The Classifica 41 – Noi siamo i dischi vuoti

Tumpatumpatumpatumpa

(trattasi di: rumore di pale di elicotteri e di ventilatore)

Tumpatumpatumpa (primo piano sul mio volto a testa in giù)

…Antonacci.

Merda.

Al numero uno c’è Biagio Antonacci.

Da lunedì, ogni volta penso che mi sveglierò e al n.1 ci sarà ancora Gigi D’Alessio. Invece io sono qui, che divento ogni giorno più debole, mentre ogni minuto che Biagio se ne sta accovacciato nella giungla, diventa più forte. Ha fatto un’altra raccolta. Solo quest’anno, non scherzo, ne ha fatte uscire tre. O tremila, forse. Mondo puttano, di nuovo Iiiiris. Sooognami. Se è vero che ci seeeei. E il pubblico gliele ricompra un’altra volta. Stupido pubblico. Gettate la bomba, sterminateli tutti. No, d’accordo, non è una raccolta come le altre. I pezzi sono riarrangiati. L’orrore. L’orrore. Una differenza immensa. Sentite? Non canta: “Iiiiris”, ma “Iiii-iiris”. E poi ci sono cinque inediti. A partire da quella che dà il titolo al suo disco, Il cielo ha una porta sola. Il che significa che la squadra avversaria non farà gol, credo. Dovete ascoltarlo. Biagio mi ha allargato la mente. E’ un poeta-guerriero nel senso classico. A volte voi, voi lo salutate, lui vi passa proprio accanto, vi passa vicino e nemmeno vi nota, poi all’improvviso vi getta in un angolo e vi dice “Quello che io sento di te è forte…quello che io sento di te è sempre che tu…mi piaci… tu mi dici…non sono in grado di amarti”… Il tutto cantato con la voce di una lumaca che striscia lungo la lama di un rasoio affilato. Questo è il mio incubo. Ascoltare la voce di Antonacci, e sopravvivere.

Il n.2, quello che chiamavano Giggetto, era di Napoli. Strano che dopo una settimana non fosse già più al numero 1. Anche lui, come Antonacci, incideva per la Sony. Dietro di lui c’erano quei somari australiani con le chitarrone. Tipi simpatici, convinti di essere ancora nel 1981. E forse avevano ragione. Anche loro, come Antonacci e Giggetto, incidevano per la Sony. Al n.4 c’era Ornella. Detta, un po’ di tempo fa – un bel po’ di tempo fa – Culo d’oro. Anche lei, come Giggetto e Antonacci e gli AC/DC, incideva per la Sony. Un mucchio di dischi della Sony che vendono in tutto il Paese. Tutti ammucchiati. Un mucchio di piccoli dischi. Ma mi sono reso conto, come se mi avessero colpito con un diamante, una pallottola di diamante in piena fronte. E ho pensato: mio Dio… che genio. La volontà di pubblicare dischi sempre uguali. Perfetti, genuini, cristallini, puri. Ci vogliono case discografiche come queste. Senza sentimenti, senza passione, senza discernimento. Perché è il voler giudicare che ci sconfigge.

Al n.5 c’erano i Negrita. Li avrebbero promossi per questo. Sì, promossi nelle radio. E non erano nemmeno più nel fottuto esercito. Noi addestriamo giovani gruppi italiani a scaricare rock sulla gente, ma i loro comandanti gli fanno scrivere “Che rumore fa la felicità. Come opposti che si attraggono, come amanti che si abbracciano” perché è osceno. Al n.6 c’era Vinicio Capossela, al n.7 Andrea Bocelli, al n.8 Anastacia e al n.9 Giusy Ferreri. Poi, al n.10, c’era l’ultima delle tre novità della top ten: il cd più dvd di Fabrizio De André, Effedia. Conteneva La canzone di Marinella. E Bocca di Rosa. E La guerra di Piero. Perché la gente lo comprava? Non le aveva mai sentite? Chi pubblicava quel disco? La Sony. Sempre loro. Perché ci sono momenti per un’azione senza scrupoli – un’azione che spesso è definita spietata – ma che in molte circostanze può essere solo lucidità, vedere chiaramente cosa va fatto e farlo, direttamente, velocemente, guardando in faccia la realtà. E la Sony, guardava in faccia la realtà.

Jovanotti, i Cure (dopo una sola settimana. Che legnata), i Jonas Brothers avevano lasciato la barca. Mai lasciare la barca. La settimana successiva, al n.1 ci sarebbe stato Tiziano Ferro. Davanti a Fiorella Mannoia. Oppure, ancora Biagio Antonacci. Probabilmente la giungla voleva Biagio Antonacci. Ed era da lei, in ogni caso, che il pubblico prendeva gli ordini. E questo è il modo in cui finisce questa puntata. Non con un bang, ma con un gemito. E con un gemito io mi tolgo dalle palle, ragazzi.

