La mia banca è indifferente

-Disponibilità insufficiente, prova un importo inferiore o contatta la tua agenzia.
-Ma se ho versato adesso lo stipendio!
-Si infatti ma tu mi hai dato i soldi oggi e io te li rendo tra una settimana
-Ci guadagnerò almeno qualcosa
-No, sono io che ci guadagno, tu mi dai i tuoi soldi, paghi per darmeli e io tra una settimana ti rendo quello che resta.
-Cazzo dici, ma allora a cosa servono le banche?
-Ad offrirti un servizio obbligatorio.
-Una specie di tassa?
-Esatto, paghi l’iva allo stato, paghi l’addizionale comunale al comune e paghi gli interessi e le commissioni alle banche.
-Ma allora le banche sono un poco anche mie? Si può votare per eleggere il banchiere preferito?
-No, le banche non sono tue e non puoi eleggere proprio nessuno, però devi contribuire a salvarle se sono in difficoltà. Proprio come il Comune di Catania.
-Il prossimo mese mi faccio pagare in contanti
-Non si può, non lo sai? Te l’ho detto che le banche forniscono un servizio obbligatorio. Il tuo capo non può pagarti in contanti
-Va bene allora vuol dire che vado all’agenzia del mio capo e mi faccio cambiare l’assegno
-Brava. Ma ricordati di telefonare prima per avvisare che preleverai in contanti altrimenti i soldi non te li danno neanche lì.
-Ma come? Se i soldi sul conto ci sono me li devono dare, c’è scritto sull’assegno “pagate a vista”.
-Si, si, anche nelle aule di tribunale c’è scritto che “la legge è uguale per tutti”.
-Senti io non voglio litigare con te però in tasca ho cinquanta centesimi e devo ancora mangiare, dammi qualcosa.
-Quanto vuoi?
-Cinquanta?
-Disponibilità insufficiente, prova un importo inferiore o contatta la tua agenzia.
-Venti?
-Disponibilità insufficiente, prova un importo inferiore o contatta la tua agenzia.
-Vabbè dai, passami almeno una sottiletta.
-Mi spiace, non sono programmata per erogare sottilette.
-Dieci?
-Se rimetti dentro il bancomat un’altra volta risucchio pure te e ti tengo in ostaggio in agenzia.

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33 Commenti

  1. Le banche sono un servizio obbligatorio fintanto che non si riesce a rinunciare alla comodità e a quella sensazione di benessere e importanza che l’avere un bancomat e una carta di credito in tasca ci da. Ci si può rinunciare tranquillamente, forse non per molto ancora, ma per il momento si può. Basta sbattersi un pò di più, ad esempio sopportando il fatto di dover andare nell’agenzia dove ha il conto il nostro datore di lavoro, per cambiare l’assegno del nostro stipendio. Non è vero che fanno difficoltà a cambiarlo, a meno che non si tratti di uno stipendio dai 5000 Euro in su. Se prendete uno stipendio normale, nessuno vi fa storie e vi cambiano l’assegno.
    Chi ha avuto bisogno di accendere finanziamenti per comprare casa, auto e cose del genere, è obbligato a continuare a lavorare con le banche. Ma chi non ha finanziamenti e non prevede di farne (fortunello!), può benissimo rinunciare a bancomat e carta di credito, andare ogni mese a cambiare l’assegno dello stipendio e tenere i soldi in casa, che tanto se durano fino alla fine del mese è un miracolo. E almeno non si regalano soldi a dei ladri pezzenti, che ci trattano e ci ricattano ogni volta che ci presentiamo allo sportello, come se fossimo dei miserabili. Dovremmo tutti imparare a vivere in base alle nostre possibilità, fare a meno di ciò che non ci serve veramente. Sembra davvero che in Italia nessuno si ricordi più come si fa.

