Io vorrei, non vorrei, ma affitti permettendo.

Potrei cominciare dagli scatoloni. Potrei spiegarvi quanto tempo ci vuole per infilare un appartamento dentro uno, dieci, cento scatoloni. Potrei lamentarmi dei palazzi senza ascensore e raccontarvi quanto è difficile portare gli scatoloni giù per quattro rampe di scale. Potrei tergiversare per tutta questa colonna, intrattenendovi con qualche aneddoto sui traslochi. E sugli scatoloni.

Potrei, invece, informarvi su quante volte, in media, un milanese trasloca nell’arco di una vita e potrei indurvi a pensare che lo sfratto non c’entri niente. Potrei negare, per esempio, di aver stipulato un contratto verbale con un eventuale proprietario di un ipotetico appartamento dal quale, sempre per assurdo, potrei essere stata sbattuta fuori da un giorno all’altro. Potrei enumerarvi i miei otto traslochi nell’arco di sette anni.

Potrei battere Milano palmo a palmo e contare tutti i cartelli “Affittasi” appesi sopra i portoni. Potrei mettermi a spulciare una miriade di annunci immobiliari, a caccia di un monolocale a meno di cinquecento euro al mese. In periferia, spese escluse. Potrei denunciare lo scandalo dei Centri Affitti, che a fronte di una cifra ragionevole, anticipata e in contanti, si impegnano a cercarvi un appartamento che non troveranno mai.

Perché, forse, da una rubrica pubblicata in fianco all’editoriale ci si aspetta questo. Anziché la solita polemica sul caro affitti, anziché una sterile invettiva contro il mercato immobiliare e contro questi maledetti scatoloni. Anche nel rispetto di chi, stanti così le cose, dentro uno scatolone è costretto a viverci.

(E Polis Milano, 5/01/2007)

(Visited 54 times, 1 visits today)

11 Commenti

  1. Chi paga 1000€ a trimestre di canone per stare in una topaiacon oltre 200€ al mese di spese condominiali e i primi dell’anno si ritrova una ultreriore spesa di 2300€ di conguaglio.
    Non commentate!Fatemi gli auguri.

  2. Si potrebbe anche parlare di coloro che nelle nostre città negli scatoloni sono costretti a viverci davvero e si potrebbe parlare delle migliaia di case sfitte, dei prezzi degli appartamenti in affitto nelle città universitarie o turistiche, si potrebbe andare a spulciare le liste di coloro che occupano le case popolari a prezzi ridicoli e infine si potrebbe rotolare giù dalle scale con tutti i nostri scatoloni pieni della nostra effimera esistenza per atterrare in uno dei migliaia di megastore, centri commerciali e supermercati che occupano ogni spazio che si libera in ogni città dove a occhio e croce si potrebbero tirare su centinaia di appartamenti anziché milioni di negozi tutti uguali.
    E si potrebbe infine accamparsi nel reparto assorbenti con con o senza ali o in quello delle carte igieniche profumate ideali per l’aromaterapia intestinale senza dimenticare che il precariato, non solo lavorativo ma anche abitativo, è l’unica vera certezza di questa nostra epoca.
    Forse dovresti prendere seriamente in considerazione l’idea di trasferirti definitivamente nel tuo blog, almeno lì nessuno può buttarti fuori:-)

  3. Una delle cose che avrei voluto dal governo che ho votato, e che non avrò mai, è una legge semplice, due righe, che dica, magari in forma più elegante: “Se tieni un appartamento sfitto io ti massacro di tasse, se invece applichi determinate tariffe controllate che ti suggerisce lo Stato io ti permetto di scaricare dalle tasse succose percentuali, o ti minimizzo l’Ici”. Perchè così non si può andare avanti.

  4. Si potrebbe anche parlare di coloro che, pur vivendo in un più che decoroso bilocale in una città dell’hinterland milanese, affittato con regolare contratto registrato alla onesta cifra di 250 euro mensili, si permettono di non pagare l’affitto per tre anni.
    E, una volta che si è riusciti a sfrattarli, lasciano l’appartamento in condizioni che dir pietose è poco….

