Gli undici Settembre

Non so a voi, ma a me la diatriba sottile tra i due undici Settembre ha veramente stancato. Da una parte quello del 1973, in cui in Cile un esperimento socialdemocratico fu stroncato sul nascere con l’apporto decisivo degli USA. Dall’altro la tragedia del 2001 in cui gli Stati Uniti medesimi furono barbaramente attaccati. C’è un non so che di puerile nel ricordarsi solo di uno e non dell’altro. Nel fare programmi TV per ricordarne solo uno.
Personalmente io li vedo nello stesso modo: come eventi storici in cui migliaia di persone comuni sono state uccise. Il primo, quello del 1973, successo in una logica bipolare assurda per cui sia da una parte che dall’altra ogni sgarro alla linea di Yalta aveva consequenze ben precise. Il secondo, quello del 2001, nel mondo unipolare seguito alla caduta del muro di Berlino. In cui gli USA erano decisamente cambiati; e il non riconoscerlo è da stupidi. Perchè la classe dirigente del 1973 non è quella del 2001, negli USA come in Europa. È una classe dirigente che ha vissuto e accettato nuovi valori. Gli USA di oggi non fanno quello che facevano nel 1973 perchè il mondo è cresciuto e loro insieme ad esso. E chi non se ne accorge dovrebbe ricordarsi che dopo la presa di potere dei cosacchi guidati da Prodi nel 1996 e nel 2006 non è successo niente. Niente di niente. Io abbeverai felicemente il mio cavallo quella sera di Aprile del 2006 a Piazza Santi Apostoli. E, sinceramente, un po’ di paura ce l’avevo. Paura svanita nel nulla dopo poche ore.
Invece negli anni ’70 per aver tentato un appoggio esterno ad un governo monocolore democristiano, l’Italia si è sorbita la più pesante stagione si stragi e terrorismo della sua storia. Per l’Italia il Cile fu un monito ben preciso che portò Botteghe Oscure ad un cambio di linea notevole; cambio di linea oggi non più necessario. Oggi al contrario nel governo italiano siedono ministri comunisti senza che un Pinochet si faccia venire in mente di fare il colpo di stato. Riconosciamolo; riconosciamo che gli USA di Clinton e Bush non sono quelli di Nixon. Diamogli fiducia perchè un mondo con meno contraddizioni e guerre e con più democrazia è il mondo in cui vivremo noi, non quello dei nostri padri.
E commemoriamo sia i morti di Santiago che quelli del WTC.

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22 Commenti

  1. Henry Kissinger

    Henry Kissinger e Augusto PinochetMi chiedevo ieri, ricordando Salvador e ricordando il boia di quel sogno rivoluzionario e democratico – un boia Nobel per la Pace, ma è o non è questo il mondo delle insanabili contraddizioni? -, mi chied…

  2. E’ un augurio e una speranza la tua, più che una certezza.
    Il fatto che non ci siano saltati fuori Pinochet o Noriega pronti a dare l’assalto al parlamento può sicuramente significare ciò che dici tu.
    Oppure.
    Che il governo Prodi non è considerato pericoloso/pernicioso/quello-che-vuoi dalla dinastia Bush.
    Che comunque è molto pericolosa di suo, anche se (per adesso) non ha fatto danni in Italia.

    http://d4rkcloud.splinder.com/post/9207437/La+primula+rossa+del+terrorismo

  3. Mah, a me pare un’analisi un po’ ingenua e ottimista (e lo dice uno che non è mai stato “antiamerikano”): è vero che le due classi dirigenti sono cambiate e che nel nostro angoletto di mondo le cose sono diverse, ma i neo-con attuali non mi sembrano molto diversi da Kissinger & C. Diciamo più che altro che la scomparsa dell’URSS come antagonista permette agli USA di muoversi in modo diverso; o diciamo che in trent’anni il clima è cambiato, la sensibilità è cresciuta, l’informazione è più pervasiva, così invece di dare una mano a rovesciare un regime democratico e metterci un dittatore (il Cile, ma anche lo Scia’ in Iran) si esporta la democrazia a cannonate (Afghanistan e Iraq) installando un governo-fantoccio e tra lo stadio di Santiago e Abu Ghraib non c’è tutta questa differenza.

  4. Ne aggiungiamo un altro? L’11 settembre 1906 è convenzionalmente riconosciuto come la nascita del Satyagraha, il movimento non violento di Gandhi.
    Dopo aver sentito Amartya Sen ricordare a Mantova che la più grande democrazia del mondo, l’India, è anche il paese in cui capo dello stato, primo ministro e leader del maggiore partito appartengono a tre distinte religioni, beh non so perché ma sono ancora più insofferente verso le commemorazioni intrise di retorica. Forse le risposte sono altrove…

  5. OT.
    Scusate l’intrusione, ma ma cercavo un modo per poter dialogare con Gianluca.
    Non capisco come fare per ascoltare la tua radio on line se ci clicco sopra mi compare una finestrella con un flie .pls da scaricare. Che poi è un file di testo da cui non riesco a trarre un modo utile per ascoltare….

