Il Grande Elenco Telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso) /17

Il Grande Elenco Telefonico della Terra e pianeti limitrofi (Giove escluso)(…continua /16)

–  Se posso permettermi, questa vostra ossessione per l’immortalità ha un che di bizzarro.

–  Non è che sia propriamente un’ossessione… Diciamo che alcuni di noi si lasciano consolare dalla possibilità che possa esserci una seconda vita.

–  E nel frattempo fate sacrifici in questa, che – se non mi sbaglio, e fino a prova contraria – è l’unica sicura?

–  Sono sacrifici tutto sommato sopportabili. Voglio dire: che cosa ci costa non mangiare carne il venerdì?

–  E perché non dovreste mangiare carne il venerdì?

–  Beh, perché Dio non lo vuole.

–  E che cos’ha Dio contro la carne?

–  Semmai c’è da chiedersi che cosa abbia contro il venerdì. Glielo dico io: è il giorno in cui è morto.

–  Mi perdoni, ma se ho capito bene non è che “è morto”: ne avete ammazzato ⅓.

–  Esatto.

–  E ve la fa pagare vietandovi il barbecue?

–  No, mettiamola così: mangiare pesce o un qualsiasi cibo più povero al venerdì è un modo per fare presente a Dio che non ci siamo scordati di quel giorno.

–  Secondo me Dio sarebbe stato più contento se ci aveste pensato prima.

–  E’ probabile. Comunque, dipende dalla religione di cui stiamo parlando. La cosa della carne vale solo per il Dio dei cristiani.

–  Meno male. Per un attimo ho avuto l’impressione che tutti gli dei che vi siete scelti avessero questa strana ossessione per la carne.

–  Assolutamente no. Per quello dei mussulmani è il maiale.

–  Il maiale?

–  Sì, e gli alcolici: sono cose da bere che rendono più allegri.

–  Dovreste essere tristi?

–  No: è che si è troppo allegri ci si scorda di Dio e della preghiera.

–  Fermo. Uno: che cos’è la preghiera? Due: che cos’è il maiale? Tre: perché essere troppo allegri vi fa dimenticare Dio?

–  Diventa sempre più difficile. Allora… della preghiera ne abbiamo già parlato: è quando ci si rivolge in modo umile a Dio per chiedergli qualcosa, o anche solo per salutarlo. Il maiale, invece, è un’animale. Uno di quelli piuttosto sfortunati, perché è quasi tutto buono da mangiare, e con le parti che non sono buone si ottengono altre cose utili, come i pennelli…

–  Un attimo…

–  Se però sta per chiedermi che cosa sono i pennelli non ne usciamo più.

–  Non è importante?

–  No, non molto. Comunque, sono degli oggetti che servono per colorare le cose. Le pareti di casa, ad esempio.

–  E perché volete che le vostre pareti di casa siano di color maiale?

–  Mi segua, non è difficile: il colore ci va messo sopra, e il pezzo del maiale serve per spanderlo.

–  Ho capito: voi colorate il maiale; lo chiudete in una stanza; lui si strofina sulle pareti e colora la stanza.

–  Guardi: io starei anche qui a spiegarle che il maiale non si strofina contro niente perché è morto, ma poi lei mi suonerebbe il requiem come per le ciabatte. Quindi le dico che sì, il maiale fa tutto da solo e noi, molto riconoscenti, lo lasciamo libero quando ha finito.

–  Lei non ha pazienza. E’ una caratteristica esclusiva sua o la condivide con il resto della specie?

–  Non ho pazienza e neanche memoria, per cui non mi ricordo qual era la terza domanda.

–  Perché essere felici vi fa dimenticare Dio?

–  Giusto: perché se uno è allegro non ha niente da chiedere e quindi niente per cui pregarlo.

–  Va bene. Ricapitolando: il venerdì niente carne per i cristiani e niente maiale o alcolici per i mussulmani.

–  No: i mussulmani il maiale non possono mangiarlo mai perché è ritenuto un animale immondo.

–  Perché è sporco di vernice?

–  E’ una storia lunga, complicata, controversa e che, per di più, so a malapena. Davvero vuole che gliela racconti?

–  Può fare un riassunto?

