La Lista di Ulisse

Avevo voglia di leggere una bella storia, e ne ho trovata una. Alla fine sono stato fortunato: era proprio bella. Talmente tanto che mi sono messo a tradurla per poterla condividere con voi.

E’ l’11 maggio del 2014 quando Yoinkie2013 apre Reddit e, in “AskReddit”, una delle aree del sito più frequentate, trova il post di un altro utente che pone una semplice domanda: “Qual è una storia che muori dalla voglia di raccontare? Fallo”.

Yoninkie2013 non se lo fa chiedere due volte, e inizia a scrivere:

Quando avevo 15 anni sono scappato di casa perché ero arrabbiato con i miei per una ragione che ora nemmeno ricordo. Non avevo molto denaro, quindi decisi di saltare sullo Skytrain (il treno del trasporto pubblico nella British Columbia) e andare più lontano che potevo. Raggiunsi il capolinea in meno di un’ora, così decisi di rifare il percorso all’indietro, mentre cercavo di formulare una specie di piano di come avrei voluto vivere il resto della mia vita senza i miei genitori o chiunque altro. All’ultima fermata, o alla prima fermata, a seconda di come la guardi in prospettiva, una ragazza venne a sedersi dietro di me. Non le dedicai molta attenzione, all’inizio, perché ero impegnato a scrivere il mio piano su un tovagliolo di carta. Fu qualche minuto dopo che si alzò e venne a sedersi accanto a me, curiosa di sapere che cosa stessi scrivendo. Le raccontai la storia, e dopo averne riso un po’ iniziammo a parlare di tutto e di niente. Si chiamava Amanda, aveva 17 anni, ed era assolutamente meravigliosa. Mi disse che sarebbe scesa all’ultima fermata, che era anche la prima, sempre a seconda di come la guardi. Era anche la fermata a cui ero salito originariamente, e le dissi che ci saremmo arrivati assieme. La corsa durò meno di un’ora, ma che ora stupenda!

Quando la fermata arrivò, sapevamo entrambi che probabilmente non ci saremmo mai più visti (tutto questo succedeva prima dell’era dei cellulari, e io ero un ragazzino timido che non avrebbe mai preso l’iniziativa). Quando arrivammo alla fine del marciapiede, che si biforcava e proseguiva per due direzioni diverse, lei andò a destra e io a sinistra. Prima di salutarmi si girò verso di me e mi pose una domanda che diventò meravigliosamente parte della mia vita; mi chiese “Mi dici qualcosa che hai fatto o vorresti fare e che vorresti io facessi? Può essere qualsiasi cosa, impegnativa quanto vuoi, oppure facile. Se mi concederai il resto della vita per riuscire a farla, io prometto che la farò”. Io ero confuso sul motivo della cosa, ma comunque ci pensai e le dissi “Canta una canzone acappella in una stanza piena di sconosciuti”. Lei disse “Perfetto!”, poi chiese se anche io avessi voglia di una sfida. Le risposi di sì, e lei disse “Leggi, dall’inizio alla fine, l’Ulisse di James Joyce”. Io a quei tempi non lo conoscevo, ma risposi che andava bene, e poi ci salutammo.

Io ho una pessima memoria, e non riesco a ricordare la maggior parte delle conversazioni che intrattengo con la maggior parte delle persone. Ma quell’incontro ricordo tutto chiaramente. E sapete grazie a cosa? Grazie alla sfida che mi ha lanciato. Nei 12 anni che sono trascorsi da allora ho iniziato a leggere quel libro almeno 150 volte. Ogni volta che apro le 780 pagine di quel libro mostruoso ripenso a lei, e ogni volta ripenso a quel giorno. Non sono sicuro che questo fosse il suo intento, ma con quella sfida mi ha lasciato un ricordo che dura nel tempo. E di lì a poco ho capito che aveva fatto per me una cosa meravigliosa e stupenda. Quindi ho deciso di continuarla. Ho incontrato parecchie persone che non conoscevo, nella mia vita; alcune sono diventate amiche mentre altre no, a causa della distanza e altre cose del genere. Ma non voglio incontrarle e poi lasciarle andare. Voglio ricordare questi incontri, e aprirmi totalmente al fatto che sono avvenuti. Così, ogni volta che lascio qualcuno che ha avuto un forte impatto nella mia vita, mi assicuro di aggiungerlo alla mia Lista di Ulisse. Gli chiedo di lanciarmi una sfida, facile o difficile a seconda di cosa preferisce, che sia una cosa già intrapresa o ancora da affrontare; semplicemente qualcosa che nel suo cuore ha sempre voluto fare.

Alcune cose sono state facili e divertenti. Nove anni fa in India ho conosciuto un uomo che mi ha chiesto, per una settimana o un mese, di comprare e cucinare il doppio del cibo che avessi intenzione di mangiare, e poi darne l’altra metà a uno sconosciuto che ne avesse bisogno. Ho completato quella missione 8 anni fa, e per tutto il tempo ho pensato a quell’uomo. Sei anni fa ho incontrato in crociera una ragazza che mi ha chiesto di tuffarmi in un qualsiasi specchio d’acqua, in un giorno abbastanza freddino, senza prima toccare l’acqua per verificarne la temperatura. L’ho fatto quello stesso anno. Ho incontrato una coppia, a un festival di musica all’aperto, che mi ha chiesto di indossare l’abbigliamento più stravagante che potessi immaginare, e poi camminare in un posto pubblico dando l’impressione di essere assolutamente ignaro del fatto di essere vestito in modo strambo. L’ho fatto il giorno dopo, a quello stesso festival.

