The Classifica 52 – Poi mi prende l’emozione per Firenze, che sta là

“Vi siete accorti, quando Mino cantava in inglese, quanto somigliava a David Bowie?” (Gigliola Cinquetti, durante il “Porta a porta” dedicato a Mino Reitano)

Occristo. E io che volevo smetterla di parlare di morti. Vuoi perché tra una settimana mi tocca farlo di nuovo – sapete, esce il disco di Bruf – sì, insomma, il Boff. Vuoi perché questa settimana ci sono novità in top 10. Vuoi perché alla fine Vespa col tributo a Reitano ha picchiato duro, superando a destra il tributo a De André di Fazio. Perché nonostante la presenza di uno dei tanti figli abortivi di Arbore, il mefitico Dario Salvatori che lanciava il j’accuse contro chi non ha capito lo spessore di Mino (…ma vaffanculo), la trasmissione di Vespa era lieve, signori. Lieve e realmente affettuosa. Non c’era Vecchioni che salmodiava, ma Pupo e Iva Zanicchi che ridevano e facevano ridere ricordando i momenti passati con Reitano. Oh, che cavolo: sarà la guittaggine indomita che entro mi rugge a parlare, ma tra i due modi di essere ricordato io preferirei questo – perciò segnatevelo: se mi capita qualcosa, la serata Tributo a Madeddu fatela fare ai forzisti e non ai diessini.

Detto questo, De Andrè questa settimana mi sale addirittura al n.2 (a tallonare Tiziano Ferro che torna al n.1), e oltre a scavalcare la Pausini (n.3) si tiene anche il n.6. Laddove Reitano non so se riusciremo a vederlo in top 10. Tra i primi 20 ve lo do per certo, ma nella top 10 non so, bisogna vedere se c’è una raccolta pronta… Ops, ci stavo ricascando. No, lo ribadisco: il sermoncino sull’Italia Repubblica Fondata Sulla Morte l’ho già fatto nelle puntate precedenti – laonde, usciamo dal mood I fell in love with a dead boy, canzone gorgheggiata da Antony & the Johnsons (new entry al n.9). Per contro, riprendiamoci la vita, come biascica in Ho visto anche zingari felici Luca Carboni (new entry, n.4). Perché This is the life, come mormora Amy McDonald (new entry, n.10). E sapete che vi dico? Tra queste due novità e mezza in top ten, è a costei che mi aggrappo per il temino odierno.

Spiego brevemente perché: questa rubrica ha la bella pretesa di parlare del Paese partendo dalla top 10, giusto? Data tale premessa, il cd di Luca Carboni non ha niente da dire. Cioè, è interessante che come ogni bollito (vedi alla voce: Franco Battiato) abbia fatto il disco di cover. Ed è interessante che sia riuscito a non rovinare una delle migliori canzoni mai scritte da un cantautore (l’originale di Claudio Lolli ce l’ho pure nell’iPod. Ha un assolo di sax tra i più belli della musica italiana, con quello di Festa di piazza di Bennato. Un giorno mi diffonderò su come la musica odierna abbia dichiarato guerra al sax) (the opposite of sax, si potrebbe dire). Ma siccome Luchino Carboni mi ha dato tanto in passato, preferisco ricordarlo da vivo, mentre biascica che potremmo imparare a ballare il tango che nella vita serve sempre (…a queste parole, il mio cuore fa: ciock).

Ma nemmeno il gorgheggione Antony, si badi, ci può essere molto utile per capire il grave momento del Paese. Il suo disco l’ho sentito poco, per ora. E quel poco che ho sentito mi è piaciuto ma nel contempo mi ha fatto alzare il sopracciglio come Ancelotti. Ma in generale, l’unica cosa interessante che vedo nell’Antonymania è come tutti insistono sul concetto “voce da angelo in corpo da ippopotamo”. Ed è sulla prima metà della frase, che ho da discutere. Ma ci devo ancora lavorare, non ho niente di pronto da dirvi, mi spiace. Ehm, sono in grave imbarazzo, qui. Ed essendo il gaglioffo che sono, me ne tolgo creando un diversivo:

