Fronte del no, no, no, no, no, no, no, no, no.

Per meglio comprendere il ricompattamento della sinistra attorno al fronte del no (al nucleare, al ponte sullo Stretto eccetera) mettersi a leggere i giornali di trenta cinquant’anni fa è forse ancor più utile che leggere quelli di questi giorni. Perché si cita e ricita il nucleare, ma parrebbe un pazzo chi dicesse che la sinistra italiana era anche contro la televisione, contro l’automobile, contro la metropolitana, contro i grattacieli, contro i ponti e i sottopassaggi, contro l’alta velocità in ogni sua forma, contro i computer, contro l’automazione del lavoro, contro il part-time, contro tutto ciò che si è rivelato causa e conseguenza della modernizzazione del Paese: e stiamo parlando, ricordiamolo sempre, di una forza che ha sempre amato definirsi «progressista», per quanto non abbia risparmiato ostilità rivolte contro tutto ciò che è stato via via ricondotto alla società dei consumi.

Le autostrade, per esempio: la sinistra non le approvava perché privilegiavano i consumi individuali (era la tesi) a discapito del trasporto pubblico.
Il 3 ottobre 1964, dopo che il governo di Aldo Moro aveva inaugurato che l’Autostrada del sole, qualcosa cioè che davvero cambiò l’Italia, l’Unità scrisse questo: «Abbiamo l’autostrada, ma non sappiamo a che serve. A 24 ore dall’inaugurazione totale, a nove anni dalla posa della prima pietra, non esiste ancora nessuno studio serio e completo sulle conseguenze che il colossale nastro stradale avrà sull’economia del Paese», «E’ evidente l’impegno di spremere l’economia nazionale nella direzione di una motorizzazione individuale forzata… dimenticando che mancano le strade normali in città e nel resto del Paese».

Sembrano i titoli dell’Unità circa il ponte di Messina.
Lo schema è sì migliorato, ma non molto mutato: da allora a oggi ogni grande opera è stata inquadrata come un fumo spettacolare ma privo del necessario arrosto.

Roba per pochi: «Velocità alte e comode», insisteva l’Unità, «sono soltanto per redditi più elevati». Tipo i camionisti bulgari.
Alla vigilia dell’inaugurazione dell’ultimo tratto, tra Chiusi e Orvieto, l’Unità scrive ancora: «I problemi più immediati del turisno, dello sviluppo industriale e delle campagne sono stati tranquillamente ignorati».

Ora non dite che sono polemiche datate, perché ciò che scrisse l’Unità dell’8 gennaio 1977, quando il Pci era ai massimi, oggi andrebbe riletto ai pendolari della Salerno-Reggio Calabria per saggiarne le reazioni: «Gli investimenti in autostrade hanno aperto una falla difficilmente colmabile nelle risorse del Paese, a detrimento di investimenti la cui mancanza determina continui danni economici ed ecologici». La magica parola, ecologia, era già stata requisita dalla sinistra non senza colpe di un centrodestra piuttosto vacante sul tema.

Resta il delirio: «Mettere fine agli sperperi in una ragnatela di autostrade, dando rigorosa precedenza a investimenti sociali e produttivi, è ecco il nostro impegno». Sempre l’Unità. Era il gergo sempreverde che andava a richiamare «un diverso modello di sviluppo».
Quale? Mai capito bene, però vediamo che all’inizio del 1977 proprio Enrico Berlinguer, peraltro alla vigilia di una straordinaria fase di espansione mondiale dell’Italia, dettava una precisa parola d’ordine: austerità. Si, perchè «L’austerità è il mezzo per contrastare alla radice, e per porre le basi, del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale. Lo scopo di questa austerità», disse sempre Berlinguer in un celeberrimo discorso, « in primo luogo quello di instaurare una moralità nuova».

La mentalità è in parte rimasta. La sinistra progressista, nel dopoguerra, si era già opposta alla realizzazione della Metropolitana milanese; negli anni Sessanta, il tram era definito di sinistra e la metropolitana di destra: va da sé che anche le conseguenze di questo, oggi, separano lo status di certe città italiane da quello di altre metropoli europee. La sinistra progressista si oppose parimenti allo sviluppo urbanistico verticale (i grattacieli) e anche di questo le conseguenze sono note. Una volta tinta di verde, la stessa sinistra avrà modo di opporsi a tutti i progetti di Alta velocità ferroviaria, alla variante di valico Firenze-Bologna, alla realizzazione dell’aeroporto della Malpensa, al progetto Mose per salvare Venezia, per non parlare appunto del ponte sullo Stretto e di ciò che è successo coll’energia nucleare: eravamo il terzo paese del mondo per produzione, prima dello stop via referendum.

Poi, se volete divertirvi, c’è la televisione. Nel 1954, a dir il vero, la nascita della Tv italiana fu accolta con sospetto e freddezza non solo a sinistra: nessun quotidiano infatti riportò la notizia in prima pagina, a parte La Stampa. Era già evidente che cosa la televisione avrebbe potuto determinare nei costumi di un Paese: negli Stati Uniti i televisori erano già trenta milioni, in Inghilterra tre milioni, la Rai in ogni caso vantava già centinaia di dipendenti.
Un esordio in bianco e nero che forse cointribuirà a ritardare di dieci anni quello della televisione a colori: fin dal 1967 la tecnologia fu ampiamente disponibile (apparteneva già a Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Francia, Giappone e persino, sì, all’Unione Sovietica) ma in Italia riaffioravano discorsi sui consumi individuali e collettivi: «La Tv a colori è caldeggiata dagli industriali e dalla Rai» titolava l’Unità del 14 settembre 1977. Vade retro: «La questione non è se tradurre in Italia la Tv a colori, bensì quando introdurla… chiarire se il paese può sopportare questa spesa e quali vantaggi eventuali, se vantaggi ci sono, potrebbe dare alla nostra economia».

L’arcano, oggi, pare risolto.
Ma allora no: «Si tratta di capire e decidere», tuonava l’Unità, «se la Tv a colori è conciliabile con la vigente necessità di case, scuole, ospedali». A parte lo schema solito, e il congiuntivo sbagliato, oggi è forse più facile requisire case e scuole e ospedali che non i televisori a colori: prima dell’Europeo di calcio, almeno.

Tutto il resto è noia, a parte una vicenda più recente e tuttavia più rimossa: negli anni Sessanta, quando nacque la prima tv commerciale (si chiamava Telebiella ed era più che altro un esperimento) la sinistra additò «un pluralismo televisivo illegale, incostituzionale e tecnicamente impossibile».

