Il pentito è come il pesce. Dopo troppi anni, Spatuzza

TORINO: PRIOCESSO A DELL'UTRI DEPOSIZIONE DI GASPARE SPATUZZA TOLibero ha mandato due inviati a Torino. Uno per la cronaca più seria e tradizionale. L’altro per il cosiddetto colore: ero io.

Alle 9.15 si entra – finalmente – dopo spintonamenti come a un concerto rock, siamo passati alla napoletana e abbiamo saltato a fila riservata ad avvocati e magistrati e nello zainetto avevamo di tutto, il metal detector neppure ha suonato.

Alle 9 e 23 la cancelliera comincia a innervosirsi: «E’ un’udienza, non è uno show». Forse scherza: è uno show, non è un’udienza. Ci sono 204 giornalisti ufficialmente accreditati – che diventano 223 compresi quelli infilati tra il pubblico – e ci sono 27 telecamere con treppiedi più uno sciame inafferrabile di telecamerine selvagge; ci sono i grandi quotidiani che hanno sino a quattro inviati ciascuno e poi c’è la mitica stampa estera, El mundo, El pais, Wall street journal, France press, France 2, la tv nazionale olandese, Bloomberg News, l’americana Dow Jones al telefono con Londra, e le testate locali scatenate perché giocano in casa, tutte le radio del mondo, tutti i fotografi del mondo, soprattutto la crema del forcaiolismo giudiziario nazionale – oltre ai meglio garantisti pelosi e prezzolati, certo – e insomma, che diceva quella? Che è un’udienza, che non è uno show?

«Incredibile, c’è tutta la vecchia guardia come al maxiprocesso» osserva un cronista d’età non verdissima guardando verso un Enrico Deaglio dall’espressione scettica. Il maxiprocesso sarebbe quello a Cosa nostra istruito da Falcone e Borsellino e Ayala, davvero altri tempi, altri giudici, altri pentiti, altri riscontri: anche perché ce n’erano, di riscontri. Ora ci sono i cameramen un po’ disorientati che si avvicinano a qualsiasi persona riconoscibile, ma è come se mancasse la tensione. Arriverà.

«Signori, sta per entrare la corte» annunciano alle 9 e 34: ecco i signori giudici che prendono posto mentre i giornalisti si decidono a mollare il procuratore dell’accusa, Antonino Gatto – un personaggio eccezionale, un talento assoluto del grande show giudiziario – mentre una ventina di poliziotti e carabinieri e bodyguard comincia a presidiare il paravento ospedaliero dietro il quale parlerà la star assoluta, lui, esso, Spatuzza Gaspare detto  u’ tignusu (il pelato).

