Punto.Com(a)

punto.comClarence non è stato trattato poi così bene dal quotidiano Punto.com. O, almeno, fino ad un certo punto. Ovvero fino al giorno in cui sul portale non è apparso un editoriale di contropelo al nuovo editore Luigi Crespi, quello di HDC, Datamedia, quello delle campagne affissioni di Forza Italia, il sondaggista di fiducia di Berlusconi prima, e della Rai poi. Quella sera stessa mi chiama il nuovo direttore Emanuele Bruno (subentrato al fondatore Marco Barbieri) e dice che no, una pugnalata alle spalle così da noi non se la aspettava, che queste sono vigliaccate, che non c’entra né la libertà di stampa né di opinione, che – insomma – così non si fa. “Direi che è il caso di chiudere qui il nostro rapporto”, afferma, e io ho solo il tempo di dire “ma…”. Dal numero in edicola la mattina dopo Punto.com cessa di pubblicare la nostra strip. Non ce la prendiamo più di tanto, ma è comunque un peccato, pensiamo. Io, provocando, dichiaro che darò disdetta dell’abbonamento al giornale. E lo faccio. Salvo poi cedere alle ragioni del cuore, che ti impediscono di abbandonare completamente le cose che hai amato o anche solo apprezzato, e continuo, giorno per giorno, ad acquistarlo in edicola, fino ad oggi. A me, infatti, Punto.com piaceva, e parecchio. Piaceva, prima che Crespi ne chiedesse la testa, anche all’ideatore e direttore Marco Barbieri, il quale, abbandonando l’ufficio e l’azienda, dichiarò: “Non eravamo mai stati un marchettificio”. Crespi e il socio occulto Bubu avevano acquistato il 25% del capitale riservandosi la possibilità di raggiungere il 51% entro la fine dell’anno. Ebbene, l’anno è finito un mese e dodici giorni fa, HDC non ha esercitato l’opzione, e da una manciata di mesi i redattori del giornale non percepiscono lo stipendio. Nel frattempo Crespi e il socio occulto Bubu vanno cianciando di “sinergie” con quell’inutile soprammobile che è il Nuovo, iniziativa editoriale già difficilmente comprensibile alla nascita, declassata ora a frontiera del leccaculismo (e qui sta il paradosso: se la bilancia non è un’opinione, mantenere lindo quello di Crespi dovrebbe richiedere la creazione di nuovi posti di lavoro, non tagli al personale).
Punto.com, invece, era un’iniziativa geniale, un quotidiano perfettamente confezionato, un giornale originale, di cui si sentiva la mancanza. Crespi, d’altro canto, in qualche modo non ne sopportava la presenza se ha deciso, trapano alla mano, che la barca dovesse affondare.
Ecco, io di tutta questa storia vorrei ricordare che su quella scialuppa di salvataggio che imbarca acqua stanno annaspando le persone che hanno contribuito a rendere il prodotto a cui lavoravano un caso editoriale; mentre sul vicino cargo battente bandiera panamense s’odono i violini dell’orchestra e si sta allontanando sornione il tipico businessman distribuisci-favori che non ha capito una fava. E vorrei infine citare tutte le persone che lavoravano e lavorano all’interno di Punto.com, che si ritrovano con un passato glorioso alle spalle ed un futuro incerto all’orizzonte: Emanuele Bruno, Antonella Bersani, Stefano Betti, Claudia Cassino, Maria Comotti, Giuseppe Cordasco, Remo De Vincenzo, Cristiano Gianni, Cristina Giuliano, Francesco Luti, Diego Motta, Ornella Petrucci, Paolo Pozzi, Giovanni Manselli, Alessia Bernardelli, Monica Villa oltre, naturalmente, a Marco Barbieri, cui è stato arbitrariamente assegnato il ruolo della zavorra. “Vento in poppa”, si dice in questi casi. È un’espressione che non ha nulla del giornalismo. Come, del resto, il Nuovo. O potrei augurarvi “in culo alla balena”, ma non mi è mai sembrata una formula granché intelligente. Come, del resto, Luigi Crespi. Per questo spero vi basti la stima che vi siete guadagnati.

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7 Commenti

  1. Mi dispiace molto, Gianluca Neri, per quello che scrive contro il Nuovo, che -non dovrei ricordarglielo io – è un giornale nato su Internet e fatto da giornalisti nel complesso né meglio né peggio degli altri. Capisco che il pubblico in Rete non è infinito, ma scrivere che il nostro giornale è un “inutile soprammobile” solo perché è un concorrente non fa onore alla sua intelligenza. Continuerò a leggerla, ma con una punta di amarezza

  2. “Quell’inutile soprammobile che è il Nuovo”. Mi chiedo con quale coraggio tu possa esprimerti in questi termini rispetto ad un giornale che di fatto hai scelto per avere le news sulla vecchia versione di Clarence. Mi fai paura. Mi fa paura la tua ipocrisia. Mi fa paura il modo che hai di prendere in giro le persone alle quali ti rivolgi. Non chiedere scusa per i loghi. Inizia a chiedere scusa perchè hai spinto tu per primo “il nuovo” attraverso clarence.
    uno di buiobuione

  3. Avevo detto: perché rifondare una cosa che sta affondando? E Neri me l’ha cancellata, complimenti per la censura, ma non era internet la meraviglia della libertà? Non sembra che sia così su GNU, sembra piuttosto che Neri sia uno di quelli che applica la peggiore delle censure, se non la pensi come lui, delete from…

  4. è il dissidio interno di tutti noi, che amiamo clarence e tutto ciò che ha fatto gianluca, ma prendiamo le distanze da tutto ciò che oggi sta intorno a lui…

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