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13 Commenti

  1. Oddio mi sento male.
    Mi hai trasmesso in toto (non il gruppo) tutto il tuo malessere discografico.
    Senti Paolo, te l’ho già detto quindi mandami pure affa, ma me la fai una puntatina su Billboard?
    Lo so, lo so, The Classifica prende spunto da un parallelo tra chart e vita politico sociale di un paese….
    Però anche in USA é successo qualcosina.
    I NeoDem, la Palin, Obama, i somari australiani al n.1 per due settimane di seguito, i subprime che hanno copiato dalla subpop, dai che ce la fai di argomenti ce ne sono mille.
    Con immutata stima, adesso però vado a Rozzano con il badile.

  2. Non c’e’ piu’ il Biagio dei bei tempi, quando cantava “…vorrei che fossi come la mia batteria, potrei picchiarti tutto il giorno e non andresti via….”

    sigh

  3. le citazioni sparse. io, ignorante della materia principale, mi son beato quelle.
    molto intenso.

    -mai lasciare la barca-

    pur non sapendo al 90% di cosa scrivi, ti leggo sempre tutt’una tirata fino in fondo. con gran piacere.

  4. ma la tua classifica ufficiale che fonte ha ?

    perchè in altri siti vedo nei primi posti il disco di ivano fossati
    mentre non c’è traccia nella tua

  5. mi pare ci sia un assunto sbagliato.
    I dischi non se li compra più nessuno. Quello che succede è che qualcuno regala un disco perché pesa poco: e se lo regala deve comprarlo, non può masterizzarselo. A questo punto che importa se tutti hanno sentito ennemilavolte La guerra di Piero? Forse che non si rivede ennemilavolte Pretty Woman alla tv?

  6. Le canzoni di Antonacci sono terrificanti, il testo qui citato ne è un buon esempio. Per chi ha una certa età (sigh) c’è un legame preciso con le melensaggini insulse che andavano forte anche trent’anni fa, solo che allora a cantarle non erano Pausini, Antonacci e Tatangelo, gente chic che va su Vanity Fair, ma gente vecchio stampo come la Zanicchi, Toto Cutugno, Ricchi e Poveri. L’unico cambiamento è stato far diventare “fighi” i cantanti di canzoni “sfigate”.

  7. Allora, grazie per i complimenti sparsi, non sono degno. Poi:
    – Barbara, dici assai bene. La canzone svenevole degli anni 70 e 80 era demandata a gente che aveva ben altro fisico del ruolo: da Gianni Nazzaro a Tiziana Rivale, che Vanity Fair non avrebbe mai trovato eccitanti – ma è anche vero che non puoi uscire otto volte la settimana con Brad e Angelina, quindi sei costretto a prendere le popstar più melliflue, dalla Tatangelo a Ligabue (dehehihohu).

    – Tonto, io queste classifiche le invento. Poi la Fimi-Nielsen le copia e le chiama “dati di vendita ufficiali”. In effetti è possibile che le classifiche di “altri siti” siano molto più attendibili. Oppure che il grosso degli acquirenti italiani chieda il disco di Fossati, e turpi negozianti gli rifilino Giggetto D’Alessio.

    – Mau, quello che ipotizzi è audace ma interessante. Una classifica dei regali. In pratica, per tutta estate la gente ha regalato il disco della Giusy. Se non dovesse ripetersi con il suo imminente nuovo disco la cosa potrebbe essere imputabile al diverso carattere dei sagittari rispetto ai leoni, che festeggiavano il compleanno quando lei era in vetta. Farò mia questa chiave di lettura! ;-)

  8. se serve a qualcosa vorrei dare il mio endorsement alla prima candidatura di una puntata usa a The Classifica, dopo una fascisterrima serie di 41 puntate tutte wasp :)
    (sperando che non succeda come con Ballardini)

    @ Tonto: circa la significatività (gulp) della fonte FIMI – ACNielsen, la nota metodologica afferma che: “La rilevazione si basa sulla registrazione delle vendite di dischi (sell out) presso un campione di 200 punti vendita rappresentativi dei negozi specializzati , della catena Media World / Media Music e degli ipermercati con superficie superiore ai 5000 mq.”
    è chiaro quindi che c’è un certo conservatorismo nelle scelte, tanto più forte quanto piu’ le quantità che fanno classifica sono piccole (migliaia).

    Se l’Onomatopeico Madeddu ci tirasse fuori i dati se ne potrebbe parlare sul serio. Nielsen se ne guarda bene, in ogni caso ;)

  9. grazie per le risposte
    son gnurant riguardo a queste cose
    ma proprio da mediaworld se non sbaglio avevo visto fossati al 4° posto
    e adesso leggo che è una delle fonti
    (vabbè insomma attendevo una recensione di fossati da parte di madeddu, tutto lì :-) )

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