Tutta la iVita davanti

All’improvviso le porte si aprono ed entriamo tra due file di persone che ci accolgono applaudendo e urlando, battendo il cinque a tutti, man mano che si entra. Saranno i nostri insegnanti, mentor e futuri manager dello Store.

Dopo le presentazioni di tutti i membri dello staff e dei manager – il tutto intervallato da continui applausi, urla, e incitamenti – finalmente si dà il via. Inizia il corso una certa Valentina, che parla molto velocemente e, senza mai fermarsi, ci spiega quanto è bella Apple, com’è brava Apple, com’è ecologica Apple e come l’azienda pensa solo e unicamente al cliente, alla sua felicità e all’arricchimento della sua anima e della sua vita.
Poi arriva il training vero e proprio: ogni giorno ci fanno vedere dei video, interpretati da attori vestiti da lavoratori Apple che mostrano com’è bello lavorare per la casa di Cupertino. In altri video ci sono dei finti clienti che esprimono la loro felicità. Insomma, è uno di quei training che fanno anche per le vendite multilivello: veniamo caricati al massimo con applausi continui e grida. E e se qualcuno dice qualcosa di “giusto” (secondo il credo Apple) scatta l’ovazione.

Il giorno dell’inaugurazione è piuttosto adrenalinico: siamo tutti a mille, e veniamo “motivati” per un’ultima volta. Con la gente fuori dalla porta veniamo incitati a fare cori da stadio, urlare ed applaudire continuamente, insomma una cosa un po’ hollywoodiana.
Dopo il conto alla rovescia la gente inizia a inondare lo Store, tutti accolti come le truppe americane quando sbarcarono in Sicilia: ola, “gimme five”, applausi scroscianti continui, tutta la mattina così.
Veniamo mandati a turno alla porta ad applaudire anche quando ormai la grande massa si è esaurita e la gente entra normalmente.

Marco Savi, «Cosi Apple mi ha cacciato» dal blog di Alessandro Gilioli e l’Espresso Online
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11 Commenti

  1. ormai tutto ricorda il carcere turco di fuga di mezzanotte dove i reclusi giravano in circolo senza chiedersi un perchè.Una risposta per come siamo potuti arrivare a questo punto di degrado forse potrebbe fornircela pure Bertinotti il quale però non sa fare di meglio che scrivere un libro alla ricerca delle cause che hanno portato allo status quo(forse traendo ispirazione inconsapevole sempre dall’alan parker di Angel Heart)

    http://www.roadsidedead.com/zerr/toons/The%20Twilight%20Saga%20-%20Eclipse%20%5BV0%5D/02%20-%20Muse%20-%20Neutron%20Star%20Collision%20(Love%20Is%20Forever).mp3

  2. Come dice giustamente Sheldon

    What is the most mind-numbing, pedestrian job conceivable, three answers came to mind: that of tool booth attendant, Apple store Genius, and what Penny does.’

  3. Io continuo a non capire Gilioli, i giornali, e tutti quelli che rilanciano questa storia. Non capisco lo scandalo e lo stupore. I casi sono due:
    -Se nasce dal fatto che la gente sia stata licenziata senza motivazione alla fine del periodo di prova vi do una notizia (anzi due): è un diritto dell’azienda, così come è un diritto del lavoratore andarsene senza preavviso ne motivazione, durante il periodo di prova. E da parte delle aziende è un diritto esercitato molto spesso.
    -Se invece le anime belle di sinistra che si gingillano con la roba Mac si scandalizzano perché pensavano che l’azienda che gli ha venduto per 700€ un telefono costruito in Cina, in fabbriche in cui la gente si suicida per il trattamento che subisce, fosse una specie di Camelot, di giustizia, amicizia e valori, beh, sono dei pazzi.

  4. C’è un negozio, in Italia e di proprietà di Apple, dove alcuni dipendenti non vengono confermati dopo il periodo di prova.
    C’è una fabbrica, in Cina e non posseduta da Apple, dove alcuni operai si sono tolti la vita, forse per la situazione lavorativa. Questa fabbrica assembla anche prodotti Apple, oltre a Sony, Lenovo, HP (mi sembra ci siano dentro un po’ tutti, ma magari qualcuno no).
    Ora il collegamento tra le due cose faccio davvero fatica a coglierlo, eppure spesso leggo “cosa vi aspettate, la gente si butta dalla finestra in Cina, a Grugliasco ti va bene se esci dalla porta di dietro”

  5. Non commento il racconto del protagonista ma faccio riferimento al titolo: qualcuno sarà d’accordo con me che “Tutta la vita davanti” è un film di una mediocrità e banalità sconcertante, una specie di offesa all’intelligenza umana (per il manicheismo, la sciattezza della sceneggiatura, l’improbabilità dei dialoghi, il didascalismo esasperato e le assurdità della trama tipo il “gesto di follia” finale)?

  6. @wintercamel: il legame è questo: la Apple non è una ONLUS, non è la Caritas. E’ una società quotata in borsa che punta al massimo guadagno, com’è corretto che sia. Per farlo si serve, per esempio, di fornitori quali la Foxconn. Per gestire i suoi negozi usa il pugno di ferro, ma senza violare la legge. Lo fanno tutte le società che devono avere un utile a fine trimestre. Questo clamore nasce dal fatto che molte persone che possiedono roba Apple (io ho un iPhone, nessun pregiudizio razziale) pensano che venga da un mondo tutto bianco e privo di macchie

  7. e per quale motivo pensi che le persone che hanno roba Apple (che peraltro sono spesso e volentieri dei palloni gonfiati convinti di essere i meglio fighi del bigoncio) non meritino di essere risvegliate dal loro sogno ad occhi aperti?

  8. Ho letto la lettera per intero. Questo giovanotto si è immediatamente identificato come potenziale rompicoglioni. (uno che critica! uno che dà suggerimenti ai suoi superiori! come non sapere che tutti gli inviti ipocriti a farlo sono solo trappole per individuare, appunto, i rompicoglioni?) Risultato ovvio.

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