Breviario di musica classica

SpartitoLa gente è ignorante e non capisce niente, sicchè va educata alla musica classica: questo è un ragionamento discutibile.
Poi.
La gente è ignorante e non capisce niente, sicchè va educata alla musica classica solo se ne sia davvero interessata: questo è un ragionamento pure discutibile, ma anche lodevole.
Poi.
La gente è ignorante e non capisce niente, sicchè, qualora sia davvero interessata alla musica classica, noi la fottiamo: e invadiamo le edicole con presunte enciclopedie musicali che allegghino gracchianti registrazioni del 1947 (Mozart e Beethoven, di regola) magari eseguite da orchestre jugoslave scampate ai bombardamenti. Esito finale: la gente è ignorante e non capisce niente. Questo non è lodevole. Ed è assai discutibile.


Naturalmente ci sono eccezioni: prodotti di valore (spesso rivolti a chi abbia già un’infarinatura musicale) o libri introduttivi che da un lato ammiccano alla famosa gente (che è ignorante e non capisce niente) ma d’altra parte sono quasi sempre testi barbosi e complicati. Che fare?
Idea: proporre un libretto come “Classica, le opere immortali” che ho trovato da Ricordi e che contiene suggerimenti su cento dischi da comprare. Curatore: Marco Pasetto. Editore: Demetra. Iniziativa lodevole. La stiamo lodando. Ma anche discutibile. Ora la discutiamo.

Premessa: una selezione del genere è un’impresa che fa tremare i polsi (complimenti) ma comporta anche delle responsabilità: che il curatore se le prenda.
Premessa 2: non entreremo nel merito delle edizioni (direttori, esecuzioni) perchè sennò facciamo notte.
Per ordine alfabetico: Albinoni Tommaso. Vengono suggeriti 6 concerti per oboe e basta. Perchè solo 6? Ci sono dischi ben più densi. E poi: ma alla gente (ignorante) vuoi non dare il celeberrimo Adagio?

Poi. Bach Johann Sebastian: 6 concerti brandeburghesi, Variazioni Goldberg, svariate composizioni per organo, Passione secondo San Matteo, 12 concerti per fortepiano e 6 suites per violoncello solo. Accidenti. Obiezioni: perchè il fortepiano (antenato del pianoforte) e non il clavicembalo? Le suites per violoncello noi le avremmo evitate: troppo raffinate. Ma va benissimo.

Bartok Béla: un disco di concerti per piano e violino e orchestra. Va bene, ma non l’ascolteranno mai.

Beethoven Ludwig van, e qui ti voglio. Sinfonie n. 1-2-3-5-6-9 e Concerto per piano n.3. Basta. E niente Settima? Piuttosto le prime due? Imbarazzante. E neanche (la gente ne va matta) un Chiaro di Luna o una Patetica o una Waldstein? In compenso abbiamo Bartok, che ci vuoi fare.

Proseguiamo. Berg Alban: un solo disco con pezzi e suite, bene.

Berliotz Hector: Sinfonia Fantastica e altro disco con ouverture varie. Bene.

Bizet Georges: Carmen suite, logico. Boccherini Luigi: quintetti per chitarra, ovvio. E il famoso minuetto? Pazienza.

Borodin Alexander: due cd con tre sinfonie e danze e schizzi orchestrali. Forse ne bastava uno solo.

Brahms Johannes: quattro sinfonie, Requiem, due sonate per clarinetto. Niente ouverture. Ma sì, va bene.

Britten Benjamin: quattro cd con dentro di tutto. Quattro, sì. Di Britten. Era il caso? Non si poteva piuttosto salvare una Settima di Beethoven? Britten, ne arguiamo, piace al curatore del libretto.

Bruckner Anton: sinfonia n. 4. Basta. Basta? Eh no. Adesso mettiamo mano alla pistola. Dico, solo la Quarta? E la Settima? Soprattutto: e la Nona? E però ci temiamo quattro cd di Britten? E poi racconteremo che la gente è ignorante e non capisce niente?