«Dell’Utri non c’è» osserva un vecchio topo di sala stampa, ma non è vero: «Eccolo», arriva alle 9 e 39 con la solita aria stralunata e una pettinatura da vecchia fotografia dei barbieri. Si parte, parlano gli avvocati con le solite eccezioni procedurali che per una volta, però, non paiono le solite eccezioni procedurali:  è arduo negare che c’era un processo d’Appello, questo, che adesso sta diventando un’altra cosa, era un dibattimento su una collusione di Marcello Dell’Utri con ambienti mafiosi e d’un tratto c’è da occuparsi di un mafioso di secondo o terzo piano che sta per spiegare – il contenuto lo si è già letto sui giornali – che la seconda Repubblica è stata costruita con le stragi, che il più grande partito della storia italiana ha avuto terrore e bombe come propellente.
Gli avvocati Nino Mormino e Alessandro Sammarco sono molto colloquiali: «Noi non ci saremmo mai aspettati tutto questo», dice Mormino, «anche perché dalla stampa sappiamo già tutto: mandanti, indagati, pentiti, pseudo pentiti ascoltati non è chiaro neppure bene dove». Alle 10 e 25 le difese chiedono l’acquisizione di tutti i verbali rilasciati in anni di peregrinazioni giudiziarie da questo Spatuzza, così da sondarne l’affidabilità: acquisirli tutti, non solo i 12 interrogatori rilasciati dall’ergastolano pluriomicida – 40, ne ha ammazzati – tra Palermo, Caltanissetta, soprattutto Firenze e – si apprende – pure Milano.
Tutte schermaglie relativamente noiose: la stampa italiana e mondiale aspetta la star, attende assiepata tra i banchi, è divisa per testata e per solidarietà di specie. E’ curioso come ancora resista la tipizzazione del cronista di sinistra rispetto a quello di destra: il primo più severo, serioso, sobrio e un po’ sciatto nel vestire, lo sguardo a bramare un momento rivelatore; il secondo più disegnato, sbarbato, cinico, mai perturbato e sempre convinto che non succeda mai niente.
A proposito, e la star? Alle 11.50 l’annuncio. «Ora possiamo sentire Gaspare Spatuzza», annuncia il presidente. E meno male, perché si cominciava a pazziare: dopo aver parlato e sproloquiato interi quarti d’ora coi giornalisti, durante una pausa, il senatore Dell’Utri se n’era andato in bagno inseguito da un misterioso paesano – un tizio che sosteneva di conoscerlo – e subito un cronista di Repubblica l’aveva intercettato per intervistarlo: il paesano, non Dell’Utri. Tra i giornalisti, intanto, qualcuno temeva allucinazioni: sembrava ci fossero due Sandro Ruotolo di Annozero – l’altro era guido, fratello gemello e cronista della Stampa – e a un certo punto addirittura i Ruotolo parevano tre, perché c’era anche Giuseppe D’Avanzo di Repubblica che tutto sommato sembrava uno di famiglia: messi insieme, i baffi di tutti e tre basterebbero per farci una scopa di faggina. La ramazza giudiziaria.
Silenzio, entra Spatuzza: ed è silenzio per davvero, tensione vera. Ora uno squillo di cellulare – prima trillavano liberamente – suona sacrilego. Le telecamere si girano verso l’ingresso destro dell’aula nonostante il divieto. Un totale di 22 poliziotti copre un figuro con cappellino blu e giaccavento azzurro/nazionale di calcio: è un imputato in reato connesso.

Sono le 11.53. «Anzitutto buongiorno», sorprende tutti. L’unica novità assoluta di tutta una deposizione scarna, frammentata, a tratti contraddittoria e assolutamente priva di sorprese – non una, ma proprio neanche mezza – è direttamente in esordio, dopo che gli hanno chiesto se faceva parte di Cosa Nostra: sì, certo, faceva parte di cotanta «associazione terroristico-mafiosa». «Terroristico-mafiosa»? Sì, e il perché lo spiegherà più avanti: sinché c’era stato da trucidare Falcone e Borsellino era ancora tutto normale, erano nemici tradizionali; ma poi, dal 1993, si aveva sconfinato: omicidi, stragi, sequestri di persona «e altro», dice, ossia l’attentato a Maurizio Costanzo, le bombe di Milano e Firenze e Roma, «la morte di una bellissima bambina di pochi mesi», e poi «qualche cos’altro di cui non mi ricordo». Strage più, strage meno.

Quando Gaspare Spatuzza parla poi di «un paesano» e di «quello del Canale 5» sono le 12 e 33.  E le frasi già le si conosceva, tutte: risultano da centinaia di pagine di interrogatori che Spatuzza ha atteso 15 anni prima di dettare a verbale. Nulla più.

E’ questo il nuovo Buscetta? Uno che in confronto fa sembrare un gigante di affidabilità Salvatore Cancemi, mafioso e pentito gerarchicamente assai più rilevante? Uno che tuttavia non aveva impedito, pur parlando e sparlando, che tutte le inchieste su Berlusconi e Dell’Utri fossero archiviate?

Intanto i giornalisti, ormai, s’intervistano tra di loro. «Forse c’e’ stata una eccessiva attesa nei confronti di questa deposizione», dice Steve Scherer di Bloomberg News», «giustificata soltanto dal fatto che il testimone ha tirato in ballo Berlusconi». «Le dichiarazioni sono state di basso profilo» aggiunge una inviata di France 2. «Ho atteso per ore di scrivere qualcosa: i miei editor di Londra aspettavano che dalle parole di Spatuzza uscisse una qualche notizia» aggiunge un’inviata di down Jones.