Impossibile.
Già allora, i «progressisti» proposero che il raggio d’azione delle tv private non dovesse superare il chilometro e mezzo. Poi saranno sempre loro ad applaudire i pretori che spegneranno le tv di Berlusconi e che si batteranno contro gli spot televisivi: perchè non si interrompe un’emozione. Al limite si perdono le elezioni.

(Visited 193 times, 1 visits today)

50 Commenti

  1. Tutto giusto. Prese tutte insieme queste considerazioni fanno un certo effetto.
    Anche se singolarmente non tutte le cose citate sono sinonimo di progresso. Ad esempio, sul Mose che salverà Venezia ci sono parecchi dubbi, e non solo da parte dei soliti 4 “no-tutto”

  2. Perfettamente d’accordo e vorrei aggiungere altro.
    Sono più di trenta anni che abbiamo una classe politica che non riesce a vedere oltre la punta del proprio naso ovvero ad avviare piani strutturali a lungo/lunghissimo termine.
    Sinceramente andrei anche un bel po’ di anni indietro, come esempio, e mi verrebbe da pensare che se si dovessero considerare delle vere e proprie opere strutturali, proiettate negli anni a venire, bisognerebbe tornare al tanto bistrattato ventennio (rectius, decennio 1929/1939) fascista ovvero alle opere umbertine.
    Vivo a Roma e le uniche opere urbanistiche pensate e realizzate in prospettiva futura (ed ancora oggi resistono) sono l’EUR e la Cristoforo Colombo, i fori imperiali e Via della Conciliazione, o, al più, a Via Nazionale. Spontaneo il paragone con mostri di lottizzazione selvaggia e senza alcuna preventiva regolamentazione urbanistica quali le zone della Cassia, del Tiburtino, del Prenestino della Nomentana, per citarne solo alcune.
    Risibile pensare a Prodi che dirige/controlla la bonifica dell’Agro Pontino.
    Qualcuno di voi ha mai notato, girando l’Italia, che vi è uniformità architettonica in gran parte delle stazioni ferroviarie, o degli uffici postali o dei palazzi civici e che tutto ciò è stato pensato e realizzato in prospettiva futura tale da resistere ancora oggi???
    Ecco, ora se volete potrete darmi del “conservatore”, del “fascista” o quel cavolo che vi pare, ma preferirei che qualcuno mi facesse esempi di opere strutturali riferibili ad almeno 20 anni fa e che siano ancora attuali.

  3. Gioca pure con articoli e citazioni d’archivio per sostenere che chi dice “no” al nucleare o è tonto oppure è appassionato di paleoantropologia. Nel mentre, rilancio:

    “L’austerità è il mezzo per contrastare alla radice, e per porre le basi, del superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale. Lo scopo di questa austerità in primo luogo quello di instaurare una moralità nuova”.

    Beh, allora? A te piace questo modello di sviluppo? Puoi comprarti una macchina che consuma quanto un Suv (o direttamente il Suv, se preferisci), puoi piagnucolare per il prezzo della benzina su tutti i giornali, ogni giorno, ma se chiedi una casa devi avere almeno 200.000 euro o vai direttamente a fare in culo.

    A me sembra che il minimo dovuto sia quello d’avviare una riflessione sull’uso del trasporto privato in Italia, specie se è mancata del tutto una politica strategica di trasporto pubblico.

  4. Provocazione per provocazione, aveva ragione Berlinguer prima e la sinistra residuale poi: tu guarda che Paese ci ritroviamo dopo anni d’alienanti ed individualistici viaggi in autostrada e TV.

  5. Il Fronte del no, no, no, no, no, no, no, no, no

    mi ricorda molto il vaticano…

  6. Il parere di quel “comunista” di Rubbia sul nucleare espresso recentemente durante una trasmissione televisiva su rai due :

    “«Dobbiamo tener conto che il nucleare è un’attività che si può fare soltanto in termini di tempo molto lunghi. Noi sappiamo che per costruire una centrale nucleare sono necessari da cinque o sei anni, in Italia anche dieci. Il banchiere che mette 4 – 5 miliardi di Euro per crearla riesce, se tutto va bene, a ripagare il proprio investimento in circa 40 – 50 anni.

    «C’è un secondo problema: un errore che spesso la gente compie. Si pensa che il nucleare possa ridurre il costo dell’energia. Questo non è vero: un recente studio ha dimostrato, per esempio, che i costi per il nucleare in Svizzera continueranno ad aumentare.
    I costi per il nucleare variano notevolmente da paese a paese: in Germania ha un prezzo di circa due volte e mezzo in più rispetto a quello francese. Ciò è dovuto al fatto che il nucleare in Francia è stato finanziato per anni dallo Stato, quindi dai cittadini. Ancora oggi, le 30.000 persone che lavorano per il nucleare francese sono pagate grazie agli investimenti massivi dello Stato. L’aumento del numero di centrali atomiche nel mondo in questi ultimi anni ha causato, inoltre, un considerevole aumento del costo dell’Uranio, che difficilmente tornerà a scendere. Il nucleare è dunque molto costoso, anche nel lungo periodo.

    Centrale nucleare«Io penso che se davvero noi volessimo adottare il nucleare in Italia lo potremmo fare, ma dovremmo organizzare procedure di contorno per supportare questa iniziativa. La quantità di energia richiesta dall’Italia è paragonabile a quella francese. Se dunque volessimo produrre il 30% dell’energia elettrica con il nucleare, come succede anche in Spagna, Germania e Inghilterra, ci servirebbero 15 – 20 centrali nucleari. In pratica una per regione.
    Ciascuna di queste centrali produrrà una certa quantità di scorie, un problema estremamente serio. In America la questione è di stretta attualità. Sia Obama che Clinton hanno affermato chiaramente che Yukka Mountain – il più grande deposito di scorie in USA – andrebbe eliminato per trovare un sito più adatto per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. La soluzione di isolarli e sotterrarli non è infatti efficace come si vorrebbe.

    «Mi chiedo dunque: se non si riesce a risolvere il problema della costruzione di un inceneritore per riuscire a bruciare l’immondizia, come riusciremo a sistemare queste grandissime quantità di scorie nucleari che nessuno al mondo sa ancora smaltire?
    In realtà, la risposta tecnicamente c’era per recuperare le scorie e renderle innocue. Io avevo un bellissimo programma per implementare questa tecnologia, per bruciare le scorie con gli acceleratori di materia. Il programma è stata bocciato e non finanziato dall’Italia, tanto da spingermi ad emigrare in Spagna».

