TheClassifica 102 – Il principe e il povia

Da un lato, commentare Sanremo è reggergli il sacco. Non è che posso farlo se poi la meno alla Gialappa’s perché prende tutto ciò che è nazionalpopolare (Festival, GF, Mondiali di calcio) e poi ne fa la versione ironica, IRRIVERENTE, ad uso e consumo di noi che “Non siamo così” – ma intanto, siamo lì, e non per farci esplodere. Alcuni commentandolo ci fanno i soldi, ma per me è meglio farlo gratis: posso illudermi di non aver lucrato sulla festa megagalattica e mi autoassolvo, come penso anche voi. Perché resto convinto che dei 10 milioni di spettatori del Festival, 5 milioni siano sui social network a scrivere “Ahahaha, che cagata”. Ieri sera un cantautore molto famoso che se fossi davvero suo amico non dovrei svelare (…ha un omonimo che è andato al Tg4 e ora andrà a Sanremo “in mezzo alla gente”) a fine serata ha sentenziato: “Che paese di rincoglioniti”. Mi sono sganasciato, però intanto sia io che lui ce lo siamo guardati. E’ come guardare il governo Berlusconi: sai che domani sarà sempre peggio e il criminale farà qualcos’altro di aberrante e vergognoso, ma non riesci a smettere di guardare, e in fondo di chiedere qualcosa di ancora più schifoso (che arriva, arriva sempre). E stai a guardare, senza muovere un dito. O un duomo.

(ancora Sade al n.1) (anche il resto della top ten è sostanzialmente uguale se non per i Massive Attack saliti al n.7 e Peter Gabriel fa il suo ingresso al n.5) (escono di top ten Gianna Nannini e Michael Bublè) (ci resta invece, al n.9 This is it di Michael Jackson) (il che mi fa pensare) (ma quale fan di Michael Jackson compra ora, dopo 16 settimane, This is it?)

D’altro canto io – forse non si è notato finora – scrivo di musica, e Sanremo ci ha quasi a che fare. Naturalmente ha molto più a che fare coi media (ehi, cos’è questa? Mah! La chiamerò: “acqua calda”) e io di media grazie a Dio non ne capisco niente. Se qualcuno parlando dice “comunicazione”, vado in trance, automaticamente perdo la comunicazione. Però ricordo che 25 anni fa Beppe Grillo si beccò un’ovazione cannoneggiando Sanremo. Ma Sanremo è la mignatta cosmica di Onnivora di Robert Sheckley, se la cannoneggi assorbe l’energia e diventa ancora più forte. Oggi al posto dei giornalisti che 25 anni fa si arrapavano per aver ottenuto 10 secondi di intervista con Giorgia Fiorio, abbiamo giornalisti che spruzzano litri di bava quando Antonella Clerici dice “Io la do”, e ci fanno i titoli sui prestigiosi giornali on line di cui dovremmo fidarci.

La Clerici sta andando meglio di Baudo, che aveva creduto di fare tv come si è sempre fatta. Il festival attuale punta sulla regina di Giordania presentata come una fata buona, sulla scrofa ’mericana che ogni volta si tuffa nel bicchiere, sulla pubblica autoflagellazione di Morgan, se ne avesse avuto il permesso. Ci va giù piatta, la Clerici, ma in fondo è la versione RaiUno dello zoo puzzolente di Chiambretti, cioè tiene conto di noi che ci caschiamo ogni volta, e strabuzziamo occhi e orecchie per Povia o per Emanuele Filiberto, e commentiamo che è un paese di rincoglioniti, ed è vero, ma non è questo il punto, il punto è: possiamo farci ancora qualcosa?

No, ditemi. Cosa possiamo fare? Dobbiamo fare il premio Tenco o un controfestival, dobbiamo ritrovare La prima cosa bella, sorridere della nostra barba cantando Baciami ancora, dobbiamo andare da Emilio Fede, dobbiamo fare il dopofestival con la “iena” figlia di Franz Di Cioccio, dobbiamo andare “tra la gente”? O in fondo della gente non ce ne può fottere di meno, anzi ci fa gioco che sia rincoglionita, così noi facciamo meno fatica a risultare ironici e intelligenti e IRRIVERENTI? Tanto IRRIVERENTI che entriamo nei media come commentatori o come autori di cose orrende – ma certo che sono orrende, mica puoi far altro: la gente è rincoglionita. E così via ad libitum, aspettando che il porcone entri per sempre in quel cavolo di mausoleo che si è costruito da vent’anni, ma col rischio di scoprire che anche lui ci serviva, ci era necessario per dire che era colpa sua, il paese di rincoglioniti, e non nostra. Non di noi che titolavamo “La gaffe della Clerici”, o che applaudivamo Emanuele Filiberto nella tv dei democratici, perché (testuale) “Dopo tutto è nelle liste dell’UDC, è un’apertura al centro”. Lo facevamo perché ce lo diceva Berlusconi, giusto?

(Ah, a me il disco di Gabriel piace. Sì lo so, il disco di cover) (“Se ne faccio uno, sparatemi”, cfr. Tiziano Ferro) (ma se non altro è meglio del disco di dieci anni fa. Se non altro, lo risento cantare. Uh, ve lo ricordate Gabriel a Sanremo, fare la scimmia? Come allo zoo)

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19 Commenti

  1. Un po’ come quelli che fischiano Corona in discoteca perché è un truffaldino siccome è arrivato tre ore dopo. Però lì in discoteca a vedere Corona ci stavano.
    Ma in fondo è un feticcio del popolo dei blogger, che si riuniscono nelle cripte nerd per malignare sugli eventi di massa. L’ho sentita ripetere allo sfinimento ‘sta cosa, da YouDem a Lilli Gruber, che ce ne ho un po’ piene le palle io, figuriamoci i vari Gianluca Neri, Zoro e co. che devono pure trattenersi dal ridere in faccia all’interlocutore “matusa”.