–  Il Dio dei mussulmani ritiene che il sangue sia impuro e che quindi l’unico modo ammesso per mangiare un animale sia quello di sgozzarlo recidendogli la giugulare e fare uscire tutto il sangue. Il maiale è grasso e ha un tipo di collo che non permette di farlo, per cui il sangue resterebbe nel corpo a contaminare le carni.

–  Mi scusa un secondo?

–  Prego.

– 

–  …

–  Rieccomi, grazie.

–  Problemi con la gente che sta lì fuori?

–  No, sono solo svenuto un attimo.

–  Mi spiace. Spero che la gente fuori da quella cabina non si sia preoccupata.

–  Non ne ha avuto il tempo.

–  In che senso?

–  Svenendo, ho sbattuto la faccia contro la parete della cabina e mi è uscito il sangue dal naso. Sono svenuti anche loro.

–  Tutti e tre miliardi?

–  …e centosessantottomilioni quattrocentoundicimila settecentoventinove.

–  Sì, quel che è. Per un po’ di sangue dal naso?

–  Siamo una specie piuttosto sensibile alla vista del sangue.

–  Ho capito, ma è stato lei che ha voluto che le raccontassi questa cosa.

–  Ha ragione: lei non poteva saperlo. Le chiedo solo, per cortesia, di tenerne conto per il futuro. E’ anche uno dei motivi per cui inizialmente avevamo scartato l’acquisto della Terra.

–  Cosa, il sangue?

–  No: i telefilm con i vampiri. Ne avete in onda troppi.

Bip

–  Che cosa ha detto, scusi?

–  Io non ho detto niente.

–  Lei ha fatto “Bip”.

–  No.

–  Io ho sentito “Bip”.

–  Non lo metto in dubbio, ma non sono stato io, glielo giuro.

–  Ne è sicuro?

–  Direi di sì: in genere non faccio mai “Bip” senza un motivo ben preciso.

–  Strano, ma vabbé. Dicevamo?

–  Dipende a quale parentesi aperta si riferisce.

–  Facciamo che chiudiamo quella sul sangue.

–  Va bene.

–  Stavo per dirle che non è facile stare dietro ai vostri dei.

–  Perché?

–  Troppe variabili: per i cristiani niente carne, ma solo il venerdì; per i mussulmani la carne va bene, ma quella di maiale mai. Credo che se fossi in voi sceglierei il Dio degli ebrei, che non mi sembra avere particolari pretese.

–  No, infatti. Se escludiamo il divieto di mangiare maiale, esattamente come per i mussulmani, e ci aggiungiamo il cammello, il cavallo, il coniglio, alcuni tipi di volatili, qualche specie di locusta e tutti i pesci non dotati di squame e pinne, no, nessuna particolare pretesa.

–  Questo tutti i giorni?

–  Esatto, tutti i giorni. E il sabato diventa peggio, perché ci sono anche trentanove cose che non si possono fare.

–  Trentanove?

–  Trentanove.

–  Me ne dice qualcuna?

–  Promette di non chiedermi per ciascuna che cosa vuol dire?

–  Prometto.

–  Non le ricordo tutte, ma so che si sabato è ad esempio vietato arare, ventilare, macinare, cucire, tessere, cacciare, scuoiare, scrivere, disegnare, spegnere o accendere un fuoco, legare e slegare, dividere due fili, cardare e formare covoni.

–  Formare che cosa?

–  Ehi, aveva promesso!

Bip Bip

–  Di nuovo! Cos’era?

–  Non lo so. Questa volta l’ho sentito anche io.

–  Lei è sicuro di non fare “Bip”, che so, anche involontariamente?

–  A chi non capita di fare “Bip” in alcuni momenti della giornata?

–  Dice sul serio?

–  Ovvio che no, ero ironico.

–  Resta il problema di che cosa ha fatto “Bip”, allora.

–  E non ce ne faremo una ragione fino a quando non lo avremo scoperto, giusto?

Bip Bip. TerraCom, "Verso l'Universo"...

–  Ecco, era solo…

–  Shhh! Zitto, sentiamo!

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(continua… /18)

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4 Commenti

  1. e non gli ha ancora parlato delle bestemmie, un modo per avere le divinità sempre nel cuore… ma oggi è domenica, bestemmierò con parsimonia.

  2. Geniale!!!
    Ma sta cosa della religione ha un po’ stufato, spero che con la nuova moneta arrivi anche un nuovo argomento…

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