All’anima del commercio

Io ve lo assicuro: ce l’ho messa tutta. Non sto scherzando. Ho anche ripreso a mangiarmi le unghie, pur di non scriverne.

Ma loro continuano.

Quelli della pubblicità di Rocchetta e Uliveto, dico. Continuano a mandarla in onda. Segno che a) ha successo; e allora chiedo l’Armageddon, subito, per cortesia: estinguiamoci; oppure, b) i pubblitari che l’hanno concepita ritengono in tutta onestà che sia bella. O divertente. O efficace.

Ora, prima di spendermi per una legge che imponga l’esilio di cotanti idioti in luoghi in cui il ruolo di scemo del paese sia vacante, mi sono detto: ragiona. Non possono essere davvero così tanto scemi. Ci deve pur essere un senso in tutto questo: un significato recondito, un messaggio, una morale.

Ci ho perso un sacco di tempo, a raccapezzarmici. Poi, un giorno, improvviso, lo scoop: la trascrizione dell’incontro durante il quale i creativi di un’agenzia di pubblicità di cui per pietà non facciamo nome hanno partorito quel ributtante spot.

Lì, d’un tratto, tutto è stato chiaro. E ho ricominciato con le benzodiazepine.


MILANO SUD – LOCATION: QUARTIERE POPOLARE CHE UN TEMPO FACEVA CAGARE MA OGGI È UN POSTO MOLTO FICO – INTERNO GIORNO

  • Come mai una riunione convocata così di fretta?
  • Ragazzi, non so come dirvelo: mi spiace, ma è quel momento dell’anno.
  • Noo! (in coro)
  • Sì.
  • Tutti e tre?
  • Sì.
  • Riconfermati?
  • Del Piero, la Chiabotto e…
  • …e la suora, sì.
  • No, la suora no! Dai!
  • La suora sì!
  • Perché? Dammi solo un perché!
  • Piace.
  • E io non ci credo!
  • Ecco, ci sono qui i dati: controlla tu stesso.
  • (legge) Ah.
  • Esatto.
  • Vabbé, io non lo faccio.
  • Non hai ancora letto l’ultima pagina del Power Point.
  • Perché?
  • E’ dove c’è scritto quanto vale la gara che abbiamo vinto. Controlla.
  • (legge) Ah.
  • Appunto.
  • Cioè, tu vuoi dirmi che noi abbiamo vinto una gara proponendo un’inspiegabile amicizia tra un calciatore e una ex miss Italia che non si sopportano e una vecchia suora rompicoglioni che – per motivi che non è dato sapere – li rinchiude in un convento?
  • Lo sai com’è andata: si sono ammazzati dalle risate. Ti ricordi quando l’abbiamo fatta scorreggiare?
  • Abbiamo fatto scorreggiare la Chiabotto?
  • La suora.
  • Perché?
  • Beh, faceva ridere.
  • Mica tanto.
  • E non ricordi quando introducemmo il personaggio del passero così, alla cazzo, solo perché la gente potesse dire: “Guarda, è la pubblicità con l’uccello di Del Piero!”.
  • Sì, e la cosa triste è che lui c’è stato.
  • Lui è uno che legge sempre le ultime pagine dei Power Point.
  • Vabbé, senti: io non so cosa inventarmi. Cioè… io mi sento in imbarazzo. E guarda che ne ho scritte di cazzate, eh! Quella del gruppo che fa successo per l’Italia girando in camioncino e cantando Bocelli, per dire, è mia. La vedi questa faccia?
  • La vedo, sì. Cos’ha?
  • E’ la faccia di uno che è responsabile di aver creato Fiammetta Cicogna. Ok? Però, dai, la suora scorreggiona…
  • E’ perché non era un tuo progetto. Ma vedrai che ora ci mettiamo qui, comodi comodi, ci facciamo venire un’idea e la sviluppiamo.
  • Sempre con la suora di mezzo?
  • Certo: sempre con la suora.
  • E da dove partiamo?
  • Dal solito: Uliveto ti aiuta a digerire e Rocchetta a pisciare.
  • A pisciare?
  • Sì, noi diciamo “a fare plin plin”.
  • Perché?
  • Beh, altrimenti sarebbe volgare.
  • Va bene, ma perché lo facciamo dire a loro? Intendo dire: qual è la loro storia? Perché si sono incontrati? Hanno avuto una storia d’amore? Scopano? Trombamici? E perché fuggono da un convento? Perché non denunciano la suora che li ha rapiti?
  • No: stai partendo col piede sbagliato. Guarda, inizio io: è estate. Viaggio in macchina. Del Piero e La Chiabotto fanno l’autostop e un tizio li prende su.