Tocca a Berio Luciano. Oddio. Berio Luciano nel libretto non c’è. Giusto. Altrimenti la gente scappa.

Chopin Fryderyk: due dischi con Etudes, Walzer e Preludi. Sì, ma non era meglio un disco coi due concerti per pianoforte, che almeno piacciono a tutti?

Corelli Arcangelo: sei Concerti grossi. Bene.

Debussy Claude: cinque dischi coi lavori più conosciuti. Importanti, ma forse ne bastavano meno.

Dvorak Antonin: solita sinfonia n. 9 e serenata per archi. Bene. Anzi no, fermi. E il concerto per violoncello? Di Dvorak? E’ meraviglioso, soprattutto – non scordiamo l’obiettivo – è perfetto per la famosa gente. Niente.

De Falla Manuel: musiche varie. Comprensibile.

Franck César: sinfonia in re minore, chiaro.

Gershwin George: solita Rapsodia in blu e Un americano a Parigi. Mah. Diciamo comprensibile.

Grieg Edvard: pezzi vari tra i quali l’immancabile Peer Gynt. Forse si poteva osare di più: il concerto per piano, ad esempio.

Haendel Friedrich Georg: un totale di quattordici cd. E questa è pazzia. Cioè: alla gente che vuole gradualmente avvicinarsi alla musica classica, tu gli spari quattro cd solo per organo, e sei di lavori orchestrali, e poi l’intero Messiah? O il curatore del libretto è pazzo di Haendel – ne arguiamo – o è pazzo.

Poi. Haydn Joseph Franz: sei dischi, e qui ci asteniamo perchè Haydn è importante, sì, ma a persone da avvicinare alla musica noi non lo faremmo ascoltare.

Listz Franz: quattro cd, con tutti i poemi sinfonici. Inevitabile.

Mahler Gustav, e qui, in genere, volano coltellate: sinfonie 1-5-9-10 e cosiddetto Canto lamentoso. E niente sinfonia n. 4. Scelta coraggiosa. Però manca anche il Canto della terra, dov’è la pistola?

Però c’è un disco di Malipero Gianfrancesco: sinfonie varie. Boh.

Mozart Amadeus Wolfgang: sinfonie 40 e 41, sinfonia Concertante, concerti per piano 5 e 9 e altri per flauto e arpa e strumenti a fiato, oltre naturalmente al Requiem. Molto scolastico. Niente da dire.

Mussorgsky Modest: Quadri di un’esposizione e basta. Forse ci si poteva attaccare Una notte sul Monte Calvo, che fa tanto Fantasia.

Orff Carl: i soliti Carmina Burana, e noi non avremmo messo neanche quelli.

Paganini Niccolò: solo il concerto n. 1. Perchè gli altri no? Ci sono dischi che ne contengono due o tre, e magari anche i Capricci.

Prokofiev Sergei: concerto per violino 1 e 2, sinfonie 3 e 4, opera Alexander Nevsky. Tutto bene, tranne il Nevsky: fa scappare la gente per sempre. Non era meglio la suite da Romeo e Giulietta? Forse sì.

Rachmaninov Sergej: solo il terzo concerto per pianoforte, quello del film Shine. E il secondo? Vuoi avvicinare la gente e non metti il secondo? Ci hanno girato film interi, ogni volta riempie le sale: niente. E’ uno snob, il curatore.

Ravel Maurice: quattro cd con lavori orchestrali (i soliti) e quartetti per archi. Prezioso. Spiace che non ci sia il concerto per piano: c’è chi, solo grazie a quello, s’è avvicinato alla musica classica. Chi? Noi, per esempio.

Eravamo alla R. Dunque. Respighi Ottorino: dice di comprare solo un disco coi Pini di Roma, le Fontane di Roma e Gli uccelli. D’accordo.

Korsakov Rimsky Nicolay: solo Sherazade. Ovvio. Bene.

Rossini Gioacchino: tre cd, tutte le ouventure. Forse due dischi bastavano.

