Brigitte Oriana Bardot

Brigitte Bardot, la nota ex sex symbol francese (chiarisco subito: io preferivo Marilyn e adesso so anche il perché) scrive nel suo ultimo libro, abbandonando per un attimo la protezione degli animali per abbracciare gli insulti all’uomo: “I nostri avi, i nostri nonni hanno dato la vita per secoli per cacciare dalla Francia i successivi invasori”. Tralascio la critica del linguaggio, potrebbe essere colpa del traduttore. Andiamo ai contenuti: “Ora ci ritroviamo i musulmani e gli accattoni che profanano e prendono d’assalto le nostre chiese per trasformarle in porcili umani, defecando dietro l’altare, pisciando contro le colonne, spargendo il loro odore nauseabondo sotto le volte sacre del coro”. Oriana Fallaci potrebbe accusarla di plagio.

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17 Commenti

  1. Detta cosi’ suona proprio triste… però ragazzi, non cadiamo neanche nell’altro opposto , cioè quello di considerare l’immigrato *sempre* come colui da proteggere…

  2. Se Sabelli gradisce li mandiamo qualche giorno a casa sua i buoni immigrati che una domenica si e l’altra pure si accoltellano in Piazza del Duomo…

  3. Ma li ruberanno a voi i posti di lavoro…io me ne sono riappropriato, e vendo cd masterizzati sul marciapiede (stranamente in questo periodo è un business nel quale c’è meno concorrenza)

  4. Non è facile mantenere un’opinione equilibrata su una questione come questa. È giusto essere tolleranti verso chi non lo è? L’immigrazione, sotto molti punti di vista. è un bene per il paese ospitante, soprattutto per la nostra Italia avviata alla tanto paventata crescita zero. Non so voi, ma io sono contento di vedere una prima elementare con bambini di tutte le razze, cittadini italiani di prima generazione, e perfettamente inseriti tra i loro coetanei. A me sarebbe piaciuto tantissimo, a 6 anni, avere un compagnetto di banco cinese o etiope, e confrontarmi con lui, scoprire similitudini e differenze. L’intolleranza, con quel che ad essa segue, è spesso figlia dell’ignoranza e del pregiudizio (come quelle dell’ormai anziana signora Bardot). D’altro canto, non si può confondere la tolleranza con il lassismo. In uno stato di diritto, come questo ancora si spera sia, per cose come il vandalismo, l’abusivismo, e perfino l’accattonaggio molesto, basta applicare le leggi. Uguali per tutti, e senza che alcuni davanti alla legge siano più uguali di altri.. I have a dream..

  5. Magari adesso puo succerde pure che sia la Bardot ad essere considerata incivile, mentre chi piscia fregandosene se pure lo fa è in una chiesa è uno da difendere.Mah a me continua a venire in mente la storia del dito e della luna.

  6. è ovvio che dobbiamo richiedere all’immigrazione il rispetto delle leggi e dei costumi locali, ma conosco un sacco di immigrati che non pisciano nelle chiese, e che sono migliori di tanti italiani: in compenso avrei voglia io di fare un bisognino sul portone di casa della bardot…
    :))

  7. Concordo con Mark, ricordiamoci di quando gli albanesi eravamo noi, e i giornali WASP pubblicavano vignette con gli italiani come topi di fogna che sbarcavano dalle navi, e facevano di tutta l’erba un fascio.. e per qualche malavitoso condannavano un’intera comunità come dedita al prossenetismo, all’estorsione o nel migliore dei casi alla nullafacenza.. Molti immigrati in Italia vengono in cerca di una vita migliore, ovvero almeno decente, e con più rispetto per le leggi e più voglia di lavorare onestamente di quanta ne abbiano alcuni italiani..

  8. Anch’io daccordo con Mark e Gilgamesh, non scordiamoci che non una vita ma solo una ventina di anni fa eravamo noi ad essere gli albanesi d’europa, chiedete a quelli che sono emigrati (o hanno emigrato?) in francia o svizzera dai paesi del sud italia…ho ancora dei parenti in svizzera e di certo non ho scordato i racconti dei miei cugini coetanei (ho 27 anni) che descrivevano le botte prese dagli autoctoni solo per il fatto di essere italiani…queste cose accadevano nel ’86, ’87, non in un’altra epoca! fare di tutta l’erba un fascio è come al solito una gran cazzata…del resto come si dice, fa più rumore un albero che muore che una foresta che cresce quindi…

