Why The Economist has rotto i coglioni.

I don’t riesco a capire the reason per cui il prestigioso settimanale The Economist, da almeno 20 years, si ostina a dare pagelline to Italy.
Ce ne fosse almeno one che gli vada bene: now is the turn of future candidato premier Ualter Ueltroni, che l’ultimo number of The Economist ha dipinto così: «Poco nel curriculum di Veltroni suggerisce che sia l’uomo giusto per questo compito”.
Well, io potrei anche andarci to nozze: in found is probably vero.
The problem is that The Economist dice che gli italians sono sempre tutti «unfit», sempre tutti inadatti a tutto.
A Berlusconi, dal 1993 al 2003, The Economist has dedicated 234 articoli che persino one part of the sinistra italiana ha riconosciuto as ciarpame.
A Prodi, da premier or president of Comunità europea, nello stesso period The Economist ha dedicated 211 articoli to spiegare che era inadatto to guidare persino la sua bycicletta. Improbably.
The problem, also, is that The Economist negli ultimi 15 anni non ne ha azzeccata one.
We love The Economist, ci hanno write anche Luigi Einaudi and Beppe Severgnini. But the meglio che The Economist has saputo to product is Alan Friedman and Tana de Zulueta.
They dicano directly chi accident we dobbiamo candidare, stop balls.

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50 Commenti

  1. Ora, non per mettere il dito nella piaga, non per fare quello che “da che pulpito”, non per pigiare sempre sullo stesso tasto, ma… Porca Maiala, FF, te non è che scrivi per il Times, te hai Mario Giordano come direttore, diobono, MARIO GIORDANO!!!…
    Su, coraggio. Poi passa. Non è successo nulla. Non ti abbattere. Abbi fede. Ma soprattutto… Non mi querelare. Ho moglie e figli, querela loro.

    Bacioni.

  2. Facci, per cortesia, mi indichi l’articolo in cui l’Economist dice che Prodi è inadatto a guidare alcunchè? Devo essermelo perso…
    Va bene anche un link, grazie.

  3. no, dai! L’Economist è un esempio di ottimo giornalismo. Magari puoi non condividerne le opinioni, ma dal punto di vista della qualità dell’informazione e della autorità dei commenti, non gli si può eccepire davvero nulla.
    E poi, dopo che hanno scritto una cosa come questa, mi sono messo il santino sul comodino.

  4. A me sembra invece che abbia ragione. Il nostro paese è lievemente afflitto dalla corruzione e dalle mafie. Nessuno di questi problemi è affrontato dalle due coalizioni che si disputeranno il governo di qui a breve alle prossime elezioni. Entrambe hanno localmente persone più o meno vicine colluse con le mafie ed entrambre soffrono di un altissimo livello di corruzione.
    Risulta evidente a mio modestissimo avviso che ne ciccio salsiccio ne nano pastrano siano in grado di portare il nostro paese alla conquista del premio nobel per la civiltà.

    Sempre che questo sia il compito di cui parla The Economist.
    Ma andandosi a leggere l’articolo si scopre che:

    “But what his country really needs in its next prime minister is somebody bold enough to open its fusty economy to greater competition. Little in Mr Veltroni’s record suggests that he is the man for that job.”

    Grazie Facci per averci dato la tua solita visione parziale della faccenda.

    Un giudizio leggermente differente da quello dato per Berlusconi, mi pare. Descritto come quasi mafioso, quasi assassino, quasi corrotto e quasi corruttore. Non so.

    Una greater competition a tutti.

    P.S. Aproposito domani a Roma per una minore competizione sul posto di lavoro si terrà una manifestazione contro il precariato. Partecipiamo numerosi.

    Saluti.

  5. Fosse che fosse che il mitico giordano (punta di diamente delle cultura giornalistica di destra) non ti passa più gli articoli perché ci sono poche tette e culi che ti sfoghi qui?

  6. – Dimenticavo: il post è sulla prima pagina del Giornale di oggi.

    – Devo dire che Giordano ha rovesciato il Giornale come un calzino, ma la mia è l’unica rubrica propriamente detta che non è stata toccata, e circa la quale mi ha assicurato la massima libertà.

