TheClassifica 91 – Un decennio che va, I NOMI che restano. Forse.

Come state? Bene? Peccato il tempo, vero? D’altra parte è novembre, no? Ricordate novembri leggiadri? Da November Rain, al Novembre della Giusy – ma va bene, basta conversazione, entriamo in fase esclamativa. La settimana scorsa promisi che avrei esclamato urbi et orbi i gruppi o cantanti del decennio, in virtù di un personale rifiuto di considerare ancora rilevanti gli album. Ma prima, è mio dovere istituzionale declassificare la classifica partendo con Michael Jackson, che si conferma n.1. E già lui, per quanto mi riguarda, è il personaggio rilevante di quest’anno. Cosa che pone la prima di tante questioni metodologiche: i gruppi e cantanti del decennio devono essere venuti fuori in questo decennio? E se sono venuti fuori nel 1998? Se esistono dal 1991 ma non sono stati rilevanti fino al 2002? Cosa fare ad esempio di Robbie Williams (n.2), per cui ho un piccolo debole, secondo me fece il più britpop dei dischi con il suo album d’esordio (Life through a lens) e ha sempre fatto un mainstream ambizioso – fermo restando che dal vivo è capace di fare un bailamme che non vi aspettereste. Al n.3 entra Mario Biondi, che come previsto sopravanza il suo competitor Michael Bublè (n.5) ma anche Alessandra Amoroso (n.4). Scendono a occupare le posizioni dalla 6 alla 10 Carmen Consoli, Mina, Sting, Madonna, Renato Zero. Con l’immediata uscita di Elio & le Storie Tese (n.11), nella top 10 (che perde anche Noemi) non c’è più nessuna band, italiana o straniera. Storicamente, l’italiano che compra i dischi non ha mai amato le band (l’italiano è un rissoso, irascibile, carissimo individualista). Non ce la fa nemmeno una finta band come Bon Jovi (n.13, nuova entrata). Al n.18 entra in classifica molto basso Lucio Dalla (non voleva essere una battuta. Però se vi ha fatto un po’ ghignare, fate conto che lo fosse. Certo è un po’ una vis comica alla Carlo Conti). Ingressi bassi, forse troppo per trarre conclusioni (magari è solo una data di uscita penalizzante) anche per Giovanni Allevi (n.17) e Giuliano Palma (n.28). Per non parlare del n.33 di Alex Britti.

Britti ce lo siamo ritrovati tra capo e collo a partire dal 1998. E’ uno dei nomi che hanno caratterizzato il decennio in modo decisivo? Nel 2034, quando – Maya permettendo – penseremo agli anni 00, ci verrà in mente insieme a un altro pugno di nomi? E’ difficile crederlo, ma non si sa mai come vanno queste cose. Oggi nessuno cita i Cure tra i gruppi che hanno giganteggiato negli anni 80. Piuttosto si citano gli Heaven 17 – anzi no, mi fanno notare che l’esempio è ambiguo, fate finta di niente – si citano gli A-ha: suonavano i synth, avevano i capelli strani, erano quelli gli anni 80, no?

(intanto, avete apprezzato Britti usato come ponte verso l’argomento successivo?) (un bridge) (no, un brittge)

Perciò, come procedere per questa cosa dei nomi del decennio? Con Wikipedia? Con le copertine di Rolling Stone e XL e del Mucchio? O con quelle di Q e Mojo? Con gli Mtv o Grammy Awards? Sì, dovrei fare in questo modo, per essere grossolanamente oggettivo.

Solo che ora non ho tempo.

Per cui, ora vi beccate i MIEI nomi del decennio.

