Prova pratica di sopravvivenza: lo Shopping

L’articolo di Selvaggia Lucarelli pubblicato all’interno della sua rubrica nel numero di Max di questo mese. E la risposta dell’altra metà del cielo.

ROSA SHOPPING

Selvaggia LucarelliRicordate, una notte d’amore per noi donne significa molto, ma mai quanto un pomeriggio di shopping. Ed è lì che testiamo la vera “resistenza del maschio”.
I miei dieci consigli:

LO ZEN E L’ARTE DELLO SHOPPING
di Gianluca Neri

Gianluca NeriRicordate, non esistono strumenti migliori del sesso sicuro per convincere un uomo ad affrontare un pomeriggio di shopping in vostra compagnia. “Sicuro” inteso non come protetto, quanto, piuttosto, assodato: gliela dovrete dare. Senza se e senza ma. Per decreto. Bene, siete riuscite a convincerlo. Ora serve che assimiliate una decina di consigli sul tema dello shopping, per quando ve lo dovrete portare appresso:

a) Prima regola: nessuna donna pretende che alla domanda “Mi accompagni a fare shopping?” lanciate dal terrazzo due fischioni, ma se dite sì, evitate di pronunciarlo come se aveste appena acconsentito all’evirazione chimica. a) Prima regola: quando proponete al vostro uomo di accompagnarvi a fare shopping, provate per lo meno a fingere che il vostro sia un invito e non una pretesa. Lasciargli credere che la propria vita sia governata dal libero arbitrio non vi costa niente: quando vi ciondolerà dietro carico dei vostri pacchi maledirà sè stesso e non voi.
b) Evitate di domandare “Quanto ci impiegheremo?”, perché il giorno che ci gira male potremmo anche rispondere “Di sicuro più delle tue performance amorose e meno delle tue sedute al bagno!” b) Chiedendo ad un uomo di compiere un tragitto più lungo di letto-cucina-soggiorno e poi di nuovo letto, state violentando la sua natura. È importante che sappiate che Dio non aveva progettato l’uomo così come lo vedete: per pura fatalità non ha avuto il tempo di dotarlo di radici o di modellarne il culo a forma di divano.
c) Va bene che le vetrine non vi interessano, ma lo sguardo fisso sul manto stradale cosa rappresenta? Siete rabdomanti in cerca di falde acquifere? Operai dell’Anas? Muli sardi? c) Un uomo si comporta come un vecchio monitor VGA: è in grado di riconoscere solo 16 colori. Quelli fondamentali, che servono per sopravvivere, per attraversare la strada col verde e fermarsi col rosso. Per questo la faccia da ebete con la quale accoglie la vostra domanda “Secondo te mi dona più il vestito color terracotta o quello color sabbia?” è pienamente giustificata. Rassegnatevi, è un essere limitato. Ma mettetevi il cuore in pace: il color “cachi” non esiste.
d) Da evitare assolutamente la classica aria affranta accompagnata da camminata lenta per cui rimanete sempre qualche metro dietro di noi. Vi rammento che state accompagnando la vostra fidanzata a fare shopping, non una bara al cimitero. d) Il camerino è un luogo in cui ci si provano i vestiti. È semplice: si entra, ci si spoglia, si indossano i nuovi vestiti, si da un’occhiata allo specchio, e poi tutto al contrario. Non è stato concepito, invece, per fare amicizia con la ragazza che occupa il camerino accanto, per parlare di uomini, sesso, cellulite, dio e marche di costumi. Nè inoltre è adatto per trascorrervi un periodo di riflessione che copra un intero ciclo mestruale.
e) Da evitare anche l’opposto, e cioè l’accompagnarci tenendo il passo del bersagliere per velocizzare la pratica. Quella che state percorrendo è “Via del Corso”, non una “pista da corsa” e se proprio volete fare il Ben Johnson della situazione, è bene che sappiate che lo sparo d’avvio di gara potrebbe arrivarvi dritto in schiena. e) Non sfidate le leggi della fisica se sapete di non essere in grado di affrontare la dura realtà. Accanirsi contro un paio di pantaloni perché, quando li togliete, fanno il rumore di un barattolo sottovuoto quando lo si apre non rivoluzionerà a vostro favore le leggi che governano il comportamento dei corpi solidi.