Saint-Saens Camille: un cd con poemi e lavori orchestrali. Forse – per educare la famosa gente – ci stava anche un Carnevale degli animali.

Schoenberg Arnold: Notte trasfigurata e altri lavori per archi. Bravo. E anche Un sopravvissuto a Versavia: poco digeribile, ma proviamoci.

Schubert Franz: sinfonie 5 e 8 più 23 lieder per soprano e pianoforte. Neanche un’Ave Maria. Il curatore è proprio uno snob.

Schumann Robert: quattro sinfonie e un concerto per pianoforte. Non è troppo? Certo, Schumann – come Haydn – è importante, ma non fa innamorare la gente.

Shostakovic Dimitri: Sinfonia n. 7 (Leningrado) e basta. Ecco, adesso le coltellate volano davvero: e la Prima e la Quinta, peraltro molto più appetibili? Cioè: con tutti i dolciumi, facili e deliziosi, di Shostakovic (valzer messi regolarmente nei film, jazz suite infilate persino nelle pubblicità) tu gli piazzi la pesantissima Leningrado? Ma scappano tutti dopo tre minuti. Forse il curatore non conosce Shostakovich. C’è questo sospetto.

Sibelius Jean: sinfonie 4 e 7. Non era meglio la n.5? E la 2? E neanche un poema sinfonico? Neanche Finlandia o la Tapiola? Assurdo.

Smetana Bedrich: poema sinfonico La mia patria. Logico.

Strauss Johann & Josef: concerto di capodanno con valzer e danze varie. Giusto.

Strauss Richard: un solo disco con cinque poemi sinfonici. Manca Morte e trasfigurazione, mancano i Quattro ultimi leader, manca Le metamorfosi, manca tutto: ed è un genere di mancanza per cui potremmo anche andare a casa del curatore, e tirarlo giù dal letto.

Però, ecco, Stravinsky Igor: quattro cd con sinfonie e balletti vari. E vorresti avvicinare la gente alla musica. Vorresti farlo, ma poi gli metti un solo disco di Richard Strauss e quattro di Stravinsky. Complimenti. Davvero. Perchè la gente in genere si alza al mattino e mette Stravinsky. Ma piantala.

Tchaikovsky Ilich Pyotr: sei dischi con vari lavori orchestrali, tre concerti per piano, lo Schiaccianoci, sinfonia n.6. Uhm. Forse al posto di tutti i concerti per piano si poteva infilare, a scelta, una Quinta sinfonia, un concerto per violino, soprattutto gli amatissimi – dalla gente – Bella addormentata e Lago dei cigni: altro che quattro dischi di Stravinsky.

Verdi Giuseppe: ouverture e preludi, un disco. Bene.

Vivaldi Antonio: sei dischi. Ecco. Non ne bastavano, poniamo, tre? Dobbiamo avere ben trenta concerti di Vivaldi (un genere che la famosa gente, forse, conosce già) e neanche, ricordiamo, una Settima di Beethoven? Ma al curatore piace il barocco, ne arguiamo. Il suo libretto, tra Haendel e Vivaldi e Bach, vorrebbe imporre un totale di trentun dischi su cento: ma, tra questi, uno solo di Shostakovic e uno solo di Richard Strauss, e uno solo – mancava – di Wagner Richard. No comment.

E allora va benissimo, ma basta dirlo: non titolate “Classica, le opere immortali” con la pretesa “di motivare alla conoscenza della musica classica”, ditelo, titolatelo direttamente “Classica, le opere che piacciono a me”. E basta. Per la cronaca: nel libretto degli immortali (tra molti altri) non sono neppure nominati: Bellini Vincenzo, Casella Alfredo, Cherubini Luigi, Donizetti Gaetano, Ives Charles, Khacaturian Aram, Mascagni Pietro, Messiaen Olivier, Monteverdi Claudio, Pergolesi Giovanbattista, Puccini Giacomo, Purcell Henry, Scarlatti Alessandro, Skriabin Aleksandr e Telemann Georg Philipp. Ma spicca in copertina, nel libretto, sovviene anche la rima, quel Pasetto.

