Adinolfilandia (ovvero: tutti i villaggi, anche quello globale, hanno bisogno del loro scemo)

Nel mondo di Mario Adinolfi, che è un mondo che immagino fatto tutto di bignè, nel quale la massima espressione del giornalismo è aprire giornali che chiudono il pomeriggio stesso, la conduttrice di un talk show ha un ospite, e si dà il caso che questo ospite abbia un padre la cui dichiarazione di essere “orgogliosamente fascista” sia andata in onda due ore prima su una radio nazionale (Radio 24, per la cronaca, non Radio Birikina, e lo dico con tutto il rispetto per Radio Birikina, perché nel suddetto mondo fatto di bignè capita pure che Mario Adinolfi imperversi anche alla radio, e quindi avercene di Radio Birikina). Bene: in quel mondo – dicevo – viene considerato disdicevole e non “giornalisticamente corretto” che si chieda all’ospite: “vuole commentare la cosa?”.

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Sempre nello stesso mondo candito, succede che uno che si dichiara “pronto per la Presidenza del Consiglio” ignori che il padre sia andato in onda in radio due ore prima per affermare che si stava meglio quando c’era lui (“lui” non il figlio: l’altro, quello col mascellone cui si ispira il modello di comportamento di tutto il movimento).

Nel mondo pralinato di cui stiamo parlando non ti accorgi che tuo padre ha detto una minchiata alla radio per un semplice motivo, e il motivo è che, per interfacciarti con la stampa, hai scelto Rocco Casalino, uno che non sto qui a raccontare le volte in cui si è reso ridicolo, ma basti per tutte la volta in cui apparve in televisione completo sadomaso per litigare con Tina Cipollari, autorevole opinionista di “Uomini e donne”.

Nel fantastico mondo di Mario Adinolfi, infine, io scrivo tutto questo in quanto parte di “un sistema di potere” che parte da Adriano Sofri, passa per Daria Bignardi e Luca Sofri, tocca Matteo Bordone e Selvaggia Lucarelli per arrivare al sottoscritto e da lì, immagino, scendere verso Topo Gigio, il pupazzo Uàn e Peppa Pig.

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3 Commenti

  1. Ma Adinolfi non è quello che nella vita come massimo risultato “politico”è arrivato ad essere il primo italiano a sedersi al tavolo del world poker tour? Il che non ne fa per forza un deficiente. Ma ignorare come si è arrivati ad una sentenza di omicidio, basata solo su prove indiziarie è non vedere che il “sistema di potere” alloca da un’altra parte. Inoltre lo pseudo-assassino ha pervicacemente rifiutato una grazia, che avrebbe potuto ottenere, perchè si dichiara assolutamente innocente. E non tiriamo fuori la storia che tutti i condannati si considerano innocenti, non so quanti di loro rifiuterebbero una grazia.

  2. Due pesi e due misure. Berlusconi – Sofri Sentenza giusta / ingiusta, prove indiziarie ed altre amenità. Che i condannati si dichiarino sempre innocenti ed invochino il gomblotto rientra nell’ordine delle cose ed è un loro diritto. Meno normale che non li si mandi a cagare e gli si dia corda a seconda della simpatia personale. Detto questo la lettera di Casalino ha solo lo scopo di sviare l’attenzione dalla pessima figura fatta dal penta stellato. Mandate a c. pure lui.

  3. Signor Neri, non sono daccordo con il suo articolo riguardante Adinolfi… e non perchè lei entra in polemica con Adinolfi (del quale non mi interessa, senza offesa), ma perchè segue una logica, a mio parere, sbagliata. Non è così facilmente appurabile che ci sia un “sistema di potere” che fa capo a Sofri, tantomeno credo che lei, Signor Neri, abbia lo stazza adatta per farne parte, checchè ne dica Adinolfi, e posso anche concordare con il fatto che sia stata una leggerezza l’intervista rilasciata dal padre di Di Battista a Radio 24 solo due ore prima del programma della Bignardi, e dunque qui possiamo parlare di scarsa organizzazione… ma la domanda posta da Casalino, per me, può starci. Infatti, sempre secondo me, è possibile “accettare” che un giornalista faccia una domanda scomoda, ma, al contempo, davvero bieca, strumentale, e che poco c’entra con la politica e con i contenuti dei quali i telespettatori vorrebbero e potrebbero nutrirsi. Quello che però non è accettabile è che quando si fa notare alla Bignardi che la sua scelta è stata quantomeno indelicata, e le si chiede che tipo di reazioni ed emozioni potrebbero suscitare in lei domande altrettanto scomode, allora in quel caso si alza un putiferio immane… della serie “ma come ti permetti anche solo di pensarla una cosa del genere, come ti permetti anche solo di pronunciare certi nomi (Sofri appunto)”. Una risposta intelligente e che avallerebbe il diritto della Bignardi a fare domande di qualsiasi tipo (anche le più penose) sarebbe: “Ok, non ho niente da nascondere, e visto che intendo fare domande di ogni tipo, senza curarmi di produrre disagio nell’altro, allora sono disposta a mettermi in gioco anch’io, senza preoccuparmi di quanto questo potrebbe suscitare in me delle sensazioni profondamente negative, e anzi correndone il rischio”… e chiusa qui.
    E invece non arrivano tali risposte, ma si alza un putiferio mediatico scatenato da chi, pur di non pensare a cose ben più importanti, ha preso le difese della giornalista (strumentalizzandola) e ha parlato di “barbarie”, condannando le domande di Casalino che in fondo chiedeva semplicemente quali avrebbero potuto essere le reazioni e i sentimenti della Bignardi se le fossero state rivolte domande altrettanto indelicate circa il padre di suo marito, che è appunto un familiare seppur acquisito.
    Inoltre, noto con rammarico che non perde neanche lei l’occasione di rivolgere l’epiteto di “fascisti” ai 5 stelle, e questo è davvero spiacevole. Si ricordino tutti coloro che si stanno riempendo la bocca con questa parola che stanno parlando di “fascismo”… non so se se ne riescono a rendere conto. Mussolini è colui che ha diffuso terrore e disperazione appoggiando un pazzo sanguinario come Hitler. Grillo è semplicemente uno che, fino a pochissimo tempo fa, faceva spettacolo, teatro… i deputati del M5S hanno occupato il tetto di Palazzo Chigi, non mi sembra che abbiano preso parte ad un genocidio. Quindi torniamo con i piedi per terra, e se proprio vogliamo parlare di violenza, ricordo che una donna ha recentemente ricevuto un ceffone da un uomo proprio nella Camera dei deputati.
    Attendo dunque con ansia che i giornalisti imparino ad interessarsi alla sostanza delle cose, cioè alle scelte politiche di un deputato e non alle inclinazioni dei suoi parenti.
    PS: non attendo risposta, ma la prego, se proprio deve farlo, non mi venga a dire che la Bignardi è una giornalista e allora “può” fare domande scomode, e invece un’altra persona no… ne abbiamo già troppe di caste qui in Italia.
    I miei saluti, si continui a divertire con questo blog per giovani democratici.
    Massimo Pedacchia

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