Lunedì, Gnocchi

Gene GnocchiIeri, ospite a sorpresa sul blog di Selvaggia: Gene Gnocchi, intervenuto dettando il testo al telefono (un po’ come Michele Serra a Cuore, quando gli scaricavamo le e-mail: se le faceva stampare, rispondeva a penna su carta, e qualcuno alla fine doveva trascrivere le risposte e smistare la corrispondenza – tranquilli, ora è cambiato e ha la sua bella casella di posta personale).
Beh, di Gnocchi ricordo tante cose (ad esempio, un formidabile “Ecco il sidaco di Milano Marittima: Paolo Pillitteri Marittimo”, ai tempi di “Emilio“), e lo so che potrà sembrare strano, ma quella cui tengo maggiormente non fa ridere. È una frase ripescata da un diario di tanti, troppi anni fa:

“La nuova solitudine mi veniva così dal pensare che quei personaggi che ho descritto, un giorno, magari molto più avanti negli anni, avrebbero, in qualche circostanza, soltanto per il ricordo di un analogo timbro di voce o della stessa pressione di una mano sulle spalle, cercato di restituire, senza riuscirvi, un leggero significato a tutta questa memoria, provando e riprovando ad incastrare tutti gli episodi di prima e di dopo. Un piccolo punto, un lieve moto di sorpresa, proprio un accorgersi. Come se, parlando con una persona cara, dopo averla vista, tempo prima, lontano da qui, si cercasse di ricostruire, ma sapendo ormai di sbagliare, una storia lunga quanto quella piccola sorpresa. Che ci fece, per tutto il tempo, cercare.”
(Gene Gnocchi, “Una lieve imprecisione”,Garzanti, collana “I coriandoli”, 1991)
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4 Commenti

  1. Per me “Una lieve imprecisione” era/è un capolavoro, solo che se dico che quando l’ho letto facevo il liceo, Gnocchi s’imbufalisce e mi dice frasi del tipo: “Ecco brava, ricordati di portarmi i biscotti alla casa di riposo tra qualche anno!”
    :)

  2. Pochi giorni or sono ricordavo con piacere la stessa battuta, ma in versione leggermente diversa, laddove il sindaco di Milanello era Pilliterello. Provai a sostituire il nome di altri sindaci, ma nessuno era altrettanto divertente…

  3. Eugenio Ghiozzi lo preferisco in veste di scrittore che come comico e conduttore televisivo. Non che come comico lasci a desiderare, tutt’altro. Ma come scrittore ha un vero, autentico talento nel periodare con stile, ed è un vero piacere leggerlo.

  4. brano stupendo. mi piace il ritmo “bleso” che indulge sulle erre dei verbi all’indicativo che si ripetono, restituire, incastrare, accorgersi…… Mi pare di sentire la erre che gratta…..

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