La «pausa di 15 minuti» ne durerà quasi ottanta. Giornalisti e giudici e avvocati si abbruttiranno con pasta al tonno e panna e zucchine, consumata nella mensa del palazzetto di giustizia. I cronisti di Repubblica girano in branco, il commissario Davanzoni sovrintende col suo impermeabile bianco. Sandro Ruotolo annuncia strepitose puntate di Annozero. Alla cancelliera, una spigliata e simpatica, quella che aveva detto «non è uno show», glielo ricordiamo durante la pausa sigaretta, dopo la pasta con panna e tonno e zecchine: lo sa che cosa disse Giuseppe Tarantola, il giudice del processo Cusani, all’apertura della prima udienza? «Non sarà un processo spettacolo», disse.

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50 Commenti

  1. Massì, è tutto falso, del resto si sa da dove arrivano i soldi di Silvio, no? No? Come no?!

    Ecco, Filippo Facci, tu che hai scavto nel torbido passato di delinquenti come Beppe Grillo e Marco Travaglio, sono sicuro che non avrai difficoltà a fare lo stesso col Cavaliere, e a raccontarci tutto. Dài, raccontaci, raccontaci gli inizi di Silvio e Marcello…

  2. Io non lo so da dove vengono i soldi di Berlusconi, non conosco i suoi inizi. Io so solo che se uno è innocente o colpevole non lo si decide sui giornali, in televisione,al bar, ma in un tribunale. E soprattutto so che uno non si assolve da solo. Berlusconi si faccia processare, dimostri la sua innocenza, e a quel punto che governi pure altri 100 anni, non c’è problema, e ve lo dice un grillino dipietrista. Berlusconi dice che i pentiti sputtanano l’Italia… ma mai quanto un Presidente del Consiglio che invece di dimettersi e farsi giudicare, e se ne è capace di farsi assolvere, fa ogni giorno i salti mortali per non farsi processare.

  3. se il criterio per l’attendibilità di un pentito sia il non aver commesso omicidi temo che gli USA dovrebbero abolire tutto il piano protezione testimoni dell’FBI e risarcire i mafiosi arrestati. Che un pentito ci metta tanto tempo a pentirsi non mi sembra nemmeno strano, date le conseguenze nel suo ambiente sociale e per la sua famiglia.

    Detto ciò attendiamo i mitici riscontri (che non furono trovati nemmeno per al capone).

    Io rimango fedele al principio che le tesi più semplici sono quelle vere. Chi abbia un po’ di malizia non può saltare sulla sedia quando gli dicono che i politici trattano con la mafia. la quasi totalità dei politici che hanno avuto successo in sicilia hanno in qualche modo avuto contatti diretti o indiretti con la criminalità organizzata. altrimenti la mafia non esiste, come dice qualcuno. è una conseguenza.

    Dell’utri e berlusconi hanno avuto contatti con i graviano, anche d’affari? probabilissimo. i graviano hanno millantato rapporti più stretti con berlusconi di quanto sia avvenuto in realtà? probabile. Berlusconi mandante di stragi? non credo. ha approfittato della situazione per accreditarsi politicamente? perché no.

    Anche Kennedy ha avuto contatti con la mafia.

    Credo che la sinistra si illuda di avere dei risultati decisivi da questi processi. la destra che fa la verginella però mi fa sorridere non poco.

  4. In quel «Berlusconi si faccia processare, dimostri la sua innocenza» (commento numero 3) c’è tutto il fallimento della scuola dell’obbligo.

  5. mi piacerebbe entrassi nel merito di questi commenti…soprattutto riguardo al raccontarci l’inizio di Silvio e Marcello. Sono convinto che Travaglio abbia sfruttato questa corrente, ma perlomeno ha portato un po’ di chiarezza…se la verità un po’ ci interessa, dimostraci che si sbaglia…

  6. in questi articoli c’e’ il fallimento della tua vita

    una vita sprecata e inutile.

    la coca, cicciooo
    ti dara’ + emozioni?

