20 Commenti

  1. No problem: oggi articoli sulla perfida Albione e sul fatto che il numero speciale in realta’ l’ha scritto Fassino e l’ha tradotto in inglese Severgnini.
    Da domani dietrologia a puntate sul Foglio/Giornale, con pezzi e pezzettini che spiegano quanto sbaglino gli inglesi, e dimostrazioni che in realtà il direttore dell’Economist è più basso di berlusconi e questo fatto lo rende invidioso.
    Panorama accuserà che la foto di copertina dell’Economist è stata ritoccata togliendo la folta chioma. Pezzo di costume sulle tette calanti delle donne inglesi e su quanto è costa l’espresso a Londra.

  2. Chissà magari i giornali del nano prepareranno un bel dossier su Blair. Ci sarà da ridere!

  3. Che bello! Su l’Unità (non faccio spot) c’è l’articolo completo, se non volete spendere fior di euro per comprare l’originale

  4. E’ il solito complotto della sinistra globale e intergalattica contro uno dei più perseguitati politici italiani. Cercate di comprendere. Oramai il Berluscka è supportato solo dalla Lega per la Liberazione dei Nani da Giardino!

  5. Pero’ ste ottomila pagine sono una bella risposta ai “terzisti” che affermano la stampa estera essere superficiale..

  6. l’economist? ha per caso vinto tante coppe dei campioni quanto me? e per questo che ho rinunciato a beckam.
    gigietto

  7. Io, se fossi in lui, pensere: “checazzomenefrega” e poi me ne andrei in Sardegna a mangiarmi gli spaghetti con la bottarga.

  8. insisto. perché accanirsi sulla statura del premier quando ci sono TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANTI di quei motivi per avercela con lui?

  9. io sulla falsariga di Andrea direi: ma che cosa ce ne fotte a NOI (italiani, elettori o no del Berlusca)di quello che pensa l’economist?
    Io me ne sbatto di quello che pensano dieci giornalisti a Londra.
    Mi interessa di piu’ quello che pensiamo noi a casa nostra, sinceramente.

  10. aggiungo una cosa: ma l’avete letta la lettera aperta del direttore dell’economist? dice piu’ o meno all’inizio “signor Silvio, noi e’ da un po’ che le facciamo domande precise sul suo modo di condurre la politica italiana. Ancora lei non ci ha risposto.” te credo, mi viene da aggiungere.
    MA CHI CAZZO PENSATE DI ESSERE, li’ alla redazione dell’economist???
    se c’e’ qualcuno di fronte a cui si deve giustificare siamo NOI ITALIANI, casomai.

  11. 8000 pagine? Ma siamo impazziti? Vogliono narcotizzare i potenziali oppositori?

    Qui urge un sunto, possibilmente da drammatizzare e da far interpretare al Gabibbo, in una fiction paneuropea in prima serata in cui, possibilmente, l’eroina femminile venga alla fine salvata dal tenebroso nemico barbuto del protagonista. Tutto bisogna insegnargli a ‘sti inglesi.