    – Con le contorsioni di alcuni di voi nel volermi contestare a tutti i costi, nel volermi attaccare anche se scrivessi semplicemente ‘viva la figa’, qui non ci si rende conto di oartecipare indirettamente a un esperimento che dimostra sempre più certo cretinismo della rete. Ignorarmi, commentare i m iei post anzichè me: strada troppo difficile per troppi di voi.

    – Animasalva, c’entra De Andrè col tuo blog?

  7. Maybe Berlusconi is unfit for the Conflitto di interessi cosa unica in the resto of world civilizated occidentale unica eccezione la Thailandia.Maybe your paghetta is finanziated by giornale ex presidente of consiglio.Altrimenti tu scriveresti solamente i bigliettini dei baci perugina(i più brutti).Change your work the journalism is not cosa tua.

  8. I have scrit su very tanti giornalpapers that ex premier Burlesquoni c’entra un cazzo, sorry.

  9. non capisco, Filippo Facci, dove sta il problema?
    Uno legge l’articolo, se lo reputa interessante e fondato, chi se ne frega dove è scritto, la lingua di chi lo scrive e quant’altro..anche da un alieno mi andrebbe bene se concordo…
    Se mi sembra sia ciarpame lo considero ciarpame e basta…
    Mi sembra semplice e logico, no Filippo?
    Non capisco il nazionalismo di fondo di questo post… In Italia e basta i giornalisti possono fare ciarpame?!
    Quello che conta è cosa uno scrive, non chi dove come e quando….

  10. Ma tipo che ha scoperto nutella nutellae in tarda età?

    (e comunque si: era berlusconi ad essere unfit)

  11. – Dimenticavo: il post è sulla prima pagina del Giornale di oggi.

    ___

    Con questa prosa sbarazzina???
    Allora lo vedi che ti sei Giordanizzato!?!?!?

    PS: Burlesquoni lo userò come nick su MSN

  12. L’economist è un giornale molto serio, infinitamente migliore di qualsiasi giornale italiano dal punto di vista della verifica dei fatti(*). Il fatto che trovi chiunque unfit è dovuto al fatto che è estremamente pro-mercato e appoggerebbe volentieri dei simil-thatcher che qui non ci sono (per fortuna).

    Massimo Morelli

    (*) tanto è vero che sono abbonato nonostante io la pensi molto diversamente.

  13. You speak of unfit the only unfit in italy is berlusconi per quanto regards the economist is an autorevol testata giornalistic non è il Giornale di Giordanohaahahaahahahaahahahaha only in Italy tu e giordano e farina e belpietro potreste fare i giornalisti.

  14. Dear scemo, non ci crederai, ma tutti i puerili tentativi di screditarmi non per quello che scrivo ma per dove lo scrivo, alla fine, sono sempre andati a vuoto. Non so tu: ma qualsiasi cosa io sia, in questo Paese, sono io. E io sono io, non sono nessun’altro nè peggiore nè migliore di me. Non sono Giordano, non sono Belpietro, non sono chi cazzo vuoi.
    Io sono io, ed è la cosa che suona più insopportabile a chi straparla impunito da dietro un nick.
    Ora ho fame.

  15. Filippo,

    il tuo articolo farà anche ridere, ma fa molto più ridere – e piangere – che dopo Berlusconi, chiaramente unfit per un miliardo di motivi (poche balle) ora rischiamo, dopo il Berlusconi-3, si intende, Veltroni. E se può fare il Presidente del Consiglio Veltroni, lo può fare anche Papi, dai…

  16. The truth is che io comunque ti critico ma non ti offendo tu evidentemente dall’alto della scuola di giornalismo dalla quale tu vien sai ribattermi only turpiloquio,dimostration della tua inadeguatezza giornalistica e umana.

  17. E dove sarebbe il turpiloquio? Mi sa che qui non conoscono neanche il vocabolario minimo, sparano termini a caso.

  18. (Dear scemo,Taci, piccola merda anonima e insignificante)But you are a great journalist this language ti è permissed.
    Inoltre Berlusconi sei stato tu a nominarlo per primo in your post come esempio io ti ho fatto notare solamente che su di lui the economist aveva ragione.