  7. chissà se dopo il passaggio di questo furore made in pdl (Feltri annuncia le accuse con le trombe e poi gli vanno tutti dietro) qualcuno si accorgerà che il PDL è evaporato in Sicilia, che ha tirato il pacco ai sopravvissuti di Viareggio, che lo stesso Feltri ha ammesso (senza scusarsi, ma accampando scuse) che su Boffo non c’era niente di vero etc. etc. etc.

    sembra, questo di Spatuzza, uno show attorno al quale si è fatto tanto rumore per niente, ma alla fine a qualcosa e a qualcuno è servito, non ai baggiani dell’opposizione, ma alle truppe infeltrite del premier

  8. perche’ quando un pentito accusa un boss e’ attendibile – i maggiori risultati in termini di arresti e sequestri alla mafia vengono tramite questa via – e quando invece accusa un politico no?…

  9. Facci,diventerai credibile il giorno in cui scriverai di come Berlusconi abbia trovato i soldi per iniziare la carriera di imprenditore.
    In caso contrario,resti quello che sei,un trombettiere del re.

  10. Appunto Filippo, Ruotolo è un giornalista d’inchiesta e fa inchiesta, tu un inviato di colore quindi folkloristico.

  11. domanda a Facci:ma perchè questi pentiti diventano credibili solo quando parlano (a sproposito)di Battisti,e invece inattendibili quando dichiarano sugli implicati di piazza Fontana(tanto per citare un caso..)o su qualche politico?La base del pentitismo è sempre quella,”do in cambio di…”,cosa che in questi casi io trovo aberrante,ma che alla fine è uguale per tutti.Se berlusconi e socio sono innocenti,con quella batteria di avvocati che si ritrovano non avranno difficoltà a confutare le parole di un essere spregevole le cui dichiarazioni,per essere considerate,devono poggiare su dei riscontri OGGETTIVI.

  12. facci

    non replichi alle domande pertinenti dei tuoi estimatori?

    magari replichi a questo:

    PPRRRRR!!!

  13. pensavo che volessi offendere solo i magistrati e invece, forse per accontentare i leghisti, ci hai messo di mezzo pure noi napoletani, bravo una nota di razzismo in un giornale di destra ci vuole sempre.
    almeno spiegaci per favore come si fa a passare “alla napoletana”.
    sei davvero un c………

  14. Ah Filì..non c’avevi proprio voglia di scrivere niente a questo giro.L’articolo si riassume in due concetti:i processi in cui vengono coinvolti nomi politici eccellenti richiamano l’attenzione di editori che sostengono l’area politica antagonista.Tutti questi inviati-molossi liberi di circolare rendono l’ambiente colorito e pittoresco quanto il mercato rionale.
    Consolati pensando che avresti potuto fare la fine di Bill Murray in “Ricomincio da capo” ripercorrendo all’infinito questo giorno della marmotta

  15. Caro Filippino Faccino perchè, oltre che a Travaglio, Grillo, e Di Pietro, non conduce una ricerca approfondita sulle ricchezze e gli amici di Berlusconi? Lo dico solo perchè Lei è un giornalista che si contraddistingue per imparzialità e professionalità. Basta basta non ce la fò più.

  16. Giorgio La Pira ed Alfredo Rocco (che non è parente di Rocco Tano) si stanno rivoltando e stanno vomitando nella tomba.

  17. Basta colore, voi tutti giornalisti categoria di merda, fate solo quello. Vogliamo i fatti e se non ci sono dateci le pecore dell’intervallo e voi andate a lavorare anziché fare le gite a Torino con gli zainetti. Deficienti.

  18. Secondo me se diliberto fosse un pedofilo omosessuale mafioso però stesse al governo e fosse quello che firma gli assegni filippo facci lo difenderebbe allo stesso modo in cui adesso difende l’indifendibile,senza distinzione.
    Quindi il problema del giornalismo non è facci pro berlusconi,il problema è facci stesso che ha sbagliato mestiere e si è messo a fare il giornalista anzichè il menestrello.
    Elementare,Watson.

