Una cosina da dire a Mediaset…

Io non ho alcun tipo di pregiudizio verso Mediaset. Sono ben conscio del fatto che l’azienda sia di proprietà del nostro attuale Presidente del Consiglio, ma mi adopero affinché questo dato di fatto non influenzi il mio giudizio riguardo alla qualità della programmazione ed alle competenze dei professionisti che vi lavorano. Ritengo che Mediaset, tanto quanto la Rai, abbia contribuito (nel bene e, inevitabilmente, anche nel male) allo sviluppo culturale di questo paese. E così come credo che il consiglio di amministrazione della Rai abbia bisogno di una disinfestazione dalle pedine politiche a favore di onesti mestieranti che abbiano dimestichezza tanto di numeri quanto di televisione, allo stesso modo reputo necessario che nel valutare Mediaset nel suo insieme sia necessario discernerne il ruolo politico. Prendo atto con piacere (ma non senza una moderata preoccupazione) del fatto che, in alcuni casi, Mediaset si è fatta carico di assolvere il ruolo di servizio pubblico che sarebbe stato di competenza della tv di stato, e che, spesso, mentre in Rai la satira veniva imbavagliata, sulle reti del biscione voci dissenzienti o fuori dal coro hanno avuto senza problemi spazio e libertà di espressione. Per finire, e per evitare fraintendimenti, convengo che un’azienda è costituita da persone, a cui si farebbe un torto se ne giudicarle tenessimo conto dell’influenza del padrone in campo politico ed economico, a scapito delle rispettive idee ed identità. Fatte queste premesse, credo fermamente che la persona che ha deciso di programmare serie di casa agli Emmy Awards come X-Files, Ally McBeal e I Soprano d’estate, spesso a tarda ora, sia un’incommensurabile testa di cazzo.

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