Eutanasia, eresia e domani chissà cos’altro!

mi sono rotto le scatole di questi dibattiti tra intellettuali laici e cattolici. Sono piacevoli, coltissimi, interpretati nella migliore prosa possibile, ma sono inutili. In fondo alle questioni, dopo i mille salamecchi reciproci e i diecimila richiami al dialogo emerge il problemino: gli uni possiedono la Verità, gli altri, ahimè, no! Indi, non si avanza di un picometro!

Da questa ineffabile asimmetria derivano poi, telluricamente, tutte le fratture: gli uni ovviamente ritengono di potere- anzi!- dovere imporre la verità (crocifisso nelle aule, eutanasia, legge 40 e quant’altro), mentre gli altri, poverini, offrono solo dell’antiquata ferraglia liberale, “relativista” addirittura, solo qualche modesta, lockiana, regola d’ingaggio perché la gente non si sgozzi a vicenda.

C’è solo una cosa talmente lapalissiana che nessuno la ripete: è assolutamente possibile per i devoti vivere sotto le leggi laiche, ma non è possibile il contrario (per i radi cultori italiani delle scienze esatte, le possibilità di una teocrazia sarebbero sottoinsieme stretto di quelle di una democrazia liberale- termine quest’ultimo berluschinamente desueto, purtroppo).

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23 Commenti

  1. Il fanatismo si ha quando persone scarsamente interessate ad approfondire la complessità delle cose (e dell’uomo), cercano di far fruttare il più possibile il poco che sanno, assolutizzandolo in verità, invece che accettare la sfida della ricerca.
    Non è necessario essere adepti di un culto per fare questo, qualsiasi visione del mondo, opportunamente scimmiottata, è egualmente adatta allo scopo.

    Come questo post di piccole e ingiustificate certezze sta a dimostrare.

  2. In realtà esiste un modo per un ateo, di vivere sotto la teocrazia democristiana: delinquendo. E’ un’abitudine italiana quella di relativizzare i codici e le leggi, e quindi ci si può adattare ad una visione gesuitica della legalità: il fine giustifica i mezzi. Se si tratta della mia libertà di scelta, sono moralmente autorizzato ad eludere una legge scritta da Giovanardi. O tutto questo vale solo per la libera scelta delle tasse da pagare?

  3. D’accordissimo col post. Antonio che dice? Un fedele di qualsiasi culto è libero di vivere secondo i propri dogmi (non divorziare, non abortire, ecc. ecc.); mentre un ateo o laico o agnostico ecc. non è per niente libero quando le leggi dello Stato in cui vive sono in qualche modo improntate a precetti religiosi (crocifissi e divieto di divorzio e aborto qua da noi, veli e altre carinerie di là). In quanto cittadini italiani abbiamo idealmente sottoscritto un patto terreno, umano e laico, la Costituzione, in cui nessun dio deve mettere becco, se vogliamo garantito il bene e la libertà di tutti. Amen.

  4. Il fatto che servano leggi dello stato per far rispettare precetti religiosi dimostra una scarsa influenza della religione sui comportamentei reali delle persone.
    Se veramente i cristiani credessero nel Vangelo, non servirebbe nesuna legge.
    Ma l’esempio classico è quello dei megaraduni di ragazzi che osannavano Giovanni Paolo secondo, nei quali alla fine i cassonetti erano pieni di profilattici usati, alla faccia della castità!

  5. l’unico risultato di questo post sarà quello di provocare uno di “questi dibattiti tra intellettuali laici e cattolici” con l’aggravante del livello solitamente misero.
    non penso comunque ci sia differenza tra Verità di fede e Verità laica, entrambe mostrano una grande presunzione ed una grande impossibilità al confronto.
    comunque il rispetto della vita, in tutte le sue forme anche le peggiori, penso sia un valore umano, non cristiano.
    sunset of an age.. continua il suicidio di una civiltà, la nostra.

  6. ho scritto laici e cattolici, ma avrei potuto scrivere laici e musulmani, laici e raeliani…. forse avrei addirittura potuto scrivere tra laici e marxisti, o tra laici e anarcocapitalisti. Per me laico è chi non ha verità ultime da imporre, e pertanto si dispone all’ascolto.

    E’molto meglio una società con le orecchie aperte di una in cui tutti urlano per non lasciar parlare gli altri. Se i “laici” (intesi come sopra) devono alzare un po’ la voce, è solo perchè qualcosa li sta privando della voce.

