Urge generatore di cariche stronze per il sociale

Non ricordo in quale quotidiano di questi giorni l’ho letto, ma pare proprio che uno dei settori in forte crescita risulti essere quello della formazione dei “manager del sociale”. Non bastasse già il surplus di gonzi esistenti, decine di master ne reclutano di nuovi che, all’interno del proprio curriculm, vogliano fregiarsi di cariche tipo “global found researcher”, “charity events organizer”, “third world analyzer”, “no-profit consultant”. Di aprire nuove panetterie non se ne parla, eh?

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4 Commenti

  1. Temo che la responsabilità di queste cariche grottesche sia tutta (o quasi) delle direttive comunitarie e del Fondo Sociale Europeo. Una volta tanto i nostri ruspanti politici sono solo solo complici ignari, come quello che faceva il palo nella canzone di Jannacci. L’effetto grottesco è generato dalla necessità di trovare un nome a professioni che devono essere “almeno vagamente plausibili” in contesti sociali, politici e culturali molto diversi (dall’Irlanda alla Grecia). Io mi spingerei a dire che sia inevitabile e, sebbene sorrida anche io di fronte a certe cose, capisco che anche chi le inventa lo fa con un po’ di vergogna (ma lo fa perchè è inevitabile).

  2. Io invece sono stato bombardato alla radio da questa pubblicità: la cosa più terribile è che ho fatto un corso molto simile, qualche anno fa. Operatore Sociale Dell’Area Giovanile: in pratica era diviso in tre aree, in una ti facevano diventare un quasi operatore sociale (ma non lo eri, perché non ne avevi le qualifiche), in ti dicevano quattro cose sulla musica dal vivo (ma se non ci eri tagliato era tutto inutile), nella terza potevi diventare un cameriere di bar-ristorante, ma quasi equo e quasi solidale. Il tutto con causa e finalità nell’apertura di una specie di centro giovanile malfunzionante nell’hinterland di Milano. Io per fortuna ho trovato altro, dopo 6 mesi retribuiti con ben 600.000 mila lire TOTALI…

  3. Ora vi spiego anche le tre cariche, dall’alto del mio titolo di Operatore Sociale Dell’Area Giovanile (ovviamente non mi è mai stato consegnato un diploma o attestato).
    Nel primo, cerchi qualcuno che finanzi i tuoi strampalati progetti di assistenza alle categorie “deboli”, in pratica uno che paghi il tuo stipendio e quello dei tuoi schiavi (volontari, infermieri, collaboratori vari). Il secondo invece consiste nel trovare la qualifica adatta per poter coordinare concerti di beneficenza et similia: una volta lo faceva il volontario più sveglio, ora il volontario è diventato davvero sveglio e si fa pagare. Forse si dovrebbe fare un passo indietro e capire che la beneficenza la si fa tutti a gratis…cosa che andrebbe a dire il vero spiegata anche a molti musicisti. Quanti di voi sanno che i Nomadi chiedono l’intero ingaggio (circa 15-20000 euro) anche quando i concerti sono di beneficenza? Le ultime due sono professioni oscure, ma “qualificate”. In pratica, consulenza. Quell’oscura scienza in cui qualcuno dice tre puttanate, si fa pagare caro poi torna nella sua villa sui colli. Applicata alla beneficienza è una vergogna…

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