Morandi e l’Auditel

In questi giorni si parla tanto delle mutande di Gianni Morandi e dell’effetto che queste hanno avuto sui dati d’ascolto elaborati dall’Auditel.
Torna quindi in voga il discorso della non affidabilità dell’attuale sistema di rilevamento degli ascolti televisivi: per chi fosse interessato all’argomento, consiglio la lettura del libro “La favola dell’Auditel“, di Roberta Gisotti.
È incredibile notare come da una questione apparentemente marginale (l’Auditel) dipendano poi delle situazioni molto più grandi e preoccupanti: da un sistema che favorisce la corsa sfrenata verso i dati d’ascolto dipende il costante imbarbarimento dei programmi televisivi, e a lungo andare l’impoverimento culturale di una nazione.
Interessante, a questo proposito, è il forum promosso da Repubblica sull’argomento, che raccoglie interventi della stessa Gisotti, di Morandi, di Chiambretti, del secondo Piduista più famoso d’Italia (quello coi baffi), del DG di Auditel e di altri ancora (grazie a Claudio Sabelli Fioretti per averlo segnalato per primo).

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3 Commenti

  1. Rispondo per quel che mi riguarda: non c’entra niente l’osservazione che hai fatto tu.
    Dal mio punto di vista, il problema dell’Auditel è l’utilizzo che ne viene fatto: non semplice fornitore di dati utili ai fini pubblicitari, ma unico metodo per valutare se una trasmissione vale o no.
    Con il risultato che chi fa tv è costretto (o ci si trova bene, non so) a produrre delle puttanate immani al solo scopo di fare numero. Persino i tg e le trasmissioni di informazione si sono adeguati a questa regola, affrontando in maniera ossessiva le storie tragiche alla Cogne, serial killer, Marta Russo, ecc…
    Tutto ciò senza entrare nel merito delle questioni statistiche, sulle quali pure ci sarebbe da dire, perlomeno leggendo il libro della Gisotti e i pareri autorevoli che lei riporta.
    Davide.

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