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50 Commenti

  1. appartengo alla moltitudine di ignoranti in materia di musica classica (e a dire il vero non sono nemmeno troppo desideroso di concoscerla) però il tuo artcolo mi è piaciuto ed i tuoi articoli che parlano di grandi della musica mi fanno sempre venire voglia di approfondire, di prendere qualche cd. quindi di dico, senza ombra di polemica, perché non lo fai te un libro del genere? magari meno di 100 dischi, e invece qualche storia sui compositori per te indispensabili. penso potrebbe venire molto bello, perché scrivi in modo divrtente e mi sembri molto esperto in materia. ma piuttosto che pensare ad una generica massa da educare, dovresti pensare a quelli che, come me, sono appassionati di pop e di canzoni in genere, sono a loro agio anche con le forme di canzone più sperimentale, conoscono i classici della letteratura e guardano (anche) film d’autore, ma non hanno mai varcato veramente la soglia che porta a capire e ad amare la musica classica. insomma potresti trasmettere la passione per la musica classica a chi ascolta nick cave o i radiohead. questa è la gente con cui puoi parlare. già ci riesci con i tuoi articoli, ma ci vorrebbe un’ opera più completa.

  2. vabbè ma il curatore avrà fatto del suo meglio,
    e comunque devi considerare che alcune lacune sono probabilmente dovute al fatto che non erano in circolazione buone esecuzioni (niente orchestre scampate ai bombardamenti, dunque) di pubblico dominio.

  3. Secondo me le suite di Bach sono assolutamente alla portata degli ignoranti, lo dico perchè ignorante, e perchè le uniche cose di classica che, non solo riesco ad ascoltare, ma che mi piace ascoltare, sono le suite di violoncello di Bach (oltre a robetta di Boccherini e Haydin).

  4. è un bene che la classica sia d’elite, ti immagini se tutti quelli che comprassero codesta roba finissero davvero per amarla? quindi fanno bene a dare edizioni e registrazioni scarse a caproni che comunque non saprebbero apprezzarla.

  5. Interessante critica! va detto che come hai accennato: “una selezione del genere è un’impresa che fa tremare i polsi (complimenti) ma comporta anche delle responsabilità”
    è tremendamente difficile non seguire i propri gusti rispettando la commercialità e l’intento “educativo”…
    voto 7

  6. Filippo, e scrivilo tu questo libro! Ci vuol tanto?…

    Che dire? Dai, è come quelle antologie scolastiche che avevamo al liceo dove ti censuravano i passi osé di D’Annunzio, Rimbaud e Baudelaire: se però gli autori sono di prim’ordine, la persona interessata dovrebbe apprezzare e magari iniziare ad approfondire ulteriormente in separata sede. Confido nell’a appassionato zelo degli ignoranti (ai quali appartengo, beninteso).
    Opera meritoria, anche se di parte, via.
    Suggerirei:

    Borodin: bastano le “Danze polovesiane”… per il resto, chi lo conosce, mai?:o((( “Nelle steppe dell’Asia Centrale” è una palla…
    Gershwin: imperdonabile l’assenza di “Porgy&Bess” e “O, Kay!” Il curatore si aspetti una lettera del mio legale… :o((((
    Mahler: la 4a, l’adagietto di “Morte a Venezia”, come si fa??? E i Kindertotenlieder…
    Malipiero nooooooh… ZZZZZZZ….. ROOONF….
    Mozart: opere niente? Ma va là!!!
    Tchaikovsky: Romeo e Giulietta, almeno. La 5a, la notissima 1812…
    Wagner: non ho parole. Lohengrin, Tristano. Il Tannhäuser. Non solo le solite walkirie… :o((((

  7. Di Liszt (occhio alla grafia del cognome) io ho anche la Rapsodia ungherese numero 2, strafamosissima, e se ci rivolgiamo alla gente ignorante e che non capisce niente (di cui faccio parte) mi pare da aggiungere

  8. Allora.

    1) Raccoss, Milhaud piace anche a me, ma se lui non l’ha messo che posso farci?