  7. Premesso che l’articolo è molto interessante e che in effetti si, la sinistra italiana, quantomeno quella estrema, ha questo vizio del combattere la modernità, vorrei farti notare che non credo proprio che l’Italia quando abbiamo chiuso le centrali (nell’87 credo) fosse la terza potenza nucleare mondiale…vorrebbe dire, dando usa e francia come irraggiungibili che con tre centrali eravamo davanti a urss, germania, gb? non credo proprio. niente di grave eh, segnalo solo l’inesattezza.
    Paoletto, un’opera pensata 20 anni fa e ancora attuale è la tav, ad esempio, il passante di milano, e tante altre cose che se vuoi ti faccio una lista fino a domani. Dio come odio quelli che “eh ma un tempo si che erano bravi, adesso fa tutto schifo”!

  8. delirio? avevano ragione su tutta la linea. questa merda di paese è il risultato delle scelte idiote di pseudosviluppo compiute negli ultimi 50 anni, a privilegiare il privato a scapito della collettività. ora ci riprovano con il nucleare, vedrete che adesso passa pure questa cazzata (il 10% del fabbisogno fra 12 anni, che presa per il culo!)

  9. Sulla questione nucleare non mi torna qualcosa. L’Italia era “il terzo paese del mondo per produzione, prima dello stop via referendum.”? Davvero? Al momenti del referendum mi risulta avessimo solo 3 centrali nucleari effettivamente in funzione per un totale 1273 MWatt (più una centrale in costruzione).
    Non mi pare che fossimo i terzi per produzione di energia elettrica! E’ vero che avevamo forti competenze nel settore (Ansaldo Energia e Franco Tosi Meccanica per citare qualche azienda) ma anche senza conoscere le quote di mercato precise dubito che fossimo i terzi. Potresti fornire i dati di questa tua affermazione.

    In secondo luogo, molte delle cose che affermi sulla sinistra sono vere (almeno per parte della sinistra) ma talvolta mancano di profondità. Mi spiego, molte delle critiche che citi erano all’epoca fondate, non perché in seguito, per fortuna, le cose sono andate bene allora siamo a posto! Per esempio, anche io sono per una riflessione sull’energia nucleare per il bilancio energetico italiano ma data la situazione italiana attuale sarei per un approccio più ragionato (leggere l’articolo di Rubbia sulla stampa di qualche giorno fa). Insomma questo articolo è interessante e fa riflettere (almeno, mi ha fatto riflettere) ma forse pecca di superficialità.

  10. F.F. fa il finto tonto, mi pare: buona parte delle cose che riporta, sceverate da qualche incrostazione ideologica, si riferiscono a problemi di priorità non così campati in aria come vuole far apparire.

    In particolare, ci vuole coraggio a non riconoscere che in Italia si sia favorito in maniera palese il trasporto su gomma e la motorizzazione individuale invece del ferro e del trasporto pubblico: con tutto ciò che ne deriva in termini di dipendenza negli approvvigionamenti, di sicurezza stradale, di inquinamento e congestione dei centri urbani, eccetera.

    Col riferimento alla Salerno-Reggio Calabria invece che il finto tonto fa il furbetto: gli sprechi stanno nella ragnatela di autostrade inutili, di pretto stampo clientelare, che innervano buona parte del nord Italia. A discapito anche dei collegamenti che si potevano realizzare al Sud (devo fare degli esempi?), della cui mancanza stento a credere si possa ritenere responsabile l’opposizione parlamentare di quegli anni.

    Avranno perso le elezioni, ma avevano visto molto bene nel futuro, indovinando le conseguenze di ciò che si stava preparando per il paese.

    Tralascio ogni commento sulla “straordinaria fase di espansione mondiale dell’Italia”, che stiamo ancora sovvenzionando con gli interessi: parleremmo degli anni di Craxi, e non si scherza coi sentimenti.

  11. Ma perché fare la TAV e far viaggiare le mozzarelle a 300 km/h?
    Perché voler essere come la Francia e la Germania?

    Noi stiamo bene così, colla spazzatura a Napoli e la Salerno-Reggio Calabria.

    Rubbia dimentica il fatto che se la Russia chiude il rubinetto del gas, senza centrali nucleari (o rigassificatori) ci mettiamo tutti a far legna in Alto Adige.

    Bravo Facci. L’articolo è molto divertente.
    Io sono comunque dubbioso riguardo al suo esperimento sociologico sui lettori (tempo qualche commento e partirà il primo “Facci servo di Berlusconi”).

  12. Facci caro, alla fine non avevano tutti i torti sai? Le autostrade, la tv a colori e commerciale, i grattacieli, etc fanno schifo in Italia.

    In più non è che si dica no al nucleare e basta. Ma si a altre forme di energia, guardati la Spagna e la Germania cosa fanno; e gli Stati Uniti che non si costruiscono una centrale dal 1979.

    Fra l’altro di potrebbe fare lo stesso bel lavoretto “taglia e cuci” con tanti giornali di altre posizioni e idee e ideologie.

    Alla vigilia dell’espansione nessuno sapeva ci sarebbe stata un’espansione. E la mancata “austerità”, (alias sviluppo sostenibile al giorno d’oggi) ci ha portato alla situazione ambientale sociale ed economica attuale. (ah, ma che dico? non è vero che esiste il riscaldamento globale! Sono sciocco come quei guastafeste di Kyoto con tutti i loro “lacci e lacciuoli”)
    Ne riparliamo di tutti questi no? Che ne dici?

  13. L’italia era la terza produttrice di energia elettronucleare negli anni 60 dopo la’apertura delle centrali di Trino, Latina e Garigliano. Poi dopo l’arresto di Ippolito cominciò il declino. Subito prima del referendum eravamo già indietro.

  14. Facci veniamo al sodo. Adesso, ossia a posteriori, secondo te:

    1) Era il caso di costruire più autostrade o ferrovie?
    2) Il progetto di Malpensa aveva un senso?
    3) E il Mose?
    4) Lo sviluppo urbanistico verticale?
    5) E il sistema televisivo attuale è pluralista?
    6) E il Ponte sullo Stretto è indispensabile senza aver fatto la Salerno-Reggio Calabria?

    E infine la domanda che raccoglie tutte le altre: il modello di sviluppo del “SI, SI, SI, SI, SI…”, invece, non ha nulla da farsi perdonare?

    Se volessi gentilmente rispondere avremmo, forse, un quadro più preciso di quello che pensi nel merito. Francamente ho trovato il post un po’ confusionario.