f) Non dite “Ti aspetto fuori” quando entriamo in un negozio. Prima di tutto, non ve ne abbiate a male, ma non è che lì impalati davanti alla porta d’ingresso a sbadigliare facciate la figura dei leoni di Micene.
In secondo luogo, non ci serve un palo. State tranquilli, i vestiti li paghiamo, non è una rapina. Se siete in cerca di questo tipo di brividi, fidanzatevi con Winona Ryder.
f) Per quanto possa risultare difficile da comprendere, i commessi sono persone. Toglietevi dalla testa che costringendoli ad aprire una quarantina di scatole da scarpe in un pomeriggio si svaghino quanto un gatto se gli lanciate un gomitolo di lana. Anche se girano queste voci, il loro habitat naturale non è la carta inserita nelle calzature per fare volume, e nel retrobottega non esiste una gigante ruota da criceto per commessi sulla quale si allenano spontaneamente per arrivare a servirvi più in fretta.
g) Se invece in un impeto di magnanimità decidete di entrare, evitate di fare quello che fate sempre: mettervi a telefonare come se aveste varcato la soglia di Piazza Affari. A meno che non stiate telefonando al vostro direttore di banca per chiedere un fido che vi consenta di regalarci tutto il reparto alta moda. g) Un uomo queste cose le capisce, voi evidentemente, fate un po’ più fatica: al secondo commesso dato per disperso, inghiottito dalle sabbie mobili delle scatole di scarpe che avete provato, comprare qualcosa – una qualsiasi cosa – evitando la sbrigativa, classica espressione “Uhm… Devo pensarci… Casomai ripasso”, è un dovere morale sancito dalla dichiarazione universale dei diritti umani.
h) Se usciamo dal camerino chiedendo “Come sta?” intendiamo dire l’abito. Siamo lì per questo, ricordate? Una mia amica con indosso un abito Cavalli fucsia, si è sentita rispondere “Oh, la mamma sta bene, tra due giorni la dimettono e oggi ha mangiato un po’ di semolino e una mela cotta.” h) No, per quanto a voi sembri il minimo, il commesso dell’Emporio Armani che ha osato obiettare: “Vuole una 42? Sicura? Non una 44?”, non merita di morire tra atroci sofferenze nell’indifferenza generale.
i) Se colti da generosità improvvisa volete regalarci il vestito appena provato, risparmiateci le richieste di sconto alla cassa. Un mio ex fidanzato , per omaggiarmi di una camicetta, una volta è arrivato a dire alla commessa: “Se vi lascio bottoni e polsini quanto mi togliete?”. Non è elegante. i) Una regola semplice semplice: non credete a tutto ciò che vi dicono le commesse. Soprattutto quando se ne escono con un “le dona moltissimo!”. Il motivo è che, inspiegabilmente, ci tengono a vendere la roba esposta. Se vi sembra che, guardandovi allo specchio, un vestito caschi male, è perché è vero. Che sia colpa delle luci è una gran puttanata.
l) Non vi spazientite per un fatto ricorrente che nemmeno la scienza è ancora riuscita a spiegare, ma che per ragioni misteriose, è la regola principale di ogni estenuante seduta di shopping con fidanzata: dopo aver percorso quindici chilometri nel quadrilatero della moda e aver rimirato quattrocento vetrine, le scarpe che ci piacciono sono sempre quelle viste nel primo negozio circa sei ore prima.
Il perché chiedetelo a Piero Angela, che volete che vi dica.
l) Come regola generale: non pretendete che il vostro uomo sappia darvi un’opinione sul fatto che un vestito sia più bello di un altro. Innanzitutto non è attendibile: direbbe e farebbe di tutto pur di uscire da quel cazzo di negozio. In secondo luogo, se vi va bene e siete ancora giovani e innamorati, esiste qualche possibilità che vi preferisca ancora senza. Altrimenti è altamente improbabile che, come lui sogna, usciate dal camerino indossando una canadese.
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31 Commenti