  6. ognuno commemori quello che vuole e non rompa l’anima chiedendo agli altri di fare altrettanto.
    vale per entrambi i punti di vista.
    non c’è niente di puerile dal mio punto di vista, ma tanto di umano nel ricordarne uno che è stato un evento di portata epocale ed è accaduto solo cinque anni fa.
    ed anche equipararne la portata storica mi pare una banalizzazione eccessiva solo per poter mettere in risalto le responsabilità storiche ed oggettive di chi è stato aggredito ed è stato anche aggressore.
    ma questa è confusione, non è analisi.
    certo, bisogna sgombrare la ferraglia retorica “siamo tutti u.s.a.”, mettere via tamburi trombette e bandiere, ma l’impressione che l'”altro” 11 settembre non se lo filasse nessuno prima che se ne ricordasse ken loach è forte.
    e poi l’umanissimo coinvolgimento emotivo per un fatto epocale avvenuto solo cinque anni fa e le cui conseguenze pagheremo nel bene e nel male sulla nostra pelle per i prossimi vent’anni.
    nessun colpevole, nessun innocente, ma la portata storica dei due eventi mi sembra oggettivamente diversa.

  7. Giornalisti, magistrati e gente varia, da decenni, cercano indizi e prove di responsabilità statunitensi nella stagione italiane delle stragi: e non trovano niente di serio.
    Non sapevano che Carletto Darwin aveva già da tempo prove e indizi. O che, forse, come si dice, ci era arrivato col ragionamento che è tipico di tutti i sotto-prodotti culturali. Inbevuti. Passivi. Cani, nella migliore delle ipotesi, pavloviani.

  8. L’11 settembre ognuno commemora quello che vuole, chi quello del 2001 chi quello del 1973, e d’altronde forse i terroristi del 2001 forse volevano commemorare quello del 1683.

  9. Sono d’accordo con MR, sono i bersagli ad essere differenti. Ora che non c’è più l’Unione Sovietica da fronteggiare hanno solo cambiato scenario e possono permetteresi di esporsi tranquillamente in prima linea.
    La differenza vera secondo me sta solo sulla grandezza delle bugie che devono inventarsi per giustificare le loro azioni (vedi le armi chimiche di Saddam oppure la fantomatica collaborazione Saddam/Osama oppure il pericolo nucleare dell’Iran). Negli anni 60/70 non c’era tutta questa diffusione dell’informazione, quindi riuscivano nascondere meglio le loro porcate (tutti i vari colpi di stato e stragi che hanno finanziato negli anni). Adesso devono solo esagerare di più contando sul fatto che la gente ha la memoria corta (sempre per merito della diffusione dell’informazione).
    Boh l’unico che mi pare riesca ad avere un minimo di lucidità in questi tempi è quel grandissimo pazzo di Luttazzi ( http://www.danieleluttazzi.it/?q=node/269 ) sul suo sito.
    Questo mondo sembra sempre più simile a quello di V For Vendetta…

    “Naturalmente la gente comune non vuole la guerra: ne’ in Russia, ne’ in Inghilterra, ne’ in Germania. Questo e’ comprensibile. Ma, dopotutto, sono i governanti del paese che determinano la politica, ed e’ sempre facile trascinare con se’ il popolo, sia che si tratti di una democrazia, o di una dittatura fascista, o di un parlamento, o di una dittatura comunista. Che abbia voce o no, il popolo puo’ essere sempre portato al volere dei capi. È facile. Tutto quello che dovete fare e’ dir loro che sono attaccati, e denunciare i pacifisti per mancanza di patriottismo e in quanto espongono il paese al pericolo. Funziona allo stesso modo in tutti i paesi.”.
    Hermann Göring

  10. Facci, io non ho parlato di un coinvolgimento degli USA nel terrorismo e nello stragismo. Ho detto che lo spostamento del PCI nell’area di governo ha avuto quella reazione.
    “Giornalisti, magistrati e gente varia” hanno trovato coinvolgimenti dei circoli neri, atlantici e rossi italiani. Chi con una ragione, chi con un’altra, contrari a quel coinvolgimento del PCI medesimo.
    La sola relazione che ho citato relativa agli USA era una consequenza indiretta dell’azione esercitata in Cile. Azione indiretta che portò ad alcuni cambiamenti decisi della linea di Berlinguer.
    Comunque meglio pavloviano che craxiano, anche se sempre ano è :-)
    @Chamberlain: sono d’accordo che l’impatto di un evento di 5 anni fa è un altro di uno del 1973. Ma la portata storica è notevole in entrambi i casi. Le consequenze del casino fatto in Cile sono state “numericamente” e politicamente enormi in tutto il mondo.

