Qui si parla del Fappening, di sesso, e ci si chiede se esiste una differenza tra rubare e diffondere delle foto rispetto al solo averle guardate

Cara Jennifer Lawrence, la risposta giusta non era Chi ha guardato quelle foto ha commesso una violenza sessuale, perché non è vero e perché esagerare quando hai ragione fa sembrare che tu non le abbia, quelle ragioni; la risposta giusta era: “Quelle foto erano per il mio fidanzato, e voi non avreste dovuto avere la possibilità di guardarle. Era un mio diritto farle e non era un vostro diritto guardarle. L’avete fatto e, beh, chissenefrega: spero almeno vi siano piaciute e che abbiano rappresentato un grande evento per la vostra vita, perché nella mia era solo un martedì”.

Aggiornamento:

In risposta a Daniela, che qui risponde a questo mio post e, dopo averlo fatto, aggiunge “Vabbè, ora ammazzami”, e non sa che è l’ultima cosa che mi passa per la testa.

Il punto, Daniela (ma anche Giulia) è che tu rispondi come se io avessi detto le cose che contesti. Ma non l’ho fatto. Anzi. Avevo corredato il tutto di un’insolita serie di premesse, per essere una cosa che ho scritto io.

Per dire, alla terza riga c’è già un “hai ragione”. Segue un “non avreste dovuto avere la possibilità di guardarle”, ribadito da un “non era vostro diritto guardarle”, e chiudo con un invito a farsi una vita meno da sfigati. E non consideriamo nemmeno tutte le distinzioni che ho poi fatto nei commenti a chi rispondeva andando fuori tema come hai fatto tu.

Il punto – credo di stare ripetendolo per la boh, centesima volta? – non era che a) non è bello guardare le foto di altre persone nude se queste non intendevano diffondere quelle foto; b) non solo non è bello, ma nella maggior parte dei paesi è anche reato; c) la violazione, ad esempio, è uno di questi; e) il fatto che uno sia popolare non dà diritto a nessuno di permettersi di fare e dire cose che non farebbe con un qualsiasi altro essere umano.

E siccome queste cose le dico e scrivo da tempo, mi sembra perfino strano doverle ribadire in forma di lista.

Ciò che io contestavo erano i pesi sbagliati che, nella concitazione del momento, sono stati dati a due azioni entrambe gravi ma sicuramente gravi in maniera diversa. Aggiungevo, però, che era assolutamente giusto che chi era stato oggetto della violazione la pensasse così, ma mi aspettavo qualcosa di diverso dai commentatori che, come la giustizia, dovrebbero aspirare al giudizio obiettivo che si dovrebbe avere quando non si è coinvolti direttamente in ciò che si sta giudicando.

Mi spiace quando si tenta di fare passare questo discorso per qualcosa di diverso. Lo so bene che esistono scemi in grado di strumentalizzarlo ma, malgrado tutto, ciò non toglie validità al discorso.

Volete che uno scriva chiaramente cose che quei particolari scemi dovrebbero dare per assodate? Eccole qui:

a) Jennifer Lawrence e qualsiasi altro mammifero al mondo sono liberi di farsi foto porno quando gli pare, e nelle posizioni che preferiscono, e di farle vedere solo a chi pare a loro;

b) Chi dice “E’ stata lei stessa per farsi pubblicità”, è una merda, e un cretino;

c) Chi dice “Se l’è cercata: poteva non farsi foto del genere. Io, ad esempio, non me ne faccio”, è una merda, e un cretino;

d) Chi dice “Con tutto quello che guadagna deve stare zitta: ha talmente tanti vantaggi che può tranquillamente sopportare qualche svantaggio dovuto alla popolarità”, è una merda, e un cretino.