  19. Forse il problema di questi processi è che troppa gente li considera cose non serie, sulle quali al massimo vale la pena di fare un pezzo di colore.

    Sarebbe bello che testate diffuse a livello nazionale mandassero due inviati a testa per il processo Spartacus, l’equivalente del maxiprocesso a Cosa Nostra, del quale si sa pochissimo e invece avrebbe una sua importanza decisiva perché sono stati comminati ergastoli a decine di capi clan camorristi. E invece quel processo si concluse nell’indifferenza più o meno totale.

    Ha ragione, Facci, su un punto: che le cose dette da Spatuzza le sapevamo già. Personalmente le ho trovate scritte sui libri molto di più che sui giornali, dove è più frequente trovare lettere di mogli che chiedono cure per mariti esuberanti sessualmente o amenità simili.

    Sarebbe bello che un commerciante che denuncia gli estorsori e li manda in galera non finendo ammazzato trovasse un posto in prima pagina. Ne ho conosciuti e sono persone che generalmente hanno difficoltà più grandi di quelle che possono avere Berlusconi o Dell’Utri.

    Molto, moltissimo dipende da voi professionisti dell’informazione, che invece di fare le scelte di cui sopra preferite più spesso restare su un livello di scontro perpetui, facendovi le pulci a vicenda sul versante della coerenza.

    Di lei apprezzo comunque l’utilizzo di questo spazio.

  20. non mi viene in mente nessun insulto facci

    mi arrendo

    sei un ottimo giornalista, bravo, coraggioso e onesto

  21. Spatuzza con le sue deposizioni potrebbe fare cadere Berlusconi, magari farlo processare e magari condannare….
    e poi chiedergli scusa dicendo di essersi inventato tutto…
    è prassi consolidata

  22. Filippo caro, ma questa era la brutta o la bella copia di quello che desideravi scrivere?
    Io credo, anzi sono convinto che vorresti scrivere ben altro, magari fare un bel colpo di giornalismo serio, impegnato, ma rimani sempre in bilico tra il desiderio e la pagnotta, e come sappiamo la pagnotta serve tutti i giorni, mentre la gloria dura soltanto un poco.
    Ti vedo bene come giornalista di moda, hai mai provato?

    Riccardo

  23. Io credo che quello che fa Facci, non debba interessare chi legge. Credo che ogni giornalista può essere versatile ed in quanto tale “diversamente” e all’uopo “impiegato”.
    Confesso che non ho capito il finale, “o finale”, per restare alla napoletana. Parimenti mi sconfinfera “ha sconfinato” e riconosco pienamente realistico e non offensivo il passare alla napoletana.
    Il merito di Facci è quello di “narrare” bene, anche un fatto di cronaca dove magari si scriverebbe una banalissima paginetta di diario di cronaca giudiziaria.
    Mi piace l’idea della pasta con le zucchine e di un Facci adolescente con ciuffo e zaino e sempre il titolo perfetto in tasca.
    Aurevuàr.

    Morosita

  24. eh si…se fai “il cosidetto colore” a libero allora devi essere uno forte…
    va bene portare i soldi a casa, ma a tutto dovrebbe esserci un limite.

  25. Filippo, sono sempre sbalordito dalla mirabile capacità di raccontare niente in mille righe. Il vuoto più totale, a parte qualche stupidata qua e là: il processo è uno show, non ci sono i riscontri sulle dichiarazioni di Spatuzza, le indagini sono state archiviate (come se fossero state un buco nell’acqua)… colori spenti.
    Ah sì, visto che ti fa piacere: Berlusconi si faccia processare.

  26. Però il “ma che cazzo dice!” di Dell’Utri alla cronista del Fatto e il “quello del canale 5” dell’ on. Spatuzza sono da antologia di Blob e non solo..