    Un’ultima cosa. Hai fatto bene a citare, anche se in maniera capziosa, quelle parole di Berlinguer. Mai state più attuali…

  15. ) Era il caso di costruire più autostrade o ferrovie?
    A chi dice sempre no, non piace neppure l’alta velocità, vd Val di Susa. Autostrade e Ferrovie sono insufficienti ma farne di nuove pare impossibile.
    2) Il progetto di Malpensa aveva un senso?
    Il nord rappresenta la parte d’Italia più produttiva e ha bisogno ( forse più di Roma) di un aeroporto intercontinentale.
    3) E il Mose?
    Venezia è un patrimonio per l’umanità ed è un dovere tentare, almeno, di salvarla, anche se con un’idea vecchia. Ma visti i tempi della nostra burocrazia, piuttosto che niente, meglio piuttosto!
    4) Lo sviluppo urbanistico verticale?
    Siamo quasi 60 milioni di abitanti stipati in un Paese che andrebbe bene per la metà della popolazione, lo sviluppo verticale è l’una soluzione, a meno che non si scelga lo sterminio.
    5) E il sistema televisivo attuale è pluralista?
    Grazie al satellite abbiamo a disposizione quasi 1000 canali, anche se la tv non la guarda più nessuno sotto i 75 anni, quindi è un problema insistente
    6) E il Ponte sullo Stretto è indispensabile senza aver fatto la Salerno-Reggio Calabria?
    Un ponte non si fa in un giorno, magari nel mentre finiscono pure l’autostrada.

  16. “e gli Stati Uniti che non si costruiscono una centrale dal 1979”.

    Cazzata micidiale. Poi dai torto a quelli che dicono che internet e’ prima di tutto uno straordinario mezzo di disinformazione…

    Comunque e’ curioso, ci sono altri giornalisti che non nomino che fanno un uso altrettanto certosino dell’archivio e vengono acclamati sul blog, scrivono libri… Altri invece sono accolti da selve di “bisogna contestualizzare” :)

    Grazie a Facci per avermi fatto scoprire questo passo fantastico di Berlinguer “…superamento di un sistema che è entrato in una crisi strutturale”. Ehi già, c’è grossa grisi. Negli anni ’70 viaggiare era un lusso per pochi, adesso faccio almeno un viaggio al mese… Viva la crisi.

  17. Elfi sei riuscito nell’impresa di non rispondere neanche ad una delle domande utilizzando quasi 200 parole.
    Credo che neanche F.F. possa superarti a questo punto…

  18. Costruire un ponte tra due faglie!Che si vedono anche su google earth!In movimento di 5 cm all’anno,mettetevelo in testa quel ponte non lo vedrete mai!Ci metto la mano sul fuoco.
    L’uranio non è infinito,come petrolio e carbone.
    Sarà vero che il sole non c’è 24 ore su 24,ma l’energia geotermica è eterna e 24 ore su 24,ed in toscana ne abbiamo un validissimo esempio(i primi esperimenti non sono di ieri ma della metà del 1800).Considerando che nei pressi di strasburgo si stà per dare il via al più grande progetto di centrale geotermica di seconda generazione del mondo,e considerando che l’Italia è un paese a rischio sismico…forse non tutti quei no sono detti tanto per far politica.
    Personalmente su OGM e nucleare sono contrario.Sulla ricerca scientifica,sono a favore,sull’indulto votato bipartisan,sono contrario,personalmente non faccio di tutta l’erba un fascio,[O.T.]altrimenti andrei a tirare coltellate e sprangate alla “Sapienza”.
    Ma non doveva essere la sinistra senza più rappresentanti in parlamento a ritornare alle scelte estremiste?

  19. Parafrasando Tacito:

    Dove fanno un deserto lo chiamano “modernizzazione”…

  20. A me i topi d’archivio stanno simpatici, anche quelli grigi o neri, e Facci ha fatto quello che doveva fare: il suo lavoro (con déjà vu). Partendo dall’idea che chi dice “no” alle centrali nucleari sia un babbeo, infantile, e che la Storia ha assolto i faraoni.

    Il contenuto della citazione di Berlinguer, come ho già detto, è insieme tremendamente GIUSTO ed impopolare: ma fa bene Facci ad usare quel virgolettato, perché oggi scrivere “ideologia” o “sinistra estrema” (estrema de che?) è un po’ come pensare “porca puttana” o peggio: una parolaccia.

    Ad ogni modo, Calvin, anche tu ne hai detta una di cazzata, se vogliamo.

    “Negli anni ’70 viaggiare era un lusso per pochi, adesso faccio almeno un viaggio al mese…Viva la crisi.”

    Se fai un viaggio al mese sono problemi tuoi, amen. E però non ti viene in mente che i bisogni sociali possano cambiare indipendentemente dalla busta paga (vostra misura di sviluppo)? E che quindi i prezzi diventino più accessibili?
    Ma teniamo ferma l’ipotesi che oggi si guadagni di più (al loro di tutte le spese per la casa, e di tutte quelle psicologiche per l’insicurezza SOCIALE).
    Pensi che Berlinguer fosse banale come me e te, e quasi tutti quanti qua dentro, da considerare indicatori di “crisi strutturale” i viaggi a Sharm el Sheik? O gli HD venduti da Mediaworld? O le prenotazioni al ristorante?

  21. Il tema non è nucleare sì / nucleare no. Il tema è come utilizziamo le risorse (finanziarie) scarse e collettive. Costruiamo centrali con combustibili che non abbiamo oppure investiamo in ricerca su fonti rinnovabili?
    Investiamo nel trasporto su gomma oppure su quello a rotaia?
    Incentiviamo i decoder per il digitale terrestre oppure costruiamo un politecnico in più?
    Si tratta solo di scelte, non di dire no. I prossimi anni ci diranno se le scelte sono giuste o sbagliate.