    2) Anvedichejedi, ‘Nelle steppe dell’Asia centrale? sarò una palla per te; Gershwin per me non è neanche musica classica; L’Adagetto di Mahler che dici tu non è nella quarta, è nella Quinta; in generale (Mozart, Wagner) il libretto non metteva Opere ma solo musica orchestrale; la 1821 di Tchaikovskij fa schifo a me e faceva schifo a me, è un osceno collage che scrisse per una commemorazione vergognandosene con un ladro, soprattutto per il finale con le cannonate (vere) e le campane di chiesa;

    3) Cyrgon, la rapsodia unghese di Liszt è un poema sinfonico ed è compresa.

    4) Bugianen, in effetti di Mendhelsson manca roba.

  9. Chiedo scusa, ho cercato su internet e pensavo che Hungaria fosse uno dei poemi sinfonici e che le 19 rapsodie ungheresi (di cui noi abbiamo citato la seconda) fossero composizioni per pianoforte.
    Evidentemente ho trovato informazioni errate

  10. Cento opere immortali alla fine sono poche, infatti il curatore, come tutti noi ha messo e tolto, seguendo il suo gusto. Dato che è un gioco, dico la mia: da pistola l’assenza di Mendelssohn (Sinfonie 3 e 4, e le Ouverture “Le Ebridi” e “Sogno di una notte d’Estate”; quanto a Mozart, vabbé niente lirica, ma le Ouverture dalle “Nozze di Figaro”, “Don Giovanni” e “Il Flauto Magico”, almeno… Un po’ di Haydn non è così complicato via, una delle Sinfonie londinesi, a scelta. Un paio di Danze Ungheresi di Brahms (OK, non era roba sua) e un paio di Danze Slave di Dvorak (e la Settima e l’Ottava). Bartok: manca la Musica per Archi, Percussioni e Celesta, magari al posto del Concerto per Violino, e le Danze Popolari Rumene, brevi e bellissime.
    P.S. Facci, per la precisione, le Rapsodie di Liszt non sono Poemi sinfonici (fanno scappare, per me), sono Rapsodie.
    Scusate la lunghezza :-)

  11. @Cyrgon: le tue informazioni sono esatte: Hungaria è uno dei Poemi sinfonici di Liszt, e le 19 Rapsodie ungheresi furono composte per pianoforte solo; alcune furono poi orchestrate, non ricordo se da Liszt stesso o da altri.

  12. Che qualcuno citi anche le “migliori” esecuzioni per le singole opere (o quantomento le Edizioni che di solito sono di buona qualita’), altrimenti per ripescare un po’ di roba bisogna diventare scemi (oltre al rischio di ritrovarsi con registrazioni di pessima qualita’ che fan passare la voglia di ascoltare).

    Grazie.

  13. Dai che era solo una richiesta, ma mancava un “per favore” da parte mia.
    Evito il pippone sui vantaggi di una risposta pubblica, spero che altri abbiano voglia di fare un favore a chi e’ a digiuno e cerca consigli.
    A scanso di equivoci: no, non occorre rielencare tutte le opere citate da Filippo, basterebbe qualche indicazione mirata, possibilmente, come chiedevo sopra, citando l’esecuzione e l’edizione (per chi ha il CD nelle vicinanze)

  14. Facci è l’unico che io conosca a indicare ancora il suo indirizzo email come “tiscalinet.it” anziché “tiscali.it” . Snobismo o distrazione? :-)

    Che poi lo so che le e-mail arrivano lo stesso (almeno credo), ma per il principio di economia è anche per uniformità è meglio scrivere “tiscali”, no?

  15. E che cos’hai contro le orchestre jugoslave del dopoguerra??? Guarda che lì i musicisti erano e sono millanta spanne sopra gli sfigati italiani ai quali VIENE FATTO FINIRE il conservatorio.

