La Costituzione. Sennò fuori.

Se è vero che non esiste un estremista islamico che non vada in moschea, è anche vero che i musulmani che ci vanno, in Italia, sono solo il 5 per cento.
Se ne deduce che il 95 per cento degli islamici sia da considerarsi moderato, e se ne deduce, ancora, che individuare gli estremisti nelle moschee non dovrebbe essere poi così difficile.
L’idea infatti è semplicissima, peraltro già accennata dal giornalista Magdi Allam e dal leader musulmano Abdul Palazzi: dichiarare l’Ucoii fuorilegge, sbatterli fuori.


L’Ucoii corrisponde a quei “Fratelli Musulmani” che legittimano il terrorismo suicida in Israele e quello che massacra gli americani e gli occidentali in Iraq, sono quelli che dopo la strage di Nassyria dissero che la colpa degli italiani era di essere lì, sono quelli che l’estate scorsa pubblicarono un comunicato dove Israele veniva paragonato a Hitler.

Più in generale sono poche centinaia di persone, rispetto a un milione di musulmani, che si sono auto-nominate rappresentanti della religione islamica col rischio che l’opinione pubblica pensi che ogni musulmano sia come loro: finanziatori dei terroristi iracheni, esaltatori di Hamas, solidali con Ahmadinejad, gente che oltre alle moschee sta cercando di gestire delle scuole, che esalta l’inferiorità della donna e l’impossibilità per un musulmano di abbandonare la propria religione. Non servono Consulte o Carte dei valori: basta la Costituzione, per liberarcene.

(Il Giornale, 6 ottobre)

***

Caro dott. Facci:
notiamo che di “licenze” lei se ne prende parecchie, soprattutto quando “opiniona” sulle musulmane e i musulmani in Italia.
Dati della Fondazione ISMU invece parlano di percentuale decisamente più alte del 5% “perentorio” che lei cita: in Italia il 46,1 per cento dei musulmani maggiorenni frequenta le moschee e gli altri luoghi di culto islamici, una quota simile al 49,7 per cento dei cattolici che vanno regolarmente in chiesa.
Le posizioni sulle questioni di politica internazionale sono articolate e condivise da un’ampia parte del mondo cristiano ed anche ebraico: siamo in molti a sostenere il diritto all’esistenza della Palestina, e siamo altrettanti a provare orrore di fronte ai bombardamenti quotidiani e agli eccidi di civili, che colpiscono un popolo virtualmente prigioniero in un lager a cielo aperto.
Vorremmo anche farle notare che la Consulta non è stata voluta dall’Ucoii, ma da Magdi Allam, e che dall’Ucoii è stata subita, con grande senso di responsabilità.
Vorremmo ricordarle che non è stata l’Ucoii a chiedere di farne parte, ma vi è stata invitata.
Vorremmo ricordarle che la “Carta dei Valori” è anch’essa un’invenzione del fantasioso Allam, e che sarebbe stata l’intollerabile discriminazione di un gruppo di persone solo a causa della loro religione, come già accaduto in passato, ad Ebrei e Testimoni di Geova.
Ma ciò che vorremmo più di ogni altra cosa è che qualcuno ci spiegasse il perché di questo bisogno spasmodico di esercitare la “libertà d’espressione” nella mera critica all’Islam. Intendiamoci, è una perversione come un’altra, e potremmo anche farcene una ragione. Ma, francamente, non comprendiamo dove stia il godimento.
Buona vita,

Mitra Egal Aden (ufficio del portavoce nazionale, rapporti con la stampa neo-con)

***

Gentile Mitra,

della Consulta islamica e della cosiddetta Carta dei Valori non m’importa nulla: ho già scritto che la Costituzione basta e avanza per regolare diritti e doveri di chi viva in Italia o di chi, come spero voi, vi sia solo di passaggio.

I dati della fondazione li trovo ridicoli e non mi risulta che siano stati presi sul serio da nessuno. Il Ministero dell’Interno parla di un 5-10 per cento di musulmani adulti che frequenta le moschee, e ciò mi basta.
Sull’improbabilità del vostro dato (46,1 per cento) gioca anche la logica; se è vero che in Italia vi sono 611 sedicenti moschee comprese quelle improvvisate in garage e scantinati (dato fornito dall’ultima relazione semestrale del Cesis) e se è vero che in Italia vivono circa 824mila musulmani, clandestini compresi (dato estratto dal Dossier statistico curato per la Caritas) se ne dovrebbe dedurre che ciascuna di queste moschee siano frequentate da una media di circa 674 persone per funzione quando le moschee italiane (le moschee, non gli scantinati e i garage) ne contengono in media poche decine.

