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Il vinile che si graffia e il nastro che si allenta. Tante sere passate in salotto con le cuffie e la luce spenta. E il disco sul piatto che girava, girava. Un graffio e la puntina che saltava. Andava bene anche così. Con gli spiccioli della settimana spesi per un vinile o per un nastro. E lo tenevo per me, perché a 15 anni, ai miei 15 anni si parlava di Ramazzotti, di Zucchero o di chi altro passerà per la televisione. Una notte, sempre di notte, un concerto nel teatrino di corte di palazzo reale a Napoli. Un altro, sempre di notte, ma a singhiozzi, al premio Tenco. A 15 anni si sogna. Bella novità. E io sognavo la verde milonga, Genova col sole che è un lampo giallo al parabris, una giornata al mare e l’uomo del Mocambo che mi dicesse vieni via con me, niente più ti lega a questo mondo. Era un mondo piccolo anche quello dei miei sogni, con la Topolino amaranto da correrci senza guardar dal finestrino. E conoscevo Angiolino e la sua moglie tutta bionda e tutta bella, o quel macaco senza storia, come un vecchio sparring partner. Che erano poi tutti lì, assieme a lui, mentre passeggiava dinoccolato per le stradine di Macerata, prima di indossare lo smocking e illuminare di note blu lo Sferisterio.
E dice che le donne odiavano il jazz!
Poi oggi compie settant’anni e leggo che la notizia sono gli auguri di Bertinotti. E non che il regalo più grande l’ha fatto lui, con la sua musica, le sue storie.

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10 Commenti

  1. Grazie a lui più che un uomo sembro ormai un foulard. Con la Milonga mi fece cambiare passo, gli voglio bene da allora.

  2. Mah, mi sa che a lui va bene così.
    La notizia, quella bella, è che Conte non fa notizia. Fa canzoni.
    E questo gli basta.

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