  16. Premesso che 14(!) cd di Haendel sono effettivamente un po’ troppi non capisco perché Bartok e Stravinsky dovrebbero essere così inaccessibili per chi s’avvicina alla classica. Viene il dubbio che il Facci questi autori non li conosca troppo bene…

  17. A Fili’, ma come sei incattivito! Mi sembri il nonno aggressivo della barzelletta di Eros Drusiani, quello sulla cui lapide c’era scritto: “Cazzo guardi?”
    … Che, ti han rubato le sigarette, oggi?:o)

    L’ho detto che sono una fruitrice ignorante, son qui per erudirmi, ecché!;o)

    Preciso:
    Gershwin siam pienamente d’accordo che non è classica, ma è paradigmatico e varrebbe senz’altro la pena di venire ascoltato e conosciuto meglio dai più, oltre all’arcinota rapsodia. Io nella classica c’infilerei pure Gould, e so che i puristi inorridiranno…

    I gusti son gusti. A me le Polovesiane piacciono molto, le ascolto sin da bambina, ma Le Steppe no, mi fanno addormentare… Tu a quanto pare non ami Stravinsky, io e molti altri qui sì.

    Concordo in pieno col Prokoviev di Romeo e Giulietta, io l’avrei messo a confronto con quello di Tchaikovsky.

    Avrei inserito anche Os justi di Bruckner, ad esempio, che è meravigliosa. E il Valzer Triste di Sibelius…

    Per le opere: ok, ma qualche ouverture wagneriana o di Mozart, almeno… il Lohengrin… Tristano…

    Mahler: uffa, ho commesso un errore di punteggiatura, anche se nessuno mi crederà, lo so… :oP Leggasi: la 5a. Punto. L’Adagietto, ecc… punto.

    1812: è bella proprio perché terribilmente kitsch. Ed è simpatico pensare a Tchaikovsky in imbarazzo. Avrei aggiunto alla lista persino i pianeti di Holst, toh. E so che inorridirai… (Zimmer ne il Gladiatore li ha saccheggiati. Marte, soprattutto)

    ciao, brontolone! Buon Sant’Ambreous… :o)

  18. Elliot Gould era meraviglioso con i baffoni in “M.A.S.H.”, come musicista classico non so…

  19. Parliamo di Zimmer?
    Parliamo del Gladiatore?
    Parliamo di saccheggi?
    Prendi la colonna sonora del Gladiatore.
    La traccia 1 sembra l’inizio di Passion di Peter Gabriel. La cifra delle tracce successive è la stessa: tamburi, lamenti, clarini persi nello spazio. Nulla da segnalare. Traccia 7, un passaggio tipo Preludio di Tristano e Isotta, ma più melodrammatico, e poi a 3 minuti e 20 secondi uno strappone da adagio mahleriano. Dev’essere morto qualcuno. Traccia 9, chiara ispirazione al Pat Metheny di Secret Story e poi mamma mia, copia spudorata dell’ouverture dell’Oro del Reno di Wagner, e poi oddio, Quinta di Sibelius, primo movimento più aggancio pirata col quarto. Ancora: traccia 10, Zimmer copia se stesso nella Sottile linea rossa. Traccia 11, ancora Peter Gabriel. Traccia 12, un bolero imbarazzante. Traccia 13, forse ci siamo. E’ la musica delle tue turbe. Violoncelli gravissimi, a preannunciare sciagure. Al secondo minuto c’è una copia orrenda del movimento Marte tratto da I pianeti di Holtz, e poi un passaggio tipo Sagra di Stravinsky e qui Russel Crowe sta come minimo sbranando una tigre. A 7 e 20 c’è una schitarrata tipo Morricone nei western di Sergio Leone e poi da 7 e 40, ecco, dunque, da 7 e 40, dunque, ecco. Tutto ha una spiegazione. La cercavi. L’hai trovata. Ha la forma di un sinuoso e misterioso e sfrontatissimo plagio del Funerale di Sigfrido di Richard Wagner, copia storpiata e semplificata, TUM TUM compreso, e crescendo e poi ancora crescendo ma non verso il Walhalla, verso l’Oscar. Fine della spiegazione. La traccia 14 intanto scopiazza il canone iniziale della Terza di Gorecki, ma non ci badi già più. Tantomeno alla frase finale che riprende e sfigura il soffio finale della Patetica di Ciakovsky. Stai pensando ad altro.