  2. Vabbè , dai , Uberuomo , non esageriamo . Mi auspicherei costassero meno , tipo quanto si dice al nord (es. Olanda) , che già in Svizzera mi pare costino sempre tanto , però sono un servizio molto comodo, quasi irrinunciabile.
    Bancomat e carta di credito in primis.
    Che poi dover girare con tanti contanti , e magari tenere qualche migliaio di euro in casa , non mi pare una genialata.
    Non scherziamo.

    Che poi uno dice “le Banche”, quando è abbastanza ovvio che il 70% delle colpe son del “Legislatore” .

  3. Uberuomo, si e no. In ufficio da me erano tanti quelli senza conto corrente, poi si presentavano in dieci o venti a cambiare l’assegno dello stipendio e succedeva quello che non dovrebbe succedere. Hanno quasi imposto alla gente di aprire un conto, li hanno rimandati indietro dicendo che non c’erano soldi o li hanno fatti aspettare per ore. Tutti comportamenti illeciti contro i quali la maggior parte dei singoli non sapeva come regolarsi e la società per la quale lavoro non poteva intervenire per ovvi motivi. Se ti bloccano un conto aziendale per uno scoperto di dieci euro alla fine chi ci rimette è l’azienda e chi ci lavora. Ho semplificato di molto ma credo che il concetto sia chiaro.
    Poi se vuoi comprarti una casa sarà difficile che una persona normale possa comprarsela mettendo da parte i soldi sotto al materasso e allora devi accendere un mutuo e devi avere un conto corrente.
    Non sempre i prestiti si chiedono per comprarsi il telefonino o il televisore.

  4. @Viss: Infatti ho espressamente citato quelli che hanno bisogno di finanziamenti per comprarsi casa o quant’altro come un’eccezione. Per loro non c’è alternativa.

    @Kluz: “servizio molto comodo, quasi irrinunciabile”… come ho detto io, è alle comodità che non si può rinunciare, per te come per la maggior parte delle persone. Vi accontentereste che costassero un pò meno, certo, così che possiate mantenere tutte le vostre comodità e, guardandovi allo specchio, sentirvi meno fessi. Poco o molto che vi prendano, un furto è sempre un furto.

  5. Che le “comodità” sian quelle si potrebbe dibattere , ma che siano un furto in se , non si può sentire .
    Offrono un servizio utilissimo alla comunità e al benessere di tutti.
    Il punto è semmai, data anche la sempre maggiore informatizzazione , un conto base con bancomat/cdc possa costare più di 25-36 euro l’ anno (effettivamente totali), ma è già un altro discorso.

    Se poi sei Celentano sotto mentite spoglie, dillo.

  6. Uberuomo ma coloro che hanno bisogno di un finanziamento non sono un’eccezione ma la regola e sono anche l’anello debole della catena ovvero coloro che con la banca spendono e non guadagnano.

  7. @Viss: Quelli che hanno bisogno di un finanziamento sono la regola nella realtà, un’eccezione nel contesto del mio discorso di prima. Auspicavo la scelta di rinunciare ai servizi offerti dalle banche, scelta possibile per tutti, tranne per coloro che hanno acceso finanziamenti o saranno costretti a farlo. Più chiaro di così non saprei spiegartelo, ti prego…

    @Kluz: Porca paletta, mi hai sgamato!

  8. urca, sottoscrivo uberuomo, nel senso che sebbene faccia tanto “i bei vecchi tempi andati col cascinale, le vacche e l’orto…” c’ha ragione lui! Io poi non otrei MAI fare a meno delle carte di credito e della banca-ladra, ma vorrei!

  9. Beh, informatevi e cambiate banca, ci vuole un po’ di impegno ma non è difficile. Io sono cliente di Banca Etica da parecchio tempo e mi trovo benissimo, la banca cresce e offre sempre migliori servizi, i prezzi sono contenuti, ho la sicurezza di non finanziare fabbricanti di armi né gentaglia del genere. Fateci un pensierino.
    La carta di credito è comodissima per comprare su internet, ci sono cose che non si trovano ovunque, meno ancora se non abiti in una grande città.

