Dilettante allo stravaglio

Non è neanche più questione di faziosità pura, di riproposizione dei passaggi di alcune sentenze al posto di altri, di certi verbali al posto di altri. Il problema non è neanche l’enfatizzazione delle sentenze di condanna o, in caso di assoluzione, la sottolineatura delle parti che la condanna auspicavano. E neppure l’inventarsi status giudirici inesistenti (prescritto al posto di non colpevole) o definire l’articolo 530 «insufficienza di prove» anziché «assoluzione perchè il fatto non sussiste» come è denominato dal 1989. Persino il gergo da cabaret del Travaglino i monologhi senza contraddittorio sono perdonabili. Ma la falsità dolosa no.
Segue un esempio solo, uno solo.
Ieri, su Repubblica, Marco Travaglio citava una consueta e vecchia intervista a Paolo Borsellino e gli attribuiva la rivelazione che «nel 1980 la polizia intercetta Mangano al telefono con Dell’Utri».
E’ falso: proprio Borsellino, nella stessa intervista, chiarisce che in realtà Mangano parlava con un membro della famiglia Inzerillo. Capito? Falso.
Travaglio poi ha scritto che Mangano chiamava «cavalli» la droga, e che al telefono propose a Dell’Utri proprio un affare di cavalli.
Falso anche questo: a parte che la telefonata appunto non vi fu, è ancora Borsellino nella medesima intervista a dire che «nel processo vennero fuori effettivamente dei cavalli, non dei cavalli per mascherare gli stupefacenti». Chiaro? Falso.
E per saperlo basta leggere l’intervista (tutta l’intervista) oppure una sentenza della Corte d’Appello di Milano del 21 gennaio scorso, roba che Travaglio dovrebbe saper maneggiare.
Ergo, due i casi: o Travaglio è un falsario oppure è un disinformato, e un’idea ce la siamo fatta. Ma questo non dovrebbe interessare tanto noi, bensì i direttori e caporedattori che neppure s’accorgono della fraccata di balle che Travaglio scrive sui loro giornali. Non sanno o vogliono verificare quello che scrive: fatti loro. Ma non vengano ancora a dirci che Travaglio almeno è documentato. E questo è un esempio solo, uno solo.

Il Pdf della sentenza (i pigri leggano da pagina 9):

http://www.paologuzzanti.it/wp-content/2008/03/sentenza.pdf

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21 Commenti

  1. Metà di questo paese è afflitto da un senso di superiorità etica piuttosto imbarazzante visto che si nutre del pettegolezzo giudiziario più futile e fazioso. Degno, soltanto, di certi editoriali dell’Unità e dello spazio commenti di certi blog.
    Gli unici cavalli qui sono i cavalli bassi e sbracati dei giustizialisti impotenti che ereggono le loro ridicole ghigliottine di marzapane nella cosiddetta blogosfera.
    Che si credono sanculotti finché non si scoprono semplici comparse. Di un film di Fantozzi.

  2. Il giudice Paolo Borsellino, parlò di Mangano nel 1992 ai giornalisti Jean Pierre Moscardo e Fabrizio Calvi quattro giorni prima dell’attentato di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone. Due mesi dopo (il 19 luglio) lo stesso Borsellino fu ucciso nell’attentato di via D’Amelio a Palermo. Grazie alla trascrizione ripresa da http://www.democrazialegalita.it/intervistaborsellino.htm , riportiamo parte di quell’intervista.

    Borsellino
    Sì, Vittorio Mangano l’ho conosciuto anche in periodo antecedente al maxi-processo e precisamente negli anni fra il 1975 e il 1980, e ricordo di aver istruito un procedimento che riguardava delle estorsioni fatte a carico di talune cliniche private palermitane. Vittorio Mangano fu indicato sia da Buscetta che da Contorno come “uomo d’onore” appartenente a Cosa Nostra.
    Giornalista
    “Uomo d’onore” di che famiglia?