  27. ma com’è che tutta la destra, Libero, Il Giornale etc. hanno già archiviato il caso-Boffo?

    tacciono tutti quelli che avevano speso fiumi di parole (cit. Facci macchianera.net/2009/09/17/intanto-a-kabul/ ) per indicare “l’ipocrita” (come minimo) Boffo
    tace DonDiego macchianera.net/2009/08/29/mistero-boffo/

    ho cercato ovunque, anche sul nuovo blog di Facci http://www.filippofacci.it/ , ma sembra che nessun commentatore di centrodestra abbia ancora trovato il tempo di commentare la squallida retromarcia di Feltri, davvero strano…no?

    eppure erano scattati a centinaia al traino di Littorio, dove sono finiti tutti adesso?

    e perché se le dichiarazioni di un pentito non valgono nulla, per tutta questa gente era invece validissimo il pezzo di carta anonimo che calunniava Boffo?

  28. buonanotte all’italia che si fa o si muore
    o si passa la notte a volersela fare

    chissà perchè penso sempre a B e ai suoi servi, quando sento queste parole

  29. “In quel «Berlusconi si faccia processare, dimostri la sua innocenza» (commento numero 3) c’è tutto il fallimento della scuola dell’obbligo.”

    Mi scusi, signor Facci, non ho capito bene questo suo commento. Potrebbe spiegarmelo? Grazie.

  30. Tutto questo garantismo di sinistro pro mr. B. mi fa venire il voltastomaco.
    E giù a sostenere che alle dichiarazioni dei pentiti bisogna trovare riscontri, etc. etc.
    A parte che i famosi riscontri penso salteranno anche fuori (ma ve l’immaginate un mafioso di quel livello che fa affermazioni del genere senza poterne dare dimostrazione? suvvia, siamo seri…), vorrei ricordare ai signori bempensanti di sinistra (da Bersani in giù, passando per Eugenio Scalfari, Luca Sofri, etc. etc.) che di fronte alle dichiarazioni del sedicente conte Igor Marini contro quei sant’uomini di Prodi, Dini e Fassino (l’affaire Telekom Serbia, do you remember?) si scatenò l’iradiddio mediatica, con la costante notizia di apertura dei telegiornali per ogni sospiro di quel cialtrone, e addirittura l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare.
    COM-MIS-SIO-NE PAR-LA-MEN-TA-RE.
    E ovviamente si era in campagna elettorale per le elezioni del 2001…
    E noi qua a fare le fighette garantiste.

  31. LaProf, provo a dirti io: non è l’imputato a dover provare la propria innocenza, è l’accusa a dover provare la colpevolezza.

  32. Per Esty:
    Non credo che l’equazione “il mafioso afferma certe cose”=”le cose sono dimostrabili” sia così semplice.
    Per quel che ne so io, il dover trovare le prove presentabili in tribunale di eventi che magari conoscono anche i sassi è IL problema.

    Ci si scontrava il pool antimafia di Chinnici e Caponnetto e ci si scontrano tuttora i pm che quando mettono in galera i boss sono bravi e quando trovano indizi contro i politici sono politicizzati e generalmente comunisti. Prima ancora, fino agli anni ’70, fioccavano le assoluzioni e quando morivano i boss si facevano sfarzosi cortei funebri col benestare della Chiesa. Ed è per questo – molti lo dimenticano più o meno consapevolmente – che negli anni del pool fu introdotto il concorso esterno in associazione mafiosa che tanto viene discusso oggi. Tutta la legislazione antimafia attuale, mi pare di poter dire, è nata sotto l’emergenza di dover rispondere alla violenza mafiosa. E questo, col senno di poi, è un altro bel guaio.