  10. diciamo che farsi pagare in contanti , o con assegno, era una provocazione che avevo in mente….un pò per far girare la balle a lavoro e sentirmi dire la stronzata che era vietato (da chi, da cosa?)… un pò per far ridere mia moglie, che, lavorando in banca, mi ha detto che di clienti che si fanno pagare senza bonifico ce ne sono….

  11. balthazar, le transazioni monetarie sopra ad un certo importo devono avvenire per forza tramite bonifico o assegno. Adesso non mi ricordo benissimo i termini della questione, ma se chiedi a tua moglie che lavora in banca, saprà sicuramente essere più chiara.
    Quindi, insomma, è vietato per legge.

  12. Viscontessa, purtroppo le banche non sono obbligate a “cambiarti” un assegno, anche presso la filiale di emissione. Questa cosa fa parte della serie “strano ma vero”: la banca è obbligata ad accettare (salvo buon fine, etc.) qualsiasi assegno o versamento fatto dall’intestatario del conto perché è con lui che ha un contratto. Tu o io che andiamo lì con l’assegno il contratto con la banca non ce l’abbiamo, quindi la banca non ha nessun obbligo nei nostri confronti (ha ovviamente quello di onorare gli assegni regolarmente emessi, ma è sempre un obbligo nei confronti del correntista) incluso quello di pagare “a vista”.

    E’ una cosa bella e/o giusta? Ovviamente no…

  13. Non è sempre vero che non si può fare a meno di avere un conto in una banca. Oggi le agenzie (almeno a quanto mi ha detto lo sgarbato direttore di una) non sono neanche più tenute a cambiare gli assegni a vista. Io per cambiarne uno di poche centinaia di euro mi sono visto chiedere 2 documenti, il codice fiscale, mi hanno fatto firmare una liberatoria sulla privacy e un’autorizzazione ad accedere ai miei dati tipo quelli degli albi dei “cattivi pagatori” e cose del genere… Protestare è solo servito a farmi minacciare che non mi venisse liquidato l’assegno.
    In più hanno telefonato a chi aveva emesso l’assegno (tutto ciò davanti a me) per chiedere conferma che quell’assegno fosse veramente stato emesso in mio favore.
    Situazioni ridicole e anche avvilenti.
    Per quanto riguarda invece gli assegni versati sul conto, emessi da un’altra agenzia (quelli “fuori piazza” ndr), la “mia banca è differente”… se la prende comodamente rendendoli disponibili dopo 10 giorni. Credo lo faccia per aiutare il lavoratore (soprattutto precario) ad arrivare meglio alla “fine del mese”… Peccato però che l’inizio diventi una tragedia…

  14. Faccio il cassiere in banca. Alcune cose che ho letto qui sono vere e altre meno. Posso assicurare che cambiare un normale assegno di stipendio non mi crea nessun problema particolare, se posso identificare con certezza a chi lo sto pagando. Un documento, due se l’assegno è sopra i mille euro, e il codice fiscale sono sufficienti. In questo sono obbligato dalla legge e dal contratto di lavoro, perché se sbaglio a pagare il titolare del conto può rivalersi personalmente contro di me.
    Suggerisco una possibile soluzione per chi non vuole aspettare i lunghi tempi di disponibilità degli assegni versati in conto corrente. Aprendo il conto nella stessa agenzia su cui è tratto l’assegno (dove andreste comunque a incassarlo in contanti, intendo) la valuta e la disponibilità del versamento saranno pari al contante.
    Versando l’assegno, sarà immediatamente liquido.
    Grazie, ciao.

