Aveva ragione Cè

Lo so che rischio di scatenare un pandemonio. Ma lasciatemelo dire. Cè aveva ragione. O meglio, aveva ragione nei primi cinque secondi della bagarre. Che il presidente Fiori lo interrompesse per invitarlo a moderare i termini del suo discorso è un fatto assolutamente inconcepibile. Un parlamentare può dire quello che vuole e la prassi è sempre stata rispettata. Dire “Roma ladrona” (non entro nel merito, ma i leghisti di scemate ne dicono di molto peggiori) non è consentito? E chi lo ha deciso? Berlusconi ha detto che i politici di professione sono dei ladri. Non risulta che Fiori gli abbia mandato un telegramma invitandolo a moderare i termini. Cè poteva dirlo, a mio giudizio, senza doversi preoccupare della sensibilità politica ed istituzionale di Fiori. Poi da quel momento è stato tutto un susseguirsi di imbecillità. Urlare fascista al presidente non è carino, rifiutarsi di uscire dopo l’espulsione non dimostra accettazione delle regole democratiche. Il bavaglio è una buffonata. Insomma, il dopo è una cosa tutta leghista. E vederli litigare, spero che me lo consentiate, mi ha fatto godere. Ma sul prima c’è un chiaro elemento di indimidazione che non è accettabile.

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18 Commenti

  1. Ho pensato anche io la stessa cosa, vedendo i servizi tv. L’intervento censorio di Fiori era puro fascismo. Ma ho avuto una ulteriore impressione: che fosse tutta una combine.

  2. I care … Yes I care. Per un momento mi sono illuso che gli dessi ragione nel merito … Che sostenessi anche tu che quella legge fa cagare nel merito, perchè dietro c’è il solito impiccio dei palazzinari col naso riccio alla Altan in combutta coi vecchi dildi del potere romano. Come dice anche Bocca (Repubblica di oggi). No. L’oggetto è il sacrosanto diritto a manifestare il pensiero con tutte le locuzioni possibili. Come quando all’assemblea di condominio si rispetta l’ex – magistrato del terzo piano che si incazza col portiere che non porta mai la divisa, fuma, puzza e non controlla chi entra e esce. Tanto chi se lo fila il trombone? Però bisogna farlo parlare. Insomma quando la forma è vuoto e il vuoto è forma. Quello che è ridicolo è che questi armano un casino del genere in parlamento dopo aver appoggiato la Gasparri … e il lodo Schifani … e i condoni … e ..

    Tante cose.

  3. Senza scatenare putiferi o pandemoni, mi permetto di dissentire: Ce’ aveva torto anche nei primi cinque secondi.
    Perche’ la Camera dei Deputati non e’ un luogo qualunque: anche se laico e’ un santuario, e’ un tempio dello Stato. E, come in una chiesa, si richiedono un abito, un comportamento, un linguaggio adatti, consoni alla dignita’ del luogo.
    I leghisti sono (purtroppo) liberi di esprimere le loro povere convinzioni in molti modi, fra i quali non ultima la danza tribale in piazza guidata dal ministro Castelli. Ma l’insulto, in un’aula parlamentare, non deve, non puo’ entrare; ogni volta che il linguaggio e’ trasceso (anche in occasione di gazzarre contrapposte) il Presidente di turno e’ sempre intervenuto con le misure repressive previste dal regolamento; e, se non l’ha fatto, ha sbagliato.
    Publio Fiori, ex DC corresponsabile del sacco di Roma, non mi sta affatto simpatico. Ma se per una volta l’ha fatta giusta (anche se concordata, anche se per sbaglio), possiamo anche avere la signorilita’ di riconoscerlo…

  4. la tendenza peggiore è che ormai all’utente televisivo arriva solamente quello che viene discusso quanto i nostri rappresentanti si insultano, si accapigliano, fanno bella mostra di sè telecamerazzandosi per giustificare la propria attività. ma perchè ormai i problemi sono legati al come ci si dice le cose? perchè destra e sinistra continuano a parlare con i verbi al passato? ma cos’è? una gara a chi ha più ragione? e le cose importanti, quelle che passano sottovoce per assenteismi, patti, schifezze e piani prestabiliti, contano meno? Se uno a messo al proprio posto un altro che insulta, ok. Ma chi se ne frega. C’è già qualcuno che cerca di farci guardare da un’altra parte per non far cadere la nostra attenzione sulle cose vere.

  5. Regolamento della Camera
    art. 59, comma 1: “1. Se un deputato pronuncia parole sconvenienti oppure turba col suo contegno la libertà delle discussioni o l’ordine della seduta, il Presidente lo richiama nominandolo”.
    Non so quale sia l’esperienza parlamentare di Sabelli Fioretti. Per quel che so io, il presidente della Camera richiama SEMPRE il parlamentare che si rende protagonista di intemperanze. Che poi è ciò che ha fatto Fiori inizialmente. Cè risponde al richiamo di Fiori: “Non mi deve interrompere”? Col piffero, che non ti deve interrompere.
    Tutto il resto è stato provocato da Cè.

  6. Tutto il casino ha avuto l’effetto di sviare l’attenzione dalla più colossale operazione di svendita del patrimonio dello Stato mai effettuato in occidente. Domani molti enti si troveranno a dover pagare un affitto per dei locali che prima erano di loro proprietà.
    A chi giova tutto ciò? Forse i leghisti sbaglieranno nel metodo ma qualche ragione nel merito ce l’hanno!

