Veltroni de coccio

Oggigiorno le manifestazioni sono fatte solo per noi, noi giornalisti, fotografi, cineoperatori, rilevatori di una realtà che è costruita solo al fine di essere rilevata. Un tempo le manifestazioni avevano una funzione democratica insostituibile: oggi sono perlopiù delle immense e coreografiche conferenze stampa, e il più scarso dei programmi televisivi che si occupi di politica, in una sola sera, ha maggior seguito della più clamorosa manifestazione inscenata in questo Paese da molti anni a questa parte. E’ da lustri che le minoranze rumorose non contano più, almeno non per strada. E’ da una vita che per capire l’aria che tira si rivela più utile il più malfatto dei sondaggi.I balletti delle cifre, poi, dopo ogni corteo, sono grotteschi: i manifestanti ormai si pesano, non si contano. Si è dato conto di manifestazioni dove c’erano quattro gatti (pensate a Piazza Navona) e ogni giorno a Roma ci sono manifestazioni di cui non parla nessuno, mai.

Il numero di partecipanti ormai è rilevante solo in termini di ordine pubblico, può essere interessante da un punto di vista sociale o sociologico, può essere un sensore dello spirito di un’epoca, può essere molte cose: ma un’opinione espressa in piazza, in termini strettamente democratici e numerici, vale come una che resti racchiusa tra le mura domestiche. Identicamente. Le manifestazioni possono servire a chi ci va, e la Storia in buona parte è stata scritta da coloro che sono scesi per strada. Ma la Storia, quella Storia, ha svoltato da un pezzo.

Per il resto il pendolo elettorale destra-sinistra, in tutta Europa, non funziona più: se perde una non vince necessariamente l’altra. Dal robivecchi sono finite non solo le ideologie, ma anche i semplici ideali, gli obiettivi di medio o lungo respiro: si vuole tutto e subito,  e non l’eguaglianza sociale o il sogno americano, ma una Punto, un suv, un cellulare, un bilocale, un weekend, un tostapane, una rata più bassa. Le fasce sociali da proteggere non hanno più nome, possono essere operai e pensionati oppure impiegati, neolaureati, commercianti e artigiani: tutti spalmati su un ex ceto medio ormai spaccato a metà, in parte ancor più benestante e in maggioranza tuttavia declassato, impaurito, incazzato e assolutamente trasversale. Crescono le forze politiche che non sono particolarmente a favore di qualcosa, ma contro: contro gli immigrati, contro le multinazionali, contro la globalizzazione, e le banche, i politici, i giornalisti, la casta, le caste, tutti gli improvvisati  e periodici colpevoli di vite immiserite. Qualcuno di essi, in Italia, per esempio, vota Di Pietro: e nessuno si chiede davvero che cosa lui pensi, e se pensi, e se abbia delle soluzioni: ma tutti sanno contro chi si scaglia, chi metterebbe in galera. Molti altri però non lo votano. E’ gente in difficoltà, c’è la crisi, ma fanno scelte diverse. Altri, ancora, si raccontano che ogni colpa sia di un uomo solo. Parte di essi, sabato, ha sfilato per Roma.

Valter Veltroni era legittimamente intenzionato a rispolverare la propria immagine e a ridare morale alla sua forza politica, da troppo tempo immobilizzata tra i buoni risultati del governo e l’opposizione urlata di Antonio Di Pietro. Sono questi, in buona sostanza, i due problemi di Veltroni: un governo che governa e un alleato che delira: e, in mezzo ai due, il vaso di coccio è lui.