“L’incontro con Sinatra – è andata che eravamo in una stanza, ai lati opposti, lui in pullover. Io l’ho guardato e non sapevo cosa dirgli. Allora ho preso la rincorsa e lo abbracciato forte e gli ho detto: king!”. (Mino Reitano)

Amy McDonald. Che nome subliminale. La Winehouse, l’Happy Meal. Ma soprattutto, che voce subliminale. Tanita Tikaram, Edie Brickell, Lene Marlin, Dido, Adele. Magari anche Suzanne Vega, che lo so che obietterete, ma nel magico mondo del mainstream è passata come quelle che ho appena citato, una tipica Ragazza Che Non Se La Tira. Entità che fa la sua apparizione a intervalli regolari: è un anticorpo (anche perché sul corpo punta poco, ché ella è seria). Entra in circolo quando le zoccolone sono in quantità superiore a quella gestibile. Ed è difficile fronteggiare l’assalto di Rihanna, Katy Perry, Leona Lewis, Duffy, Beyoncé, Britney Spears e in generale l’incessante predicazione del puttanesimo chic (home page di Mtv.it, ora: PARIS HILTON BEST FRIEND FOREVER. “Vuoi essere la migliore amica di Paris Hilton? Partecipa al nostro concorso!”). Per controbilanciare il peso di tale insostenibile lepidezza, istintivamente il Paese cerca la Ragazza Che Non Se La Tira. Che arriva in punta di piedi, mormora cantilenando la sua canzoncina desolata, e altrettanto in punta di piedi è solita farsi da parte. Il metabolismo musical-iconografico del Paese ne aveva un bisogno spasmodico, o non si sarebbe invaghito oggi di un disco uscito due anni fa, signore e signori: This is the life è stata pubblicata nel 2007, e l’album di Amy ha preso polvere in casa mia per tutto questo tempo. Se ora, e solo ora, questa è la canzone del momento, è per un ulteriore messaggio, questo non subliminale, contenuto nel testo di This is the life. Brano che descrive una generazione che canta canzoni, discute di fotografi cool, trinca adeguatamente. Poscia, pone a detta generazione la domanda cruciale: “Dove andrete? Dove dormirete stanotte?”. Mmmh.

Stanotte, forse, nel letto di casa, davanti al portatile acceso su facebook.

Ma presto, sotto i ponti.

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24 Commenti

  1. “Un giorno mi diffonderò su come la musica odierna abbia dichiarato guerra al sax”

    maddi (mi permetti di chiamarti così?),
    la scomparsa degli strumenti a fiato dalla musica rock-pop è una delle migliori cose accadute negli ultimi 20 anni. Insieme all’estinzione dell’armonica a bocca come la suonava bob dylan (e quindi de gregori), che mi dava veramente sui nervi. Ma ho paura di quello che potrebbe efferci sul difco del boff bruf…

    “la Ragazza Che Non Se La Tira. Che arriva in punta di piedi, mormora cantilenando la sua canzoncina desolata, e altrettanto in punta di piedi è solita farsi da parte… Poscia, pone a detta generazione la domanda cruciale: “Dove andrete? Dove dormirete stanotte?”. ”

    A proposito: capita anche a te di udire nel sonno la voce di Madame Carlà che sussurra qualchedun m’ha ditt e svegliarti nel cuore della notte e scoprire che non c’è nessuno?

  2. Complimenti per l’analisi comparata “La ragazza che non se la tira”-“le Zoccolone”.
    La condivido in pieno. Ma mi chiedo (e ti chiedo, visto che io non so darmi una risposta esauriente) se valga anche in Italia.
    Dove sono le alterego nostrane di Madonna (la capostipite) e delle sue nipotine?
    Ho la sensazione che da noi “le Zoccolone” più che al canto si dedichino a veliname e reality.
    Dimostrando peraltro poca lungimiranza.