    Giuseppe Di Lello, uno dei magistrati che fecero parte di quel pool, dice così: “«E’ vero, il concorso esterno in associazione mafiosa è una costruzione giurisprudenziale, ma capite bene che la sottigliezza è semplicemente letteraria, arbitrale, antologica, perché con la mafia non si può certo concorrere esternamente. La mafia ha i suoi luogotenenti, i suoi mandamenti, i suoi boss, i suoi militari, i suoi piccoli e grandi tenenti, ma gode anche e soprattutto della copertura che a questi garantiscono i politici, gli amministratori, gli avvocati, i commercialisti, personaggi che con la mafia, quando decidono di colluderci, lo fanno esternamente perché è quello che gli si chiede di fare e seppur dunque non direttamente affiliati, non per questo risultano essere meno responsabili. Anzi. Quando si parla di concorso esterno in associazione mafiosa insomma si farebbe meglio a parlare di concorso di persona, che giuridicamente è un reato riconosciuto dal codice di procedura penale. Non c’è assolutamente null’altro da aggiungere».” Il problema, aggiungo io, è che mi pare di capire che per la legge il concorso esterno vale non quando viene riscontrata la disponibilità a favorire i clan mafiosi, ma quando questa disponibilità si tramuta effettivamente in un vantaggio per le attività dei mafiosi. Da qui la difficoltà di produrre prove in tribunale.

    Il risultato, comunque, è che neanche le stragi del ’92 e del ’93 sono riuscite a unire gli Italiani in una battaglia unica contro le mafie. L’Italia è piena di gente che non considera l’esistenza delle mafie un problema prioritario, anzi, spesso le considera un male minore, un fatto connaturato alla nostra esistenza. Questa è la realtà. Per farti un esempio, dopo la strage di Duisburg in Germania, Libero titolava: “Finché s’ammazzano tra di loro…”, ad essere ottimisti un bell’esempio di miopia giornalistica. Ad essere più realisti, forse si può dire che troppo spesso chi scrive non ha idea di che cosa dice.

    In questo contesto sì, sarebbe bello che le fazioni politiche dimostrassero una certa coerenza di comportamento. Ma temo che allo stato attuale nessuno se lo possa permettere. Se fosse così forse il paese non sarebbe condizionato da anni da due processi.

    Scusa la lunghezza.

  33. 1. I pentiti di cosa nostra che abbiano mentito sono pochissimi.

    2. I pentiti di cosa nostra non fanno mai volentieri il nome di un politico. Se lo fanno, in genere non mentono (ma si ricordi che spatuzza parla de relato).

    3. Se cosa nostra interrompe le stragi nel 93, significa che ha trovato un interlocutore politico di alto livello.

  34. Che stile…sempre…
    Bravo Filippo…
    e lasciali perdere tutti ‘sti pseudo intellettualoidi snob…con la puzza sotto il naso…
    aspettano i tuoi articoli per sfogare rabbia e frustrazioni…be’ in fondo sei un terapeuta e non lo sai…usano te invece di andare dallo psicologo…

  35. grande cinzia
    tu si che hai capito tutto
    Facci il tuo punto di riferimento

    auguri . .. ne hai bisogno credimi

  36. ma voi credete davvero di poter sempre e per sempre dormire tranquilli senza che nessuno venga a chiedervi mai di “dimostrare la vostra innocenza”?
    mai sentito parlare di onere della prova?

  37. 39 LaProf

    Mi scusi, signor Facci, non ho capito bene questo suo commento. Potrebbe spiegarmelo? Grazie.

    Secondo me facci intendeva dire :“In quel «Berlusconi si facesse processare, dimostrasse la propria innocenza»

    Infatti,sempre secondo me,il facci predilige la correttezza linguistica alla sostanziale realtà e crudezza della richiesta.
    E ciò conferma di lui un mio pensiero,che secondo me il facci ha sbagliato mestiere,doveva fare il menestrello,o “giullare”,che dir si voglia.

  38. Visto che tutti ti chiamano per nome lo faccio anche io: Filippo, ma sei veramente un giornalista? No perchè allora ho sbagliato mestiere: io faccio l’operaio e a sparare cazzate sono abbastanza bravo. A saperlo prima passavo in redazione da Libero e mi facevo assumere.

  39. Saggina, Facci. Le scope sono di saggina, non “faggina”. “Faggina” in slang significa altro.

    Diavolo, nemmeno le basi…

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