Il governo negli ultimi mesi ha sicuramente preso molte decisioni che hanno registrato un forte consenso legato alla velocità e qualità dei provvedimenti, rovesciando la percezione di immobilismo che aveva caratterizzato il governo di Romano Prodi; anche di fronte alla sopraggiunta crisi economica, troppo globalizzata perché se ne potesse colpevolizzare il premier, il governo ha mostrato un dinamismo «di sinistra» che sino a oggi ha contribuito a mantenere decisamente alta la fiducia degli italiani nell’esecutivo; sul fronte interno invece c’è questo Di Pietro, persona infida, che col suo partitino monoposto si è opposto sempre e demagogicamente al governo (parlando di dittatura e attribuendo al premier le colpe della crisi economica) e al tempo stesso ha definito la propria forza politica come «unica opposizione», fregandosene completamente degli alleati e puntando su un distinguo continuo. Questo ruolo da guastatore di Di Pietro (complici giornali e televisioni che ultimamente sono più attenti all’antipolitica che alla politica), ha inoltre fatto danni gravissimi al processo di modernizzazione che Veltroni ha sicuramente cercato di imprimere al suo partito, oltretutto limando o limitando uell’antiberlusconismo che in passato aveva sterilmente coagulato le varie anime della sinistra. Non è un caso che Di Pietro, alla manifestazione di sabato, non era neppure invitato: ma gli autoinviti, essendo Di Pietro al solito sprovvisto di dignità personale, sono per lui una regola. Nel corso del corteo, infatti, l’ex magistrato è tornato a parlare di dittatura e ha cercato di rilanciare un’alleanza che per Veltroni pare ormai nefasta.  Ciò detto, resta la manifestazione: un legittimo tentativo di corroborare gli umori stanchi e divisi del Partito democratico. Una cosa a uso interno, senza particolare significato politico. Veltroni è punto e accapo.

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46 Commenti

  1. E’ spiegato più avanti: i buoni risultati del governo li definisco «decisioni che hanno registrato un forte consenso legato alla velocità e qualità dei provvedimenti, rovesciando la percezione di immobilismo che aveva caratterizzato il governo di Romano Prodi».

  2. Son sempre i migliori ceh se ne vanno anche se l’erba cattiva non muore mai, la musica di prima si ceh era bella,altro ceh questi capelloni drogati ma ai nostri tempi, il 68 si che era un grande movimento, non come questi giovani d’oggi apatici che non fanno altro che rompere i coglioni coi loro cellulari mentre il mondo va in malora che poi siamo convinti che gli altri paesi europei ci aspettano.ma col cazzo che certe cose solo in Italia capitano che poi sdi capisce che i politici son come gli avvocati che litigano litigano ma poi dopo vanno a prendersi un caffè insieme al bar mentre noi sfigati andiamo a votarli che loro quando c’è da aumentarsi lo stipendio sono sempre d’accordo, che ai tempi di mio nonno i ragazzi tornavano dalla guerra e subito nei campi e allora si ceh c’era rispetto x la natura ma cmq sti ambvientalisti hanno rotto i coglioni ma andassero a lavorare che certe proteste si che sono ideologizzate che tanto lo so che se tutti i cinesi usassero la cartaigienica non ci sarebbero più alberi e dario argento fa sempre lo stesso film e del piero si che è sopravvalutato

  3. Ecco l’avete letto il soccombente? Wertheimer vuole diventare un grande pianista, ma purtroppo finisce in corso con Glenn Gould e non solo non diventa un grande pianista, ma alla fine si ammazza pure, anche solo dopo che Gould muore.

    Ora, uno si fa un mazzo tanto, studia, guarda film, legge, poi un giorno scopre che esiste uno che già ci ha un nick esilarante, e che oltretutto riesce a farti ammazzare dal ridere ad ogni riga. Cisì, con naturalezza.

    Filippo Facci, chiunque tu sia, se leggi di cinque suicidi sappi che sei stato tu. I cari estinti riuscivano al massimo a fare questo:

    http://ghostwritersondemand.splinder.com/tag/vignette

    No, scusa facci, quattro suicidi: uno è morto dalle convulsioni dopo aver letto questo periodo:

    “Il numero di partecipanti ormai è rilevante solo in termini di ordine pubblico, può essere interessante da un punto di vista sociale o sociologico, può essere un sensore dello spirito di un’epoca, può essere molte cose: ma un’opinione espressa in piazza, in termini strettamente democratici e numerici, vale come una che resti racchiusa tra le mura domestiche.”