Il diritto all’esistenza della Palestina e talvolta lo sdegno per certi sgraziati bombardamenti occidentali potrei condividerli talvolta persino io, il che è cosa molto diversa da legittimare, come fate voi, il terrorismo suicida in Israele e quello che massacra gli americani e gli occidentali in Iraq, oppure incolpare non altro che l’invadenza italiana dopo la strage di Nassyria, oppure paragonare Israele a Hitler in un annuncio sui giornali, o più in generale figurare tra i finanziatori dei terroristi iracheni, tra gli esaltatori di Hamas, tra i solidali con Ahmadinejad, tra coloro che esaltano l’inferiorità della donna e condannano l’apostasia: ragioni, unite ad altre più gravi e innominabili, per cui confido nella messa in fuorilegge del vostro movimento.

Lei mi chiede infine, gentile Mitra, il perché di questo “bisogno spasmodico di esercitare la libertà d’espressione nella mera critica all’Islam”.

La risposta è semplice: perchè da qualche tempo a questa parte, in Europa, si assiste da parte islamica a violenze e intimidazioni e intolleranze nei confronti della libertà di pensiero e di espressione a noi tanto care: si tratti di semplici parole, di satira, di lungometraggi, di articoli, di altissimi pulpiti porporali.
Questo con la complicità evidente, e spiace dirlo, degli stati leader del famoso Islam moderato.
Il bisogno spasmodico di criticare l’Islam, come lo chiama Lei, nasce dalla consapevolezza che sinora non lo si è fatto in modo proporzionato, qui da noi, bensì intriso di cedevolezza e abulia mentale.
In molti si sono stufati. Tra questi, io.

(Il Giornale, giovedì 12 ottobre)

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15 Commenti

  1. Ecco perchè per giorni ha chiamato il Giornale per farsi dare il mio numero di telefono.

    Dacia, per la definizione che mi ha appioppato sul suo sito, io domani querelo Lei.
    A proposito: vogliamo parlare della Sua fedina penale?

  2. Facci, sei sempre più coccolo. Adesso mi dai del “Lei” e annunci una querela.

    Giuro, se non fossi sicura che sei contagioso e non temessi le pustole e “l’abulia mentale”, ti darei un bel bacio sulla pelata.

    Salutoni, Dacia Valent (casomai domani ti do un colpetto di telefono)

    p.s.: massima solidarietà a Nuzzi, poverino. Vai a fidarti degli opinionisti amici… D.V.

  3. ” mi chiedo come mai questa telefonista non ci mostri la telefonata originale bensi’ quella finale e definitiva.”

    Ahem, Mario, ma non hai letto? Le telefonate che riguardano la Sbai sono tutte depositate. Quindi non c’è niente di nascosto.
    Ma benedetti ragazzi, ma non avete ascoltato il Santo Padre? Il Logos, bisogna seguire. Vi state scordando il Logos.

  4. Ricapitolando: la Valent vuole sputtanare Facci e il Velino facendo sentire uno sconvolgente file audio che che smonti il lancio di venerdì. Dopodichè fa ascoltare una chiamata successiva. In cui, tra l’altro, si sente un cuor di leone che classicamente dà la colpa – a posteriori – ai giornalisti. Be’, sì Dacia, sei furbissima. E io sono la Cuccarini.

  5. Veramente le cose starebbero un po’ all’opposto, Eretico:
    IlVelino e Facci vogliono sputtanare la Valent con una storia nientemeno che di “minacce di morte”.
    La Valent si fa una risata e pubblica una telefonata con l’interessato in cui costui non solo non ha minimamente il contegno di uno alle prese con chi l’avrebbe minacciato di morte (anzi), ma smentisce categoricamente di aver fatto certe affermazioni sostenendo che si tratti di manipolazione giornalistica quando non di pura invenzione.
    E a me, avendo davanti agli occhi quanto avevo sottolineato qualche commento fa, la tesi della manipolazione sembra parecchio credibile.
    Ma qui come al solito si preferisce guardare il dito invece che la luna.

  6. Eretico,

    non ho bisogno di sputtanare nessuno, ritengo che ci riescano egregiamente da soli: una notizia è tale se suffragata da riscontri attendibili.

    Ah, tu non sei la Cuccarini: ti manca il suo acume politico.