  1. posso dire una cosa? A me questa lucarelli non fa ridere. Fa sempre la stessa battuta, usando la stessa misera figura retorica (iperbole). non mi spiego il suo successo come umorista, gente come Lia Celi vale 80 lucarelli.

  2. Concordo con Vincenzo, anche se paragonare Lia Celi (un mito) con la Lucarelli e come confrontare Mozart con Pupo.Non c’è partita.
    Gianluca vince alla grande!

  3. Spassosissimo, complimenti!
    Ahime’, vince Gianluca… quella delle radici e del culo a forma di divano e’ stata per me irresistibile… quanta verita’!! :-))

  4. :))))
    In assoluto il miglior post della storia dei blog italici.
    PS: comunque le nordiche rompono 5 volte di meno quando si tratta di scorrazzarle per negozi.

  5. Per una volta, solo per una volta, non è possibile SOLTANTO commentare il brano, senza cacciare giudizi e fare balordi paragoni? Meglio questa, peggio quell’altra: tutti critici letterari, da queste parti? Non sono iperboli alcuni figure di Gianluca? Bon, a me è piaciuta tantissimo la i), soprattutto quell’ “inspiegabile”.

    P.S. Non voglio fare l’avvocato di Selvaggia, non ne ha bisogno, direi lo stesso se fosse chiamato in causa chiunque altro. E’ il continuo scagliarsi contro le persone che mi irrita, quando qui si tratta di “TESTO”.

  6. io a fare sciòpping nel senso di coprare vestiti e carpe vado per i fatti miei, e se a lui non piace quello che ho comprato problemi suoi, onestamente chissensfrega, l’importante è che piaccia a me, ché sono io quella che deve mettere i vestiti comprati, no? e di solito, sto al massimo 6 minuti in un negozio, di più no, ché mi viene il mal di testa (soffro di una grave allergia a commessi/e). se rimango tra i 6 e i 10 minuti nel negozio, mi trovo da vertecchi (cartotecnica). se rimango più di 10 minuti in un negozio ci sono due possibiltà: o è una libreria, o è un negozio di dischi. occhei, non sono normale, questo lo sapevo già.

  7. Lo vedi che il mio appunto di ieri su Falsi Autori e Autentici Ghostwriters era, in qualche modo, premonitore? L’iniziativa di Spiritum (discesa a corda doppia) fa proseliti. Per le prossime, Rocca che risponde a Mantellini sulla parodia che Sabelli ha fatto della parafrasi postata da Confusa a proposito di un post di Carlo Primordiale. Coming soon on the new blog “Who’s who?” (e adesso, la pubblicità)

  8. grande. solo una annotazione personale sulle commesse. in generale mi sembrano così odiose! …”mi spiace non si può provare!”… “cambiare? cosa? non parliamo altre lingue qui?”, “eppure il prezzo era scritto con evidenza sotto la suola”…

  9. io, come giorgia gli acquisti me li faccio da sola. E ci metto pochissimo. A scegliere il vestito da sposa c’ho messo mezz’ora, roba che la commessa era mortificatissima. A scegliere le scarpe poi ci metto ancora meno, tanto mi piacciono tutte. Se entro nel negozio le ho già prese e di solito nemmeno perdo tempo a provarle. Anche io, sempre come Giorgia, se mi perdo per ore in un negozio dev’essere una libreria o un negozio di dischi. Ma lì ci si perde volentieri anche la mia metà, senza lamentele.

  10. ovazione per gianluca,
    ma anche sel se la cava bene

    quello delle radici, ben sistemata alla situazione, me la rivendo al mio ragazzopoltrona…

  11. credo che le porte per Uomini e Donne siano aperte, a quando il pezzo su “quei giorni”?

  12. Secondo me questo articolo di G. Neri è tutta una manovra per accreditarsi come opinionista e scrivere anche lui sui giornali come fa Selvaggia. Occhio, Selvy, che questo ti fa concorrenza! :-))

  13. Personalmente, sia chiaro, è una mia opinione del tutto personale, prendetela per quello che vale, non sono famoso, ne lo saro’ mai, ne mai scrivero’ su testate così “nobili” ed “interessanti”… che posso dire? Che mi meraviglio davvero, umanamente e sociologicamente, dal profondo del cuore che siamo caduti così in basso e che simili argomenti ricevano così tanti commenti. Boh! Come diceva il Nanni Moretti … vabbe’ quand’e’ cos’ì continuiamo a farci del male ed ad usare questa rete, questo splendido strumento e questi blogs, per a) farsi pubblicita’ b) non dire nulla c) fare della falsa satira d) autogratificarsi f) rimbecilllllllire la gente che ha giusto bisogno di essere ancora un po’ rincoglionita, visto che non lo e’ gia’ abbastanza tra TV, Calcio e balle simili!
    Calcellatemi pure se volete tanto e’ uno sport che va di moda qui, quando Vi muovo qualche critica serena. :-P

  14. …Capisco che l’impostazione grafica si prestasse a questo tipo di interpretazione, ma qui l’unica cosa che si voleva confrontare era la visione di un fenomeno da parte degli uomini e delle donne. Soprattutto in considerazione del fatto che gli uomini non hanno un equivalente degno di “For Men Magazine” da poter prendere per il culo. La competizione dovrebbe essere tirata in ballo per questioni molto più alte e fondamentali, tipo: “Sanitari e confini della scienza: la carta igienica non cammina da sola fino al portarotolo”.

  15. Sono amico e socio di Gianluca, ammiratore di Selvaggia, marito di Lia Celi, autore di Net To Be. Mi manca di essere lo Hobbit portatore dell’Anello e poi ho provato tutte le emozioni a cui si può ambire. Ma lo capite in che discrepante situazione psicologica mi trovo?