  4. Una volta che Facci è abbastanza realista non lo offendete dai… Non potete non negare che la maggioranza del paese – io no personalmente – sta con Silvio al momento. Diamogli del tempo che capire che sbagliano…
    Aspetto un tuo articolo sul “ritorno” al nucleare

  5. No, no. “I buoni risultati del governo” implica già una valutazione che non spetta dare al giornalista. Rilevano solo i fatti, please. Almeno le conclusioni, lasciale al lettore…

  6. …”difficile quando la stima nell’uomo è a zero presso tutte le persone capaci di intendere e di volere”…
    naturalmente tu fai parte dell’elite vero?

  7. Visto il commento 16,
    mi concedo un O.T. (come se fosse una novità):

    1) Qualcuno può dire due parole al sarto di Mario Giordano affinché gli stringa le “giacchette” (ce ne vanno due di Giordano lì dentro e ci avanza anche un pezzo di sonorissima plica vocale)

    2) Se di qui passa qualche creatura televisiva che organizza trasmissioni può giurarmi QUI solennemente che non inviterà MAI nella medesima puntata il di cui sopra Giordano, Ilaria D’Amico e quel che resta della Sandra Milo?

    3) Sì può consigliare a Polito di radersi i baffetti da sparviero che fa tanto Vito Corleone?

    4) Si può convincere l’ottico di Italo Bocchino affinché gli confezioni montature di occhiali che gli conferiscano un aspetto meno ottuso ma più da angolo giro? Già deve lottare con il proprio cognome e vi garantisco che a Napoli è durissima.

    5) Si può consigliare a Vespa di procurarsi un qualche sgabello per bambini, di quelli che si trovano al cinema, per fare appoggiare gli “energumeni” glutei di Brunetta pena l’inquadratura fissa sui polsini del di cui sopra?

    Ringrazio il “mio” giornalista preferito per aver ospitato le mie consuetissime cazzate.
    Buonanotte, biondo.

  8. Due cose:

    i buoni risultati del governo li definisco «decisioni che hanno registrato un forte consenso legato alla velocità e qualità dei provvedimenti, rovesciando la percezione di immobilismo che aveva caratterizzato il governo di Romano Prodi».

    Mi aggiungo all’obiezione sui ‘buoni’ sollevata da Joey, aggiungendo anche quella su ‘risultati’.

    Già è curioso (giornalisticamente parlando), in un momento nel quale il populismo la fa da padrona da qualsiasi parte, valutare positivamente un’azione in base al consenso che riceve e non in base all’azione stessa, ma vabbè.

    Se però proprio si vuole seguire il modello ‘se il popolo applaude allora è ok’, si potrebbe almeno continuare a mantere separate l’azione dai suoi risultati, che magari arrivano qualche mese dopo e così dovrebbe il conseguente giudizio sulla stessa?
    Sempre giornalisticamente parlando.

    Se invece per ‘buoni risultati’ ci si riferiva al consenso e non alle scelte fatte, allora vabbè, populismo anche sui giornali, tarallucci e vino.

    Il che spiega anche perché ‘immobilismo del governo Prodi’ sia stato preceduto da ‘percezione’.

    Cioè bello è chi genera applausi e brutto è chi viene percepito come brutto.

    Sulle riviste di moda la formula è questa, d’accordo, ma cazzo è di governo che si parla, non dovrebbe essere un pochino più complessa, l’analisi?

    Poi, la seconda cosa:

    Quando parli di Cina scrivi dei pezzi strepitosi.
    Quando parli della propaganda cinese sono anche cazzuti al punto giusto.
    Quando racconti come in cina mantengano basso il prezzo di produzione attraverso schiavitù e menefreghismo sulle regole di sicurezza e qualità impianti, dai il meglio.
    Quando racconti come abbiano riempito il cielo di mezzo mondo di piombo pur di non avere ostacoli alla produzione sei superman.