(ché tanto, siamo qui al barre a far chiacchiere, mica abbiamo le gravi responsabilità di una rivista musicale)

Allora, le mie nomination per i Musicisti Degli Zeroes Che Potete Citare A Chi Vi Dice Che In Questo Decennio Nella Musica Non E’ Successo Niente vanno in ordine sparso e non necessariamente di gradimento (a partire dal primo nome, che a casa mia non sentirei manco per isbaglio) a

Strokes, Gorillaz, Wilco, Eminem, Arcade Fire, Jay-Z, Sigur Ros, Shakira, Mars Volta, Kanye West, Christina Aguilera, Bloc Party, Kings Of Leon, Bob Sinclair, Death Cab For Cuties, David Guetta, Kaiser Chiefs, Alicia Keys, Interpol, Sufjan Stevens, Timbaland, TV On The Radio, Libertines, Lily Allen, Bright Eyes, Outkast, Bat For  Lashes, Scissor Sisters, Beyoncè (…e per forza), N.E.R.D., Arctic Monkeys, Tiga, Avril Lavigne (sssh, silenzio laggiù. Non è la lista di chi volete al vostro funerale, questa), Kings Of Convenience (così come non è certo la lista di chi voglio IO al mio funerale) (casomai, io al loro), Queens Of The Stone Age, LCD Soundsystem, Kasabian, Evanescence, Royksopp, Gomez.

(che lascio per ultimi per ribadire l’ansia della premessa metodologica: ho ben presente che l’album di debutto è degli anni 90, ma non so come risolvere questo tipo di cosa. Ditemi voi)

Immagino di aver dimenticato qualcuno – omissioni anche gravi, magari (spero di no, ma chiaramente accetto input). Altri li ho tralasciati con bieco disdoro. Killers, CatPower, Editors. Mi sembrano apertamente, esplicitamente derivativi. Sto straparlando? (Nel senso di “Eh ma se metti questi, allora devi mettere anche…”) Forse – ma non molto, dai.

Però…ehi, fermi. Non manca qualcuno di GROSSO?

Ovvio che sì. Non dimentico i nomi che seguono. Li riservavo per la scena finale tipo il tirannosauro in Jurassic Park. I sette che stanno per arrivare sono i più importanti di tutti.

Non pretendo condividiate. Dico solo che Nella Mia Umile Opinione questi sono gli ingredienti col sapore più spiccato della grande torta. Non credo valga la pena dare più spiegazioni di così. E’ davvero una mia impressione personale. Ovvero:

Coldplay gruppo del decennio, con Amy Winehouse, White Stripes, Franz Ferdinand, Justin Timberlake, Linkin Park, Black Eyed Peas, Muse a fare il resto della partita.

Ho finito.

Mancano i nomi italiani. Ma già qui c’è abbastanza roba per cominciare la chiacchierata. Avanti, dite pure. Siamo qui per divertirci. Finché i Maya ce lo consentono.

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50 Commenti

  1. sinceramente sono addolorato, ma hai ragione: i Coldplay sono il gruppo del decennio. Per me non lo sarebbero stati neanche del mio quartiere, ma mi rassegno con coraggio.

  2. Ho più paura di Giacobbo, che dei Maya.

    In ogni caso aspettavo con anZia questa TheClassifica e, incredibilmente sono quelli che pensavo io, ERGO, nessuno che passerà alla Storia della Musica (Vol.VII) a meno che Amy non muoia annegando nel suo vomito, cosa del resto probabilissima.

    (Gran cosa che ci siano i Libertines, “What became of the likely lads” è nel mio ipod e me ne vergognavo come di un porno coi cavalli.)

  3. Madeddu, bene così. Non c’è niente da capire: un bell’elenco personale, chi è d’accordo apprezza chi non lo è s’arrangia, e via verso nuove mirabolanti TheClassifiche.

    Personalmente, la mia lista è quasi sovrapponibile, con minime differenze (RAUS Muse, Evanescence e Linkin Park, dentro Regina Spektor, Knife e Islands), ma di questo chissene, se importasse a qualcuno della mia lista non sarei il commentatore di un post altrui.

    I Black Eyed Peas contano, purtroppo, e sono come Berlusconi. No, non è vero, sono i Fugees degli anni zero (il trecciuto, la bella e l’inutile), solo un po’ più Oprah e un po’ meno Malcolm X.

    Su Justin – per i cui due dischi, soprattutto Justified, nutro grande rispetto – una domanda: ma non è che in realtà hai già detto tutto quando hai scritto N.E.R.D.? No, perché sono stati Pharrell, Hugo (e anche Timbaland) a rivoltarlo come un calzino. (A questo proposito, ci sarebbe da citare anche Gwen Stefani, ma forse si divaga. Però c’ha quarant’anni e ancora rrowr). Certo, poi JT ci ha messo la faccia, il Dick in a box, un costante miglioramento nelle compagne, ma insomma, non è più merito dei produttori?