  22. E nonostante i no siamo il paese a più alta densità automobilistica, a più alto numero di telefonini per abitante, con intere città saccheggiate dalla speculazione edilizia: sacco di Palermo, Roma, Napoli costruita tutta in zona ad altissimo rischio di eruzione vulcanica, L’Italia (vedi Ischia) con più case abusive che alberi, il territorio sfasciato, con più parabole che orecchie, con il più basso tasso di energia rinnovabile, con il più basso livello di merci spostate via mare, con il più basso livello di lettura di libri e quotidiani, una scuola a tocchi, la ricerca inesistente, ai minimi per l’innovazione aziendale. Ma siamo ai primi livelli per abbonamento a sky per le partite di calcio, per ore passate davanti alla televisine ed ai videogiochi.
    Sarà pure vero che la sinistra ha detto molti no, anche perché conosceva i suoi polli goderecci.
    Se penso a Cederna e le battaglie per l’Appia Antica. Se penso alle spiagge privatizzate, alle lottizzazione selvagge, alle case abusive, agli scarichi illegali, alle strade fatte a metà. Gli italiani se scavano e trovano reperti archeologici spesso ci passano sopra con le ruspe per non fermare i lavori.
    L’italiano medio è isterico di base (ne abbiamo esempi mirabili, campioni assoluti da guinness, esempi sempiterni). Il no è un riflesso condizionato contenitivo alla naturale tendenza a scacazzare dappertutto.

  23. Esimio Facci,

    se il nucleare fosse finanziato dai PRIVATI (vedi alla voce De Benedetti, Tronchetti e compagnia briscola) non avrei nulla da ridire.

    Ma visto che stiamo parlando di soldi pubblici per ingrassare un’azienda pubblica (Enel) che si comporta da privata (utili alle stelle, bollette alle stelle), allora è un altro paio di maniche!

  24. Filippo, guarda che la discussione sul Nucleare era interessante nel 1987. Ovviamente d’accordo su tutti quei punti, e sul nucleare.
    Se però ne vuoi trarre che anche oggi la sinistra sbaglia, sei fuori strada. Se oggi fai investimenti ventennali, si parla in tutto il mondo di eolico e solare termico. E guarda che quelli che hanno detto no no no, sono quelli che ora sono al governo. Che hanno licenziato Rubbia. Please.

  25. Guarda, quando leggo che nel 1977 Berlinguer diceva che “il modello (occidentale?) e’ entrato in crisi strutturale” intanto mi tocca interpretare perché detta cosi’ non vuol dire niente. Per coma la interpreto io, cioè stagflazione derivante da crisi petrolifera = crisi “strutturale” del sistema capitalistico, direi che trattasi di “cagata pazzesca” di fantozziana memoria. Spiacente, non so apprezzare la profondità di Berlinguer come pensatore, ma quando sento parlare di austerity come di una “moralità nuova”, mi vengono i brividi. Per quanto mi riguarda lo sviluppo c’e’ nel fatto che ho molte piu’ scelte per fare quello che mi rende felice rispetto a 30 anni fa. Adesso torno a vedere gara 4 di Boston-Detroit, cosa che 30 anni fa avrei potuto al massimp sognare :)

  26. Ecco, meno male che Berlinguer aveva torto, così abbiamo la libertà di guardare 4 gare di Boston-Detroit.

    Ma sul serio “prima del referendum” eravamo i terzi per produzione di energia nucleare? E’ stato prima o dopo essere diventati campioni del mondo per la quindicesima volta e aver invaso l’URSS attraverso la Jacuzia?

  27. Il problema ponte è complesso.
    Intanto si deve valutare la situazione autostradale siciliana(quella calabrese non la conosco). Dopo aver risparmiato qualche minuto attraverso il ponte il viaggiatore o l’autotrasportatore si troverebbe di fronte all’orrore delle autostrade siciliane, umilianti per un Paese ammesso al G8.
    Per non dire nulla della situazione dei treni, vergognosamente sporchi e vecchi, nonché rallentati in modo impressionante dalla “mono-rotaia” tra Palermo e Messina.
    Elfi ha ragione quando dice che nell’arco di tempo che si prevede per la costruzione del ponte potrebbero essere portati a termine anche questi lavori di modernizzazione. Purtroppo però l’immobilismo della P.A. siciliana è inenarrabile e ciò mi fa temere ritardi clamorosi visto che nessun intervento è al momento annunciato.
    Tutto questo senza tirare all’interno delle polemiche i grandi affari che la criminalità organizzata potrebbe realizzare con un affare come quello del Ponte. Qui in Sicilia non ci siamo ancora ripresi dal grande scandalo della famosa ditta di calcestruzzi che costruiva opere pubbliche col cartone, pensare che andrà tutto bene sembra l’ombrello rotto col quale Will E. Coyote si ripara dalla caduta massi nei cartoni dei Looney Tunes.

  28. la questione è molto più semplice di quanto non sembri

    non c’è nessun bisogno di dire no

    una centrale nucleare è un’opera necessariamente pubblica e come tale va fatto un semplice preventivo e poi si discute serenamente su quello e se esiste un rapporto costo/beneficio accettabile

    basta chiedere il preventivo -complessivo- del costo della vita della centrale e della sistemazione dei rifiuti radioattivi che produce e vedere quanta energia si ricava a fronte di quale spesa

    questo significa, dato che nessuno al mondo è in grado di presentare un preventivo del genere, che il progetto di una centrale nucleare non può essere discusso perchè il suo costo è indeterminabile

    è chiaro che qui non si tratta nemmeno di assumersi un rischio come in molte cose della vita, ma che si tratta di mettere in moto una catena di costi ingentissimi potenzialmente infinita per non risolvere nulla, con il rischio aggiuntivo di arrivare a inaugurare centrali vecchie quando l’uranio costerà un occhio della testa

    tra l’altro fino ad oggi nessun impianto nucleare è ancora stato demolito, così come nessuno è ancora riuscito a realizzare un deposito veramente sicuro per il tempo necessario

    nessuno al mondo

    solo depositi “temporanei” che però “perdono”, così a Sallugia, così al deposito nucleare francese, oggi circondato da acque e mucche radioattive mentre Areva ed autorità dicono che tutto è normale

    quindi, prima di discutere: fuori il preventivo o parliamo di niente

    p.s. se dal campo delle fantasie passiamo alla realtà, perchè non fare attenzione alla vicenda della discarica di Bussi?

    eppure dovrebbe interessare Facci, ci sono dei DS accusati di cose pesissime :D
    …purtroppo sono insieme ad alcuni mammasantima, alla Montedison e ad una fauna che sta facendo di tutto per smorzare la vicenda che ha visto inquinare il fiume Pescara, con gravi danni alla salute di migliaia di persone

    omertà che preannunciano altre omertà….adelante giornalisti coraggiosi, c’è una pentolaccia da scoperchiare