    Borsellino
    L’uomo d’onore della famiglia di Pippo Calò, cioè di quel personaggio capo della famiglia di Porta Nuova, famiglia della quale originariamente faceva parte lo stesso Buscetta. Si accertò che Vittorio Mangano, ma questo già risultava dal procedimento precedente che avevo istruito io e risultava altresì da un procedimento cosiddetto procedimento Spatola, che Falcone aveva istruito negli anni immediatamente precedenti al maxi-processo, che Vittorio Mangano risiedeva abitualmente a Milano, città da dove come risultò da numerose intercettazioni telefoniche, costituiva un terminale del traffico di droga, di traffici di droga che conducevano le famiglie palermitane.

    Giornalista
    E questo Mangano Vittorio faceva traffico di droga a Milano?

    Borsellino
    Vittorio Mangano, se ci vogliamo limitare a quelle che furono le emergenze probatorie più importanti risulta l’interlocutore di una telefonata intercorsa fra Milano e Palermo, nel corso della quale lui, conversando con un altro personaggio mafioso delle famiglie palermitane, preannuncia o tratta l’arrivo di una partita di eroina chiamata alternativamente, secondo il linguaggio convenzionale che si usa nelle intercettazioni telefoniche, come magliette o cavalli.

    Giornalista
    Comunque lei in quanto esperto, può dire che quando Mangano parla di cavalli al telefono, vuol dire droga.

    Borsellino
    Si, tra l’altro questa tesi dei cavalli che vogliono dire droga, è una tesi che fu avanzata alla nostra ordinanza istruttoria e che poi fu accolta al dibattimento, tanto è che Mangano fu condannato al dibattimento del maxi processo per traffico di droga.

  3. l’altra metà del Paese invece ha brilantemente risolto il problema della superiorità etica, eliminando l’etica. E cambiando nick.

  4. F.F. (che, come sempre, sta per Fabrizio Frizzi): tra una ventina d’anni, quando sarai diventato adulto e fatta un’esperienza pari almeno alla metà di quella vantabile da Travaglio e avrai i trequarti delle fonti e delle documentazioni che Travaglio può vantare e quando avrai la metà delle conoscenze, delle capacità di sintesi, di precisione e di onestà, quando sarai uscito dall’informazione locale e dai blogghetti di periferia, allora, forse, dico forse, potrai tornare qui al nostro cospetto e palesarti con un articolo di critica nei confronti del sopracitato.

    Grazie, a tra mille anni.
    [Ste]

  5. cazzo…in italia si può toccare tutto e tutti, e finalmente dopo il 1992 adesso si può mettere sotto inchiesta perfino prodi e fassino e d’alema.
    ma se tocchi travaglio ti tagliano le mani.
    coraggio Facci. è un’impresa destinata a successo forse nel 2020. quando anche su travaglio si potrà dire la verità.

  6. D’altra parte il documentatissimo Travaglio sull’Unità del 27 dicembre scorso riuscì a scrivere, in un articolo che ne ripercorreva la vicenda, che “Contrada ha scontato 7 mesi dei 10 anni previsti”.
    Insistette il giorno dopo, sempre sull’Unità, per contestare la richiesta di grazia ricordando che Bompressi, a differenza di Contrada, “uscì dopo 10 anni, non dopo 7 mesi”.
    La balla della pena scontata per soli sette mesi trovò naturalmente adeguato spazio anche sull’Espresso dove, l’11 gennaio, il sempre puntuale Travaglio si meravigliava: “la grazia non s’è mai vista per un condannato per mafia, che per giunta ha appena iniziato a scontare la pena”.

  7. Paolom, fai poco il vittimista: se F.F. scrive che X dice una cosa “falsa, falsa, falsa” e basta fare una ricerca su google per capire che e’ tutt’altro che falsa, dargli del coglione non e’ certo un attentato alla liberta’. Significa contribuire a riorientare le potenzialita’ di un giornalista verso inchieste un po’ piu’ produttive.

  8. Ah, ecco un’altra grande causa civile a cui dedicarsi: oltre a restituire dignita’ all’eroe Mangano, non ci dimentichiamo della causa di santificazione di Contrada!

  9. Grazie Morosita, chieda pure quello che vuole. Tanto qui infuria la battaglia fra gli incerti, quelli che non sanno cosa votare ed hanno bisogno di Facci per capirlo.

