Ma se Al Quaeda fosse al governo?

Tanto per abbaiareCerto, le ragioni sono nobili e “politiche”, nessuno può dire che uno come Aznar fosse amico di Bin Laden. Ma se lo fosse stato, che cosa avrebbe fatto di diverso? Un vero e proprio favoreggiamento di Al Quaeda, altro che. E la gente, giustamente, l’ha cacciato

• Ma Aznar era iscritto ad Al Quaeda? Naturalmente no: fra l’altro è troppo buon cattolico per farlo. Mettiamo però, per ipotesi impossibile e del tutto surreale, che lo fosse. Chessò, per qualche miliardo di dollari di qualche banca saudita; oppure semplicemente per conversione. Bene, a questo punto che cosa potrebbe chiedere Al Quaeda a un capo di governo occidentale? Imbottirsi di tritolo e fare il kamikaze? Ma di quelli ne hanno già abbastanza. Andare in tivvù a predicare il califfato di Cordova e la sharia? Ma no: si sputtanerebbe subito; e del resto ho i miei dubbi che Al Quaeda s’interessi davvero ai califfati. Tutto ciò che a un Aznar verrebbe chiesto sarebbe di fare gran dichiarazioni contro il terrorismo, di mandare magari qualche soldato a far da bersaglio da qualche parte – e però di stare in campana, di segnalare subito appena qualche indagine minacci di farsi pericolosa e in questo caso, forte della sua autorità di uomo di governo, creare delle false piste e dichiarare a gran voce che l’attentato non è di Al Quaeda ma di qualcun altro.

Aznar, come abbiamo detto, non è un agente di Al Quaeda. Ma ha fatto esattamente ciò che avrebbe dovuto fare se lo fosse stato. L’ha fatto gratis, nel senso che non è stato pagato; l’ha fatto per fazione politica, per ambizione, per strategia elettorale o per quel che volete. Rimane che l’ha fatto, e che – oggettivamente – ha commesso favoreggiamento nei confronti di Al Quaeda. In guerra, per cose del genere, si fucila. La Spagna non fucila più, grazie a Dio, e tutto s’è risolto democraticamente. Ma nessun paese civile avrebbe potuto mantenere al governo un momento di più un uomo che, magari “in buona fede”, favorisca per fini politici il nemico.

In Italia, una faccenda così sarebbe durata a lungo. Con sei televisioni di proprietà del governo, non è difficile persuadere la gente dell’ammissibilità di qualunque favoreggiamento, di Al Quaeda o di Cosa Nostra che sia. Ma in Ispagna la stampa è libera. E i cittadini spagnuoli, da poco democratici, sentono ancora molto la dignità della democrazia (da noi, uno come Galante Garrone viene seppellito senza che il governo mandi una bandiera. Da loro, il parlamento compatto vota, destra e sinistra senza distinzioni, per onorare i superstiti delle vecchie Brigate Internazionali). “Hanno votato per paura”. Ridicolo: di tutto si può accusare uno spagnuolo, meno che di essere vigliacco. La Spagna non è un paese in cui il re scappa lasciando la capitale in mano ai tedeschi. E nemmeno un paese in cui il capo del governo cerca le scuse per non andare a visitare i soldati al fronte perché, fisicamente, ha paura.


Infine, bisogna dirlo, Aznar ha avuto sfortuna. Tradire la volontà popolare, facendo esattamente l’opposto di ciò che essa vuole, da un po’ non solo è ammesso ma è anche portato a esempio di carattere forte. In Spagna, in Italia, in Inghilterra i governi hanno mandato truppe contro la dichiarata e esplicita volontà dei cittadini, espressa nei sondaggi e sbeffeggiata da tutti. I media hanno esaltato la “capacità di comando” di questi leader, il loro virile infischiarsene della gente. Bene, Aznar ha avuto la disgrazia di farsi beccare proprio il giorno prima delle elezioni, l’unico giorno ogni millecinquecento in cui i cittadini possono dire la loro senza che tv e governi gli ridano in faccia. Quello che i cittadini volevano era semplicemente “combattere quei bastardi di terroristi e fargliela pagare”. Aznar non era d’accordo ed è stato cacciato. Che c’è di strano?