    Tuttavia, gli zeri li ricorderò, più che per i nuovi, per la sopraggiunta irrilevanza di tanti per cui provavo grande affetto. Penso ai R.E.M., che non si sono più ripresi dal best del 2003, a Beck, ai Sonic Youth (i cui ultimi, pure, sono buoni), Massive Attack. Credo che in realtà questo sia nell’ordine delle cose: uno non segue più tanto le cose nuove e si accorge che le “sue” sono sorpassate. Ma oh, mica si invecchia tutti i giorni (o forse sì?)

  4. ……. e questo elenco la dice lunga sulla (non) qualità di questo decennio…… Mah, speriamo nel prossimo!

  5. ” I Black Eyed Peas contano, purtroppo, e sono come Berlusconi. ”

    Non so quanto contino, però a me dei BYP piace il fatto che spesso i loro pezzi siano molto diversi l’uno dall’altro.
    Pensiamo ai R.E.M, ai REd Hot Chili Peppers , o il caso più eclatante, per me, gli OASIS. Saranno superiori ai black eyes peas ( e mi piacciono senz’altro di più), ma che monotonia.

  6. Che schifo i Coldplay.
    E hai pure omesso Anastacia, pur ricordandoti degli obbrobriosi (e già obliati) N.E.R.D…

  7. però escludere così i Killers… no no… non si può… soprattutto il primo album (Hot Fuss – 2004) è uno dei migliori del decennio, parlando di rock band…

  8. Caspita, già 12 commenti. E come da regola autoimposta, mi manifesto per dire:

    @Morgana: i Negramaro sono pressoché italiani. E insieme a un nome talmente ovvio che non lo faccio, saranno i Grandi Protagonisti dell’Attesissima e Imminente Lista di Nomi Tricolori.

    Mamborso: Radiohead, dici. Più negli Zeri che nei Novanta? Ci ho pensato, sai. Ma avrebbe messo in crisi la già fragile premessa metodologica. Tanto per dire: miticoLiga è rilevante negli anni Novanta, non lo è negli anni 00 – però è in questo decennio che diventa megafenomeno, prende il Telegatto e si mette a titillare le mamme d’Italia con “Le donne lo sanno” e altri pezzi da Julio Iglesias con gli stivali.

    @Dan: mi spiace per i Coldplay, fattene una ragione :-D
    Quanto ad Anastacia, mi infastidisce non poco ma ammetto che la sua vocalità rancorosa e pseudoblues ha fatto breccia nello stile canoro di tante fanciulle. Quindi forse dovrei aggiungerla, sì. Ma che diamine, allora anche Jenny from the block, from the block ha influenzato delle anime perdute, pur non creando nulla che non ci fosse già prima (e di cui comunque non c’era alcun bisogno). Fammici pensare.

    MJ: interessante la cosa della monotonia. Credo che l’eclettismo beatlesiano (o bowiano) sia stato sempre considerato con sospetto dai rocker col pedigree rispetto alla coerenza stilistica e alla fedeltà a un credo canonizzato negli anni. Il punk ha persuaso molta gente che un pezzo rock con più di tre accordi perdeva di (dita alzate nel gesto delle virgolette) immediatezza (dita alzate nel gesto delle virgolette). Per molta gente di quell’area, repetita iuvant. Che forse è anche un’allusione al fatto che dal punto di vista scolastico, un vero rocker deve aver ripetuto almeno due volte la terza elementare.

    @Gianni Nardo: uhm. Sì, in effetti. Io li trovo una versione minore dei King Crimson più infoiati, ma sono rappresentativi di una tendenza forte nel decennio. Ok, aggiungo.