  29. Purtroppo il progetto del ponte sullo stretto,è l’esempio lampante di come si fanno le cose in Italia.Progetto del 28 agosto 1953.
    Preventivo: 36 miliardi, finanziamento privato per il 40%, pubblico 60%.
    1981 nasce la Stretto di Messina S.p.A. , concessionaria di Stato, con azionisti l’IRI al 51%, ANAS, FS e le due regioni Sicilia e Calabria.
    Fine ’92 il presidente Calarco consegna il progetto di massima del ponte sullo Stretto.
    Ponte sullo Stretto di Messina: 3300 metri, il più lungo del mondo ad una sola campata, con 12 corsie autostradali e 2 corsie ferroviarie.
    Grazie alla famosa legge obiettivo,il ponte sullo stretto diventa priorità dello stato che può costruire anche su oasi protette,parchi,ecc.
    Il costo del progetto è stato di circa 150 miliardi di vecchie lire.Nel caso in cui non fosse stato approvato, per legge i 150 miliardi li avrebbero dovuti sborsare IRI, ANAS, FS e le regioni Sicilia e Calabria.Se fosse stato approvato avrebbe pagato lo stato.Ifaldoni sono più di quaranta per il peso di alcuni quintali.
    Questo è solo un’esempio.Per il resto sono abbastanza d’accordo.Il problema non è fare le cose,ma farle all’Italiana.

  30. Complimenti un altro bellissimo articolo che alla fine non dice niente. Ma come fai, usi tecniche particolari o proprio non ti riesce di dire qualcosa? Isolati articoli raccolti attraverso decenni e estrapolati dal loro contesto per sostenere poi cosa….?

    Ad ogni modo prendersela con te sta diventando stucchevole perche’ e’ troppo facile. E’ come ridere di qualcuno per la propria menomazione.

    Ti spari addosso da solo con quello che scrivi e non si puo’ che provare una pena infinita.

    Ciao brillante giornalista e segnati questa che magari impari qualcosa:

    “Credere al progresso non significa credere che un progresso ci sia già stato.” (Franz Kafka)

  31. Questa volta è più complicato.

    Sulla scia dei tuoi articoli mi aspettavo un “voi non lo sapete ma Beppe Grillo è frocio” oppure che ne so, “Ho sentito Piero Fassino che faceva un rutto con tutte le vocali e poi dite che voi di sinistra siete educati”. Ecco, mi aspettavo mille e mille reazioni indignate e invece no, nulla. Trenta miseri commenti, stanchi,stufi, diciamoci la verità, annoiati. E’ che stasera non c’è niente in tv e già che non ho sonno, commento pure io.

    E’ vero la sinistra dice sempre no.

    Su questo non posso confrontarmi. Non che non ne abbia voglia. In serate come queste metterei in fila anche i cerini. E’ che le tue considerazioni a mio avviso, non sfiorano mai nulla che abbia un costrutto, un ragionamento, un percorso storico e politico, è cronaca, cronaca nuda. “Cronaca vera”.

    Così mettendo in fila i cerini ti chiedo qualcosa su un “no” della destra.

    Ti chiedo perchè “no”, non sottrarre alla mafia – secondo l’ultima relazione Eurispes – il 3% del PIL italiano – ovvero 44 miliardi di euro – proveniente dal traffico di droga ad opera della mafia, lasciando che sia lo Stato – attraverso la legalizzazione – a gestire con tutto questo denaro il problema delle tossicodipendenze e sterminando in un solo colpo la criminalità organizzata?

    Perchè “no”?

    Perchè la criminalizzazione della tossicodipendenza, l’eterno inasprimento delle pene e l’ottusità nella lettura di qualsiasi risultato statistico fanno del populistico e qualunquista “no alla droga” il cavallo primo di battaglia della destra?

    Un “no” al televisore a colori è da ottusi. E’ vero. Ma non alimenta la criminalità organizzata, lo spaccio, le rapine, gli scippi, i furti in casa, le aggressioni, la speculazione e la violenza sugli immigrati, il diffondersi dele malattie, la morte per overdose…

    Perchè “no”, Filippo Facci?

  32. Io sono siciliano, e viaggio spesso, per lavoro e per diporto.
    Mi chiedo: se i fantastiliardi del ponte fossero investiti nel traffico aereo da e per la Sicilia, non viaggeremmo meglio e a minor costo, io e le merci?
    Preferisco mille volte andare a Milano a 10 euro in aereo (per dire) che avere la soddisfazione di risparmiare mezz’ora di attraversamento dello Stretto e poi affrontare in macchina la A3/A1.

    Non potremmo assegnare a tutti quei simpatici signori che da oltre 50 anni sui progetti infiniti del ponte ci campano un bel vitalizio, e smetterla?

    (Disclaimer: è solo un’opinione).

  33. Fantastico, qui c’è chi propone che sia lo stato a gestire il traffico di droga, risolvendo così “in un solo colpo” (giusto in due o tre giorni non di più) il problema delle tossicodipendeze.
    Diamine, come mai non ci abbiamo pensato prima?

  34. Caterina, non risolvi il problema della tossicodipendenza, ma sicuramente annienti economicamente – secondo appunto chi ne sa più di noi – la criminalità organizzata sottraendo a questa, appunto, 44 miliardi di euro (lo stato in questi giorni è costretto a ridurre la spesa sanitaria di 20 milioni per mancanza di fondi).

    Sicuramente lo stato non taglierebbe male le sostanze e non ci sarebbero morti per overdose, sarebbe possibile un controllo sanitario riducendo il diffondersi di alcune malattie (epatite, hiv, ecc.).

    Appunto, perchè “no”, Filippo e Caterina?

  35. @mazzetta: leggo con piacere il tuo blog e sinceramente mi sono meravigliato di vederti commentare qui, un post di F.F. poi!
    Mi permetto di darti un consiglio, lascia stare, sei sprecato, basta la costruttiva risposta di Virginia per capire il livello…

  36. @caterina: magari si intendeva legalizzare alcune sostanze che attualmente sono illegali, in modo di evitarne il traffico da parte di organizzazioni criminose. Il “traffico” non sarebbe di “DROGA”, ma di sostanze psicotrope (o come diavolo si scrive, esco da un turno notturno e non so nemmeno come mi chiamo). Si taglierebbe in questo modo un bel giro d’affari alle organizzazioni suddette, si potrebbe contare su una diminuzione della piccola criminalità (lo spaccio, giusto per citarne una).
    Parlando solo di marijuana e hashis, giusto per cominciare con le “droghe leggere” già sarebbe un bel successo, considerando che gli effetti di questo “droghe” sono paragonabili a alcool (perdita del controllo del proprio corpo) e tabacco (dipendenza), sostanze psicotrope che, in quanto parte della nostra cultura da millenni, non consideriamo DROGHE.
    Bah… non è così stupido, o no?