  19. MA GUARDA GUARDA CHE TE NE STAI ACCORGENDO SOLO ADESSO CHEGOVERNA MORTADELLA E I SUOI COMPA…..RI. DUE ANNI FA TUTTI ZITTI. VERGOGNATEVI

  20. Io sono abbonato all’economist da due anni. Lo leggo per migliorare il mio inglese e perché è un giornale molto chiaro con una sua posizione politica precisa (quella liberista “per davvero”). Così mi è facile formare, per contrasto o per accordo, una mia opinione su quello che dice. Devo dire che non ho mai letto un articolo sull’Italia che la elogi per qualche motivo (e in questo FF ha ragione), ma forse semplicemente perché non c’è una cippa (I beg your pardon) da elogiare. In più non è vero che l’Economist non ne abbia azzeccata una, anzi. Quindi il fastidio di FF, comprensibile, per il fatto che ci prendono per il sedere è una questione emotiva, ma purtroppo non basata su una spassionata osservazione della realtà socio-politica. Siamo una squadra che perde sempre a livello internazionale e se gli altri ce lo ricordano, capisco che è doloroso ma non vedo che cosa dovrebbero fare, darci una pacca sulla spalla e la coppa del nonno per consolazione. Per concludere, se leggiamo l’articolo di cui si parla, “Il candidato del compromesso”, non vedo che cosa diavolo dovremmo avere da discettare. E’ così. E fa male ricordare che, effettivamente Veltroni, quando gli chiesero se fosse credente rispose: “credo di non credere”.

  21. Ai zinc zet FF uont tu meik a big polverons eraund ze economist: in zat uei, hi op zet ui forget zet ze very obgect of ze critics is is friend berlusconi. Hi op zet in ze dark oll chets ar grei and we chen’t anderstend uic chet is ze blec uan. Bat hi meics a misteic.

  22. Facci, non prendertela, ma ho paura che alcuni puerili tentativi di screditarti non siano affatto andati a vuoto.

    “io sono io, non sono nessun’altro nè peggiore nè migliore di me. Non sono Giordano, non sono Belpietro, non sono chi cazzo vuoi”.

    Devi ancora aggiungere che da piccolo scrivevi per l’Unità.

    “Io sono io”.
    Capirai. Comunque anch’io, per questo.

  23. @Leo
    “Devi ancora aggiungere che da piccolo scrivevi per l’Unità.”

    non capisco se con questo vuoi dire “per fortuna che è cresciuto” o se stai intonando il motivetto “era meglio morire da piccoli…”

    in ogni caso la tua non mi sembra un’argomentazione proprio raffinatissima

    ciò premesso io sto con chi ha detto che i commenti dell’economist bruciano perchè oggettivamente e giustamente abbiamo la coda di paglia.
    solo che a me, che tendo a essere condiscendente con la mia parte irrazionale, ogni tanto mi viene proprio da chidermi perchè l’economist non si fa un po’ i fatti suoi

    e poi “stop balls” mi è sembrato un gran finale

  24. Facci, quando pensi al “marchese del Grillo” probabilmente sai che in realtà stai citando il verso di un celebre sonetto di Gioachino Belli.

    Se rileggi quel sonetto ti rispondi da solo: tu sei tu; un bel personaggino, ma… scrivi sui giornali di Belpietro o di Giordano. E’ un dato incontrovertibile, purtroppo.

    Il fatto che tu prenda in giro l’economist… ahimè, l’Economist è l’Economist, e tu non sei un cazzo. Fattene una ragione.

  25. “Devo dire che Giordano ha rovesciato il Giornale come un calzino”

    Qualche bontempone gli aveva fatto sparire il badge con su scritto “Direttore”?

    E l’ha poi ritrovato o è ancora all’ingresso a cercare di convincere il custode a farlo passare?

    “la mia è l’unica rubrica propriamente detta che non è stata toccata”

    Io questa volta l’ho pensato subito, che questo cambio di direttore fosse una delle tue solite burle.
    Ora c’è la prova.
    Ah!Ah!Ah! Questa t’è riuscita un sacco bene, cavolo.