Fatte tutte queste premesse, il punto resta questo: no, chi ha solo guardato quelle foto non ha commesso un atto grave uguale a quello delle persone che le hanno rubate e di quelle che le hanno distribuite. No, non è violenza, non c’era – come ho letto – la volontà di umiliare nessuno (a meno che, ribadisco, chi si fa una pippa su una qualsiasi foto di [nome di star hollywoodiana a caso] in bikini – ripresa da un paparazzo in un momento in cui non avrebbe gradito, magari struccata e sicuramente pensando a fatti suoi – non stia commettendo una violenza con l’obiettivo di umiliare. Lo capite, sì, che è una forzatura che va bene sulla bocca di Jennifer Lawrence, ma non sulla penna di chi commenta quel fatto? Ed è, per di più, una forzatura che non fa bene a fare passare l’idea che esistano tipi diversi di reati, alcuni più gravi, altri meno, e che è il concetto che sta alla base del comminare pene diverse in relazione alla gravità dell’atto commesso.

Se non passa questo concetto, se tutto è violenza, se tutto è il massimo del male che riusciamo a immaginare, allora quel male assurdo diventa un male normale. Se il cretino che fischia per la strada (e lo dice uno che non si è mai sognato di farlo ed è sempre abbondantemente schifato dalla cosa) diventa violenza sessuale, se a quel particolare cretino rispondiamo con la stessa foga e con le stesse armi che usiamo contro chi realmente commette un atto di violenza sessuale, io ho paura che i confini della violenza sessuale possano diventare meno chiari nelle teste dei meno portati a capire.

Qualcuno, su Facebook, mi ha chiesto: “usare un altro essere umano non consenziente come materiale da seghe non è una violazione?”. No, non lo è. A meno che tu non voglia condannare il me sedicenne per violenza su Phoebe Cates, Sophie Marceau e qualsiasi oggi ormai cinquantenne attrice starlette degli anni ’80 apparsa su Albo Bliz. Così, per fare notare che qualsiasi oggetto di una sega non è normalmente consenziente. Ma potremmo anche introdurre, volendo, l’obbiligo di notifica: “Ti stai masturbando su Jessica Alba? Ma gliel’hai almeno chiesto?”.

Se, invece, il problema è semantico, ovvero che cosa possa e debba essere legalmente considerata una “violazione sessuale”, dico: posto che esistono – è vero – posti in cui urinare in pubblico è considerato un reato sessuale, noi pensiamo che lo sia? Io, beh, no. Credo debba rimanere l’abisso che divide due azioni diversamente riprovevoli: rubare o diffondere quelle foto, e il solo averle guardate.

Tutto qui. Era questo il punto. Anche se so che non servirà, e ancora qui sotto ci sarà qualcuno che risponderà che no, guardare la vicina in topless è uguale uguale uguale a farsi trovare nudi nel suo letto a sorpresa.

Chiudo con una considerazione che, invece non ho fatto prima.

A me piacerebbe un mondo in cui il leak delle foto di Jennifer Lawrence non sia più una notizia. In cui la reazione media possa essere: “Beh, le avrà mandate al suo ragazzo o a chi pareva a lei, che c’è di male?”.

Perché l’idea che a me manda ai matti è che “ci sia qualcosa di male” in una cosa oggettivamente naturale e praticata da tutti come il sesso.

Insomma, le donne al mondo dovrebbero essere 3,5 miliardi, il che dovrebbe significare che su questo pianeta esistono almeno 7 miliardi di capezzoli femminili: prima o poi dovremmo imparare che è strano continuare a stupirsi di vederne.

Esiste qualcosa di peggio, secondo me, di quel porno rubato – in cui per lo meno la Lawrence era in una condizione di controllo della propria immagine, perché immaginiamo che se ha poi inviato le foto al ragazzo si sarà almeno sentita carina – ed è il porno nell’immagine qui di seguito, che invece è legale, pubblicabile, accettato. E fa danni – anche molto gravi – più della diffusione di un paio di belle tette.

ilveroporno

E ci sarà, certo, qualcuno che dirà che è un’ulteriore distinzione, benaltrismo che non aiuta. Ma poi io penso a cosa preferirei tra una figlia che fa sesso spesso e volentieri, in tutti i luoghi e in tutti i laghi, divertendosi a fare qualcosa che diverte e piace a tutti, documentando il tutto con audiovisivi a scelta in uso in quel particolare periodo storico, e una che allo specchio e in compagnia di altre persone si sente un cesso perché glielo dicono le copertine dei giornali e i siti internet, che è un cesso.

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