    Il 31 luglio, per la precisione, scrivevi:

    “La Cina del resto se ne fotte. Sempre. […] e se ne fotte della proprietà industriale, dell’inquinamento, dei diritti sindacali, dei diritti umani anche basici, della libertà religiosa, della democrazia, del Parlamento Europeo, di tutto.”

    Ora hai a disposizione ben 4 giorni di Cavaliere che per illustrare cosa intenda per “fottersene della proprietà industriale, dell’inquinamento, dei diritti sindacali, dei diritti umani anche basici, della libertà religiosa e del parlamento europeo” va ad abbracciare l’unico capo di stato alto quanto lui e non solo in senso fisico e tu che fai?

    Ti metti, come un Fede qualsiasi, a spender tempo a contare se su un metro quadro del Circo Massimo ci stanno 4 persone o 32 e sul Giornale quando parli della volontà del governo di fottersene dei vincoli sui gas per non perdere il passo con la Cina invece di portare lei a preoccuparsene come dovrebbe, ti metti a scrivere che l’unico che critica la Cina è fratello di Prodi e che la colpa è di Pecoraro Scanio e che il governo Prodi ha sì messo soldi sul protoccolo di Kyoto ma mica poi così tanti.

    Facci, ma porca troia.
    4 giorni di cavaliere che va a lezione dai cinesi e tu ancora attaccato allo stato di famiglia di Prodi per dire che comunque quello brutto resta lui?

    Non so se è percezione o realtà, ma certo è che vederti abbandonare il tema Cina proprio ora che il cavaliere da laggiù spiegava all’italiano medio che per vincere bisogna fottersene di Kyoto sa tanto tanto di immobilismo.

  9. Un delirio, sto pezzo. Sarei curioso di conoscere il tasso alcolemico del Facci, al momento della stesura. Ma forse era sobrio, inebriato solo dall’incenso acceso al suo Bettyno. Bettyno, ugly Bettyno.

  10. dal punto di vista della res pubblica il governo e il premier sono quanto di peggio si possa avere sul nostro martoriato pianeta… poi se uno ha a cuore gli interessi di mafiosi, evasori, speculatori e ladri… beh allora non avete uguali

  11. «decisioni che hanno registrato un forte consenso legato alla velocità e qualità dei provvedimenti, rovesciando la percezione di immobilismo che aveva caratterizzato il governo di Romano Prodi».

    Peccato poi che queste decisioni hanno consenso perchè sono spiegate, dai politici di governo e da gran parte dei giornalisti, in maniera truffaldina, senza che nessuno provi a dire che il re è nudo. Non vado a citare la Gelmini, sarebbe come sparare sulla crocerossa…ma la faccenda Alitalia ad esempio, che portava ad avere il debito spalmato su tutti noi contribuenti, mentre veniva contrabbandato come un successo del cdx; o il problema risolto (!) dell’immondizia di Napoli. O i padani che gridavano “al ladro” quando c’era Prodi, e adesso vedono una parte delle loro tasse confluite sul comune di Catania, molto caro al premier, ed anche ai contribuenti. Se avessero una giusta informazione, sarebbero tutti ancora a rispondere positivamente ai sondaggi?

  12. Capite perchè prima dell’estate si è intensificata l’attenzione dei media sul bullismo?
    Per fare una “riforma” d’urgenza della quale hanno pubblicizzato soltanto il voto in condotta ed in grembiulino.
    Intanto oltre a demolire la scuola hanno aperto le porte alla privatizzazione delle acque,in modo “estremamente democratico”,con il D.L.112 (trasformato nella legge 133/2008),e nessuno ne parla.

  13. Pare che il pdl abbia perso circa il 18% dei consensi in meno di tre settimane e il Pd sia sceso sotto il 30%…meditate gente, meditate!