    Per la prossima mi fai essere tuo complice?
    Dai dai dai facciamo credere che come vice direttore stia arrivando Del Debbio.
    Ma quanto ci divertiamo, eh, quanto?

  26. ma sei quel facci che fa il ganassa in televisione? niente male sto articolo. bravo. non sei poi cosi male. g

  27. Dopo l’utile spiegone su che cosa sia l’Economist, inviterei l’apparentemente gentile signor Albanello a rileggere le conclusioni del citato articolo, magari dizionario alla mano.

    “For the formidable task of pulling together Italy’s heterogeneous centre-left, Walter Veltroni is an excellent choice. But what his country really needs in its next prime minister is somebody bold enough to open its fusty economy to greater competition. Little in Mr Veltroni’s record suggests that he is the man for that job”.

    Ciò detto, ed essendo arcinote al mondo intero le opinioni dell’Economist su Berlusconi sulle quali egli pretende di aprirci gli occhi, dubiterei un attimo sulle sue capacità di visione d’insieme. Per lui, l’Economist scrive dell’Italia in modo distaccato e provvisto di cognizioni elementari dell’Italia, tranne che su Berlusconi.
    Quanto al resto del commentario, invece che argomentare sul pezzo dell’Economist su Veltroni, hanno ingaggiato la solita gara, schifosa e vigliacca, a chi c’ha l’Io più fico o a chi crede di sapere l’inglese facendo lo spiritosone.
    Per quei due che sono almeno in grado di leggere:
    http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=9988787

  28. Ma l’economist è uno di quei giornali che sostenevano il documento, presentato da MI6 e Blair, sull’esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq?
    Autorevole controllo delle fonti, eh?
    Arms robbed to agriculture…

  29. Fosse solo l’Economist.
    In America ci prendono per il culo come nazione perfino i siti di gossip.

    (Il post mi ha fatto ridere.)

  30. Reiteratio and scoglionatio:
    “Probabile che la mia perorazione nei post prededenti sia andata perduta, perciò richiedo gentilmente a Facci di spiegarmi, in punti, cosa avrebbe fatto di sbagliato Prodi in questo anno e mezzo di governo, dal momento che sembra che l’unica cosa di giusto realizzata è non aver dato udienza alla Jolie.”

    P.s.: Prodi non dà udienza alla Jolie ma stanza nella finanziaria circa un miliardo di euro, per gli impegni presi da Berlusconi e mai mantenuti, a favore del fondo per l’AIDS, per l’ONU e per il debito dei paesi poveri.

  31. Incredibile Virginia la tua carica, non pensavo sai che con un commentino, sicuramente scritto male perchè non ne hai capito minimamente il senso, avrei potuto suscitare tanta riprovazione in te. Sei riuscita a darmi del lui, dell’egli e dell’essi, mai rivolgendoti con un più comune (nei blog) tu. Dici di me: che sono apparentemente gentile, che non capisco l’inglese, che pretendo di aprirvi gli occhi, che non ho capacità di visione d’insieme, che ingaggio gare schifose e vigliacche a chi c’ha l’Io più fico o a chi crede di sapere l’inglese, che faccio lo spiritosone, e infine che non sono in grado di leggere. Incredibile come sei sicura di averla tu una visione d’insieme su qualcuno a partire da dieci righe su un blog. A parte che non hai proprio capito a chi ti rivolgi, sicuramente se mi conoscessi non avresti quella considerazione di me e se potessi esprimermi a parole penso che condivideresti la mia opinione sull’Economist. Ma figuriamoci, tu parti dal presupposto che io sia un ipocrita egocentrico. Tanto il nostro caro Facci mi ha cancellato, ovvio, no? Sarai contenta, vero? Che bella la blogosfera… mmm che libertà…