    @V: grazie per Timbaland, lo aggiungo. JT secondo me è anche un autore notevole e showman da paura – nuovo Michael Jackson? La pelle è uguale, la frequentazione con la black music appurata (un bianco che scrive quello che ha scritto lui in Ayo Technology non si trova facilmente). Gwen Stefani la considero molto anni 90, e poi non credo del tutto alla sua carriera solista (forse sbaglio), mi sembra la carriera solista di Mick Jagger. A proposito: la decadenza dei grandi è fenomeno di tutti i decenni. Quando inizia quella dei Rolling Stones, quando quella degli U2? Ogni decennio vede stelle estinguersi. Posto che per almeno tre singoli degli U2 di questo decennio, molti gruppi rock di status planetario darebbero reni, polmoni e polpacci.

  9. Scena mainstream davvero mediocre, Madeddu, ma condivido (a parte Timberlake che appenderei volentieri al lampione più vicino). Per fortuna la musica di nicchia è stata di grandissima qualità negli ’00, e nel 2034 sarà questa ad essere riscoperta. Insomma, è la fine del mainstream, della musica generalista, come per la tv, e l’inizio della musica satellitare.

  10. Capisco la premessa metodologica ma pochi gruppi hanno saputo mettere una cesura come quella dei Radiohead tra Ok Computer e Kid A senza perdere in qualità.
    I Radiohead del 2000 sono sempre la band degli anni 90 ma fanno musica abbastanza diversa. Hanno avuto episodi meno fortunati (Hail to the Thief) ma riuscire a pubblicare un album come In Rainbows dopo 17 anni di successi è una cosa che ha pochi precedenti nella storia del pop.

  11. Gli U2? Con Pop, lo dicesti anche tu qualche TheC. addietro. (poi sui singoli ti seguo anche, ma che c’entra, pure una semplice Frivolous Tonight, posto che è di Moulding e non di Partridge, posto che è 15 anni dopo Dear God, posto che Apple Venus 1 non è tutto bellissimo, porta a scuola col Vito Mercedes molti britpoppari tipo Bluetones o Stereophonics, eppure gli XTC smisero di rilevare vent’anni fa)

    Dissento rispettosamente sulla Stefani, che rispetto ai No Doubt ha fatto due dischi quantomeno diversi, con gente tipo Nellee Hooper, Andre 3000 e i già citati N.E.R.D. ai bottoni. Per me, una Hollaback vale dieci Don’t speak.

    Ma ancora una domanda: ma la signora GaGa l’hai lasciata fuori perché è apparsa troppo tardi, perché ti fa onco o perché te la tieni in serbo come dominatrice dei dieci? Perché lo sarà, oh, se lo sarà.

  12. L’impressione complessiva è che, senza colpa di chi l’ha compilata nè di chi la commenta e la integra, si stia cercando di svenare una rapa.

    Un lavoro un po’ come cercare di farsi venire in mente lo sciatore eritreo o il surfista bulgaro del decennio.

  13. Madeddu, devo dire che hai proprio tirato fuori il meglio di questi anni, ma già che hai citato Justin e quel genio di Timbaland perché non aggiungere anche Nelly Furtado? Certo l’ultimo pezzo che ha fatto non si può sentire, ma un paio d’anni fa ha fatto molto di buono ; penso Give to me, Say it right, Promiscuous…
    E non credi che bisognerebbe trovare un posticino anche per Kenye West?
    …Julio Iglesias con gli stivali? Eheheh….

  14. Firmo la petizione con Sartori. I ♥ Kaney West.
    Tutti i nomi mi sembrano piuttosto giusto. Will I Am andrebbe menzionato.

  15. “Credo che l’eclettismo beatlesiano (o bowiano) sia stato sempre considerato con sospetto dai rocker col pedigree rispetto alla coerenza stilistica e alla fedeltà a un credo canonizzato negli anni.”

    In effetti, mi pare che anche Jim Morrison spingesse i Doors a fermarsi a una certa rozzezza ed elementarità musicale.

    Però, chiarisco, un conto è la cifra stilistica, un altro infilare pezzi uguali gli uni agli altri. La chitarra di the edge svirgola sempre più o meno allo stesso modo, ma inserita in brani un po’ vari è accettabile. La parte musicale e corale sempre uguale che copre la voce di Liam Callagher , no.
    Detta da una che trova Liam pure discretamente ( e inquietantemente ) doable.