  3. Forte sto Anthony. Cioè, l’avevo già sentito, ma ero sicurissimo fosse Nina Simone. E infatti mi dicevo, “com’è che le radio tuttanbotto passano così spesso Nina Simone?”. Eh eh eh.

  4. Signor Madeddu, è inutile che cerchi inizialmente di distrarci inducendoci in commozione ricordando chi “ci ha lasciato”, per poi completare l’ opera provando ad annebbiarci eccitandoci mettendo l’ attenzione “sulla figa” nel finale.
    Sono puerili tentativi della vostra faziosa e parziale informazione comunista.
    Sappiamo bene come stanno le cose “Voghera Main Street”. Perchè non parlate dei problemi reali della gente? Perchè non citate mai anche la “Top Digital Download” e la “Classifica Compilation” ?
    Drill, Baby, Drill !

    p.s. si, lo so, sono molto banale nel voler tirare dentro forzatamente tali accadimenti. La cosa,e l’ immaginarmi lei alle prese con tali constatazioni, mi procura uno così entusiastico gaudio sadico (pensare a risata diabolica), che però proprio non posso resistere.
    Ih Ih Ih.

  5. scusateme per la mia banalità e cattivo gusto:

    ma a me il sax che chiudeva Cosa sarà (eseguita dal bello FDG e dalla bestia LD, la rifacesse l’allampanato Rino-Papa diventerebbe Cofa Farà) piaceva molto.

    E l’armonica fa rima con la sensazione che ti procura: malinconica.

  6. Solo una precisazione Paolo.

    L’Italia non è una Repubblica basata sui morti bensì basata sui Vecchi (che giocoforza, ogni tanto muoiono tra i due piedi).

    Anche io comunque vorrei dare il mio contributo:

    “Caro Mino eri un grande artistiticamente, sei morto combattendo la malattia, non c’è nessuna differenza tra te e Johnny Ramone”

  7. Mi ripugna dirlo, ma è vero, il programma di Vespa è stato notevole. Bellissimo quando Bruneo ha cercato di sottolineare la fede di Reitano, e Pupo l’ha riempito di orrore: “Per me la religione è il più grande male che c’è oggi al mondo”. Mitico Pupone!

  8. Mi ricordo quando durante le trasmissioni di macchianera ad un certo punto moriva sempre Mino Reitano.
    E adesso, coupe de theatre, se ne e’ andato quando non c’era trasmissione.

    Peccato, mi stava simpatico

  9. Pace all’anima sua, ma era un bidone.
    E “Italia” è orrenda, ben oltre il trash.

  10. Lungi da me difendere l’indifendibile.
    Credo però che “fenomeni” come quello di Mino Reitano (ma anche di Albano, ma anche di Little Tony e di Bobby Solo, ecc.) non possano essere giudicati con i comuni metri.
    Sono (o furono) nazional-popolari oltre l’immaginazione.
    Sono al limite delle orchestrine del neo melodico che impazzano sulle reti locali e sulle Feste di Piazza.
    Fanno parte di un certo retroterra culturale privo del benchè minimo riferimento alla musica internazionale e/o al mutato ruolo della canzone popolare intervenuto post-woodstock.
    Non vanno giudicati.
    Vanno osservati come una fiumara in un paesino diroccato della Calabria.
    Con consapevolezza della limitatezza è vero, ma senza alcuna presunzione.

  11. Diamond, sono assai d’accordo. Ci sono milioni di persone che dai cantanti e dalle canzoni non si aspettano quel che ci aspettiamo noi. E per contro, se mio nonno avesse visto il film “Control”, quello su Ian Curtis, forse si sarebbe domandato perché la gente stravede per quel tipo che si agita tanto mentre stona canzoni monotone.

  12. Per Mad,
    se non sai dove dormire, io c’ho posto.

    Per Reitano, requiescat.

    Per Jonkind,
    prima la Cinquetti con Bowie, poi tu con Johnny (oh, Johnny). Perchè ho l’impressione che non sia un complimento?

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