Uomini e topi

Radiografia di un topoDi tanto in tanto capita che qualche briciola dei fondi necessari per creare un nuovo mascare extensive in grado di allungare, allargare, curvare e fare sa il cazzo cos’altro alle ciglia, finisca inspiegabilmente sul tavolo della ricerca medica.
Succede, ve lo dico io. Ogni tanto, certo, solo ogni tanto.
Ma la volta che succede, il Corriere della Sera sposta all’interno la foto del fenomenocelestevisibileaocchionudo del giorno, e dedica il taglio basso della prima alla notizia.
Ieri, ad esempio. Ieri si parlava di topi: dal cervelletto dei simpatici esserini – che finiscono sui giornali solo se hanno un amico bracco un po’ scemo che indossa il gilet, oppure sezionati – ricercatori italiani avrebbero estratto una proteina la cui assenza determinerebbe la rimozione dei ricordi recenti, delle paure, dei momenti negativi.
Rivelazioni di questo tipo mettono sempre in allerta l’opinionista di turno, che immagina l’immediata disponibilità della pillola del “non ricordo” in farmacia, accanto alle Zigulì. E ce ne fosse mai uno che sia in grado di valutare una scoperta per quel che è: un primo passo. In questo caso: un primo passo confortante per i tanti sofferenti di malattie legate alla depressione e non – come banalizzando si è portati a pensare – per il pirletti che ha preso un brutto voto a scuola o per il pipparolo dal cuore acceso ma non corrisposto.
Il Corriere della Sera schiera il doppiocognomato esperto di ruolo, tal Massimo Piattelli Palmarini (uno che al massimo te lo vedi, lì, in un film di Fantozzi, mentre inaugura una nave in compagnia della contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare, e invece è riuscito a ritagliare il suo angolino in via Solferino), il cui discorso può essere concentrato nel seguente succo: “Non si può e non si deve manipolare il passato. L’esperienza è un valore, e bla, e poi bla, e poi ancora bla. E che, ci mettiamo a cancellare i ricordi che non ci piacciono, manco fossimo in Man In Black?”.
Un giorno – più poi che prima, ma a noi piace dire “un giorno” – una vomitevole blatta ci regalerà la proteina in grado di guarire il cancro.
Quel giorno, il doppiocognomato di turno titolerà “Ah, le chemio di una volta…”

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