  14. Sarebbe davvero utile per il prosieguo della discussione che qualcuno, Facci o chiunque, elencasse i risultati fin qui ottenuti dal governo, buoni o non buoni e’ soggettivo, mi basterebbe riuscire a inquadrare cosa ha fatto il governo fino ad ora, concretamente

    perche’ cosi’ a caldo mi viene in mente solo il lodo Alfano, davvero

    a parte gli annunci e i provvedimenti puramente demagogici senza alcun effetto, chiaramente, tipo togliere l’Ici a chi non ne aveva alcun bisogno o abbassare le tasse sugli straordinari in tempi di downsizing

  15. Piti, io non so come abbiamo fatto finora a sopravvivere senza i tornelli per magistrati, davvero, su questo sono categorico; penso che siano la panacea di tutti i mali

    Pensa, l’economia si rimette in moto (produzione di tornelli e tutto l’indotto), salari e occupazione in crescita (con il prodotto tornello si fanno dei margini che tu non hai idea), criminalita’ in ribasso (magistrati piu’ produttivi col tornello), episodi razzisti in diminuzione (il tornello scalda il cuore e ci rende tutti piu’ buoni).

    Purtroppo la velocita’ dei processi ne risentira’ un pochino (magistrati in coda al tornello), ma che vuoi non si puo’ avere tutto.

  16. Insisto: i lettori di Macchianera non capiscono l’arte di Filippo Facci.

    A partire dal nick: potete aggiungerci qualunque verbo: ridere (scontato), sognare (dalemiano), godere, vedé, toccà…

    E la genialità dell’artista si esprime esattamente evitando di indicare esplicitamente il verbo: vaghezza, evocatività e soprattutto understatement.

    L’ultima battuta l’abbiamo trovata fulminante (e ci ha messo seriamente in crisi): “I risultati positivi del governo”. Gioco partita incontro. Il fuoco d’artificio umoristico senza usare parolacce, iperboli, esagerazioni, anzi, usando proprio gli strumenti contrari: la pacatezza, la normalità.

    “I buoni risultati del governo”: provate a scandire queste parole su un autobus, in un’aula scolastica, in un ufficio: non riuscirete a salvarvi dall’onda d’urto dello scoppio di risa (ma non fatelo in un call center, se ci tenete alla pelle).

    E voi, Piti, Broono, ad argomentare, ma quali buoni risultati, eccetera: fate la figura di quelli che spiegano le barzellette a chi le racconta.

    Da parte nostra offriamo a Facci di farci latori delle sue battute presso un pubblico più ironico, ovviamente quello di

    http://ghostwritersondemand.splinder.com/

  17. La manifestazione di sabato si potrebbe dire riuscita, ok, va bene, dipende, forse, ma è sufficiente? Ora davvero il Partito Democratico dovrebbe accelerare, e cioè Veltroni dovrebbe parlare chiaro riguardo alle proposte di soluzione dei problemi del paese formulate dal PD, e solo dibattendo di vita reale, di quotidianità, nel concreto, riuscirà a farsi ascoltare e rendersi alle urne alternativa desiderabile. Continua a sbagliare nel ribadire la logora discriminazione manichea sull’Italia migliore che non vota Berlusconi, perchè così non strapperà nemmeno un voto, non attirerà consensi sopra il solito 34% con cui si perde. Antonio Polito sul Riformista sottolineava, nei giorni precedenti al Circo Massimo, come “da sabato deve iniziare un’altra storia”: questo è quanto, detto in breve.

  18. Facci, non fare torto alla tua intelligenza. E’ una questione di onestà intellettuale. E lo sai. (@Broono, sottoscrivo interamente il tuo intervento. @ Hytok, si stava meglio quando si stava peggio: Bettino non avrebbe mai fatto il lustrascarpe a un flagello come Bush).

