Strage di Erba, il vicino confessa: «Ero sempre più verde»

Una lite per rumori molesti, rancori non sopiti e soprattutto la fatale potenza di un noto detto popolare dietro il massacro nel Comasco.
Gli inquirenti: – Ci saremmo arrivati prima, ma eravamo concentrati sulle piste “mogli e buoi dei paesi tuoi“, “parenti serpenti” e “Bacco tabacco e Venere riducono l’uomo in cenere“-.
Decadenza del crimine italico: altro che esame del Dna, spesso basta Frate Indovino. La Lega Nord difende i coniugi Romano: “Sono padani onesti, hanno sgozzato quattro persone però non hanno portato via uno spillo”. Monta l’insofferenza del paese contro gli immigrati: “Adesso questi non si scomodano più nemmeno ad ammazzarci, e ci tocca di nuovo farlo da soli.”
Trasferiti nel carcere di Erba, gli accusati non sembrano ansiosi di uscirne: “I nostri vicini di cella sono pedofili tranquillissimi, adesso finalmente possiamo dormire.”

(tutti i testi di Lia Celi sono su Bendix)

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12 Commenti

  1. Lodo quanto scritto. Vorrei aggiungere altro, circa la potenza tragica di alcuni di questi protagonisti, ma mi astengo.Banale, ma il silenzio è la migliore forma di rispetto.

  2. Quelli di Erba son provinciali grossolani. Qui nel mio condominio della prima periferia milanese c’è tutta un’altra civiltà ed efficienza. L’altro giorno, per dire, mentre stavo compilando un modulo per l’adozione a distanza, la vicina ha cominciato a sbattere sul muro urlando di far star zitto il bambino.

  3. Ma no, la Franzoni non avrebbe mai avuto il cuore di uccidere un adulto.

    Oh. Leggo ora su televideo che stasera, in Val Trompia, un giovine figlio di un ex industriale del tondino e attuale consigliere comunale della Lega, è tornato a casa dopo una serata al bar cogli amici e non ha ucciso il padre. Il giovine pare si chiami Pietro Masoch.

  4. Non capisco perchè ti astieni, morosita, e non credo nemmeno che il silenzio sia una forma di rispetto, in questo caso. A me invece piacerebbe leggere da qualche parte, o tentare di capire, come sia possibile che si arrivi a questo. Come sia possibile che l’umana convivenza sia diventata una contraddizione in termini.
    Rispetto e dolore per chi è morto, certo. Ma non il silenzio. Non su una cosa così enorme.

  5. Hai ragione,rab,sante parole.
    è che non credo arriverei mai a interpretare i pensieri e gli occhi di quel padre.
    Non so, mi è tornata in mente la vicenda dei coniugi Green, del padre per l’appunto.
    E’la tragedia sublimata in un rapido tempo e il dolore diventa altro. Ecco, forse è questo che non volevo dire. Ho detto sublimata, attenzione, non superata e ho detto altro, non “cosa”.
    e grazie per la spinta, rab

  6. Di nulla, morosita. magari nemmeno ne avevi bisogno.
    Ad ogni modo, un paio di articoli su repubblica di oggi (galimberti e romagnoli) e lo speciale su repubblica radio, qualcosa hanno affrontato. Forse è poco, ma per me sono un (piccolo) aiuto rispetto a quello che è successo. Ovviamente, non una consolazione. Ciao

  7. Ma delle scuse pubbliche della città di erba ne vogliamo parlare o no?
    Dei giornalisti cacasentenze?
    Della banda di criminali mandata(e poi nemici) dal padre del bambino?
    Della benzina buttata sul fuoco dell’intolleranza?
    Non una parola?
    Se due ragazzini minorenni uccidono la madre di lei e il fratellino poi danno la colpa ad una banda di immigrati,noi cadiamo dal pero quando succedono certe cose?

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