    V, non so come dirtelo. Ma secondo me, quando parli di Gwen Stefani tu NON puoi essere obiettivo. Prova a pensare alla sua musica come se fosse fatta da una NON abbia quel sorriso, nè quelle gambe, nè quegli addominali, nè quei capelli, etc, poi dimmi:p

  16. No, adesso seriamente…. ma chi è che, sano di mente, per gli anni ’80 cita gli Heaven17 e tralascia i Cure?? Ma che gente frequenti?

    Come se chiedendo chi è il personaggio pubblico italiano degli anni ’00 ti si risponda Berlusconi invece di….
    vabbè ho sbagliato esempio…

  17. i RADIOHEAD sono stati però negli anni 00 il primo grande gruppo riconosciuto da pubblico e critica a vendere spudoratamente via internet… è abbastanza di rottura, rispetto alle logiche stantie delle case discografiche…

  18. Coldplay? 3 o 4 buoni album (anche ottimi) però stanno già alla frutta….

    Se c’è qualcuno che passerà alla storia sia per i ’90 che per gli ’00 quelli sono solo i RADIOHEAD

  19. Io ho il dubbio anche sui Green Day ,hanno fatto parte dell’onda punk metà anni 90 però hanno fatto il botto con gli ultimi 2 dischi.Della tua lista condivido Arcade Fire,Bloc Party,Kaiser Chiefs,Interpol,Muse, Linkin Park.
    Personalmente ci metto anche Editors gli Idlewild di the remote part Killers

    Credo che nel 2034 le signore si ricorderanno dei 30 second to mars di Leto così come le signore di adesso si ricordano Le Bon

  20. Argomento scoppiettante, vedo: si rende (in)necessaria una seconda tornata di controcommenti.

    @Milly: hai ragionissima. Eminem mi pare, oggi, così sepolto, che lo collocavo (come Britney) alla fine degli anni 90 più che in questa decade. Vado a correggere. Ma non entra tra i sette giganti.

    @Stereomike e Mamborso: sui RADIOHEAD mi state quasi convincendo. Il problema è che una scelta in tal senso a favore dei RADIOHEAD sarebbe madida di conseguenze: potrei dover applicare il principio della rilevanza bidecennale anche su qualcun altro. Intanto, mi avete convinto a scrivere RADIOHEAD sempre maiuscolo.

    @Sergio, scrivi anche tu RADIOHEAD in maiuscolo. Ehi, se lo fanno i fans di ALESSANDRA AMOROSO.

    @Kilgore Trout: ah, non hai idea di che gente frequento. In ogni caso, controprova: chiedi a chiunque di ricordare la musica degli anni Ottanta. Duran e Madonna escono tra i primi tre nomi. Wham e Culture Club, tra i primi dieci. I Cure nemmeno tra i primi venti.

    @Pietro: tesi molto, molto intrigante. La settimana prossima cancellerò il tuo commento e lo riscriverò da qualche parte fingendo che sia una mia intuizione.

    @V: mmmmh, Frivolous tonight. Grazie per averla messa su. (faccina che fa le fusa)
    Quanto a Lady Gaga, ci vuol poco a epatire il borghese, oggi. L’anno scorso era Katy Perry che baciava (uuuh!) le ragazze. Oggi è lei che (uuuh!) fa le mossette e mostra le sise. Che ti devo dire, magari hai ragione, ma anche se fosse, sarà un fenomeno del prossimo decennio – in questo, è arrivata un po’ tardi.

    @Piti: apprezzo sempre il fatto che non esageri mai. Comunque vedi, stasera mi ha telefonato il Corriere della Sera e mi ha chiesto un consulto perché anche lui è alle prese con i 10 album del decennio. Quelli italiani, peraltro. Con mio grosso sgomento e dispiacere personale, non ha messo nell’elenco un solo disco dei Tiromancino.

    @Sartori: Kanye sì, possiamo aggiungerlo. Quanto alla Nelly, per lei ho un debolino, ma forse sono stato deluso dall’ultimo disco. Però senti, io sarò anche il critico più mainstream in circolazione, ma prima di dire che è stata un nome roboante del decennio… Casomai lo è stata – ooops – vado ad aggiungerla. E a malincuore ci ripenso e tolgo Neko Case. Troppo nicchiosa.