  15. Bancoposta. Il fatto che maneggino i nostri risparmi insieme alle lettere e ai pacchi, che mi trovi in fila ogni volta coi pensionati, che l’impiegato si sgoli per farsi capire da un cliente cinese o che il direttore con fare ancora timido e goffo proponga una nuova proposta di investimento, mi fa sentire a casa. Forse hanno semplicemente azzeccato la comunicazione, ma personalmente non ho più un conto in banca da cinque anni e non vorrò mai più averlo.

  16. Il problema del bancoposta è che non puoi andare in rosso.
    Il problema delle banche è che puoi andare in rosso ma te lo fanno pagare caro.
    Il problema degli strozzini è che non sanno vendersi la propria immagine.
    Lo strozzino è per sempre come Trilogy per quanto anche il mutuo sia per sempre. Se poi decidi di rinegoziarlo per pagando rate fisse, allora lo lasci anche in eredità ai figli.
    Non riesco a trovare differenze sostanziali, ecco.

  17. Non poter andare in rosso è una fortuna e un vantaggio.
    Non potendo farlo, in un modo o nell’altro sei costretto a imparare a farti bastare quel che hai. Cosa che farebbe bene a tanti Italiani.

  18. uberuomo, tanto rigore morale mi spaventa un po’. In linea di massima potresti anche aver ragione ma poi siamo esseri umani e le cose nel nostro paese vanno come vanno e onestamente di prendermela con chi altalena continuamente tra il rosso e il nero per mantenere un tenore di vita comunque mediocre, francamente non me la sento.
    E’ sempre il solito discorso, invece di colpevolizzare le banche che sono l’anello forte della catena, si colpevolizza indistintamente le vittime di un sistema che non funziona. Perchè questo è il punto, il sistema bancario così com’è, non funziona o meglio è un sistema che gode di privilegi di cui non gode nessun altro settore della nostra economia.
    Quello che dici tu è che invece di lamentarsi delle banche bisognerebbe imparare a farne a meno che è un po’ come dire che invece di lamentarsi delle aziende perchè non investono una lira sulla sicurezza dei lavoratori, bisognerebbe, da lavoratori, imparare a mettersi il caschetto prima di salire su un’impalcatura.
    E allora? giusto dirai tu ma poi ti giri e vedi quello che sta succedendo all’Alitalia dove i lavoratori si limitano a applicare scrupolosamente il regolamento e ti accorgi che se i regolamenti sono scritti male, se le regole sono solo un modo per pararsi il culo di chi comanda, le cose non funzionano.
    Individualmente siamo responsabili delle nostre azioni e infatti individualmente paghiamo per i nostri errori, ma abbiamo uno Stato, abbiamo delle istituzioni, paghiamo profumatamente un apparato statale e istituzionale enorme il cui compito dovrebbe proprio essere quello di rappresentarci tutti quanti e di lavorare per il bene comune e non solo di qualcuno.
    Se poi devo fare tutto da me, devo imparare a tutelarmi dalle banche, dal datore di lavoro o dall’imbecille che parcheggia il suv sul marciapiede, allora che vadano tutti a casa. Torniamo alla legge della giungla, che vinca il più forte e che i deboli che non sanno campare con il misero stipendio che ricevono e per questo sono costretti ad andare in rosso in banca, vadano affanculo. Peggio per loro e amen.

  19. Viscontessa, tu continui a mettermi in bocca cose che io non ho detto. Io capisco che ognuno abbia il diritto di interpretare ciò che legge come può e come crede, ma accetta un consiglio: prova ogni tanto ad interpretare le mie parole nella maniera più semplice possibile, anzichè farti tutti sti percorsi mentali, degni del miglior funambolo.

  20. Uberuomo, “sei costretto ad imparare a farti bastare quel che hai” sono parole tue. Se non hai niente impara a farti bastare niente è il modo più semplice di interpretare le tue parole.
    Su questa semplicissima interpretazione delle tue parole, nascono le riflessioni che ho riportato nel mio precedente intervento.
    Ora si possono fare due cose, la prima è quella che tu mi spieghi quale sarebbe la semplice interpretazione che tu volevi dare alle tue affermazioni oppure puoi contestare le mie conclusioni.
    Ciò che non puoi fare è adottare il berlusconiano sono stato frainteso. Abbiamo già un presidente del consiglio che è sempre stato frainteso. Ci basta e avanza.