    Non ci abbiamo mai pensato perché sottomettere è divertente, non lo sai?

  37. il ponte non serve a nulla.
    In quali condizioni ci arrvivo ?
    La sicilia non ha una rete stradale e ferroviaria degne di questo nome e i “fautori della modernità” a spese dello stato vogliono il ponte….
    ma fatela finita….
    basta con questo mito delle opere alla Piramidi egiziane, state coi piedi per terra.
    Bisogna essere pragmatici, e non sputtanare del denaro, pubblico e goloso, per fare i grandi.
    Siamo un paese di pezzenti non in grado di finire la Salerno-Reggio Calabria, non in grado di fare arrivare in tempo i carri-bestiame per i pendolari, non in grado di smaltire i sacchetti di spazzatura ma vogliamo il “ponte”, vogliamo il nucleare (per farlo gestire dai soliti incapaci e collusi).
    Ripuliamo l’Italia, prima.

  38. Rete 4 dovrebbe andare sul satellite, ma c’è chi dice no.
    Indoviniamo insieme chi è?

  39. Quoto in toto il post di Facci, la sinistra si definisce progressista ma se fosse per lei avremmo ancora le candele in casa. Vi ricordo che tutti noi usiamo cose che fanno parte del progresso, pc incluso. E’ facile predicare bene e razzolare male, visto che sono tutte cose che anche le persone di sinistra usano.

  40. La tossicodipendenza si elimina eliminandola, non incentivandola con il commercio di stato. Ma dico scherziamo? voi proponete di rifornire il tossico in modo facile e sicuro, volete farne forse un emarginato a vita con tesserina di stato per il ritiro gratutito della rebonza?

  41. secondo me il pci era progressista,
    in confronto alla democrazia cristiana.
    (vabbè, anche il partito luddista era più progressista della dci)
    per quanto riguarda i diritti civili chi erano i progressisti?
    forse la colpa del pci fu quella di accodarsi ai referendum radicali in extremis,ma meglio tardi che mai.

    l’unità non denunciava le opere e le infrastrutture in quanto tali,denunciava le possibili speculazioni, il malaffare diffuso e le gare d’appalto truccate.poi bisogna anche contestualizzare,la paura per il ‘nuovo’ è comprensibile.
    FF, magari in quel periodo oscurantista e anti-modernista scrivevi per l’unità…

    non voglio ripetere la distinzione che fece pasolini tra progresso e sviluppo, comunque.perchè credo la ricordiate tutti.

  42. @ carlo

    ti ringrazio per l’apprezzamento, ogni tanto mi capita di fare a testate con certi maitre à penser de noantri

    lo trovo catartico, dopo aver letto una massa incredibile di castronerie o l’infinita teoria dei leccaculi, perdere 2 minuti qua e là per prendere a ceffoni tanta sfrontata paraculaggine è solo un innocente momento di relax

    lo so’ che menarla a Facci è una fatica senza ricompensa, altri suoi colleghi al Giornale, ma anche Riotta, Romano e altri (in particolare Allam) danno molta più soddisfazione.

    per la mia esperienza direi che Riotta sia il migliore da questo punto di vista, lui non sbocca, fa il furbo e così offre l’occasione per tirargli altri ceffoni, uno spasso…almeno fino a che non ha capito e poscia si è fatto di nebbia. Romano invece è una sfinge, sicuramente più efficace, mentre Allam, decisamente più infido e svicolone è uno che porta rancore; potendo opporre il nulla a chi lo accusa sapendo di mentire, sfrutta il suo libercolo annuale per regolare certi conti, così ho avuto l’onore di finire catalogato come “odiatore di sinistra” in una delle sue fatiche

    alla fine comunque sono tutti uguali, è uno sporco lavoro, ma evidentemente qualcuno deve farlo

  43. Non capisco da dove presuma la sua superiorità Mazzetta. Se dall’essere convinto di prendere a ceffoni tutti i paraculi del mondo nei suoi “momenti di relax”; oppure quando, come un Nobel qualsiasi, liquida la questione del nucleare con il suo commento definitivo. Che consiglierei a tutti di rileggere come esempio di scuola. Non solo della stirpe negazionista, ma anche di quella dei modesti.

  44. No Calvin non lo dice internet… Gli stati uniti dal’79 non si fanno un reattore nucleare.
    Lo dice l'”IAEA” acronimo di: The International Atomic Energy Agency.

  45. “La tossicodipendenza si elimina eliminandola”.

    Caterina, è una frase magnifica, sono convinto che Filippo Facci la inserirà nel suo prossimo articolo. Anzi potremmo aggiungere “una partita si gioca giocandola”, “un mobile si pulisce pulendolo” e un “dondolo funziona dondolando”.

    Si caterina, voglio esattamente questo: che un tossicodipendente si possa rifornire – usando le tue parole – in modo “facile e sicuro” attraverso gli strumenti dello Stato, i SERT, le comunità di recupero e le untà sanitarie locali e non certo attaraverso un pusher che – costretto dal mafioso di merda che gli ha sequestrato il passaporto – gli spaccia eroina tagliata con la strictnina – per farne milioni di dosi in più – lasciandolo morire agonizzando in un angolo della strada.

    Quel mafioso di merda che con quei soldi si ingrassa e ingrassa gli scafisti, costruisce fatiscenti e abusive palazzine sulla costa tirrenica per riciclare quel denaro sporco di sangue, allunga tangenti a chi è in parlamento per inasprire ancora più le regole del gioco, evade il fisco in barba a quelli che si sbattono nei call center, quel mafioso si, lo voglio sbattuto a marcire in galera.

    Non un tossicodipendente la cui unica possibilità in carcere è solo quella di morire il più presto possibile.

    Piuttosto però, perchè “no”, Facci?

  46. Vabbè.
    Copriamo di specchi ustori mezza Italia.

    Poi io vengo ad arrostirmi le sarcicce, se non vi dispiace.