  2. Mi permetto una distinzionone filologica, ammesso che il termine Filologica abbia un’ombra di senso rispetto a quello che dirò.

    La distinzione è questa: non metterei nello stesso sacco un po’ vile e moltissmo paraculo le chiose irriverenti che la Gialappa faceva o fa in occasione delle partite di calcio con quelle del Grande Fratello (su Sanremo non sono sicuro, ma lo metterei più nello stesso concetto delle partite).

    Mi spiego. Prendere per il culo l’ignoranza, la volgarità, la pochezza di una trasmissione (e dei suoi protagonisti) che
    è fatta apposta per essere ignorante, volgare e poca secondo me non vale. La Gialappa prende per il culo un trash precotto, predisposto fin nelle virgole (comprese quelle nelle mutande).

    E’ come una partita di basket degli Harlem, che la squadra avversaria era lì apposta per fare da sparring partner inetta e impedita. Questo non toglie nulla al talento degli Harlem, molti dei queli sono stati anche grandi professionisti nell’agonismo vero, ma fare i fenomeni con chi si allena a perdere, altro che Ti piace vincere facile.

    Quando la Gialappa commenta le partite di calcio, non tutto può essere previsto. Certo, hanno ospiti sui quali hanno predisposto il regolamentare set di perculeggiamenti, hanno una serie di situazioni standard, ormai codificate (tipo quand entra il medico in campo per prestare soccorso a un infortunato e si sente il rumore di martello e sega). Però, delle cose se le devono pur inventare, lì per lì. Se Voeller sputa a Rijkaard, come avvenne a Italia ’90, la battuta sullo shampoo la devono improvvisare.
    Qualcosa del genere, ma forse una via di mezzo tra pallone e Grande Fratello, i commenti irriverenti a Sanremo.

  3. La fascinazione dell’orrido è maledetta, ti frega sempre. Tu sei vivo ma ti diverti a guardare i morti…

  4. Se non ricordo male gli zombi si nutrono del cervello dei vivi. Ecco,in Italia rischiano di morire di fame.

  5. Abbiamo perso la decenza!!!
    Aspetta un momento, basta ricordare cosa abbiamo fatto, si rifà tutto a ritroso e si ritrova… Va bene cervello, tu mi aiuti ad andare a ritroso e io torno a sbomballarti con la birra…

  6. Caro Madeddu, si può fare! Cioè non guardarlo (nè ascoltarlo) per niente. Forse sarà l’età, ma mi rifiuto di farmi ulteriormente coinvolgere. E, credimi, nemmeno dieci Tenco (premi) riuscirebbero a fare una pernacchia al Festival.

  7. Solo per dire che mi ricordo di Peter Gabriel a Sanremo, è sempre divertente vedere qualcuno appeso a una liana schiantarsi contro una spia sul palco.

  8. La Gialappa’s non è più quella di una volta (e neanche Peter Gabriel), questo è vero. Però senza loro il festival non si poteva guardare. Rivendico con orgoglio il fatto di non aver visto neanche un minuto di Sanremo e di non aver mai (e dico mai) ascoltato una canzone di Scanu e della Amoroso. Mi sento quasi un alieno ma orgoglioso. Maria&Maurizio RULES!

  9. A domande rispondo. Anche a nondomande. Dunque.

    @Ferro: ehi, ottimo paragone.

    @Piti: hai operato un non inutile distinguo. Ma posto che nessuno fa quello che fa la Gialappa meglio della Gialappa, questo dipende anche dal fatto che lo fa da venticinque anni (Radio Popolare, Messico 86: e credo che a riascoltarli adesso risulterebbero più divertenti di ora: erano davvero una forza della natura), il che porta acqua al mio mulino bianco: quello che fanno oggi, lo fanno da 25 anni. IMHO Mai dire gol e Mai dire tv erano più precise dal punto di vista autoriale, non erano cazzeggio. Mentre lo erano, a loro modo, Mai dire martedì o domenica o lunedì: facciamo quel che ci pare, ma senza un’idea forte (cosa pericolosamente simile a Tutti gli uomini del deficiente, film di fronte al quale un Enrico Oldoini si erge a gigante del cinema).

    @Bob: ipotesi: i morti invece si annoiano a guardare i vivi. A meno che non siano vivi orridi.

    @Marpo: “E’ interessante” somiglia molto alla risposta “E’ simpatica” alla domanda “E’ carina?”.

    @Piergiuseppe Caporale: ce l’hai poi fatta?

    @Isabella: è vero, dovrebbe succedere ogni anno.

    @MikeM: è vero, rullano.

    @Filippo1: no, non è al numero uno. E la legge incrollabile di questa rubrica è che chi è al numero uno è come Berlusconi e viceversa.

  10. Parlare di canzoni a Sanremo è come parlare del cazzo degli attori in un porno, non è il motivo per cui lo guardi anche se non puoi fare a meno di notarlo.

  11. Thank you Kinan I’m now finally and fully reeovcred, and it’s great to be healthy (and breathing normally) again!I feel the same about touring Europe I should have done __while__ I lived there now that I’m in the US, I regret not having visited more countries. Still, that will be fixed step by step, country by country About the sports running was __the__ one sport I had always claimed I would never start practicing. Seriously, there was no bigger hater of running than me but then, somehow, after getting this crazy idea of trying it out, I developed this “nasty” habit of actually regularly running. Now I’ve got “will management problems” about stopping I’m sure it’d be the same with you and whatever sport your choose.

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