    MJ: spesso essere riconoscibili conviene pure in termini radiofonici. In questo senso Robbie Williams è uno che ha rischiato qualcosa. Dido, tanto per fare un nome, proprio per nulla. A molta gente piace il sapore standard, la sicurezza che la prima delle Pringles sarà uguale all’ultima. E poi non tutti gli artisti hanno necessariamente un’attitudine cangiante e caleidoscopica come MiticoLiga – ehm.

    @Gad: ovviamente. Buahaha.

    @CamminandoScalzi: c’è del vero, ma mi sembra un po’ poco. La grande spinta in avanti della ricerca, della sperimentazione, hanno allontanato consapevolmente, inevitabilmente dal gusto della massa la classica prima e il jazz poi (e l’elettronica di recente. Compresa, clamorosamente, la dance! Tant’è che per compensare, la qualità media del brano da discoteca che era alta negli anni 90, è diventata rasoterra oggi, perché il compromesso dopo un po’ non tiene. Ai Gershwin o ai Soft Machine, ai Kraftwerk o agli Underworld può andare di lusso una volta sola e in un contesto preciso) lontanissimi dal gusto popolare.
    In ogni caso, non è che sei per caso tu il Maestro Renna autore dello scritto?

  21. Tutto bello, tutto giusto, ma se metti i RADIOHEAD (mi adeguo) allora metti anche SQUAREPUSHER, voglio dire, “Hard normal daddy” è del 97, ma “Do you know SQUAREPUSHER” è nientepopòdimeno che del 2002 e Ultravisitor è del 2004. Perbacco. Poi magari sono malato e mi dite tutti “cialtrone, SQUAREPUSHER vale nulla”.
    E allora andatevelo ad ascoltare, cribbio.

  22. Se è per questo, i Daft Punk di “human after all” & “Alive 2007” (beh, più o meno) non sono gli stessi di homework (94?).
    Verrebbe da chiedersi dove mettere piuttosto Anthony and the Johnson. Oppure Architecture in helsinsky. O gli animal Collective.

  23. Tutto abbastanza condivisibile – anche se, Lily Allen… piuttosto pensavo a gente come i Maroon 5, che non sono 100% Anni ’00 ma ci potrebbero andare vicino.
    Altra sorpresa è stata non vedere i Muse in top ten, ma mi fido e non contesto. Una curiosità da profana, invece: queste classifiche del decennio non sarebbero destinate all’anno prossimo? E se la Befana ci portasse, al posto del solito carbone, IL/LA cantante o LA band del decennio che si chiude?

  24. capisco la cosa del meinstrim ma insomma…..piuttosto.
    Quelli degli anni ’80 con i capelli strani non erano gli Heaven 17 ma gli A flock of seagulls.
    Gli Heaven 17 nati da una costola dei primi Human League (con i fuoriusciti Martin Ware e Dave Marsh, aspetto e curriculum da ingegneri del suono con capelli ordinati e divisa su una parte) unitisi con Gregory (non ricordo il nome ma che doveva diventare cantante degli Human League ma poi era impegnato e allora il suo posto fu preso da Phil Oakey e lui poi andò con Ware e Marsh).
    Ho perso il filo cazzo.
    Cioè gli Heaven 17 facevano parte di quella famosa scuola di Sheffield che affondava le origini nei Cabaret Voltaire, no dico.
    Niente di paragonabile ai Cure ovviamente ma sicuramente uno dei punti di più qualità negli ’80.

  25. Gli anni ’00 sono stati indiscutibilmente e senza dubbio gli anni delle COVER. Non ha mai sentito in vita mia così tante cover realizzate di tutti i generi, stili e tipi.

    Inoltre, mentre precedentemente a questo decennio si coverizzavamo brani vecchi almeno di 15 anni, in questo decennio si è partiti subito a coverizzare canzoni uscite la settimana prima. In questo contesto rientrano nel filone anche tutti gli AMERICAN’S GOT A TALEN, X-FACTOR, AMICI e tutte le compilation lounge, chill e similari.

    Pertanto, a rappresentazione di un filone andrebbero inseriti (forse anche nei magnifici sette, proprio per l’altro valore simbolico dato alle cover in questi anni) i NOUVELLE VAGUE.

