Rabbia e sudore

Siccome leggo su Repubblica che la tregua dal caldo sarebbe finita, e l’unica cosa che viene da chiedermi è di quale cazzo di tregua stiano parlando, so che così facendo presto il fianco agli inevitabili commenti di Rolli, Camillo e 1972, ma non posso fare a meno di segnalare cosa succedeva l’anno scorso, proprio di questo periodo:

Non conforta sapere che abbiamo raggiunto le temperature più alte da che esistono i termometri: i record sono fatti per essere battuti. Quello dell’afa, in particolare, esiste per essere superato ogni anno nel sommario dei telegiornali: immagino che la trasmissione di un minimo sindacale di minuti di immagini di gente che si butta nelle fontane cittadine sia fissata per contratto. Quest’anno però sento di poter affermare senza tema d’essere smentito che fa un caldo bastardo come non mai. Leggo che Milano ha raggiunto i 42 gradi. E che, solo nel circondario di questo microonde asfaltato, dieci anziani hanno raggiunto il punto di cottura. Vorrei poter essere Oriana Fallaci, che ha come nemici concetti generici (i musulmani, i comunisti, i monsoni), per potermela prendere sommariamente con il caldo. Eppure le colpe sono chiaramente identificabili: hanno il nome e il cognome di un cretino, l’unico tra i leader dei 55 paesi responsabili del 55% delle emissioni inquinanti, che non ha ratificato il protocollo di Kyoto. Il trattato prevedeva la riduzione puramente simbolica del 5,2% dei gas serra entro il 2012, sulla base dei valori del 1990. Il cretino in questione, l’ex petroliere George W. Bush, presidente di uno stato responsabile da solo del 25% dei gas nocivi, ha precisato che, al contrario, l’emissione dei gas serra “made in Usa” nel 2010 sarà superiore del 30-40%. Osama Bin Laden è un dilettante, in confronto, nella pianificazione di stragi di innocenti: le fallaci letterate da esportazione si indignano solo in caso di stermìni per motivi religiosi. Non troveranno mai, invece, le motivazioni per scrivere: “Io trovo vergognoso mandare a puttane un pianeta per questioni economiche”.

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16 Commenti

  1. Devo pensarci un attimo. Agli inevitabili commenti di Rolli, Camillo e 1972 aggiungerò anche il mio.
    Penso che stasera lo metterò in rete.

  2. Il grande vantaggio d’aver memoria ed un buon archivio. Ma perchè invocare il pensiero italoamericano? Con questo caldo a sentir le fanfare…

  3. Crudelia, lo so che è quello il tuo scopo, è talmente evidente, quasi sfacciato.

    Non avrai mai il mio click.

  4. Forse non era inevitabile ma certamente può essere utile un piccolo commento per chiarire qualche punto: secondo la Costituzione americana un trattato come quello di Kyoto deve essere ratificato dal Senato, non dal Presidente. Il Senato americano votò contro Kyoto 95-0. Quel che sconvolgerà i tuoi piani è che il Presidente americano all’epoca di quel voto non era Bush, bensì il liberal Bill Clinton il quale fece ben poco perchè le cose andassero diversamente. Sul merito del trattato ci sarebbe molto altro da dire ma lo farò magari qualche giorno sul mio blog. Quel che è importante qui è che, se proprio non ce la fai a non dare del “cretino” a un americano, allora al massimo lo dovresti fare nei confronti di Clinton e di 95 senatori democratici e repubblicani. Ma non di Bush che si limitò ad applicare una decisione già presa.
    Sulla tua osservazione su Bin Laden e le pianificazioni di stragi di innocenti invece meglio stendere un pietoso velo. Si commenta da sola.
    Un saluto.

  5. Eccolo qua.
    1972, non è come tu dici.
    Il trattato di Kyoto venne firmato dal Presidente Clinton nel 1997.
    Clinton non portò mai, colpevolmente, ma come molti altri paesi, a ratifica questo trattato.
    Il suo successore, il presidente Bush, per bocca del suo, ormai ex, portavoce Ari Fleisher, affermò, il 29 Marzo 2001 che “”Il
    presidente è stato inequivocabile. Non appoggerà il protocollo di Kyoto. Non
    rientra negli interessi economici degli Stati Uniti”.
    Il 95 a 0 a cui ti riferisci tu non è il risultato di un voto sull’adesione degli stati uniti al protocollo di kyoto, bensì di una risoluzione, non vincolante, approvata prima della firma del protocollo stesso.
    Con quel voto i senatori affermavano che “non avrebbe sostenuto alcun
    accordo sul riscaldamento globale che non imponesse ai Paesi in via di
    sviluppo gli stessi vincoli imposti a quelli industrializzati.”
    Questo fatto, fino a prova contraria, non è, soprattutto perchè trattasi di decisione “non vincolante”, la bocciatura all’adesione agli accordi di kyoto.

  6. Mi pare scientificamente un po’ fuoriviante dare la colpa del caldo estivo alla mancata ratificazione del protocollo di Kyoto da parte degli USA, considerando il fatto che nonostante le numerose adesioni e ratifiche (tra queste anche quella dell’Italia) pochissimi paesi lo stanno applicando. Parlare di stragi è una bella boutade e nulla più.

  7. Per Gabriele. Non ho capito bene. Clinton non diede seguito al trattato nè si adoperò affinchè venisse approvato dal legislatore. Il Senato si espresse contro 95-0. E la colpa della non adesione sarebbe di Bush? Se me lo puoi ripetere perchè temo di essermi perso qualcosa.

  8. 1972, hai bisogno di un disegnino?
    Clinton lo firmò, ma non lo sostenne.
    Bush lo affossò definitivamente facendosi forte di una votazione non vincolante precedente alla creazione dello stesso accordo di Kyoto.
    Insomma, prima di Bush, gli Usa erano in ritardo nella ratifica, ed erano anche in buonissima compagnia, dopo Bush hanno scelto di non dare alcun seguito a quel progetto.

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