I dubbi della bioetica: se l’embrione è un essere umano, perché somiglia tanto a Sandro Bondi?

Aspetto molliccio, testone glabro, incapacità di vivere e di pensare autonomamente: difficile riconoscere dignità umana a un essere siffatto, specie se fa pure il coordinatore di Forza Italia. Anche il neobigotto Giuliano Ferrara si schiera in difesa del concepito: “Un feto di ventun giorni ha un’anima: io la mia l’avevo già venduta a due settimane”. Buttiglione minimizza l’importanza delle cellule staminali, in grado di trasformarsi a seconda delle necessità: “Noi diccì lo facciamo da sempre, e non abbiamo mai guarito nessuno”. Chiamati a scegliere tra fecondazione medicalmente assistita e sterilità religiosamente imposta, gli italiani cominciano a invidiare gli embrioni: non fanno un tubo, non pagano tasse, e I politici si fanno in quattro per loro. Il ministro Pisanu annuncia nuove misure per scoraggiare il turismo procreativo: negli aeroporti verrà installato il “fetal detector”, per smascherare le italiane che tornano dall’estero dopo un concepimento in provetta. Intanto gli scienziati digiunano contro l’informazione carente sui referendum del 12 giugno, ma il governo fa spallucce: “Dopo i nostri tagli alla ricerca, per loro morire di fame è un’abitudine”.

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3 Commenti

  1. Satira… d’accordo… ma per quanto ne so l’anima di ferrara è in commercio da anni… sa la sono passata il partito comunista , quello socialista (con una parentesi nella cia…) , zio silvio… ora ci manca solo il ferrara radicale… bah…

  2. Per i pochi in italia come me che con queste cose ci dovrebbero lavorare,quello che è stata la legge 40 sin dalla sua ideazione ha l’apocalittica portata di uno di quei simpatici uragani americani che non possiamo fare a meno di guardare con stupore e ammirazione comodi nelle nostre poltrone mentre divelgono le pool house a prova di terremoto e tasse sulla proprietà tanto care agli americani.
    In italia non posso e nono potro’lavorare, il referendum ha un destino segnato da tutti i suoi predecessori affossati dall’astensionismo (ora diventata tattica prima dei fautori del no che vogliono salvarsi la faccia quando i greci vedevano nel voto non più un diritto ma un dovere del cittadino 2000 anni prima di ruini volontariamente senza maiuscola)che come tanti piccoli lemmings ci insegnano la strada futura non solo del referendum ma di ogni tentativo di divenire parte attiva della politica di questo paese che, prima o seconda repubblica che sia, è ancora in mano ai soliti poteri forti. In italia ci sarà anche il desiderio di una modernizzazione non dico all’avanguardia,ma almeno al livello di un qualsiasi paese in via di sviluppo solo che, finchè continueranno a farla da padrone le solite gerontocrazie storicamente consolidate.
    Per noi biotecnologi l’unica speranza è emigrare,ma non è un problema solo nostro, questo come altri, è un referendum sulla civiltà

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