    ;-)

  26. I Coldplay fanno davvero cagare, forse più dei Queen: hanno fatto solo una canzone veramente bella (Don’t Panic)
    I Linkin Park invece nemmeno una, davvero un bel gruppo di merda.

    Della tua lista mi sento invece di appoggiare solo Wilco, Arcade Fire, Sigur Ros, Sufjan Stevens, TV on the Radio e White Stripes.
    Poi avrei da aggiungere diversi altri nomi (Xiu Xiu per cominciare, se vogliamo andare in ordine analfabetico) ma sono troppo stanco e ubriaco ora.

  27. Mi sono parzialmente ripreso e aggiungo gli altri nomi

    Animal Collective (secondo me fra 20 anni sarete lì a parlare della loro influenza nella musica a venire. Dico sarete perchè io sarò morto da tempo, il mio fegato non reggerà così a lungo)
    Panda Bear
    LCD Soundsystem (mi sono accorto solo ora della loro presenza nella lista)
    M83
    cLOUDDEAD
    Shit and Shine
    Pansonic
    Fiery Furnaces
    Iron and Wine
    Notwist
    Sunn O)))
    Queens of the Stone Age
    Fleet Foxes
    Grizzly Bear
    Okkervil River
    Mono
    Go! Team
    Godspeed You! Black Emperor
    Oneida
    New Pornographers
    Liars
    The National
    Zu

  28. @Nomero: io ti prendo in considerazione, ma ammetterai che sei il primo a ipotizzare che il mondo sia diviso in RADIOHEADiani e SQUAREPUSHERisti.

    @Mr Tasty: su Antony and the Johnsons ti prendo in considerazione. Sugli altri, mi sei un po’ nicchiarolo (e lo sai, veh). Ma quel che è peggio, evocando gli Architecture in Helsinky mi attivi il neurone dei Kings Of Convenience. Che avevo rimosso, ma sono costretto, con il cuore in poltiglia, a inserire. Ribadendo – ove non fosse chiaro – che sto cercando di essere obiettivo, non di mettere i miei cocchi.

    @S.: Uhm. Non ho messo i miei cocchi Snow Patrol, non ho messo i loffietti Keane, devo davvero mettere i Maroon 5?
    Quanto ai Muse. Ehm. (Tossisce nervosamente, si guarda in giro). Maledizione, hai un paio di chili di ragione. Ma sia chiaro che non approvo. Quanto alla befana, sai, l’idea sarebbe stabilire chi ha lasciato un’impronta nel decennio. Tu dici che domani potrebbe uscire l’album di debutto dei nuovi Beatles? Vado a guardare.

    @diamonddog: il legame tra H17 e Cabaret Voltaire non ce l’avevo mai sentito, ma ammetto che il mio ricordo di capelli discutibili è un po’ esagerato dal tempo e c’era gente peggiore. Certo lui era ben ossigenato: http://www.youtube.com/watch?v=MRLnD37uZjc&feature=related
    Ma a parte questo non volevo denigrare, eh: Penthouse and Pavement rimane un brillantino. Volevo solo rimarcare l’esclusione dei Cure a danno di gente meno cruciale, forse potevo fare altri nomi – vanno bene gli A-Ha, così c’è anche (nel loro caso) la componente denigratoria? O mi conviene ripiegare sui Beehive?

    @Pres.Belluscone: ma sai che è vero? Molto vero. Però i Nouvelle Vague, anche se mi piacciono molto (più di quanto dovrebbero, forse) te li boccio. Cioè, sto cercando di salvare i padri e le madri del decennio qui, eh.

    @Fake. Non sono abbastanza stanco e ubriaco per darti ragione. Certo che anche tu, ciucco alle 20.36 di domenica. Ti prendo i Queens Of The Stone Age.

  29. Il tag Carla Bruni m’ha fatto ridere. I Til Tuesday mi piacevano parecchio, quindi ho provato ad ascoltare Aimée Mann, però due balle. Non ho visto i Rammstein nelle liste.