  19. ” Pensa, l’economia si rimette in moto (produzione di tornelli e tutto l’indotto), salari e occupazione in crescita (con il prodotto tornello si fanno dei margini che tu non hai idea), criminalita’ in ribasso (magistrati piu’ produttivi col tornello), episodi razzisti in diminuzione (il tornello scalda il cuore e ci rende tutti piu’ buoni).”

    M, sei un mistificatore. Cos’è questo sarcasmo da quattro soldi? E’ OVVIO, che i tornelli non bastano. Ma come fai a credere che il nostro Presdelcons possa anche solo minimamente pensare che basti introdurre i tornelli per risolvere i problemi italiani ? Perlomeno, ci vuole pure la nuova legge sulle intercettazioni, eh!

  20. a parte che già al termine della prima frase mi sono messo a ridere (“noi giornalisti”)…
    vabbè sorvoliamo….
    il titolo, poi, inganna, si menziona Veltroni quando il vero oggetto dell’articolo è DiPietro (nominato 6 volte) uno in più di WV.
    vabbè sorvoliamo….e sono due
    Il partito monoposto per eccellenza nel paese è Forza Italia, ma il silviobettinocentrico Facci, evidentemente, lo ignora.
    vabbè sorvoliamo….e sono tre
    poi il fatto che per Facci decisionismo è sinonimo di buongoverno….
    anche mio figlio di 4 anni è un decisionista quando si prende a botte all’asilo….che poi faccia bene….
    vabbè sorvoliamo….e sono quattro

    mi fermo qui, ho già sprecato tempo

  21. giusto, giusto

    tornelli e legge sulle intercettazioni, chiaro, d’altra parte era la ricetta del grande economista mai abbastanza rimpiando John Fitzcarraldo Iannaccone, certo.

    ma perche’ non “stornelli e intercettazioni” ?

    fior di sentenza, Alfano m’ha gia’ tolto l’imbarazzoooo
    e mo’ intercettatevi ‘stocazzooooo

  22. a matrix si sprecavano gli “onorevole bocchino” qui e “onorevole bocchino” là. anche io esigo un onorevole bocchino. esigetelo anche voi.

  23. Secondo OT, con buona pace di quel sant’uomo di Facci:
    cosa ne pensate delle “barche dei bidelli” di cui parlava Bocchino (Italo)? (sempre via Matrix).

    Tezo OT di carattere “pensoso”:
    quanti di voi temono che il buon Bocchino possa irretire la bella Picierno? Non so, ma le loro schermaglie di ieri sera mi hanno ricordato i dialoghi del glorioso ’94 tra Bassolino e Mussolini:- “A Bassolì, hai fatto scendere la lira” (e poi, sotto sotto, i due si piacevano).

  24. Marziano:

    io mi sono sempre chiesta perché i vari Bocchino che incontro non cambino il proprio cognome.
    Per quanto mi concerne, ne conosco molti, ma ne pratico pochi.

  25. manifestazioni fatte per dare in pasto ai media.Non male.Del resto aveva Ragione Cardenal(stanza 5600):”tutti i programmi attinenti alla stampa erano divisi in 2 categorie
    “guerra economica” e “guerra psicologica”.
    Usare le notizie , come spiegava Nelson al Senato,
    per avere lo stesso effetto dell’esercito”…confusion

  26. #18 Mazzetta

    “una riforma costituzionale che è stata sputazzata al referendum”

    e che, dopo essere stata definita dal pre PD come un attentato alla costituzione e alla democrazia perché venisse sputazzata al referendum, è stata riproposta punto per punto nel programma elettorale del PD stesso; e che tu, dopo averla sputazzata al referendum in quanto attentatrice alla costituzione e alla democrazia, avrai sicuramente votato in sede elettorale in quanto presente nel programma del PD.

  27. Insistiamo ancora: il genio comico sencondo noi e’ gia’ del tutto presente in quel primo “Oggigiorno”. E’ gia’ tutto li’, in quella parola assurda che ricorda Mikhalkov.