    Mi sembra una questione utile ed attuale, visto che ogni giorno leggo deliranti proclami sulla nostra ostentata “identità”.

  7. beh, hai un significato tutto tuo della parola laico; per me la Verità del laico è la laicità.
    “chi non ha verità ultime da imporre, e pertanto si dispone all’ascolto” è semplicemente un uomo dotato di senno e in giro non se ne vede. definirei tutto ciò “fede laica”.

    non c’è che dire, siamo alla frutta..

  8. parole sante! ;-)))

    mi permetto di trasporre l’esempio in un altro settore infestato da fanatici integralisti: se per un fumatore è possibile frequentare un ambiente in cui non si può fumare (perché sarà sufficiente allontanarsi per il solo tempo della sigaretta), lo stesso non si può dire del contrario …

  9. Per la Chiesa aborto ed eutanasia sono omicidi. Così come ammazzare a sangue freddo qualcuno per strada.

    Trovereste normale che la Chiesa approvasse una società in cui la scelta di ammazzare il primo che passa per strada fosse “lasciata alla libera coscienza di ciascuno”?

  10. Frenchman, eccolo il primo (o l’ultimo?) che devia il discorso con esempi fuorvianti.

    Aborto e eutanasia non significa “ammazzare il primo che passa”.

    Se poi giochiamo al gioco dei paradossi io calo il mio:

    – perchè per la chiesa, amante della vita, non ha ancora scomunicato mr. Bush firmatario di centinaia di conddanne a morte o i militari tutti, che mi risulta lavorino per ammazzare altra gente.
    O forse anche anche la chiesa ragiona per “regole di ingaggio”? In tale ultimo caso, qualcuno mi segnalerebbero i versetti della bibbia dove tali regole sono specificate?

  11. Raccoss: appunto!

    Il dibattito dovrebbe essere non tanto sul fatto che la Chiesa condanni eutanasia ed aborto, ma sul perché NON condanni allo stesso modo i casi che dici tu.

  12. La Chiesa non condannerà mai le guerre e la pena di morte perchè fanno parte della sua storia. In secondo luogo , per quanto riguarda l’aborto e da quanto mi risulta , non credo esistano versetti riguardanti il feto. Ma se anche esistessero ,credo siano prevalenti il risalto che danno le parole di Cristo al concetto dell’amore per il prossimo. Non è amore per l’uomo se lo si obbliga a vivere una vita di sofferenza , non è amore se si obbliga una donna ad avere un figlio mettendo a repentaglio la sua integrità fisica e soprattutto psichica (ad esempio una donna stuprata ) , non era amore quando la Chiesa vietò , poco più di un anno fa , la ricerca sugli embrioni mettendo avanti l’interesse di una cellula a quella di migliaia di uomini che nascono , vivono , soffrono e muoiono senza avere nessuna speranza.Passo e chiudo.

  13. ..”le parole di Cristo”:
    “In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”
    (Mt.25,40)

  14. è incredibile cosa ci crediamo di essere nonostante i nostri limiti siano palesi; incredibile come giudichiamo tranquillamente vita, amore, morte, dio, pur ammettendo che alla fine non ci abbiamo ancora capito un cazzo. questa arroganza mi lascia basito. mascheriamo la convenienza con parole arcane come verità, amore, dio. non ci sono scusanti.

  15. La cosa strana è che se una persona non crede nell’esistenza di un Dio semplicemente perchè non l’ha mai incontrato nella propria vita, non ne ha mai avuti segni, e trova che credere solo per ubbidire ad una tradizione o ad una autorità terrena sia solo ipocrisia, viene tacciato di superbia.
    Mi sembra ci sia molta piu superbia in tutti quelli che pretendono di essere considerati unici interpreti sulla terra di una volontà divina.

  16. Semplicemente sono stufo di leggere delle difese della laicità carenti di argomentazioni, senza mordente, senza nulla da dire salvo una presunta autoevidenza.
    I movimenti progressisti hanno incalzato credenze e hanno scosso gli equilibri della conservazione, costruendo un sistema di valori e di saperi alternativo, cercando anche con grande ambizione di superare il preesistente.
    Ora va bene la disponibilità al dialogo, anche se più che tirare in ballo laicità, si può parlare casomai di generica tolleranza, ma il problema dell’oggi, quello vero, non è la libertà di parola, quanto invece la capacità di reggerlo un dialogo quando si presenta.

