Ma sì, facciamoci del male

Per alimentare un po’ la polemica, visto che il boss qui è un po’ assente, mi piace riportarvi questo commento di Paul Olden:

Non sono assolutamente d’accordo con Scarpa. Per niente.
Pensateci un attimo: i calciatori professionisti si lamentano forse del fatto che ci siano tanti dilettanti che calpestano i campi in terra battuta delle parrocchie?

No di certo. E sapete perche’? Perche’ i calciatori professionisti sono immensamente piu’ bravi a giocare al calcio rispetto ai dilettanti. Essi sono dei professionisti, la differenza si vede eccome.
Il problema del giornalismo e della letteratura e’ il fatto che la differenza qualitativa tra il lavoro dei professionisti e quello dei dilettanti non e’ poi cosi’ abissale. I bloggatori scrivono cazzate? Beh, assomigliano spesso alle cazzate dei giornalisti e degli scrittori veri, la differenza e’ spesso inavvertibile.
E poi perche’ sarebbe un male che tanta gente scriva liberamente le proprie
inutili cazzate sul web? In fondo ci sono decine di settimanali in edicola che strabordano di inutili cazzate e, quelli si, consumano carta e inchiostro. Almeno il blog personale non consuma quasi niente e non rompe le palle, se non ti piace non lo vai a vedere e se ti piace lo visiti gratis. In pratica la maggior parte di blog sono l’equivalente del classico diario scolastico pieno di scritte, pensieri, adesivi ecc. Ve lo ricordate? Tutti ne abbiamo avuto uno. C’era chi lo aveva molto figo e chi aveva una merda di diario. Nulla di trascendentale pero’: un diario rimane un diario, non sara’ mai un saggio di letteratura moderna, e nessuno si sogna di chiedere che lo sia.
La globalizzazione ha ampliato gli orizzonti e internet e’ lo strumento che ci consente di agire nel piccolo paesello che e’ il mondo globalizzato.
Anche i giornalisti e gli scrittori hanno visto moltiplicare i loro potenziali lettori grazie alle nuove tecnologie, allo stesso modo anche i diari personali hanno ampliato un po’ il loro bacino d’utenza. E’ matematico, non e’ mica una rivoluzione.
Non c’e’ nulla di rivoluzionario o di innovativo nei Blog: sono i moderni diari scolastici alla portata di chiunque desideri averne uno. Invece che farlo vedere solo ai compagni di classe il Blog puoi farlo vedere, diciamo in media, a una cinquantina di persone al giorno sparse per il mondo. Tutto qui.
Il vero problema e’ invece la qualita’ della produzione letteraria e giornalistica dei professionisti. Un pezzo scritto da uno scrittore o da un giornalista dovrebbe spiccare nettamente per qualita’ e per accuratezza di stile e di contenuti rispetto alla valanga continua di testi inviati in rete dai dilettanti.
Purtroppo non e’ sempre cosi’ ed e’ proprio di questo che le persone come Tiziano Scarpa dovrebbero preoccuparsi.


E poi aggiunge.
Beh, non mi interessa che qualcuno si fregia di essere molto piu’ originale e alternativo di me dicendo di annoiarsi in queste inutili diatribe. Se mi servisse una Smart me la comprerei, anche se se la comprano tutti i coglioncelli figli di papa’ che mi stanno sulle palle. Anche se e’ il simbolo degli Yuppies del 2000. Non me ne frega un cazzo, faccio dico e scrivo quello che voglio io. Essere alternativi o originali per forza e’ puro conformismo , l’anticonformismo a tutti i costi e’ una brutta gabbia tale e quale al conformismo vero e proprio.
Quindi se mi viene voglia di dire o scrivere una cosa banale o ritrita io
la dico . E vaffanculo.

Beh. Sottoscrivo.

