale tutti ne parlano?

  23. composed by hsm 2012-06-09
    Choosing The best Mountain Biking Shoes
    To enjoy mountain biking towards the utmost. you may must invest in a pair of mountain bike shoes. Irrespective of what your mountain biking knowledge. the best pair of shoes can help you to ride protected! far more comfortably! and way more efficiently, Clipless pedals are a normal design for mountain bike shoes! but you may find that the shoes will be utilized with toe clips and standard pedals, as well, The very first mountain bikes did not have Nike Air Max LTD Women clipless pedals, which created it quite hard to acquire their feet out on the toe-clips if they necessary to, It created it pretty unsafe. because the rider was sometimes forced to go down with his mountain bike when it wrecked! When clipless pedals had been invented, it created mountain biking safer, Riders can simply twist their foot out from the pedal or if there’s sufficient force, the shoe and pedal will come apart with no getting to twist the foot. shirly 2012-06-09 equineathletics.

  24. cara licia ,quando ho visto la neve lo sai cosa ho fatto ? mi sono fatta una cioccolata calda mi sono messa viicno al termosifone e ho letto le tue cronache ,non potevo fare nulla di meglio ,dopo 5 minuti esco e con la mia migliore amica giochiamo a palle di neve con quel poco di neve che c’era seci fai caso i fiocchi di neve sembrano piccole fate che scendono sulla terra per far felici le persone ,infatti quando e8 scesa la neve mi sono sentita subito meglio ,erano proprio delle fatine della neve venute a farci feliciiii .p.s:licia ,irene deve essere stato per te un vero e proprio dono del cielo , forse e8 anche lei un fiocco di neve che e8 scesa per farti felice .Permettimi di farti una domanda un po’ strana ,tu a irene cosa auguri ,per la sua vita e per tutto quello che fare0?sei una di quelli che non vogliono che i figli facciano i loro stessi errori ?(anche se penso che tu sei una mamma speciale e perfetta per irene )un saluto da mio fratello e mia sorella che hanno 25 e22 anni e ti adorano e una bacione grande grande per la principessina delle nevi da parte mia ,un forte abbraccio a te licia che mi fai sognare ogni volta che tocco con le dita i tuoi librip.s:lo sai che ho un profumo che si chiama il profumo degli elfi ?

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