  32. Ti ho cancellato io, sì, perchè l’alternativa era querelarti.
    Visto che tu almeno hai un nome e un cognome, diversamente dagli idioti che insultano anonimamente perchè pensano che internet sia un paese dei balocchi diverso dalla vita reale, una dimensione priva di responsabilità, visto che hai un nome e un cognome, almeno, devi sapere che nessuno con nome e cognome può dirmi ‘venduto’ e passarla liscia, perchè io lo porto cordialmente in tribunale – visto che i duelli li hanno vietati – e gli chiedo di dimostrare che io sono venduto.
    In rapporto alla popolarità, credo di essere il giornalista italiano che porge più la guancia agli insulti e alle critiche foroci. Sennò non starei qui. Sennò farei come i tanti mieie collegji che querelano d’ufficio. Io mi sono limitato a cancellarti. Tra l’altro volevo togliere solo la frase galeotta, ma non ci sono riuscito. O si cancella tutto o niente.
    Non so come finirà con la legge della sinistra su internet: benvenuti comunque nel mondo reale, quello degli adulti, quello delle azioni a cui corrispondono delle reazioni.
    Piaccia o meno, è il mondo normale.

  33. Io non dico di te, Lorenzo Albanello, ma del tuo commento. Peccato che sia stato cancellato. Rispiegalo, se credi.
    Puoi leggerlo 1000 volte l’Economist, ma se le tue argomentazioni si concludono in quel modo non valgono un’acca. Che io le abbia capite o meno, la risposta sta nelle conclusioni dell’articolo che ho riportato.
    Il resto non era un presupposto sulla tua persona, ma sullo spessore dei commenti che ti hanno preceduto. Tra l’altro, se per te la libertà della blogosfera deve essere intesa come il ricettacolo di interventi vigliacchi, mi interessa ancora meno capire a chi mi rivolgo.

    Ventomare mitico: di qualsiasi cosa si parli, se vede il nome di Prodi parte con la predica su Visco e finanziaria. Come dice l’autrice del post sopra (peraltro in modo inopportuno e presuntuoso), mi permetto di consigliarti di collegare il cervello solo per un attimo, per rivolgere la tua perorazione all’Economist. Poi riprendi pure a raccontarci delle magiche imprese di Visco.

  34. Virginia, tontolina, dove vedi Visco nel mio commento lo sai solo tu.
    Virginia, Virginia, wake up, non è che vedi Visco anche in sogno?

  35. Ventomare dai, non farti pregare. Dacci gli aggiornamenti sulle entrate fiscali. Si vede che muori dalla voglia.
    Su, non importa che qui si parla dei pezzi anti-italiani dell’Economist.
    Fai presto però. E incrocia le dita.

  36. It looks like che non è solo The Economist ad esprimere pareri e dare pagelline…
    Even the U.S. ambassador in Italia ha espresso comments sulla finanziaria del governo Prodi, for esempio.
    Diciamo that is a bad habit of i paladini della giustizia mondiale.
    Have a nice giorno….

  37. Non è sempre così: all’Economist andavano molto bene Emma Bonino e Mister Mario Monti. Non ce l’hanno con noi per partito preso.

    Però il punto è: perché in Italia si guarda all’Economist come fosse vangelo, mentre le analisi del FMI passano dopo i necrologi?

  38. Perchè le analisi del FMI sono un necrologio: il nostro.
    L’Economist ha un opinione della nostra politica . Se ha sbagliato tutto da 15 anni ? Pensate “persino” una parte della sinistra ha una opinione di “ciarpame” dell’economist
    (Per forza è la politica stessa che ha un’idea del libero giornalismo come “ciarpame”)
    Che poi Facci e l’Economist abbiano opinioni diverse chissenefrega. Il problema è che l’italiota legge un giornale alla volta e si appiattisce solo su quell’opinione. E si incazza quando non gli danno ragione.
    Facci l’opinionista contro le opinioni degli altri.

    P.s ed io che pensavo che i giornali dovessero criticare e dare opinioni e non esprimere canditati. Alle prox elezioni “scende in campo” anche L’economist? Oppure ci penserà il “Giornale” a presentarci un candidato che non sia unfit?

    Michele Branca ,tanto per non passare per il solito anonimo nickname

  39. Sì, Facci, ovviamente dichiaro la mia passione per De Andrè e per la sua opera.

    Ma le chiedevo, se è possibile, di fornirmi almeno un paio di articoli in cui l’Economist dichiara che Prodi è “unfit” a governare il nostro Paese. Dato che ne ha contati 211 (ma forse era solo un ragionamento iperbolico), probabilmente ne tiene memoria.

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