10 modi per non abboccare a qualsiasi bufala si diffonda in rete.

È al 99% una bufala:

1. Quando nessuna fonte di informazione accreditata riporta quella notizia (e, per chiarirci, come “fonte di informazione accreditata” non vanno intesi “Informare per Resistere”, “leveritàchenessunovuoleraccontarvi.com”, “noncelaraccontanogiusta.it” e simili).

2. Quando la persona che sta riportando la notizia commenta “Ci stanno nascondendo qualcosa” o “Svegliaaaa! Abbiamo tenuto gli occhi sotto la sabbia per troppo tempo!”. Più in generale, la presenza in un’unica frase di più di un punto esclamativo indica un’altissima probabilità di bufala.

3. Quando la notizia non appare nel titolo ma, per poterla leggere, è obbligatorio cliccare su un link. Si chiama “clickbait” e produce titoli di questo tenore: “Non crederai mai a che cosa è successo a questa donna mentre dormiva! Clicca qui per scoprirlo!”

4. Quando “Vendiamo iPhone nuovi ultimo modello a soli 14 €. Sbrigati: ne sono rimasti pochissimi!”. Devo anche spiegare perché?

5. Quando “Centinaia di donne vogliose annoiate dai mariti desiderano scopare con te, ora! E vivono a 300 metri da casa tua”. Devo anche spiegare perché?

6. Quando tra te e la notizia si frappone la richiesta di dare un like a una determinata pagina Facebook, azione che ti darà diritto a leggere un articolo di un’inutilità devastante.

7. Quando l’hai letta su Facebook. Facebook non è una fonte di informazione: Facebook è un passante che dice di avere un amico il cui cognato ha un cugino che ha sentito per caso una cosa. Verifica la notizia al di fuori del circolo di indignati della domenica.

8. Quando “XXX ha recentemente acquistato l’App YYY e ha intenzione di metterla a pagamento a partire dal primo del prossimo mese! Manda un messaggio ad altre sei persone con scritto “Io non voglio pagare per YYY” per averla gratis a vita”.

9. Quando esistono una o più concatenazioni di eventi incredibili e rari. Ed.: “L’aereo malesiano scomparso in Australia è quello che un mese dopo è stato abbattuto in Ukraina”, o “Il crollo delle Torri Gemelle era frutto di un’esplosione nucleare controllata”.

10. Quando si grida al complotto, a BigPharma, alle multinazionali cattive, alle banche approfittarti i, a cattivi sottintesi ma non ben definiti, e si invita a firmare una petizione online per fermare lo scempio, beh, quella petizione non solo è una bufala, ma anche un’inutile cazzata.

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4 Commenti

  1. Per lo più condivisibilissimo, ma su multinazionali (farmaceutiche e non) e banche eviterei il tono sardonico: senza scadere nel complottismo – bastano le categorie crimini e abuso di potere – e ricorrendo unicamente a fonti verificabili, ce n’è più che a sufficienza per far accapponare la pelle. Se poi il fine è solo firmare una petizione online, non la chiamerei bufala ma inutile perdita di tempo.

  2. Le bufale eclatanti sono sopratutto quelle condivise su facebook. Qualcuno pubblica un post “Domani Galvano la benzina” e tutti pronti a condividerlo e mettere “mi piace”…..nessuno a fermarsi un attimo a chiedersi “ma regalo de ché?!? Viviamo in Italia, cappero! Nessuno ci offre nulla senza chiedere gli interessi!”

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