Adesso, due anni e mezzo dopo l’undici settembre e prima delle altre cose terribili che sicuramente si stanno preparando, è tempo di cominciare finalmente – il che finora non s’è fatto – a combattere il terrorismo. Il terrorismo nasce in Arabia Saudita e in Pakistan: ma entrambi questi paesi – dittature ferocissime – sono “alleati dell’Occidente” e nessuno li tocca. Il terrorismo ha utilizzato freddamente le invasioni di Afganistan (colpa dei sovietici) e Iraq (colpa degli americani) per reclutare e addestrare le sue due generazioni, a distanza di vent’anni, di quadri combattenti: ma l’occupazione dell’Iraq, che interessa solo le aziende della “ricostruzione”, viene fatta passare per una vittoria occidentale.

Il terrorismo ha un punto intrinsecamente vulnerabile, che è il suo finanziamento: ma esso non viene colpito perché per indagare sul denaro terrorista bisognerebbe abolire il segreto bancario, e mettere allo scoperto così anche il denaro “democratico” o semplicemente ladrone (non indaghiamo sui conti dei Bin Laden perché altrimenti saremmo obbligati a indagare anche sui conti dei Tanzi). Il terrorismo, infine, è spesso aiutato dalla scarsa professionalità o corruzione di chi tecnicamente dovrebbe fargli fronte: la Cia e i servizi americani, dopo decenni passati a reprimere i contadini del Salvador o i poveracci del Brasile, non sono stati capaci di contrastare nemmeno lontanamente la plateale preparazione dell’undici settembre.

Ora il tempo precipita, perché l’attentato di Madrid è un segnale preciso. Le “armi di distruzioni di massa” non le aveva Saddam, ma prima o poi le avrà qualcun altro. Bisogna che la lotta al terrorismo diventi una priorità assoluta, prima degli imbrogli di Aznar o delle ambizioni di Blair o delle aziende dei Bush o degli affari di Berlusconi. E’ facile, o era facile fino a ieri, far finta di far lotta al terrorismo sulla pelle dei soldati di Nassirya. Ma, oltre che moralmente ripugnante, è ormai complicità oggettiva con Al Quaeda.

• In ogni corteo, perché sia completo, dev’esserci per regolamento: a) un politico viscido che cerca di intrufolarcisi dentro; b) un compagno imbecille che virilmente lo minaccia in nome della Giusta Linea. E poi qualche milione di gente normale che dei due coglionazzi manco se ne accorge.

Spot. In edicola “Viaggio in Cecenia” di Carlo Gubitosa. Un giornalista racconta la sua esperienza a Grozny e nei campi profughi del Caucaso, svelando i segreti inconfessabili che si nascondono dietro la “lotta al terrorismo” di Putin.
Info: 3492258342 – c.gubitosa@peacelink.it

Cronaca. Roma. Interrotte le lezioni di Scienze delle Comunicazioni: gli addetti non sono riusciti a comunicarsi tempestivamente un cambiamento d’aula deciso in mattinata.

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30 Commenti

  1. Perché nessun commento???
    ma non c’è proprio nessuno che abbia niente da dire??? che scarsi..
    io non commento mai, ma in questo caso dico che è proprio un bel post… sono d’accordo su tutto eccetto il terz’ultimo bullet (quello sul corteo)
    forse sono d’accordo solo sul fatto che alla maggioranza delle persone non gliene freghi niente dei due politici, il viscido e l’imbecille, anche se dare del viscido a PF mi fa un po specie dato che l’ho sempre considerata una persona corretta…. il problema è che l’essere realista ti porta a dover scendere a compromessi… i duri e puri non hanno mai fatto un cavolo nella vita, di questo sono sicuro….
    ciao ciao
    Raf

  2. Se Aznar fosse un giocatore di AlQuaeda, si vede che Osama deve aver deciso che lo stipendio per questo fuoriclasse fosse troppo alto e che fosse arrivato il momento di pensionarlo.
    La scelta di tempi dell’attentato e la scoperta della matrice islamica, nonostante i malcelati intenti del governo di nasconderla, hanno infatti condannato il candidato di Aznar a 4 anni di panchina.
    Se l’attentato si fosse invece fatto dopo le elezioni, diciamo il lunedí, il PP avrebbe vinto o addirittura stravinto e Aznar avrebbe anche potuto (tristemente) consolidare la sua immagine di Cid Campeador condottiero della reconquista.
    In questi tempi di panchine corte e salary cap, Aznar ha fatto la fine di Davids regalato al Barça.