  21. Mi basta risponderti con l’ultima frase di quel mio commento: “Cosa che farebbe bene a tanti Italiani.”.
    “TANTI”, non “TUTTI”.

    C’è una buona fetta di Italia che vive al di sopra delle proprie possibilità, che non sa rinunciare a beni voluttuari, che preferisce fare debito pur di non rinunciare a cose rinunciabili, che “non sente” la crisi solo perchè non la vuole sentire. Solo a questa fetta io mi riferivo, quando ho scritto che se non puoi andare in rosso, sei costretto a farti bastare quel che hai, e che farebbe bene a tanti italiani. Che poi era da prendere più come una battuta che altro.
    Che il mio fosse un auspicio del ritorno alla legge della giungla, è una tua personale e presuntuosa interpretazione.

  22. Tanti italiani non vuol dire niente è come dire le persone normali o la maggior parte degli uomini.
    Io tutta questa spensieratezza in giro non la vedo, non mi pare che tanti italiani non sentano la crisi, anzi da quel che vedo e ancora meglio da quel che sento, mi pare che la crisi degli italiani sia iniziata ben prima della crisi economica.
    Non starò a parlarti di tutti quegli indicatori sociali in grado di avvalorare la mia tesi (vedi crescita demografica zero) ma basta per esempio leggere le ultime statistiche dell’istat che l’anno scorso ci descrivevano come un popolo di depressi e quest’anno un popolo di sfiduciati, per rendersi conto che tanti italiani la crisi la sentono eccome anche se non vanno in rosso in banca.

  23. mi trovo d’accordo con Uberuomo sul fatto che sia positivo il non poter andare in rosso
    molti non riescono a darsi una disciplina e a controllare le spese, avere/predisporre un limite invalicabile è sicuramente d’aiuto in questi casi
    non è una colpa, ma credo che per molti sia un sistema per darsi una disciplina che non possiedono o che farebbero fatica a darsi in un’altra maniera, c’è gente che si è rovinata perchè non sapeva gestirsi la carta di credito e non sono nemmeno pochi
    tra l’altro la crisi è cominciata da tempo, ma deve ancora mordere sul serio, mai come ora diventa importante valorizzare e risparmiare anche gli spiccioli

  24. “Tanti italiani” è come dire “le persone normali” o “la maggior parte degli uomini”.. PER TE.
    Per me “tanti italiani” vuole dire “tanti italiani” e basta.

    Poi che tu non veda in giro tanta spensieratezza mentre io si, che tu mi parli di sondaggi e indicatori sociali, lascia il tempo che trova. In Italia c’è chi sente la crisi e chi non la vuol sentire, se ne potrebbe quindi discutere all’infinito, credo inutilmente. Io so solo che io ho fatto una battuta critica su chi la crisi non la vuol sentire, e tu hai fatto di tutta un’erba un fascio e ci hai costruito su un castello, accusandomi di eccessivo rigore morale. E onestamente io non mi sento all’altezza di fare la morale a nessuno, tantomeno a un intero paese. Altrimenti avrei fatto il politico, che è un ruolo che si addice di più a te.

  25. Mazzetta, e ti pare logico affidare alle banca il ruolo di educatori sociali? a me pare una mostruosità.

    uberuomo, “la gente normale” o “la maggior parte degli uomini” erano un esempio di qualunquismo come lo è parlare di “tanti italiani”.
    Si può non vedere o vedere le cose come ci pare, ma ci sono dei dati, dei numeri, delle statistiche che vanno ben oltre ciò che tu o io possiamo vedere. Diciamo che ci sono dei dati di fatto che non dipendono dalla capacità individuale di vedere o guardare il mondo.