  11. Non c’è nessuna diatriba tra gli 11 settembre. C’è al limite il caso di chi per controreazione all’uso retorico e alla sovraesposizione alle celebrazioni per l’attentato di NY, reagisce recuperando l’altra data. Ma insomma siamo nella norma delle priorità di scelta e delle sensibilità che ognuno ha comunque. Non vedo un caso, non vedo in generale particolare clamore intorno a questa data, che ormai è storia anche per i fatti di cinque anni fa e se ne parla un po’ di più oggi giusto per la ricorrenza del lustro.

    Non c’è parallelo tra i due eventi, che sono due fatti completamente distinti. Perciò l’operazione di conciliazione tra le “parti” di gusto lievemente vespiano non ha ragione di essere e le conclusioni sono campate per aria mi sembra.

    Se proprio si vuole tracciare un’analogia tra vittime e avvenimenti avrebbe senso farla allora tra i morti delle Twin Towers e tutti quelli che sono seguiti dalla fase apertasi con quell’attentato, in Irak, in Afghanistan, nella recrudescenza del conflitto arabo-israeliano e nelle bombe esplose in Europa e in Asia.

  12. @Fabrizio:
    mettiamo un punto fermo: sostenere l’impatto epocale degli attentati dell’11/9 americano non significa necessariamente sminuire la portata dell’11 settembre cileno.
    il parallelo, come scrive antonio, è una forzatura.

  13. @Insane Soul: il blog che è riuscito per primo a rivelare il contenuto della scatola cranica di Christian Rocca.

    Venendo al post… Io adoro le semplificazioni (no, col cazzo, le odio), ma riuscire in 3-400 parole a mettere insieme: Pinochet, 11 Settembre, orientamento del PCI, Yalta, muro di Berlino, Clinton, Bush, Nixon, stragismo e compromesso storico, beh, mi sembra tantino… Bisognerebbe socraticamente ammettere di non sapere, se si sospettano complotti, non stanno svelati sui libri di Gianni Minà.

  14. Il bello è che l’11 settembre 1973 è entrato nella memoria di molti solo l’11 settembre 2002.
    Come se fosse un evento qualsiasi, tirato fuori giusto per (cercare di) mettere un po’ in ombra il ricordo delle torri. Chissà: se in Cile il tutto fosse successo il 12 settembre o il 10, adesso Carletto Darwin ricorderebbe con commozione la nascita di Renzo Montagnani…

  15. C’è un altro 11 settembre importantissimo nella Storia: quello del 1683, data in cui le truppe ottomane furono sconfitte a Vienna dall’esercito organizzato dal “campione della cristianità”, Papa Innocenzo XI. Ebbene, questa data simbolo della vittoria del cristianesimo sull’Islam è stata richiamata anche in occasione del terribile evento dell’11/09/2001, proponendo la beatificazione del Papa in questione. Senonché un romanzo storico, cioè con documenti storici alla mano, ha ribaltato le virtù morali e cattoliche del Papa e addio santificazione. Si tratta del libro Imprimatur del duo Monaldi e Sorti, successo di critica e di vendita in tutto il mondo (è stato tradotto in 20 lingue e venduto in 45 paesi), finché non è arrivata la censura travestita da fastidioso boicottaggio: di certe cose in Italia non si può parlare! Dopo che per anni è sparito “misteriosamente” dalle librerie, grazie al coraggio di un editore olandese, oggi il libro è stato ristampato in italiano ed è possibile acquistarlo solo on-line. Il fansclub ha anche preparato un blog che consiglio a tutti di visitare: http://www.attomelani.net
    Internet è ancora libero, facciamo sentire la nostra voce!

  16. Mi sfugge il motivo per il quale la dinastia Bush sarebbe pericolosa per noi italiani.
    Semmai pericolosa per gli americani, per colpa delle politiche socialiste che Bush sta adottando in America. Era meno socialista Clinton, quasi quasi….
    Per non parlare del pericoloso Patriot act.
    Ma noi italiani, che c’azzecchiamo?

    Vabbè in tutti i casi vedo che Carletto è diventato finalmente obiettivo ed infatti, di fronte alla verità della storia, non potrà fare a meno di diffondere l’appello per la liberazione del dissidente cinese Gao Zenshin e per la sua candidatura a Nobel.
    D’altronde, gli 85 milioni di morti fatti dal regime fascista cinese in 50 anni di tirannia, ad oggi, non hanno alcun giorno per celebrare la loro libertà e la lotta contro ogni oppressione….

  17. Ti offendi se dico che post così puoi benissimo risparmiarteli?
    Bastava risparmiarsi tutto quello che hai scritto dopo “In cui gli USA erano…”

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