  12. Sbagliato, Al. Tanto per cominciare, il fatto che dei giornalisti facciano domande argomentate ai politici e si aspettino delle risposte altrettanto argomentate è più che legittimo, è l’essenza stessa del giornalismo, direi. Non del giornalismo italiano purtroppo, ma all’estero la funzione di controllo della stampa è tenuta in grande considerazione. La stampa è (dovrebbe essere) la voce dei cittadini. Se l’Economist pubblicasse lo stesso dossier su Blair, questi si guarderebbe bene dall’insultarli o dal querelarli – basta vedere cosa sta succedendo in questi giorni, in cui la disputa con la BBC gli sta procurando più grane delle manifestazioni pacifiste di qualche mese fa. Punto secondo: secondo te, l’Economist è inglese e Berlusconi è italiano, quindi che cazzo vogliono da noi? Se qualcuno non se ne fosse ancora accorto, esiste una quisquilia che si chiama Europa, della quale l’Italia è membro fondatore e, in questo momento, anche presidente di turno. Per questo, tutto quello che succede in Italia interessa eccome gli inglesi, così come interessa francesi, belgi e austriaci. Allo stesso modo, quello che succede negli altri paesi dell’Unione interessa (dovrebbe interessare) tutti noi, poichè ci influenza, direttamente o indirettamente. Se non ne sei convinto, pensa a cos’è successo durante la guerra in Iraq tra i paesi europei. Se in Spagna o in Germania salisse al potere uno come Berlusconi, questo sarebbe un danno per tutti noi, non solo per spagnoli e tedeschi. In questo momento, Berlusconi non è solo la voce e il volto dell’Italia nel mondo, ma anche dell’Inghilterra e di tutti gli altri. Se Berlusconi va in Israele e si “dimentica” di incontrare i leader palestinesi, questo è un errore dell’Europa intera, non di Berlusconi o dell’Italia. Non so tu, ma io se fossi un inglese in questo momento mi girerebbero parecchio i coglioni. Tanto più che noi possiamo incolpare solo noi stessi per essercelo scelto, mentre loro se lo sono trovato in mezzo senza aver fatto nulla.

  13. per Ziggy: guarda, io posso anche essere d’accordo sulla questione che sollevi, siamo in Europa, e abbiamo una serie di regole da rispettare.
    quello che volevo dire in piu’ pero’ riguarda l’atteggiamento di noi italiani, che siamo sempre pronti a chinare il capo di fronte alle critiche dall’estero. ma te pensi seriamente che se l’economist avesse fatto una roba del genere contro Chirac o Aznar francesi e spagnoli avrebbero dato tutto questo peso all’opinione di dieci giornalisti esteri??? qui non si tratta di nazionalismo, si tratta di un minimo di orgoglio nazionale. anche a me il berlusca resta veramente sulle palle e non sono fra i suoi sostenitori, ma cerco almeno di rispettare l’opinione dei miei connazionali che l’hanno eletto. l’economist offende tutti noi italiani – ripeto, elettori e no di Mr. Silvio – perche’ da’ ad intendere che noi abbiamo bisogno di una tutela esterna per badare alle questioni di casa nostra. Ziggy, leggi il dossier se non lo hai fatto, e dimmi dove parlano delle questioni europee, del medio oriente o del resto delle cose che sono sull’agenda della presidenza italiana. ti anticipo la risposta: MAI, non menzionano nessuna di queste cose. il centro della discussione e’ il processo SME, e altre cose. credi davvero che all’economist stiano a cuore le sorti dell’europa? io penso che se ne sbattano altamente.

  14. L’ho letto il dossier, e lo so che è incentrato su questioni politico-finanziarie legate al passato. D’altra parte l’Economist è un giornale economico, e di questo si occupa. Ma questo non toglie nulla al fatto che abbia tutto il diritto di farsi i cazzi di Berlusconi. Il quale, ci piaccia o no, è diventato un leader EUROPEO e quindi è chiamato a rispondere di fronte all’opinione pubblica EUROPEA. Non centra niente l’orgoglio nazionale, o chinare il capo di fronte a chicchessia. Non sopporto questi atteggiamenti del tipo “Che vogliono questi da noi” o “Guardatevi il marcio in casa vostra” che fanno tanto provincialismo da parrocchietta, da partitella strapaesana. Rendiamoci conto di essere diventati parte di un organismo sovranazionale, e quindi esposti al giudizio esterno (e, a nostra volta, in diritto di giudicare gli altri). Anzi, vista l’aria che tira in Italia, io mi sento sollevato di avere trecento milioni di occhi puntati addosso. Per lo meno, certe porcherie che da noi passano ormai sotto silenzio, qualcun altro ancora le nota. Tu dici: “da’ ad intendere che noi abbiamo bisogno di una tutela esterna per badare alle questioni di casa nostra”; perchè, non è così? Se non fosse così, Silvio Berlusconi sarebbe capo del governo?

  15. in effetti anche sui giornali italiani spesso campeggia qualche prima pagina del premier statunitense, e non credo che agli americani freghi poi tanto…

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