De blogis eloquentia

O sono la solita ingenua o qui i conti non mi tornano.
La bravissima e sempre attenta Proserpina ci ha proposto la notizia secondo la quale i giornalisti (o per lo meno alcuni di quelli riunitisi nella splendida cornice organizzata per loro in terra di Puglia) avrebbero nominato la parola blog.
Un primo riconoscimento dite voi. Ecchissenefrega dico io.
Voglio dire, cui prodest? I blogger con la vena del giornalismo continueranno né più e né meno a fare informazione, con o senza il beneplacito degli ufficiali detentori del titolo. Gli altri (ossia la maggioranza, ossia tutti quelli che di fare giornalismo non gli passa nemmeno per l’anticamera del cervello), continueranno ad infestare la rete con le loro depressioni, le loro ansie, la loro creatività altrimenti inespressa (si si, io rientro nella categoria scassapalle a base di depressioni quotidiane e parlo per pura invidia gne gne gne).
Passando dal faceto al serio (??!) qui un dubbio mi assale. Non è che fra gli entusiasti della faccenda “riconoscimento da parte della categoria” si celino tutti i famigerati elettori del Berlusca (da qualche parte devono pur essere!) che sperano così di veder spuntare magicamente i promessi posti di lavoro?
Ragazzi non vi illudete. Sarete blogger-giornalisti aggratisse. Ma se ci tenete davvero, i miei migliori auguri. Alcuni di voi le carte in regola a parer mio le hanno.

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