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10 Commenti

  1. Alcune postille al parallelo iniziale: in ogni campo la differenza fra professionisti e dilettanti non è data solo dalla qualità del lavoro, ma dal fatto che si ricoprano o no certi requisiti richiesti da chi organizza il lavoro/sport/spettacolo richiesto. Tali gatekeeper (che ognuno può identificare in chi meglio crede) decidono chi può passare, in maniera remunerativa per l’interessato e per lo stesso organizzatore, da un livello all’altro. Per quanto riguarda i blog, questo non avviene, non esiste nessuna figura che si possa intromettere nel processo di pubblicazione di un blog e dire: “Io ti dò la possibilità di mostrarti di fronte a mille persone” oppure “No, non ti dò questa possibilità, la dò ad un altro (per questo questo e quest’altro motivo – condivisibile o meno in base alla propria etica)”. In somma, se uno è bravo a scrivere, ora non ha bisogno più di nessuna sovrastruttura che gli permetta o gli impedisca di essere letto o meno, e questo può far comprensibilmente rabbia (o invidia) a chi a tale sovrastruttura è dovuto sottostare.

  2. …Scusate dove si firma per sottoscrivere??

    Poi il vero problema è che se gli dice la verità, che è questa e che è stata già ridetta 200 volte, fanno finta di non capirti fino a riproporre l’ennesimo articolo stracciamaroni sul nulla dei blog…

    XaB!

  3. Non è esatto kimota, lo dico condividendo parte della tua tesi. Tu confondi il calcio con la Gestione Manageriale del Calcio. Il Calcio esiste ad ogni livello ed è sempre uguale a se stesso, cambia lo scenario ma non l’essenza. “Ogni volta che un bambino fa rotolare un sasso, la Magia del calcio rinasce e si autoalimenta” Borges.
    Lo stesso vale per un ogni autore di contenuti, per ogni musicista. Cosa diversa è la distribuzione, i canali con cui si diffondono tali opere. La sovrastruttura starà cedendo (è stata attaccata e si è modificata) soprattutto grazie ad internet(me lo auguro siamo agli inizi va a sapere come va a finire) ma finora è sempre salda in poche mani o è ancora strutturata in “caste”. Essere in internet non è sinonimo automatico di visibilità (è un gran passo avanti ,chiaro), ma è ancora importante il ruolo di chi segnala (per amore o per interessi). Poi chiaramente uno se ne fotte e continua a divertirsi coi blog, col supertele, con i bongo etc etc

  4. Il paragone si pone solo se i tifosi di calcio cominceranno a confondere, o a preferire, la finale del torneo della sagra alla finale di Champion’s League. Cosa che invece accade puntualmente in libreria, dove la distinzione tecnico-qualitativa salta meno all’occhio e, giustamente, è molto più soggettiva.

  5. per el rocco: pur potendo essere d’accordo sul fatto che esista un Calcio ad ogni livello con essenza invariata (pur con tutte le critiche che tale posizione neoplatonica comporta), preciso allora che il Calcio su cui noi discutiamo, e che a noi importa, è quello che viene portato alla ribalta dallo sfondo parecchio indistinto dell’essenza. E’ una questione di informazione culturale (informazione non in senso comunicativo, me in senso formativo), di canali distributivi… E se Internet ancora non ha annullato questa differenza, direi che è un passo intermedio di certo molto significativo – poi bisognerà vedere come sarà sviluppato tale passo.

  6. concezione neoplatonica? si vede che non hai mai fatto notte fonda segnando al Brasile, Il Calcio è 1 indipendentemente dalla “sovrastruttura” ed è chi lo pratica il soggetto principale che gli da vita. Sono felice che concordiamo almeno sul passo intermedio

  7. il neoplatonismo de “Il Brogesso del Lunedì”. Ve lo meritate Scarpa, ve lo meritate!!!!

  8. Ma io Scarpa me lo tengo stretto, ci mancherebbe altro. Poi se uno scrive e scrive ogni giorno una cazzata gli può anche sfuggire (parafrasando una celebre frase di Michel Platini, detta durante un’intervista. Tanto per restare in area di rigore).

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