    Dacia Valent

  7. Certo Dani, certo. Come se non sapessi che il 90% delle volte in cui si smentiscono dichiarazioni rilasciate a un giornalista, è la smentita ad essere falsa. In ogni caso, la telefonata non prova nulla perchè non è quella di cui si parla nel lancio. Se poi, dai fatti, vogliamo passare alle impressioni, ti dico anche che il signore che al telefono parla con la furbissima Valent mi sembra intimidito. Perchè, non saprei, ma l’impressione quella è.

  8. Tu invece, Dacia, sei la Valent: perchè hai esattamente la mente diabolica che alcuni dicono tu abbia. Secondo me tale è il suo potere che sposti anche gli oggetti col pensiero.

  9. Grazie Eretico,

    ma anche se tenti di essere carino per farti perdonare, niente da fare: la mia risposta è cicca cicca

    Dacia Valent

  10. Dacia, solo una domanda: è vero che sei dstata condannata per lesioni personali gravi, per commercio di permessi di soggiorno falsificati, per appropriazione indebita di fondi pubblici nonché per precedenti calunnie a danno di terzi?
    Solo una domanda.

  11. Filippo,

    non è una domanda. Ma siccome sono una brava ragazza, facciamo che ti do tutte le risposte.

    1) è vero che sei dstata condannata per lesioni personali gravi?
    No Filippo, non è vero.

    2) è vero che sei dstata condannata per commercio di permessi di soggiorno falsificati?
    No Filippo, non è vero

    3) è vero che sei dstata condannata per indebita di fondi pubblici?
    Si Filippo

    4) è vero che sei dstata condannata per precedenti calunnie a danno di terzi?
    No Filippo

    Sai che mi ricordi sempre di più Aldo Torchiaro? A quando lo “tsunami di libertà”?

    Dacia Valent

  12. La Sig.ra valent dice mezza verità e quindi mente

    1) non è stata condannata per lesioni personali gravi ma per altro titolo di reato: riguardava questioni familiari con il suo ex

    2) non è stata condannata ma è stata rinviata a giudizio. Il processo è ancora pendente a brindisi e non riguardava permessi di soggiorno falsi ma si trattava di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed alla permanenza dei clandestini in italia.

    3) Si la score italy è stata condannata dalla corte dei conti: la sentenza si trova in rete.

    4) pendenti. ma gli altri sono più seri di lei e non ne parlano. Forse hanno bravi avvocati, loro!

    Pendono inoltre

    denuncia da parte della sbai

    ed altri
    000000000000000000000000000

  13. grazie mille, non mi avete fatto capire niente. non potevate limitarvi all’articolo? ora mi tocca smanettare per internet in cerca di risposte (se le trovo). tsk.

  14. ci pregano di diffondere l’appello, vi invitiamo a fare altrettanto:

    IL FUTURO DI OGNI GIOVANE PALESTINESE
    RAPPRESENTA
    IL DOMANI DELLA STESSA LOTTA PALESTINESE.

    T.D. è un ragazzo palestinese che, dopo molte difficoltà, è finalmente riuscito a proseguire i propri studi universitari in Italia frequentando un master in State Managment and Humanitarian Affairs all’università di Roma La Sapienza.

    Il master ha una durata di 1 anno e mezzo e prevede la partecipazione ad uno stage di circa tre mesi presso ONGs e/o associazioni nazionali e internazionali.
    Per i giovani palestinesi è molto difficile avere la possilità di studiare all’estero: gli ostacoli per ottenere i documenti e il visto sono molteplici e i sacrifici economici che le loro famiglie devono affrontare sono enormi, a volte impossibili da sostenere.

    T. è stato finora fortunato riuscendo a raccogliere i soldi necessari per gli studi, ma le speranze che ha riposto in questo master rischiano di svanire se non trova una ONG di rilievo presso la quale svolgere uno stage significativo per il suo futuro professionale e che gli permetta di portare avanti, attraverso gli studi ed il lavoro, il suo impegno per la Palestina.

    FAO, World Food Programme, UNHCR … queste sono alcune delle importanti realtà che operano nella cooperazione internazionale e diritti umani.
    Chiedo a chiunque di voi avesse un contatto in una di queste organizziazioni (o altre ONG operanti nello stesso campo) di scrivermi: un nominativo, un numero di telefono, un indirizzo email al quale inviare la candidatura di T. o più semplicemente un suggerimento; questo è l’aiuto che chiediamo ora.

    Potete contattarmi via email a questo indirizzo: walla.riham@gmail.com
    Riham.

    http://guerrillaradio.iobloggo.com/

    Rispettosamente Vostro,
    V.A.

  15. caro Mario, di conseguenza anche Facci dice mezze verità e quindi mente, ah già lui chiede…
    A me sembra tanto che la Valent vi stia facendo un culo così.

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