  3. Che cosa vuoi che si commenti, Raf? E’ il solito refrain demagogico e dietrologico che ci viene somministrato da mesi per spiegarci the way the world works: i politici devono fare quello che indicano i sondaggi, in Italia non c’è libertà di informazione, la guerra in Iraq è stata fatta per il petrolio, la responsabilità del terrorismo è in buona parte degli Occidentali, quelli che in piazza sono violenti e simpatizzano per i terroristi sono 1 o 2 imbecilli su 1 o 2 milioni di persone. C’è però una novità contingente: gli spagnoli, mandando a casa i Popolari, avrebbero compiuto una scelta coraggiosa. Benissimo. Ne (ri)prendiamo atto.

  4. Magari smettere di ragionare a luoghi comuni e commentare quello che c’e’ scritto…

  5. Visto che le previsioni sulla vittoria di Aznar sono basate sui sondaggi, vale la pena dicordare che questi non indicavano un trionfo del Pp. Piuttosto un lento e progressivo assotigliamento della distanza tra i due schieramenti, proseguito fino all’ultimo giorno prima della bomba.

  6. “Tutto ciò che a un Aznar verrebbe chiesto sarebbe di fare gran dichiarazioni contro il terrorismo, di mandare magari qualche soldato a far da bersaglio da qualche parte – e però di stare in campana, di segnalare subito appena qualche indagine minacci di farsi pericolosa e in questo caso, forte della sua autorità di uomo di governo, creare delle false piste e dichiarare a gran voce che l’attentato non è di Al Quaeda ma di qualcun altro”.

    Questo mi sembra eccessivo.

  7. Perfettamente d’accordo.
    Adesso però la palla è paurosamente nelle nostre mani malferme e rosicchiate. Dopo l’assassinio di quello sceicco paralitico, potrebbe toccare a noi. E le dichiarazioni in proposito del nostro ministro degli interni (quel buon uomo), sono da toccarsi i cosiddetti. Nè, per altro, le divisioni interne tra i paesi europei aiutano a ben sperare su un ruolo decisivo dell’Unione nella gestione dell’odierna crisi.
    Una cosa è certa, se non ci decidiamo, come EUROPA, a prendere le redini della politica internazionale, finirà che tutto va a puttane e si ricomincia col terremoto balcanico e di lì la solita macchia d’olio della follia.

  8. Non dite cosi’, ci penseranno gli americani a salvarci e a sconfiggere l’Impero del Male.

  9. Verus est factus.
    Aznar fa la guerra all’Iraq e perde le elezioni.Bush fa la guerra all’Iraq e Kerry contina la sua minacciosa marcia verso le presidenziali.Berlusconi probabilmente seguirà la via tracciata dai suoi alleati.
    Appalti o poltrone?quale Amletico dubbio…da quello che si è visto in ogni caso sembra che persino il Potere sia passato di moda.
    Eh,ai tempi del Vietnam si che sapevano mistificare le informazioni ma dov’è finito lo spirito oscurantista di un tempo?

  10. “Tradire la volontà popolare, facendo esattamente l’opposto di ciò che essa vuole, da un po’ non solo è ammesso ma è anche portato a esempio di carattere forte”. Torniamo su questo passaggio pregnante. Lasciamo stare che non hai la minima idea di come funzioni una democrazia rappresentativa e lasciamo stare che il declino e l’immobilismo dei Governi occidentali derivi proprio dal desiderio di rincorrere gli umori mutevoli dell’elettorato. Lasciamo stare tutto questo, facciamo finta che tu abbia scritto qualcosa di intelligente e sensato e estendiamo il ragionamento: Israele dovrebbe ammazzare tutti i capi palestinesi Arafat compreso, perchè è questo che il suo popolo, in stragrande maggioranza, vuole. O no?

  11. Blutarsky: e’ proprio questo il punto. Cosa ti sembra che stia facendo Israele ? Lanciano fiori ? Poi, ti sembra un esempio calzante ? Anche se la maggioranza degli israeliani vuole sterminare i palestinesi i governanti non sono cosi’ tanto stupidi da non capire che una guerra totale non potrebbe essere avallata, per ora, dagli americani, e li lascerebbe da soli contro tutto il mondo.

  12. non è detto che la maggioranza degli israeliani voglia uccidere i capi dei movimenti palestinesi.
    Non risultano fatti referendum popolari al riguardo.
    E poi, signor Blutarsky, la legge del numero di per sé è nulla. Israele in questo momento non può dirsi una democrazia libera. Poiché è sottoposta alla pressione della violenza giornaliera ed al giogo del terrore. Pertanto il discorso sulla volontà popolare nel caso in questione non può trovare alcuno spazio. I principi di diritto internazionale non comprendono anche quello del cosiddetto omicidio mirato. L’omicidio volontario, senza scriminati, è tale e basta, ed in quanto tale è sempre un crimine!!! Uno governo che delibratamente diviene un assassino, è un governo che opera al di fuori delle regole della democrazia. Che poi ciò sia originato dalla situazione contingente non ha nessuna importanza, è sempre un crimine.