  • Del Piero fa l’autostop?
  • Massì, dai, cazzo ne sai: magari la Ferrari ha bucato.
  • E lui fa l’autostop?
  • Sì, con la Chiabotto.
  • Vabbé, ma come lo introduciamo il discorso delle acque? Cioè, perché questi due pirla dovrebbero parlare delle proprietà di Uliveto e Rocchetta al primo che incontrano?
  • Beh, qui è facile: ce le hanno in mano.
  • Che cosa?
  • Le bottiglie. E’ estate, fa caldo, bevono ciascuno la sua acqua.
  • Non mi convince.
  • Va bene. Iniziamo con il guidatore che dice “Che sete!”.
  • Così, d’emblée.
  • Sì.
  • E loro gli danno da bere.
  • No. Seguimi. Del Piero alza la bottiglia e dice entusiasta: “Uliveto!”. Lei lo segue e fa la stessa cosa, dicendo però con fare saputello: “Rocchettaaa!“.
  • E non gli danno da bere.
  • No. Lui però li riconosce.
  • E chiede a lui della coppa del mondo.
  • No.
  • A lei di quando ha vinto Miss Italia?
  • No. Chiede, un po’ stupito: “Allora le bevete davvero!”.
  • Stupito, giustamente.
  • Al che – qui ci vuole il bla bla bla sul prodotto – lui risponde: “Sicuro! Uliveto ti aiuta a digerire bene!”. E lei, di rimbalzo: “…E con Rocchetta, puliti dentro e belli fuori”.
  • Questo sempre tenendo le bottiglie in alto.
  • Certo.
  • Ho capito, però qui siamo già quasi a quindici secondi e la cazzo di suora non si è vista.
  • Hai ragione.
  • Dobbiamo inserire la suora.
  • E come?
  • In qualche modo. Senza rovinare i dialoghi.
  • Certo, senza rovinarli.
  • Senti qui: la suora è dietro di loro.
  • Seduta dietro?
  • Mannò, è dietro di loro e li supera!
  • Non fa riderissimo.
  • Sì, non è abbastanza: possiamo osare.
  • Ce l’ho: la suora li supera reggendo un cartello con su scritto: “Le acque della salute”.
  • Un cartello?
  • Sì.
  • No, la domanda è: perché lo fa?
  • Cazzo di domanda è “Perché lo fa?”. Lo fa… boh, perché è una suora che ha voglia di tenere in mano un cartello, no? Vogliamo noi imporre a delle suore che cosa fare nel tempo libero? Questa si diverte andando in giro col cartello, ok?
  • Quindi mi confermi che sei serio, quando dici questa cosa del cartello?
  • Umpf, forse hai ragione: un cartello non è abbastanza.
  • E’ un filo didascalica, come cosa, e guarda che ce ne vuole perché una cosa sia sia didascalica che fuori contesto. Ma poi uno si chiede perché…
  • Fammi finire: facciamo che li supera reggendo il cartello e gridando “Evviva le acque della salute!”.
  • Nel caso non fosse chiaro il messaggio.
  • Esatto!
  • Non vorrei dire, ma continua a non fare ridere.
  • Stai scherzando? La suora!…
  • Li supera!
  • Il cartello!
  • Eh.
  • Ho capito: tu vuoi proprio qualcosa di dirompente.
  • No, è che non capisco il nesso tra…
  • Troppo poco elaborato, dici?
  • No, è che…
  • Eccola!
  • Cosa?
  • Ho avuto l’illuminazione.
  • Togliamo il cartello e tutto il resto?
  • Ma no! Lasciamo tutto. Abbiamo detto che la suora li supera, no?
  • Sì, beh.
  • Beh, li supera, ma lei è in sidecar.
  • Eh? Che ne dici?
  • Troppo ardito? A me fa ridere no? Non fa ridere la suora in sidecar?
  • Senti…
  • Dimmi.
  • Tu non è che ti offendi sei io chiedo di essere assegnato a un altro gruppo di lavoro?
  • Un altro gruppo di lavoro? E perché? Questi sono i prodotti di punta. Hai presente quanto vendono? Sai quanti passaggi fa lo spot?
  • Sì, beh, io però vorrei qualcosa di meno…
  • Meno?
  • …di meno popolare. Di meno appariscente. Dove magari si possa sperimentare un po’.
  • Più che con la suora sul sidecar?
  • Sì, ecco…
  • Beh, ci sono quelli del gruppo BrioBlu.
  • BrioBlu?
  • Sì, la bottiglia blu e la bottiglia rossa, hai presente?
  • Ah sì. Oddìo… io…
  • Quelli magari ti piacciono, sono un po’ tipo te.
  • Che vuol dire “tipo te?”
  • Sono intellettuali: scrivono per la Cortellesi.

