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Classe '65. Adolescenza in pieni '80 tra Tenax e Frigidaire (in mezzo c'è tutto). Attualmente, assieme ad altri 8 ragazzi realizziamo volantini per i supermercati. Di segno da sempre e... uff. Mò m'ha preso tristezza per quella cosa dei supermercati e non riesco a finire il profilo. C'è roba mia su www.canemucca.com e su canemucca.tumblr.com

11 Commenti

  1. giusto, quall’altri ti saltano addosso a piedi uniti nello spiazzetto dove t’hanno fermato.
    e son differenze, sì.

  2. tanto ormai il 112 e il 113 la mamma li chiama perché gli uomini neri arrivano per contoloro

  3. Mak hai COPIATO. Il seggiolone è identico a quello di pietro.
    Dai Ubaldo che gli uomini neri ora, se gli va di culo, vanno nei lager libici.

  4. però la Polizia ha Coliandro. I carabinieri quella sega del Maresciallo Rocca. Volete mettere?

  5. da quello che ricordo dei fumetti di coliandro,mi sembra che era un perfetto rincoglionito di istinto fascistoide.Però hai ragione,scalzare Rocca dal primo posto dello stereotipo ” fedele nei secoli&investigatore all’amatriciana “è dura; peccato che quel tipo di CC lo vedi quasi solo nelle fiction TV. Si vede che ora, dopo che si sono sparati annate su annate di telefilm sui duri e maschi sbirri americani,stanno tentando di porsi con una nuova immagine.

  6. Ma piantatela con ‘ste cazzate contro i carabinieri! voglio vedere poi come vi attaccate a telefonare al 112 se qualcuno vi vuole fare la bua…
    Vergognatevi, confondete la brutalità di qualche deficiente in divisa (che di certo esiste) con la professionalità e l’amore per il lavoro di centinaia di migliaia di persone!

  7. Don Diego qui sopra posta un articolo di Marco Travaglio e chiude i commenti. Ci sarebbe anche da discutere sul chiudere i commenti in un luogo in cui sono solitamente aperti, che suona un po’ come questo è il Verbo e non si discute ovvero ci sono cose di cui possiamo parlare insieme altre no e non rompeteci i coglioni, ma è pur vero che ogni autore fa ciò che crede e blablerobla – che noia. Ora, in classe per i distratti veri c’erano tre-quattro poli d’attrazione: il nero della lavagna, la finestra, la cartina geografica e il crocefisso. Questi ultimi due più interessanti, ne converrete. Non c’era una cartina che riproducesse l’intero globo, erano divise per continenti, così si buttava un occhio all’Europa fisica, io fissavo il Caucaso per delle mezzore. La cartina dell’Europa aveva questo di meraviglioso: sapevi che c’era dell’altro, che continuava, non c’erano i confini anche se poi c’erano. Un infinito. La croce rappresentava invece un angusto spazio perimetrale, oscuro, qualcosa da temere, il confessionale, l’ufficio di don Riccardo. La croce se la guardi da lontano non vedi che c’è un uomo attaccato, vedi solo la paura. Le zucche, le leggende di Halloween che tanto piace collocare vicino al satanismo, si beffano di morte e paura e trovo incredibilmente comico che dopo tanto tempo lo scopo sia sempre quello di tenere in scacco l’umanità facendole battere i denti a capo chino. Scusa Makkox se ho un po’ esondato.

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