  16. quella dell’uomo che vede solo 16 colori era in una di quelle mail donna uomo che girano in internet, ricordo bene no? E’ una battuta simpaticissima… lì era messa giù un po’ meglio però. Ciaooooooo

  17. A me questo doppio ha fatto sorridere e pure riflettere, perché è interessante capire cosa provano gli uomini a seguirci nelle nostre scialacquose peregrinazioni per negozi (che si annoiano già lo sapevamo, ma che provano anche degli inquietanti transfert con i commessi dei negozi di calzature no). Sarò strana io, ma quando sorrido sto bene, e non mi va di farmi troppe seghe mentali sul perché e percome. Certo, bisogna che una donna intelligente, elegante e di classe rida poco e sempre con la mano davanti alla bocca, ché non è fine. Ma ‘fanculo alle regole almeno quando si sta svaccati in mutande davanti al piccì.

  18. Bello il post stile ‘intervista delle iene’. Come donna spezzo una lancia in favore di tutti quei poveracci di uomini trascinati, non so ancora per qualche oscuro motivo antropologico, nell’odioso shopping con compagna. Un rito che cancella anni di lotte femministe in un poche ore!!!

  19. Boh, a me sembrano tutte cose dette e ridette. Ci saranno almeno 2000 monologhi di cabarettisti vari che sono praticamente identici al post di Neri/Lucarelli sullo shopping.
    Devo averne sentiti almeno 10 di ricente a Zelig, gli altri 1990 da Walter Chiari in avanti per almeno vent’anni.
    L’originalita’ non e’ il vosto forte, ma pare che piaccia cosi’. Amen.

  20. Molto carino questo “post”. Soprattutto l’immagine dell’uomo con il culo a forma di divano è eccezionale.
    Ad ogni modo non ho mai capito il desiderio di molte donne di andare a fare “shopping” con un uomo. Io non riuscirei a comprarmi niente. Mi disturba persino un’amica. Io lo “shopping” lo faccio rigorosamente da sola. Peraltro ricordo lo sconvolgimento dell’ultimo fidanzato di fronte ai miei eccessi in materia. Neanche avesse pagato lui!

  21. Oh, beh, il Giusti che ringrazia il Neri è una chicca. Soprattutto visto che, testuali parole di Selvaggia “avesse mai scritto DUE righe per il mio blog, quel fetente”. Per il resto, concordo in pieno col saggio Spiritum. Il testo stile “intervista doppia” può piacere o non piacere, ma perchè farne il punto di partenza per esaltare quello e demolire quell’altra, fare confronti, paragoni, critiche? A me sono piaciuti entrambi, non saranno il massimo dell’originalità, ma anche voler essere originali a tutti i costi delle volte porta a risultati mediocri. Piuttosto, sul punto C della Lucarelli, avrei da obiettare: in Sardegna non si usa ibridare stalloni con asine per ottenere muli, ancor meno asini con giumente per ricavarne bardotti. I muli sono pressochè sconosciuti, in quest’isola, perfino di importazione. Vantiamo però ottime razze d’asinelli, e anche come stirpi equine non siamo messi male: gli anglo-arabi-sardi sono considerati tra i migliori cavalli italiani dall’ENCI, e i cavallini della giara incrocati con appalloosa, sono meglio dei Pony Shetland.
    Cordialità,
    Gilgamesh

  22. Gianluca, solo una cosa: sul fatto che non esista nell’ambito delle riviste per donne l’equivalente di “For men magazine”…ti sbagli di brutto. Ma di brutto, brutto, brutto (mai letto Cosmopolitan, for example?).

  23. Sport femminili: lo shopping

    Divertente la guida allo shopping di Selvaggia & Gianluca, ma da intendersi ad uso esclusivo di uomini e donne eterosessuali….
    ——
    C’è gente nella blogosfera che scrive bene. E c’è anche gente ironica, qualità che apprezzo molto di più. Piacevolissimo, quindi,

  24. bella. grazie. a Neri e Lucarelli. Come sempre si strappa un sorriso. E direi che fate pure una bella coppia… :-)) una cosa: cheppalle ‘sta storia dell’originalità! ma parlare di un po’ di sani luoghi comuni, ogni tanto, è così deprecabile?? mah…

  25. per quanto apprezzi oltremodo i post seri di Gianluca Neri, non capisco davvero come facciate a dire che questo suo post è divertente…ok, niente è stato fatto a mo’ di sfida, però volendo dare un giudizio, Gianluca mi ha fatto appena sorridere solo nel punto A….molto meglio Selvaggia :)

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