    Il cuore della comicita’ di Facci secondo noi e’ in buona parte concentrata nella scelta dei vocaboli, accuratissima e raffinata: vocaboli che non stonano, ma che stridono quasi impercettibilmente e danno un effetto d’insieme esilarante nella sua cacofonia: “Di Pietro, persona infida”. Se avesse detto “malvagia”, come ha fatto Berlusconi, sarebbe stato troppo scoperto, fino alla volgarita’: infida, quindi subdola, doppiogiochista, surrettizia, quando basta sentirlo parlare, Di Pietro, per convincersi esattamente del contrario: al limite Tonino e’ un po’ bambascione.

    Ma dicevamo: non solo parole. Tutto l’andamento del pezzo e’ strutturato con infinita perizia: si parte con un’imitazione -solo a tratti un po’ grossolana- di certo sociologismo d’accatto, quello cioe’ che dimostra le assurdita’: e qui l’assurdita’ e’ che le manifestazioni sono un fatto privato. E il tono resta cattedratico, certo, da cattedratico ubriaco, ma si attesta pur sempre sulla parodia dell’analisi sociologica.

    Poi si passa a Di Pietro, e il nostro cattedratico perde completamente le staffe, strepita, scaracchia e bestemmia, come quei vecchi personaggi del Drive In che partivano con il monologo e di colpo poi crollavano (“Io il diciotto lo rifiuto!” “Mia cognata cia’ due Roberti” “Se io saprei che mio figlio mi diventerebbe un orrecchione”).

    Quando mi hanno consigliato macchianera mi avevano parlato di bravi vignettisti, ma non di un tipo cosi’ geniale.

    Se la satira di Facci fosse un po’ meno corrosiva, se ogni sua parola non rappresentasse un colpo basso e potentissimo alla credibilita’ di questo governo, se FF fosse appena appena piu’ attento alle convenienze e alle lusinghe del potere, sono certo che non scriverebbe qui, ma avrebbe lo spazio che il suo talento merita su qualche giornale.

    http://ghostwritersondemand.splinder.com/

  28. Quando trovo un post di Facci prima me lo leggo e poi scorro velocemente tra i commenti per vedere se ce n’e’ qualcuno d Facci.

  29. @Tantecose: un po come si faceva con i film porno sulle videocassette : ff fino alla prossima scena :)

  30. sembrava per una volta un ottimo articolo, davvero ben argomentato.
    poi però, ricordandosi di essere sempre e comunque pagato, Facci si lancia nel solito attacco a Di Pietro e in lodi sperticate all’attuale governo.
    che dire…
    un servo col ciuffo

  31. Condivido pienamente le valutazioni di Filippo Facci in merito allo svuotamento politico delle piazze. Ha proprio ragione nel dire che queste manifestazioni sono diventate colossali conferenze stampa.

    Temo d’altronde che gli incoraggiamenti a Veltroni e il fango gettato sul Di Pietro nascano dalla consapevolezza dello scarso carisma del leader del PD, avversario ideale sia per il premier che per qualsiasi futuro leader del centrodestra. Se la sinistra non si decide a dare il via ad un processo di rinnovamento interno che porti rapidamente al pensionamento quantomeno dei post-comunisti è destinata a restare all’opposizione ancora per molto, molto tempo.

  32. Ehi, Matteo B., indipendentemente dal fatto che tu condivida quello che ho scritto: ma che, sei scemo? Ma dico, ti metti a commentare seriamente? Come una persona normale? Serena? Istruita? Consapevole? Cioè, ma ti sei guardato attorno? Io ho lasciato aperti i commenti solo per dimostrare la perfetta inutilità appunto di lasciarli aperti: e tu mi rovini tutto?

  33. La cosa più divertente sono quelli che apprezzano (e talvolta persino lodano) Facci quando parla di temi etici o di Cina/Russia/USA, mentre quando parla di politica interna lo accusano di essere venduto, servo, schiavo e altre amenità.

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