  10. L’Italia affonda, Berlusconi e` sempre piu ricco, Facci e` una voce importante del giornalismo italiano odierno.
    Ho tralasciato qualcosa?

  11. Le chiederei di illuminarmi – un insight elettorale- in questa prossima ventura notte da Innominato, ma alla fine anche le decisioni più sofferte possono semplificarsi in un secondo.
    Astensione-protesta-contro quello- contro..CHI?
    Infine, più munnezza per tutti, và.
    (Io di Facci avrei bisogno, ma sempre e solo per una cosa..recitare il rosario a Betlemme, naturalmente :D).

  12. ” MJ, si scrive cazzata, non ca**ata. Diciamo pene al pene!”

    Bruno, hai assolutamente ragione, ne convengo. E poi, sarebbe bello scrivere papale papale :” Luca, hai scritto una ca…e come altre volte hai fatto mostra di una bella capa di ca**o che quando vede scritto Travaglio perde lucidità e senso del ridicolo”. Ma in casa c’è un minore e cybersitter, che funziona bloccando delle parole chiave , tra cui appunto ca…e tante altre. Per cui, queste parole correttamente scritte non appaiono. Oddio, potrei usare la password e sbloccare cybetesitter ma per Luca capirai, stò presuntuosetto, non credo nemmeno che valga la pena.

    ” ‘altra metà del Paese invece ha brilantemente risolto il problema della superiorità etica, eliminando l’etica”

    Piti, non ti sembra buffo che gli stessi che accusano una certa parte di sentirsi ” eticamente e intellettalmente superiori” sia poi di solito la stessa che usa parole sprezzanti , esibendo un’aria di snobismo verso , non so, verso giustizialisti, grillini, oppure sinistra in genere?

  13. Apprentisorcier, grazie per avermi illuminata circa il fatto che “basta fare una ricerca su google” per avere un’adeguata documentazione che permetta di distinguere il vero dal falso.

    Ora leggerò i tuoi commenti con adeguato interesse.

  14. Non so voi, ma io leggendo il misero intervento di Luca Sofri sono rimasta un po’ così, ecco. Che delusione.

  15. Ci sono poche certezze nella vita: una è che se una persona non arriva neppure a capire nero su bianco il falso scritto da Travaglio (il falso in malafede) o è in malafede lui o è veramente stupido, e da queste parti purtroppo non mancano entrambe le categorie.
    E’ inutile che parte di voi o Travaglio tirino fuori altre cose, altre carte e intercettazioni peraltro stranote: grazie, lo sapevamo che Mangano e Dell’Utri sono stati intercettati al telefono un tremila volte. Il punto non è questo (mi riduco anche a spiegarlo) bensì l’intervista a Borsellino, nome scagliato e strumentalizzato da Travaglio contro dell’Utri.
    Travaglio cita l’intervista a Borsellino: ecco l’errore in malafede, perchè da riferimento alla versione tagliata dell’intervista (tagliata ad arte, come si dice) e finge di dimenticarsi che frattanto la versione integrale e una sentenza d’Appello hanno stabilito inoppugnabilmente che Borsellino NON PARLAVA DI UN’INTERCETTAZIONE TRA MANGANO E DELL’UTRI, ma di un’INTERCETTAZIONE TRA MANGANO E INZERILLO, BORSELLINO PARLAVA DI QUESTO, e NEL CASO (in questo caso, in questa intervista, non in altri casi) I CAVALLI ERANO SOLO dei CAVALLI E NON DROGA, LO DICE BORSELLINO, LEGGETE LA SENTENZA, LEGGETE LA SENTENZA, LEGGETE LA SENTENZA.
    E’ inutile che Travaglio voi parliate di “altre telefonate”, perchè qui non si parla di altre telefonate, qui si parla della telefonata di cui faceva cenno Borsellino e dei cavalli di cui faceva cenno Borsellino: e il montaggio iniziale (fazioso) da principio ha fatto sembrare che Borsellino associasse Mangano&Dell’Utri%cavalli-droga, la trascrizione integrale (e la sentenza, leggetela) hanno rivelato che Borsellino parlava di Mangano-Inzerillo- cavalli-equini.
    Ora però basta.

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