  13. Non volete capire, ci riprovo un’altra volta e poi chiudo. Signor Freccianera, non mi risulta che ci sia stato nessun referendum in Spagna per deliberare sull’opportunità o meno dell’appoggio a Bush. Ne deriva che: o si prendono per buoni i sondaggi, oppure si smette di usare l’argomento del volere popolare. Mi pareva fosse chiaro dal mio post che la mia posizione fosse alquanto critica nei confronti della democrazia plebiscitaria (toh…vuoi vedere che il Capo ha in comune con l’odiato Berlusca molto più di quanto pensasse?). Comunque, ricapitolando: Neri fa bene a scrivere che Aznar è stato un infame a non dare ascolto agli umori del suo popolo, invece il governo israeliano non dovrebbe assecondare il suo perchè in questo momento non è libero. Benissimo, continuiamo così. Infine, le tue considerazioni etico-giuridiche sull’omicidio dei capi di Hamas non le condivido affatto, ma questo è un altro discorso.

  14. Se è un altro discorso, mi spiega perché lo sovrappone pari pari alla crisi spagnola post bombe? Se è un altro discorso, evidentemente Lei stesso riconosce che alla questione israeliana vada dedicata un’analisi differente. Trovo sterile il gioco di andare ogni volta alla ricerca del termine di paragone, dell’ALLORA QUEGLI ALTRI?!? Credo che ogni fatto abbia una sua unicità e vada contestualizzato. Accostare fatti accomunati unicamente dal proprio contenuto tragico, volendone trarre delle regole di condotta, è cosa alquanto fuorviante. Con tutto il rispetto, signor Blutarsky.

  15. Chi era in ogni caso in vantaggio nei sondaggi prima dell’attentato? Il Pp
    Chi la presa in quel posto dopo l’attentato
    Aznar.
    Allora se uno fa un attentato alla vigilia delle elezioni è + credibile che lo faccia per lasciare le cose come sono o per cambiarle che così non gli garbano?
    Aznar sarà pure stato un idiota a voler tener nascosta la verità fin dopo le elezioni (perchè se veramente avesse voluto depistare le indagini difficilmente in un giorno l’avrebbero smascherato) ma + che preoccuparmi dell’ ipotetico aiuto (volontario o meno) che ha dato agli stronzi bombaroli mi preoccuperei che non fosse il suo successore a farlo (involontariamente si intende)…in fondo fino ad ora è lui ad aver ricevuto un bel regalo (si fa per dire visto che ci ha lasciato la pelle un sacco di gente).
    Ad ogni modo a me elezioni così condizionate non paiono una bella cosa chiunque vinca. Non vorrei ritrovarmi con 200 morti ad ogni tornata elettorale…

    Sempre nell’ipotetico Aznar sognato dai terroristi, è vero che gli avrebbero chiesto di depistare le indagini ma mi pare un controsenso chiedergli di attribuire ad altri l’attentato.
    Dopo l’ 11 settembre e la risposta Americana i terroristi hanno bisogno di rendersi visibili, è la loro unica arma. Se fanno duecento morti ma non ne parla nessuno per loro è un fiasco colossale. Quindi non credo che lascerebbero per molto ad altri la paternità dell’attentato

    Chissà se gli Spagnoli sarebbero stati altrettanto “apprezzati” se avesse vinto il Pp

    ps Blutarsky non mollare :-)))

  16. Fassino viscido?
    Come giudizio satirico, ci sta; ma lo credi veramente?
    (concordo sul compagno imbecille, sia sul piano satirico che su quello reale).

  17. Dunque,facciamo un discorso,come dire,terra terra:i terroristi attaccano un paese perchè ha mandato i soldati in Iraq,il giorno dopo la gente vota mandando a casa quello che ha deciso di mandarceli ed eleggendone un altro che subito dice:”via dall’Iraq!”.Che significa?Inoltre qualcuno qui sostiene che se gli Usa trovassero Bin Laden e lo facessero fuori a freddo sarebbe un atto illegale,perchè se questo è vero per Yassin…

  18. La tendenza di alcuni governanti di prendere delle decisioni in maniera difforme a quella che è la volontà della maggioranza penso che non sia un’attitudine da biasimare. Anzi. Visto che l’atteggiamento opposto è di solito definito come populismo. E se devo dirla tutta auspico sempre che un governo decida indipendentemente da quelle che sono le richieste del popolo che in una democrazia consapevole e responsabile può sempre decidere di non votarlo più, e ciò in tempi di grandi paranoie collettive è una gran cosa. Diverso è invece quello che fa il nano, ma anche una certa sinistra (ds) che non muovono passo senza i focus group.