  5. Paolo, in parte quella legge c’è già.
    Oggi è possibile, attraverso contratti concordati, risparmiare un po’ di soldini sulle imposte che gravano sugli immobili.
    Le tariffe non sono suggerite dallo Stato, ma sono stabilite attraverso accordi territoriali tra Comune, sindacati inquilini e associazioni dei proprietari.
    Chi da in locazione un immobile rispettando i parametri stabiliti da questi accordi locali, ha uno sconto sull’imponibile Irpef pari a circa il 30% del canone di locazione. I Comuni poi possono abbassare l’aliquota Ici. Di solito la portano allo stesso livello di quella per la prima casa.

  6. Carissimo Apelle,sicuramente il propietario della catapecchia in cui abito ha tutti questi sgravi di cui tu parli…..Oggi ho parlato con il sunia,il sindacato inquilini ed affittuari,e loro mi hanno cortesemente spiegato che,fatta la legge,trovato l’inganno.io ho un’affitto bassissimo,ma ho delle spese da elefante.Come tu ben saprai le tasse si pagano sull’affitto e non sulle spese.Tutto stà nel fatto che il padrone di casa ti faccia vedere le fatture pagate,ma soprattutto si facciano le famose assemblee condominiali,dove anche noi decidiamo chi farà le pulizie e soprattutto a che prezzo.Cose che nel mio caso non sono mai state fatte.
    Sinceramente mi dispiace che ci siano persone che approfittano di avere una casa a poco prezzo e che non paghino l’affitto,ma sinceramente non è il mio caso.

  7. E’ curioso. aprendo la pagina per commentare, tra il post di Gaia Giordani e i commenti ci sono due link, “studentesse milano” e “affittiBicocca”. Io ho provato a cliccare su “affitti bicocca” e immettendo ricerca “max 500 euro”, sono spuntate 60 offerte, gran parte monolocali, ma molti dichiarati in zone abbastanza ben collegate. “Tutto bééne” dunque, come si ama dire da queste parti. Ecco il problema di Milano: all’APPARENZA si presenta – si deve presentare – tutto a modino…Quale sia poi la verità,lo dicono la vita di chi pena per trovare e paga salato per abitare, come da post e commenti.

    PS non ho visto i particolari di ogni offerta, ma non mi stupirebbe ci fosse qualche bell’appartamentino ad Opera, vista panoramica sulla campagna, ricca di verde e presenze di popolazioni ricche di cultura e musica,etnologicamente interessanti, apprezzate da Emir Kusturiza.

  8. ho fatto 8 traslochi in 6 anni, compreso un “stand by” in una cameretta con i mobili in cantina, conosco le sòle che si trovano in giro, conosco tanta brava gente che affitta, alla fine ho fatto il fatidico mutuo e dopo 4 anni vorrei già cambiare casa, vista ormai la mia nomade vita degli ultimi 10 anni…ma ora me tocca rimanerci, anche se coi soldi spesi per gli affitti ho fatto i calcoli avrei tranquillamente comprato una casa al mare….
    Buona scatolata

  9. Una sfida per l’uomo del nuovo millennio: vivere la vita solo per gustarsela e non allo scopo di raccontarla. Che ne dite?

    Senza nulla togliere, eh. Ci è che dopo essere stati un popolo di navigatori, poeti, scrittori che però non leggono, potenziali protagonisti di reality, sognatori di imprese web 2.0 mai realizzati, ora siamo anche un popolo di compilatori di rubriche.

    (sto luddisticamente contestando la ragion d’essere degli stessi blog? mbho)

  10. Post che mi ha toccato il cuore, visto che dal primo gennaio sono anch’io un inquilino. Però da quel che sento di Milano, io sto su un altro pianeta. Auguri a tutti.

I commenti sono bloccati.