L’invasione dei supergranchi

Tanto per abbaiareHanno già occupato le coste della Norvegia, scacciando i crostacei locali. Da dove vengono? Qualcuno pensa che i marziani si siano scocciati…

Invaders. Circa cinque milioni di granchi giganti della Kamchtka, pesanti da otto a dieci chilogrammi l’uno e con chele da un metro, hanno ormai stabilmente invaso diverse coste della Norvegia cacciando tutti gli esemplari locali, con ovvie conseguenze per l’economia ittica e l’ecosistema. I granchi, di origine giapponese, erano stati importati in Unione Sovietica intorno al 1970. Sfuggite agli allevamenti, le prime migliaia di esemplari – evidentemente non prive di leaders, e con un’alta coscienza del proprio destino storico – si erano progressivamente incamminate verso la Siberia, di là verso la costa artica e infine, con sempre maggiore determinazione, verso il Mare di Barents. Il movimento ha richiesto diversi anni (al ritmo di circa quattro chilometri al mese) ma, una volta padroni del Mare di Barents, la strada per la Scandinavia per i feroci crostacei era ormai aperta. Ora solo il Mare del Nord li divide dall’Inghilterra.

La “fuga” dai bacini sovietici, secondo l’intelligence, potrebbe non essere stata affatto casuale: in quel periodo il vero padrone dell’Urss era il capo del Kgb Andropov, e non si può escludere che l’importazione, l’allevamento e poi la “messa in libertà” – ma verso occidente – dei crostacei facessero parte di una strategia che, prevedendo il collasso sovietico sul piano convenzionale, fin d’allora programmasse l’invasione del mondo libero “con altri mezzi”. Inquietante coincidenza: anche oggi a dominare la Russia è un altissimo esponente del Kgb.
Secondo altri osservatori – peraltro minoritari – l’invasione dei supercrostacei non avrebbe invece motivazioni ideologiche ma sarebbe più semplicemente una risposta marziana agli atteggiamenti sempre più aggressivi del pianeta Terra (diversi veicoli-spia di chiara origine terrestre sarebbero stati recentemente rilevati, secondo il governo marziano, sulla stessa superficie di Marte). In questo quadro l’occupazione della Norvegia sarebbe solo un ballon d’essai e altri sbarchi analoghi potrebbero presto verificarsi in altri luoghi.


America. Secondo una ricerca di mercato commissionata da una cable-tv ad Harris Interactiv, il 60 per cento dei telespettatori sarebbe favorevole alla trasmissione in tv delle esecuzioni giudiziarie. Il 30 per cento degli intervistati vorrebbe in particolare assistere all’esecuzione di Osama Bin Laden, e il 21 per cento sarebbe anche disposto a pagare per la diretta. Il settore esecuzioni potrebbe quindi trasformarsi in un nuovo business per le pay-tv. Solo il 37 per cento degli interessati ha espresso obiezioni di tipo etico alla trasmissione in diretta tv di esecuzioni capitali. Obiezioni del genere erano state invece massicciamente espresse dai telespettatori per la presenza in diretta, per alcuni istanti, di un capezzolo femminile in una trasmissione sportiva.
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Otto marzo

Le dita di Cettina che corrono sulla tastiera
Graziella nuca spavalda
E le ciglia-farfalle di Rosalba
E i capelli di Ester da elfo da ragazzo
Una parlava in piazza contro i Cavalieri
una affrontava le iene
una fra i sassi e i rovi del paesino
una a gettare fili fra Catania e Berlino
E tu, Campanellino, che fra tenerezza e paura
sei rimasta con me quando i più coraggiosi
erano ormai dispersi ai quattro lati del mondo
e il buio a tutti invincibile sembrava
fuori dalla nostra povera stanza
Quanta luce, guerriere mie, quanto passato,
e che povero poeta son diventato
Non più vengono lievi le parole
lo strumento già aguzzo s’è scheggiato
Passa un tram qui nel sole di Milano
e un passero improvviso fugge via.
Qui tutto è lontanissimo. Ho vissuto.
A passo veterano l’ironia
stentatamente arranca nel deserto.
Cos’altro resta? Avessi qui dei fiori
oggi per voi, o almeno una poesia!
In questa ipocrisia di gente-bene
– l’ottomarzo, le feste, le interviste –
vorrei avere una tromba, una bandiera
una tamburo di latta, una parola
per dire: hanno lottato, per potere
ridere insieme a voi degli arrivisti,
dei signorsì, dei vecchi, dei tromboni.
Hanno imparato infine, a quarant’anni,
a scegliersi cravatte e telefonini
senza sbagliare, ad aver misura,
ad essere realisti, a dire e a fare
ciò che tutti fanno e dicono, ad avere un sorriso
quando si parla di ribellarsi, ad essere
– con l’anima ingrassata – pro-fes-sio-na-li.
Voi che siete rimaste come allora,
amiche mie, compagne, sceme-di-guerra,
voi cui i capelli ha segnato, non il cuore,
il grigio della sconfitta, voi che andate
con insolente leggerezza per il mondo dei padroni
voi a nulla rassegnate e di nulla pentite
voi fate finta un attimo che questa sia una poesia

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3 Commenti

  1. Era il momento che Marte si vendicasse per i tentativi di invasione terrestre, (tentativi reputati ridicoli dal governo marziano, e liquidati come: “il solito sacchetto della spazzatura che ci spediscono i terrestri”, ma quanta caciara che ci fanno sopra!).

  2. Macchianera e Granchi Giganti

    Oggi un post nel blog Macchianera di Gianluca Neri parla con tono ironico di una notizia riguardo all’invasione delle coste Norvegesi da parte una specie di “granchi giganti della Kamchtka, pesanti da otto a dieci chilogrammi l’uno e con chele

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