  7. [fuori tema, piccola curiosità estemporanea: poi Gianluca Neri un giorno mi dovrà pur spiegare in base a quale criterio io dovrei dare importanza alle email che un paio di volte mi ha inviato (ed alle quali ho sempre risposto), quando alle mie email nel giro di un anno non ha mai dato cenno di cortese riscontro. Ed anche se non me lo spiegherà, andrà bene lo stesso: anche quella sarà una risposta. L’importante è che ora e qui sia chiara la mia domanda.]

  8. Con pieno disgusto per le indifendibili Cravatte Verdi, l’osservazione di Claudio è corretta. L’affermazione “Roma ladrona” non può oggettivamente essere considerata turbativa del dibattito parlamentare. Il resto è una gara a chi sputa più lontano tra cugini, e per quanto possa compiacermi vederli litigare, mi dispiace per l’istituzione parlamentare su cui inevitabilmente tutti quegli sputi ricadono.

  9. non credo al contrario di Slowhand che la Lega ritenga la Camera dei Deputati, che “noi” poveri mortali scriviamo ancora con la lettera maiuscola, un tempio dello Stato nel quale ognuno deve vestirsi e atteggiarsi con comportamenti consoni all’ambiente, perchè la Lega il senso di quell’ambiente non ce l’ha, e mai lo avrà. quindi perchè dare torto o ragione al leghista? se gli permettiamo di entrare nel “nostro” Parlamento dovremmo anche permettergli di dire quello che pensa come ogni democrazia detta! no?

  10. Ha ragione lei, Romeo. In effetti io inquadrerei l’affermazione più che altro nell’ambito del successivo art. 60, comma 1, che prevede la possibilità eccezionale di espulsione immediata (come dire: in prigione senza passare dal via), “[…] se un deputato ingiuria uno o più colleghi […]”; il tutto, atteso che nell’espressione “Roma ladrona” la parola “Roma” si riferisce evidentemente alla classe politica romana, e quindi in primo luogo ai parlamentari. Non richiamo iniziale, dunque, ma espulsione diretta.
    Tuttavia, sono il primo ad ammettere che stiamo trattando di quisquilie, e sono del tutto d’accordo con chi, più sopra, lamenta una maggior attenzione per i fatti di sostanza (svendita del patrimonio dello Stato).

  11. Ci sono dei luoghi dove le parole devono essere misurate per rispetto, non posso permettermi di bestemmiare in chiesa anche se sono libero di farlo nel privato della mia casa.
    Cè ha ragione perchè non fa altro che esprimere il sentimento dei molti elettori che vedono in Roma capitale e sede delle istituzioni un luogo di sperperi di denari pubblici. Non c’entrano nulla i romani.
    Ha detto una cosa sacrosanta che io, che non sono mai stato di centrodestra, condivido appieno credo assieme a milioni di italiani.
    Sapete quante sono le persone che si augurano un kamikaze a montecitorio ???

  12. i romani c’entrano se impediscono i finanziamenti per roma capitale,se vogliono un federalismo devastante per il “non-nord” con problema senato e riforma annessa,se vogliono un’intera rete televisiva ,etc, etc., altrochè se c’entrano i romani.

  13. ovviamente il soggetto è riferito ai leghisti ed alle loro affermazioni, che non sono solo parole ma corrispondono anche a fatti e le conseguenze le pagano i romani. non sono stato molto chiaro

  14. La cagnara accaduta alla camera potrebbe far ridere, in realtà c’è da piangere a pensare che questi personaggi ci governano.

  15. Usi termini piu’ moderati.

    Tutto qui, Fiori era a ricoprire l’incarico e doveva dire qualcosa. Per forza.
    Per l’articolo 59, credo valga nel momento in cui chi fa “casino” non sia la persona che ha parola. Altrimenti chi decide cosa puo’ e cosa non puo’ essere detto?
    Idem con patate per l’art.60. Un deputato parla e viene sbattuto fuori per aver detto delle parole sbagliate? Ma non si chiama Parlamento perche’ e’ il luogo in cui si “parlamentano” le proprie idee?

    Semmai il discorso andrebbe puntato sulla “decenza”. Dire Roma Ladrona esprime un concetto per stereotipi. Nell’immaginario italiano, Roma e’ la capitale della burocrazia, degli sprechi e del magna-magna… in poche parole “roma ladrona”. In cui sono compresi tutti i parlamentari ITALIANI che rubano e si arricchiscono grazie alla loro posizione politica. Nord centro e sud, senza distinzione. Destra e sinistra.
    Non viene insultata Roma ed i Romani.

    Io almeno, da Romano, non mi sento insultato per l’espressione “Roma ladrona”.

    Semmai, da cittadino onesto, mi sento insultato per ogni nuovo condono… o dalle nuove leggi limitative della privacy (Leggi: Urbani), o ancora dalle tasse inique e non basate sul reddito. Pago il 23% di tasse. Con la proposta del Governo, paghero’ il 23% di tasse per vivere in un paese con meno servizi sociali e piu’ spese.

    Questo mi insulta. Non l’On. C’e’

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