  20. Con ste legnate a Bartok e Stravinskij mi hai rovinato il dopo Devia.
    A parte questo, è evidente che ogni guida “i dischi da avere per” etc. etc. riflette i gusti del suo autore.
    Anche la tua arguta recensione riflette i tuoi gusti.
    Per questo sostengo che un buon newsgroup è cento volte meglio di ogni guida. Occorre incuriosirsi, ascoltare smodatamente, come si dice qui “‘gna bàttici i’ capo”. Solo così nascono passioni non enciclopediche.

    Complimenti comunque.

  21. PS a proposito di copiature da film: notevole quella del film Ladykillers (il remake dei Coen) nei confronti di Spiegel im Spiegel (usato in Heaven) di Arvo Pärt……ah già, Pärt non esiste.

  22. Non so se sia tra gli “altri” che dice Facci, ma se deve essere una raccolta che attira la gente io metterei anche il Rondo’ alla Turca (o Turkish March) di Mozart.

  23. Verrebbe ora da chiedere a Facci cosa ne pensa dei due capitoli di “fantasia” della Disney.

  24. Esci da cinema e dapprima fa finta di niente. Va beh, non male – pensi. C’erano delle buone cose. Delle buone idee. Certo, durava poco. Comunque l’altro Fantasia era un’altra cosa. Ecco. L’hai pensato. Alla fine l’hai pensato. L’altro Fantasia era un’altra cosa. Ovvio. Avevi sperato di scampare al prevedibile sospiro retorico ma non ce l’hai fatta. Perche’ Fantasia e’ irripetibile. Certo. Irripetibile come la tua infanzia.

    Ti e’ piaciuto, questo Fantasia 2000. Ma alla fine hai dovuto notare che al posto di Leopold Stokowsky c’e’ quel ciccione di James Levine. Stokovsky deformo’ orrendamente le partiture (si pensi a come ridusse la Toccata di Bach) e in confronto Levine e’ stato un mezzo filologo, stavolta: anche se ha proposto una Quinta (Beethoven) da fucilazione e una Pomp and circomstance (Elgar) con missaggi da spot pubblicitario.
    Ma uno era Stokowsky, questo e’ Levine. Punto.

    E comunque quelli della Disney sono stati poco furbi. Hanno voluto ficcarci, in mezzo al nuovo Fantasia, il vecchio episodio dell’Apprendista stregone. Autogol. E’ li’ che te ne accorgi. E’ li’ che scatta la comparazione: i nuovi episodi sono ben studiati, si’, perfettamente sincronizzati, talvolta anche poetici, lo spezzone del Soldatino di piombo e’ genialoide, la scelta del secondo concerto per pianoforte (Shostakovic) e’ azzeccata e coraggiosa, l’abbinamento tra I Pini di Roma (Respighi) e un visionario volo di balene e’ quasi arte, complimenti, davvero. Ma poi rivedi l’Apprendista. E senti un gelido retrogusto di tecnologia spalmata su ogni cosa: computer, perfezioni inumane, levigatezze, colori di artificiosa uniformita’, troppo perfetti, grandangoli improbabili, prospettive da realta’ virtuale. E in mezzo, Paperino. Paperino, che ci fai li’?

    Guardavi l’altro Fantasia e pensavi: ma come hanno fatto? Quei disegni, quei sincronismi, quelle movenze, quello sfondo che sembra una fotografia. Ora pensi a una squadra di programmatori e di cosiddetti creativi che dettano regole a pochi disegnatori disorientati. L’altro Fantasia ti sbatteva in faccia la Sagra della Primavera (nel 1940) e per farlo ci volle coraggio. Gioivi come un bambino (spesso lo eri) ma avevi paura come un adulto.