Alcune sono state difficili, a dir poco: tre ragazzi che ho incontrato a Amsterdam e con cui avevo fumato la notte intera mi hanno chiesto di andare al mercato e fare 10 regali a 10 sconosciuti. Mi ci è voluto un sacco di coraggio per questa, ma l’ho realizzata più o meno un anno dopo averli incontrati. E’ stato snervante, ma allo stesso tempo esilarante, uscire dalla mia comfort zone. Una ragazza incontrata in aereo mi ha chiesto di fare skydiving, e questo non l’ho ancora fatto. Una coppia che ho incontrato sulla spiaggia a Cali mi ha chiesto di dire alle 5 persone che odio di più che in realtà le amo e le rispetto. Questa è stata davvero difficile a causa del mio orgoglio, ma sono andato vicino a completarla parecchie volte (ci sto ancora provando, mancano due persone).

Altre cose hanno invece lasciato nella mia vita un segno che resterà per sempre. A un festival musicale ho incontrato una ragazza che mi ha chiesto, ogni volta che mi fossi arrabbiato con qualcuno, di andarmene via, cantare per 5 minuti la mia canzone felice nella testa, poi tornare da quella persona con il cuore e la mente liberi e risolvere la questione. Una volta ho incontrato un uomo, nella palestra di un albergo in cui stavo, che mi ha detto “Ogni volta che il tuo corpo e il tuo cervello ti suggeriscono che sei esausto e non ce la fai più… Usa al loro posto il tuo cuore, e sputa fuori altre due serie di quello che stavi facendo”. Ne ho fatto il mio motto per quando mi alleno, e sto affrontando qualsiasi tipo di estenuante esercizio a che induce il mio corpo a chiedermi di smettere. Lo uso in qualsiasi occasione, anche quando sto studiando. Uno dei migliori consigli che mi siano mai stati dati.

Ci sono state altre cose che hanno portato gioia nella mia vita. Ho parecchie sfide ancora da affrontare, e ogni volta che penso a uno di questi compiti, penso alla persona che me lo ha dato. Mi sorprende quanto bene mi ricordi di queste persone, mentre invece non riesco a ricordare molte successe addirittura ieri. Da queste esperienze non traggo solo una “missione” o una “sfida”, ma ricavo un ricordo di quelle persone che non svanisce mai.

Ho aperto la mia copia dell’Ulisse probabilmente per la trecentesima volta, ieri, e ne ho lette alcune pagine, cosa che mi ha spinto a venire qui e condividere la mia storia con voi, oggi. Sono alle 30 pagine finali, conosciute anche come le più temute da leggere (nelle ultime 40 pagine James Joyce non usa un singolo segno di punteggiatura; niente punti, niente virgole, niente di niente; 40 pagine con un’unica frase continua).

Non ho mai più rivisto Amanda dopo quel giorno, e nemmeno so se ha mai avuto l’occasione per cantare una canzone in una stanza piena di sconosciuti. Ma quello che so è che mi ha fatto un regalo che non ha mai smesso di essere nuovo e utile. Quindi, ovunque tu sia, grazie per avermi dato la Lista di Ulisse. E giuro che finirò di leggerlo, un giorno. Il miglior consiglio che posso darvi? Fatevi la vostra Lista di Ulisse.

6948 persone votano positivamente la storia raccontata da Yoinkie2013, il post finisce in prima pagina, lo leggono centinaia di migliaia di persone e 20 di queste gli regalano un mese di abbonamento al sito, come si usa fare su Reddit quando qualcuno ha scritto una cosa che ti piace proprio tanto.

Ma è il commento di un utente chiamato ThatGuyWhoAte che regala un ulteriore colpo di scena alla storia:

  • Che anno era quando avevi 15 anni? Conosco una ragazza di nome Amanda che ha una storia davvero davvero simile.
  • 2000! E’ di Vancouver? Se in qualche modo è lei, ti amerò per sempre. Ho sempre desiderato rivederla per tutti questi 14 anni.
  • Aveva 16 anni nel 2000. Ma si è trasferita da Vancouver in Georgia 4 anni fa. Potrebbe essere lei. Come ti chiami tu? Provo a farle una chiamata.

Gli altri utenti, nel frattempo, commentano:

  • Per favore, per favore, per favore, fa che sia vero…
  • Voglio crederci!
  • Oh cristodio, quanto vorrei che fosse vero.
  • Se fosse vera, il film di questa storia sarebbe perfetto!
  • E’ una storia talmente bella che proprio non sembra vera.
  • Vera o no, mi ha fatto venire voglia di provare qualcosa di nuovo.

Alla fine, Yoinkie2013 scrive un nuovo post:

Mi mancano le parole in questo momento, e sono in soggezione di fronte al potere dell’universo. Scrivere questa storia era per me solo un modo di rivivere quel momento della mia vita, condividerla con altri e magari aiutarli in qualche modo (o comunque solo dargli una bella storia da leggere). Non ho mai pensato ci fosse anche solo la minima possibilità di poter parlare nuovamente con lei. Ma è esattamente quel che è successo.

La scorsa notte ho scoperto che l’Amanda che ThatGuyWhoAte conosce è in effetti la stessa Amanda che ho incontrato io 14 anni fa. Ha risposto alla mia mail, le sue foto corrispondono con il viso della ragazza che ricordo, e la sua storia coincide con la mia.

Per quelli di voi che lo stanno chiedendo, ha cantato di fronte a degli sconosciuti un po’ di volte, ma la sfida non era questa! La sfida era farlo acappella!

Penso sia bellissimo il fatto che lei non abbia finito il suo compito e io non sia ancora riuscito a finire il mio Ulisse. Mi mancano ancora le solite 30 pagine. Ma abbiamo tutto il resto delle nostre vite per farlo.

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