“Il cliente, il pubblico, sono come un bambino di undici anni
che fa la seconda media, e neanche tanto intelligente”.
(Silvio Berlusconi, 9 dicembre 2004)

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12 Commenti

  1. e l’uccellino messo lì a caso, solo per dire che non lo hanno cucinato, ma esso vive? e la Chiabotto, che dopo anni non riesce ancora a pronunciare una frase senza fare facce stupide?
    Poi quasi tutti gli spot fanno schifo, ad esempio quello di Fast-web, per me recitato malissimo (l’Hunziker!) e scritto peggio…

  2. Mi hai fatto riderissimo!
    Puoi anche interessarti di quella del succo d’arancia poco acido, ove si vedono visi dalla bocca storta?
    Io, se avessi avuto un ictus, mi incazzerei.
    Ma a dirla tutta mi incazzo lo stesso. Non fa ridere e mi sembra un po’ presa per il culo del succitato paziente.
    Sai, la gente è strana.

  3. Poiché anch’io mi sono arrovellata un bel po’ sull’insulsaggine di questo spot, ecco la mia teoria: mi par d’aver capito che Del Piero e Chiabotto fossero compagni d’asilo e che la suora fosse per l’appunto la suora del loro asilo. Da qui la magica reunion del trio.
    Perdonatemi il benaltrismo: ma la Hunziker, la Hunziker, cristosanto, e quegli altri due deficienti (dev’essere la regola del Trio Idiota) nelle scenette de “Chiama Il Centottantasette”?
    La suora in sidecar ha più senso.
    Ecco. L’ho detto.

  4. S’io fossi pubblicitaria, m’impunterei per scrivere dialoghi à La Cantatrice Chauve.
    Ficarra: Un medico coscienzioso deve morire con il malato, se non possono guarire assieme.
    Picone: Che tutti i medici sono ciarlatani. E anche tutti i malati. Solo la marina è sana, in Inghilterra.
    Ficarra: Ma non i marinai.
    Picone: Beninteso.
    Hunziker: Chiama il Centottantasette!

  5. Mi ha fatto morire, però nella trascrizione non si accenna all’uccellino!
    Forse non l’avete notato (non preoccupatevi: deve essere una sorta di rimozione freudiana).
    Premetto che ho visto il video tre volte: la prima mentre leggevo l’introduzione, dato che avevo avuto la fortuna di non averlo mai visto prima, la seconda alla fine del post per notare tutti i particolari. È stato lì che mi è sembrato di vedere l’uccello e allora vai di terza volta con tanto di pausa a 0:15… eccolo sul cartellone, tra le due bottiglie!

    “-Ehi, aspetta, stavamo per dimenticare l’uccellino!
    -[sospira] È proprio necessario?
    -Ma certo! Il pubblico ha bisogno di certezze, di continuità!”

    e via dicendo…

  6. Un bambino di undici anni che fa la seconda media è decisamente intelligente, perché a undici anni finisci la quinta elementare…

    Berlusconi non riesce a non sembrare stupido nemmeno quando dice che gli altri sono stupidi…

  7. Chiabotto non indossa la cintura. Altamente diseducativo perché Del Piero la indossa, come se “dietro” si potesse non metterla (anche se la fai mettere davanti, non so se mi spiego).

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