    This superfluous comment was originally posted on Macchianera

  30. Ma i Tool??

    Vabbe’, comunque dipende anche a chi domandi “Che gruppo t’e’ rimasto degli ’80, ’90, etc?”
    Se e’ un mentecatto ti dirà solo gli A-ha, ma gli anni ’80 sono stati anche gli anni dei migliori Metallica.
    I Joy Division, gli Smiths, i Death, e forse i migliori U2.

    Ce n’e’ di gran roba negli anni ’80.

  31. @barynia: beh, Aimee Mann ogni tanto piazza un Long Shot oltre che un Wise Up, ma certo non è Bjork – non che Bjork non sia pallosa quando ci si mette. Però mi induci a toglierla perché ancorché giunta a popolarità in questo decennio grazie alla colonna sonora di Magnolia, ha fatto troppa roba nei 90es.
    Analogamente: il giorno in cui fui folgorato (non fisicamente, per fortuna) sulla via dei Rammstein mi trovavo agli Mtv Award ad Assago: eravamo talmente negli anni 90 che c’erano le All Saints e gli Aqua.
    (…della serata ricordo anche lo scarso portiere del Milan, il tedesco Lehmann, che ballava da solo in un angolo con una bottiglia di birra in mano; i Bluvertigo vincitori italiani, al massimo della popolarità – furono riconosciuti da addirittura 5 degli spettatori del Forum – nonché Jenny McCarthy che se la tirava come se la sua luminosa celebrità fosse destinata a durare oltre i successivi 20 minuti) (ricordo altresì lunghissime pause per gli spot televisivi, la gente che esplodeva di entusiasmo a comando, e tutti quanti, compresi gli ospiti italiani, che parlavano in inglese trattando il pubblico, giustamente, come sudditi di Amerika, Amerika, Amerika)

    @Popsylon: perché? Se ne avessi 20 non avresti il permesso di ascoltare buona musica? E poi, sbaglio o quando eri ragazzino l’Italia smaniava per Canzonissima? Occhio a non fare revisionismo storico, gli anni 70 erano ricchi di fuffa. Poi vabbè, quando uno legge Tommaso Labranca mentre rievoca i tempi in cui ascoltava rapito quel tamarro di Cerrone, si sganascia – ma non facciamoci trascinare.

    @Destrosio Al Magnesio: (…clap, clap. Grande nick) – c’è gran roba anche nei 90, e anche negli 00. C’è gran roba in qualunque decennio. E ogni decennio ha roba riprovevole. Ogni decade ha i suoi Aqua, i suoi Alphaville, i suoi Alunni del Sole e i suoi Adamo (poker d’A !) (ehi, apprezziamole, queste cose. Mica ve le regala, un Giulio Brusati di XL) (ti sei googlato, vero, scimmione?) (ah, e a proposito di gente che capiterà qui googlandosi) (scusa ma) (i Joy Division, anni 80?) Destrosio, tu lo sai che quello ha visto a malapena cinque mesi di quel decennio, vero? Il culto dei Joy Division, da noi, comincia così tanto tempo dopo l’impiccagione di Curtis, che anche Andrea Laffranchi sul Corriere della Sera di domenica scrive che i JD erano dei titani degli 80. Te, non ti perdono – Laffranchi sì, perché non è un critico musicale e glielo dico da sempre: dovrebbe lasciar perdere e fare il giornalista, ché in quello è tra i migliori. Ma non mi ascolta, pensa che dire stupidaggini sui dischi sia una figata. D’altro canto, devo ammettere che forse lo è.

  32. Ok, si e’ vero, i Joy Division campano dal 78 all’80 (81, che poi e’ l’uscita dell’album postumo), pero’ personalmente li associo più al suono degli anni ’80 che ad altra roba prima.

    Certo, se poi il metro temporale di giudizio e’ “Quanto e quando in Italia sono conosciuti” beh allora le cose scalano almeno di 5-10 anni.

    Comunque si, c’e’ roba buona in ogni epoca e roba pessima in ogni epoca.

  33. Mh sì, vero, è che li ho ascoltati molto dopo. Non trovo mai Björk noiosa, ma càpita che a volte ti porti in luoghi più tranquilli. Ogni tanto ci vuole.
    Poi: Röyksopp, Kylie Minogue.

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