  17. Se nel 2000 fa mi avessero fatto leggere un qualsiasi articolo di fondo del Corriere o della Repubblica di questi giorni, mi sarei messo a ridere e avrei detto :” ma scherzi? Questi saranno articoli di trecento anni fa, non certo del 2006!” . Ora siamo assuefatti al delirio quotidiano.: eravamo talmente convinti delle nostre magnifiche sorti e progressive che non abbiamo neanche più la forza di reagire allo scempio. Siamo del tutto inebetiti, e ormai afoni. Anche un insulto incomprensibile come “relativista” basta a zittirci: per fortuna che il papa collabora alla distensione del mondo, invitando gli ambasciatori musulmani a San Pietro. Gli ambasciatori musulmani capite? Niente stati moderni: siamo tornati al 700 dopo Cristo. E siamo lieti di farci rappresentare dal massimo rappresentante della Cristianità.

    Sapete perchè? Perchè i laici hanno completamente perso i coglioni. Drogati dai miti anni 90 della facile integrazione, scimuniti dalle foto di Oliviero Toscani, riescono solo a balbettare l’aggettivo “politicamente corretto”, che come l’aceto balsamico, deve sempre condire tutto. Qui invece bisognerebbe avere il coraggio di ripensare tutto da capo -possibilmente senza tornare al califfato di Gerusalemme e agli stati della chiesa.

    Finchè saremo così bolsi e depressi, chiunque sedicente Imam, o pontefice romano, o chissà cavolo cosa potrà venire e pretendere di guidarci. Se ci comportiamo come pecore, è logico che ci trattino da pecore.

  18. Va bene, è una società di merda e tutti abbiamo la nostra dose di colpe e discolpe.
    Ma, in soldoni, nelle condizioni di Welby, per cosa implorereste ?
    E cosa pensereste di uno che vi tiene schiavi della vita in nome della vita e per la parola di un dio che, di fatto, non tiene la vita in grande considerazione ?
    Una volta si diceva che la libertà di uno finisce dove comincia quella di un altro: nel caso il confine pare essere piuttosto netto.
    Davvero, come diceva qualcuno, all’ateo non resta che delinquere: staccare la spina a chi ti implora o farsela staccare.
    Ed andare incontro alle conseguenze.
    Immaginando, per tirarsi su, tutti quei mezzi cattolici (che tiran fuori dio e tutte le altre menate quando gli fa comodo, quando sono peccati altrui, che non han problemi a farselo succhiare da una prostituta o a schiavizzare o a bombardare) costretti a vegetare per anni in un letto d’ospedale mentre si cagano e pisciano addosso.

    Vogliate il tono, che peraltro mi pare più appropriato per una discussione in cui si discorre di inciviltà, ma il punto è anche qui: se questi sedicenti cattolici fossero non dico migliori ma appena decenti li si potrebbe stare ad ascoltare.
    Ma questi son gli stessi, con le stesse volontà e gli stessi valori, che duemila anni fa han messo in croce un uomo che predicava amore e non freddi e disumani dogmi…

  19. Se la ragione laica non si pone il problema dell’etica, di interrogarsi e di offrire non dico delle risposte, ma perlomeno degli indizi, siamo belle che a capo. Piergiorgio Welby, via Sabelli Fioretti, via Squonk:

    E’ tutto l’impianto etico di una società che, tra paradossi e contraddizioni, si limita a seguire la tecnologia invece di guidarla, finendo, così, per assomigliare ad un ” The Guinness book”: il panino più lungo, la salsiccia più lunga…la vita (artificiale) più lunga. Non ci dobbiamo scontrare su come, quando e chi debba “staccare” la spina…bisogna che la scienza si domandi, al momento giusto, se sia lecito “attaccare” o meno quella spina.

  20. é troppo semplice dire che la società fa schifo, che la chiesa a volte ragiona male.é vero non lo si può negare.noi però per quanto critichiamo le posizioni degli altri siamo peggio di loro e non dimentichiamo che Cristo vuole solo il nostro cuore il nostro bene.Ci è sempre vicino e nei momenti più difficili ci prende in braccio.le nostre sofferenze sono sempre nulle in confronto alle sue.dovremo preoccuparci più della nosrta anima piuttosto del deperimento della carne.é un consiglio,poi prendetemi anche per una povera pazza…………Ciò che conta davvero è il cuore

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