  19. Ultimissimo tentativo: Freccianera, il paragone con la situazione israeliana non ti piace. Va bene, non importa, non era il fine del mio ragionamento ma solo il mezzo per esprimere il mio netto dissenso verso la deriva plebiscitaria che il Capo suggerirebbe. Perchè sostenere, come fa lui, che un governante non debba andare contro gli umori del popolo va contro ogni concetto di democrazia rappresentativa e, aggiungo io, contro ogni senso storico. La democrazia diretta non funziona e il degrado della California, con la sua alluvione di referendum popolari, ne è l’ennesima testimonianza. Aznar potrà aver commesso un tragico errore ad appoggiare Bush, ma la motivazione non può essere che “è andato contro al volere del suo popolo”. Il popolo sarà sempre contrario all’allungamento dell’età pensionabile, a nuove tasse, a ulteriori sacrifici. Ma alle volte questi provvedimenti sono necessari e il buon governante deve imporli, così come il buon medico deve imporre al malato anche una cura sgradita, se necessario. Il malato, da parte sua, può cambiare medico, se non è convinto, ma non può dettargli la cura da prescrivere…Questa similitudine ti piace di più?

  20. Sì Blutarsky, mi piace di più … e diamoci pure del tu …
    E sono anche d’accordo in linea di principio; il potere, anche quello democratico, per la sua stabilità può dover ricorrere a prese di posizioni, anche impopolari, né può sostenersi d’altronde che il governo di un popolo debba far ricorso al plebiscito ad ogni pié sospinto. Ma dire questo non è in contrasto con l’altra constatazione che si faceva sulla situazione spagnola, cioè lì, il potere, in un caso di eccezionale gravità, ha evidentemente riposto l’interesse nazionale, negando alla gente un diritto sacrosanto di verità. Quel che è ancor più grave è che il goffo tentativo di AZNAR di mantener ben saldo il culo sulle poltrone per sé e per i suoi famigli, ha rischiato di esasperare un conflitto latente, che da anni cova nel cuore dell’europa: la questione basca. Qui non si tratta di umori di popolo, infatti, subito dopo l’attentato, i milioni in piazza non dimostravano contro il governo, quindi è chiaro che l’equazione bomba uguale ritiro è strampalata. Ma non ti chiedi cosa sarebbe potuto succedere alla nostra terra (l’Europa), se il tentativo del potere di Spagna fosse andato a buon fine? Quali scenari per il conflitto Basco? Avremmo avuto un Kossovo al di qua della “cortina di ferro”? Mi pare davvero singolare l’idea di voler a tutti i costi avallare la scelta scellerata di un governo di mettere gli uni contro gli altri cittadini della stessa nazione, piuttosto che dire a tutti semplicemente la verità. Perché non vedi in ciò un chiaro attentato alla stabilità interna dell’Europa? Perché riduci la questione ad un fatto di principio, e cioè se debba essere o meno plebiscitaria la conduzione di un Paese? Incitare alla guerra civile, ti sembra un modo democratico di gestire il potere?

  21. Sono perfettamente d’accordo su tutto, non ritengo PF un viscido, perchè il solo fatto di sfilare vuol dire che lui non è uno dei soliti che conosciamo bene, ha del coraggio e non si nasconde dietro le solite scuse, dell’indisposizione o dell’impegno europeo o della improvvisa febbre; l’imbecille forse lo è e se continua così lo sarà per l’eternità, visto che la sua azione porta solo regali al nano/padrone

  22. la solita solfa: i terroristi mettono le bombe, e di chi e’ colpa? di Aznar… ma vai a dar via il culo…

  23. Gianluca y pueblo italiano,todo es menos complicado de lo que parece,creedme.Como latino,se que en vuestra cultura,tambien existe la figura del tonto del pueblo,ese que en las fiestas pierde el culo por arrimarse a las autoridades.La foto de nuestro tonto,Aznar,en las Azores,nos a costado 200 muertos al pueblo español,ese pueblo que viaja en tren sin escoltas ni coche blindado…asi de simple…asi de triste.¡SALUD!.

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