    Ora gli adulti gioiscono come adulti, tristezza, e i bambini hanno solamente paura che papa’ possa aver dimenticato di comprare gli ottanta pacchetti di figurine dei Pokemon. Allora gli adulti li porteranno a vedere Fantasia 2000, e siccome non sono stati capaci di educarli, lasceranno che rompano le palle tutto il tempo. E, tra popcorn e risolini, della tua irripetibile infanzia ritroverai solo una sorta di schiamazzante succursale dell’asilo nido. E un filmetto da un’ora e un quarto

  25. Uhmmm un po’ hai ragione.
    Io, pero’, ci sono andato per profondo desiderio personale, fregandomene degli amici che non ci hanno capito un cazzo.
    Gia’ mi aspettavo l’abbandono dello stile di “Fantasia” perche’ si era gia’ notato nei film disney (Toy Story ha segnato un confine).

    E allora sono entrato nel cinema aspettandomi una cosa del tutto diversa, son riuscito cosi’ ad apprezzare la musica (l’uccello di fuoco e’ sempre coinvolgente), l’ironia tipica disney (il fenicottero con lo yo-yo sulle note del carnevale degli animali) e il disegno al computer che, non ha la passione e il calore di quello a mano, ma stupisce per la perfezione (mi resta impresso il primo piano della ninfa dei boschi).

    Alcune idee sono eccezionali: il volo delle balene verso la fonte della luce e’ emozionante, il cervo che aiuta la ninfa con il sottofondo di Stravinsky ti tocca il cuore, e paperino si porta dietro quel’aria da eterno sfigato, a cui pero’ tutto finisce bene.

    Sono uscito dal cinema, con il ricordo malinconico del primo “Fantasia”, ma felice della nuova realizzazione, con la speranza che non facciano passare altri 60 anni per un nuovo capitolo

  26. Facci, non c’entra na sega ma vorrei gentilmente sapere se ti piacciono i Pink Floyd. Curiosità.

  27. Ma Faccione, tu di questo dovresti scrivere, mica le altre puttanate. Vuoi che metta una buona parola?
    P.Mad.

  28. Ora i puristi mi insulteranno a morte, ma volevo segnalare una cosa che ho trovato su youtube in questi giorni che si parlava di musica classica.
    Pare che ci sia un pianista di nome Maksim Mrvica che fa spettacoli dove fonde la musica classica con musica moderna, in uno spettacolo di luci e in un ambiente del tutto diverso da quello che ci aspetteremmo.
    Come dicevo, rompe con la tradizione della musica da camera, ma potrebbe essere un cavallo di troia per portare la gente ad incuriosirsi.
    Non sono abbastanza esperto da valutare le sue qualita’ come pianista, ma non mi pare scarso; in piu’ e’ una cosa nuova quindi da apprezzare come tentativo

  29. E’ “Csardas” di Vittorio Monti (1868-1922).
    La versione più bella è suonata con la marimba,

  30. > si pensi a come ridusse la Toccata di Bach

    il mancato riferimento alla fuga della 565 è voluto
    (nel senso che pensi che la abbia trattata meglio)?

  31. Non c’è nessun mancato riferimento. Se leggi bene scrivo “Stokovsky deformo’ orrendamente le partiture (si pensi a come ridusse la Toccata di Bach)”. Eì chiaro che parlo della toccata e fuga bwv 565.

  32. uno spazio per Lakme di Delibes dovresti trovarlo.E’ il padrino di qualche orgasmo di Debussy,e mio anche

  33. Vabbè. Ho messo su la settima del Ludwig van in tuo onore.
    A quando una recensione di qualche guida alla musica antica? Te ne intendi? Ti piace?

  34. Gente, non avete capito. Io ho solo criticato una guida altrui criticandone i contenuti. non ho assolutamente ‘messo’ o tolyo nulla, come farei io una guida del genere è tutt’ altra cosa.
    Di Delibes metterei Coppelia (suite).

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