  9. Mentre leggo i messaggi di qualche giovane “patriota” contro gli immigrati, scopro che emigra la… Birra Peroni. Non ci credete? Leggetevi un po’ quest’ansa…
    “Con la ‘bionda’ prepara le valigie un altro pezzo di Italia
    nato piu’ di 160 anni fa, che con i suoi prodotti e le sue
    campagne pubblicitarie e’ diventato sinonimo del ‘made in Italy’
    e protagonista del costume italiano. L’accordo stretto tra la societa’ italiana e il gruppo
    sudafricano prevede l’acquisizione di una quota di maggioranza
    del capitale Peroni compresa tra il 51% e il 60%, da definire al
    momento del closing dell’operazione, previsto tra tre settimane,
    con un esborso massimo di 246 milioni di euro. Una
    collaborazione voluta, assicurano dalla societa’, che
    permettera’ lo sviluppo dei marchi di punta, Peroni e Nastro
    Azzurro.
    Birra Peroni e’ uno dei marchi piu’ antichi di Italia, tanto
    da accompagnare dalla meta’ dell’Ottocento, l’avanzata dei
    Savoia in Italia fino alla nascita della Repubblica e
    all’esplodere della societa’ dei consumi. La ditta nasce a
    Vigevano nel 1846, l’anno in cui Pio IX, il Papa del
    Risorgimento, sale al soglio pontificio, mentre si diffonde
    anche in Italia il clima liberal-democratico che avrebbe portato
    due anni dopo ai moti del ’48. Fondatore dell’azienda e’
    Francesco Peroni, capostipite di una stirpe di cinque
    generazioni che ha continuato a gestire il marchio fino ad oggi.
    La sua e’ una vera e propria scommessa, visto che all’epoca i
    consumi pro-capite di birra non superavano in Italia 0,70 litri,
    contro i 219 della Baviera. Da allora, la ‘bionda’ accompagna la storia d’Italia, dalla
    breccia di Porta Pia fino alla prima guerra mondiale. L’azienda
    di trasferisce a Roma nel 1872, fregiandosi nei primi anni
    dell’unita’ dello stemma reale, riservato ai fornitori ufficiali
    di casa Savoia. I manifesti e le locandine pubblicitarie seguono
    la storia del costume, dalla bella epoque alla societa’ di
    massa. Ed e’ proprio negli anni ’60, gli anni del boom economico,
    che il marchio Peroni fa irruzione nelle case e nelle abitudini
    degli italiani, entrando con i suoi slogan nel linguaggio comune
    e con le sue modelle, tutte rigorosamente bionde,
    nell’immaginario collettivo. Nel 1965 fa il suo esordio in tv la
    tedesca Solvi Stubing, che con la sua bellezza nordica e
    prorompente si trasforma immediatamente in un fenomeno di
    costume, ancora indimenticabile nel vestito da marinaio. Il suo
    e’ il primo di una lunga serie di volti femminili, tutti
    stranieri nonostante la Peroni sia stato fino ad oggi uno dei
    sinonimi del ‘made in Italy’, che da allora hanno personificato
    il marchio (alla Stubing seguiranno Philippa Lagerbach, Adriana
    Sklenarikova, Jennifer Driver e Camilla Vest).
    Nel ’63 in onore del transatlantico Rex, vincitore trent’anni
    prima della ‘Blue Ribbon’ (1933), nasce Nastro Azzurro, uno dei
    prodotti di punta, da allora sponsor di regate e competizioni
    veliche. Ed e’ sempre negli anni ’60 che la birra italiana
    debutta anche all’estero. Peroni apre un ufficio commerciale a
    New York e gradualmente conquista anche i palati piu’ esigenti
    di Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia.
    La bionda italiana ha infine legato il suo nome anche allo
    sport, con la sponsorizzazione del Napoli e del Petrarca Rugby
    Padova e la partnership con il Milan. L’ultimo testimonial di
    Nastro Azzurro e’ Valentino Rossi, che ha trasformato lo spot
    della birra in un nuovo tormentone pubblicitario. ”

  10. Non credo che tali grette parole dovrebbero essere l’occasione per aprire un dibattito sul “si deve essere tolleranti con chi non lo è?” o qualsiasi altro dibattito.
    Non voglio essere frainteso, tutti queste discussioni hanno una loro dignità e sono sacrosanti, ma preferire che si evitasse di farli scaturire a margine delle avvilenti dichiarazioni della Bardot.
    Non confondiamo la spazzatura con il giusto confronto tra diverse opinioni su questione di una certa importanza.

  11. La Bardot ripete da anni i suoi deliri ed è anche buon amica di monsieur Le Pen. Non credo che meriti neppure molti commenti, sarebbe come darle dignità di dibattito

  12. …che poi ci hanno anche la pelle che ha un odore diverso, acre, però corrono forte ed hanno il senso del ritmo, certo sono tutti spacciatori e pisciano nelle chiese, prendete Zalayeta e Thuram, gran dissacratori di luoghi santi. Certo alla fine sembra che sono io che sono razzista ma invece sono loro che sono negri, brutti, sporchi e cattivi. Grande Brigitte, ti proporrò per il Balilla d’oro 2003!

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