    P.S. tutti ingegneri, dottoroni…

  47. con colpevole ritardo ho appena scoperto che l’ impregilo ha vinto la gara d’ appalto per il ponte sullo stretto.
    l’ impregilo puahahaahahahahahah

    (il progetto del ponte sullo stretto è stato scritto su un pizzino)

  48. non è questione di superiorità Virginia

    è ovvio come tutti quelli che vogliano prenderli a schiaffoni hanno gioco facile, basta saper leggere e scrivere e avere la voglia di farlo

    il caro Nobel nel suo entusiasmo per il nucleare ha detto che non ci sono pericoli e pure l’incidente di Chernobl lo dimostrerebbe, perchè fu un errore umano
    a far saltare tutto
    qualsiasi persona di media intelligenza può considerare che l’errore umano sia un pericolo e come nel caso di specie un pericolo molto amplificato dall’ordigno

    la diseconomicità della scelta nucleare è più che evidente anche in prospettiva petro-pessimista e in più vivere vicino ad una centrale, nei paesi seri, significa cominciare alle elementari ad apprendere le procedure per sperare di salvarsi in caso di disatro

    le magille verbali, i pastrocchi come questo di facci o l’esibizione di scienziati compiacenti, sia per entusiasmo o perchè il nucleare porta comunque un sacco di soldi alla ricerca o per i casi loro, non attenua minimamente l’evidenza fattuale

    il preventivo non lo può fare nessuno perchè nessuno sa come vada a finire una centrale nucleare, il punto è sempre e solo questo, il resto è fuffa, pura fuffa

    per questo non occorre essere o ritenersi superiori, quando uno propaganda l’indifendibile con argomenti risibili e trucchetti da fiera, basta un minimo di pazienza

    il bello di internet è che poi…scripta manent…e quando un* l’ha fatta…l’ha fatta

    peccato solo per il digital divide e per l’ancora più pesante differenziale nell’alfabetizzazione

    lo sai Virginia che in Italia ci sono il 20% di analfabeti che raggiungono il 40% se comprendi l’analfabetismo funzionale?

    questo significa che almeno il 40% della popolazione può sapere del mondo solo per voce o immagine

    ecco…fino a che questi furbastri ci mettono la faccia da schiaffi in televisione, media unidirezionale per eccellenza, è come se giocassero una partita senza avversari, visto che le squadre, lo stadio, i cronisti e metà del pubblico appartengono a un padrone solo, non necessariamente identificato in B.

    invece un blog è simpaticamente bidirezionale, così come lo sono i forum e in genere gli spazi di discussione in rete, quindi se un* dice stronzate, facilmente capita che arrivino altro a farle notare
    succede ovunque, anche su forum tematici o in community dedicate alle cose più astruse

    dovrebe essere la normalità, invece nel dibattito pubblico funziona che uno dice una stronzata e continua a dirla mille volte in mille luoghi televisivi.

    non enorme fotocopia di se stesso, ma formichina operosa dello spinning & framing

    inquadrare “il problema” entro stretti confini sorvegliatissimi e far girare all’infinito la versione meno peggiore che si trova per sostenere quello che si vuole che si creda

    ad esempio una volta settato il frame (i.e. in Iraq va male perchè l’Iran fornisce armi, è cattivo etc), per anni con cadenza regolare si producono “notizie” negative sull’Iran. Poco importa che siano vere, l’importante è che siano continue e costanti nel tempo
    ovviamente poco importa anche essere beccati poi con le mani nel sacco della balle, si continua a raccontarne, perchè il succo è imporre il concetto sul quale fare perno per ottenere il caveat politico dall’opinione pubblica, alla fine convinta della stronzaggine e pericolosità intrinseca dell’Iran

    con l’Iraq hanno fatto così, lo ha ammesso anche Scott Mc Lellan, ma non ce n’era bisogno, ci sono tomi su tomi che spiegano come si fa
    …e B. ce li ha tutti

    prendersela con Facci in questo caso è facile perchè lui non deve convincere, lui deve veicolare il concept contro l’evidenza materiale e contabile, ovvio che non abbia molti margini di manovra…oltre all’artificio retorico si può far poco per dimostrare l’indimostrabile
    ci riuscirebbe anche un bambino

    quelli che fanno più incazzare sono quelli che per darsi ragione ricorrono alla diffamazione, in questo caso Allam è esemplare in negativo. E’ stato addirittura sostituito nel ruolo, visto che da Magdi Cristiano che esordisce con un discorso oltranzista sputacchiato dalla Santa Sede (che aveva partecipato al Barnum della sua conversione
    e se ne deve essere pentita subito) è ormai poco credibile come musulmano-come-lo-vorrei

    il suo omonimo, che ne aveva seguito le tracce già da Repubblica, una volta trombato dal PD ha annunciato la sua presenza ad una delle tipiche fascistate contro la moschea a Colle Val D’Elsa

    curioso vero che gli unici musulmani sul mainstream siano fatti con lo stampino, non trovi Virginia?
    ci hai mai fatto caso?

    fanno spinning, ma non con la cyclette, con i tuoi neuroni

    hai fatto caso che in anni e anni di guerra non si sono viste interviste ai civili dei paesi invasi?

    hai notato che in anni e anni non è mai stato posto pubblicamente il problema di 4 miloni di profughi, ciuso per citare una delle bazzecole più evidenti?

    manca “l’informante nativo” (cfr. Spivak), si chiama -soppressione dell’informante nativo” ed è un pilastro del darsi ragione coloniale, ma anche un pilastro della propaganda

    se il nemico è così malvagio, promuovere pubblici confronti e farlo vedere dovrebbe aiutare, invece…puff… come per magia non interessa a nessuno intervistarlo

    al posto dell’informante nativo ci becchiamo gli Allam disposti a tutto

    al posto della discussione sul merito delle cose ci becchiamo un mitragliata di cazzate che comunque intontiscono un sacco di gente e che prima o poi creano consenso

    è scienza, non c’entra il comunismo è nemmeno qualunque cosa ti possa venire in mente al di fuori della scienza della comunicazione
    ti sei mai chiesta perchè si chiama scienza?

    si chiama scienza perchè deve studiare come comunicare
    in questo senso è una scienza neutra, come lo è la fisica, ma con la fisica mantiene la similitudine di poter essere impiegata per scopi nefasti quando non esplicitamente criminali

    le bombe al panzanio non fanno meno danni di quelle vere e la verità al giorno d’oggi viene via con poco, mitragliare sti’ pezzi di bombardieri non è esercizio di superiorità, ma di legittima difesa

    p.s. non credere che non abbia notato lo strafatto espediente, se non non hai per contestare il merito è perfettamente inutile buttarla sul carattere o sull’attacco personale (i.e. il commento sul ragioniere), è così stravisto che rende l’espressione addirittura patetica, te lo scrivo qui perchè il vero messaggio è questo, tutto il pistolotto edificante sopra è la punizione :P

    tutti in castigo!

    lol

    che gente…
    :P

    a Facci riconosco

I commenti sono bloccati.