  26. E cmq, sai quanti depressi e sfiduciati, con figli a carico e stipendio da 1000 euro al mese, ho visto andare al Media World per cambiare il cellulare comprato l’anno prima con un Blackberry o un IPhone, facendo rate da 30 euro al mese perchè altrimenti non si fa la spesa, o andando in rosso sul conto in banca pur sapendo che gli interessi sullo scoperto vanno dal 7% al 14%?
    Sai quanti depressi e sfiduciati, con figli a carico e stipendio da 1000 euro al mese, si vedono in giro a bordo di Audi A4 o BMW 320?
    Scusa sai, io sono ignorante, non sono come te, e me ne faccio poco delle statistiche e degli indicatori sociali che rilevano che gli Italiani sentono la crisi, dal fatto che non vanno più a comprarsi le scarpe nei negozi ma piuttosto negli outlet, o che le comprano oramai solo in saldo, ma alla fine ai piedi hanno sempre Pollini o Paciotti. “Sentire la crisi”, per me, vuol dire un’altra cosa. Ma come ti ho già detto, io sono ignorante. E può benissimo essere che, come dici tu, “la gente normale” senta la crisi col Blackberry in tasca e le Nike da 200 euro ai piedi.

  27. educatori sociali?

    a parte che si parlava della Posta, il riferimento era a qualsiasi espediente ci si possa inventare per avere maggior disciplina nelle spese, che c’entrano le banche come educatrici sociali?…mi sfugge…
    scegliere un deposito senza fido o possibilità di sconfino è una scelta, non riesco a capire da dove tu abbia potuto trarre questa bizzarra cosa di un mio possibile sostegno alla figura della banca come educatrice sociale….davvero….boh…

  28. Uberuomo lavoro in un call center dove la gente prende mille euro al mese e girano tutti in bicicletta o tutt’al più in motorino. Nessuno calza Pollini o Paciotti e il blackberry, perdona tu la mia ignoranza, non so neanche cosa sia.
    Sotto casa mia poi di Audi e Bmw neanche l’ombra.
    Poi ci sono anche quelli che fanno come dici tu, ma francamente di questi tempi, mi sembrano più casi isolati anzichè la regola.

    Mazzetta non stavamo parlando delle scelte personali per autolimitarsi. E’ ovvio, apri un conto al banco posta così sei sicuro di non fare cazzate. Ma il problema è un altro, io stavo parlando del sistema bancario italiano che non funziona, un sistema che non tutela i risparmiatori come si sente tanto dire in questi giorni, ma non tutela neanche chi non può permettersi di risparmiare neanche una lira ma che tuttavia non può fare a meno di avere un conto corrente.
    Poi ognuno si arrangia come può, con il banco posta o con il materasso, ma queste sono tecniche di autodifesa personali e mi pare che c’entrino un po’ poco con il discorso che stavo facendo io.

  29. A me pare che il tuo discorso sul sistema finanziario che non funziona e sulle banche che non tutelano i risparmiatori (ne esistono ancora?) c’entri poco con la realtà, invece.
    Il sistema finanziario funziona benissimo, fine a se stesso e per i propri esclusivi interessi. Perdi tempo se pensi che possa cambiare qualcosa, in un paese che da “Repubblica fondata sul lavoro” si è oramai trasformato in una “Repubblica fondata sul DEBITO”.
    L’etica è un valore estinto, il buon senso anche.
    Non rimane che l’autodifesa.

  30. Sto cercando informazioni per quel che riguarda gli assegni normali, dovrei incassare un assegno e volevo sapere dopo quanto tempo i soldi verranno depositati sul conto. Qualcuno mi può aiutare? Ogni banca è a sè oppure cè una media di giorni comuni prima che l’assegno venga liquidato? Grazie

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