Rilanciare, rilanciare, rilanciare

intervallo-mini.jpgVerrà meno lo stupore per lo bassezza senza vergogna del dialogo politico italiano (“politico“, “dialogo“, mah, servirebbero sinonimi più calzanti), tanto lontano da quelli che dovrebbero esserne i destinatari – ridotti a consumatori passivi – quanto vicino al curriculum d’idiozie dei protagonisti: sarà allora che toccherà pure pagare il prezzo dell’indifferente legittimazione di una politica che si finge ciò che non è, che mercanteggia programmi e parole, che vende le idee più mediocri e svende ciò che è rimasto della sana ideologia.
Concretizzo: si prenda il tema caldo del conflitto d’interessi, di cui tanto s’è discusso e poco s’è fatto – dal 1994 ad oggi – al punto da diventare materia burocratica, da Palazzo, tollerandone quindi le lentezze ed i difetti, quasi declassandone la priorità.


Piero Fassino, che non è Luciano ViolanteL’onorevole Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena non adesso, nel 1994, che non sarebbero state toccate le televisioni quando ci fu il cambio di governo; e lo sa, lo sa lui e lo sa l’onorevole Letta»), segue questa linea logica: la legge sul conflitto d’interessi si fa, per carità, ma «prima di tutto vogliamo garantire la certezza di crescita per i lavoratori, per le famiglie, per gli italiani». Il che sarebbe condivisibile fino all’ultima goccia di retorica, se non fosse valida anche l’obiezione secondo cui è nell’interesse dei lavoratori, delle famiglie, degli italiani, spendere il giusto in energie politiche (o loro surrogati) al fine d’evitare che lavoratori, famiglie, italiani, siano lasciati in balia di un sistema in cui “politica” significa salvaguardia d’interessi propri, a scapito degli interessi altri, verso cui l’alterna premura sarebbe funzionale solo al mercanteggio del programma per la successiva tornata elettorale.

Superano poi loro stessi quelli che in una legge sul conflitto d’interessi sentono l’odore di spedizione punitiva nei confronti di Silvio Berlusconi: hanno evidentemente il senso della Democrazia che coincide con l’immagine di una libera faida tra due bande rivali, l’una delle quali pronta ad usare l’atomica per far fuori il capo dei banditi. O, in altri termini, lo scontro sarebbe visto così: da una parte c’è la banda pronta ad usare l’atomica, dall’altra Gesù Cristo-più-discepoli.

La strumentalità dei ragionamenti è un pelino imbarazzante: quando serve a legittimare errori d’incapaci o comuni difficoltà (a seconda dei punti di vista, qui non interessa) i discepoli si sforzano in operazioni comparative volando sull’Europa, ma non si muovono da casa quando lo stesso sguardo internazionale servirebbe solo a riconoscere che l’incompatibilità tra i murdoch e la rappresentanza politica (per rappresentare cosa?) è costituzionalmente garantita; accusano di legge ad personam, reato contestabile dal 10 aprile 2006, e viene loro risposto che della legge potranno beneficiare tutti, che la Democrazia è di tutti, seguendo un copione che forse sarebbe meglio lasciare al legittimo proprietario: risposta giusta nel contenuto, sì, ma non sta scritto da nessuna parte che se uno mi dà del criminale per esorcizzare qualcosa, io debba provare d’aver fatto del male, al più, solo a qualche zanzara e solo perché non rientrava nel campo delle violazioni del diritto umano.

Piuttosto: rilanciare, rilanciare, rilanciare. Senza stare lì a chiedere agli esperti cosa ne pensi l’opinione pubblica, rilanciare significa pulire il campo da interpretazioni strumentali, chiarire la strada da percorrere senza bisogno che le vocine suggeriscano ciascuna i degni interpreti del bene e del male. Rilanciare significa, per dire, finanziamento pubblico dei partiti, esclusivamente pubblico, la cui entità sarebbe da decidere di comune intesa con il parere consultivo dei partiti (diversamente, severi tetti di spesa); abbattimento radicale dei costi sperando che nessuno si sia affezionato ai 6×3, che poi se quello solo puoi spendere quello spendi (se vuoi spendere di più, siamo in un paese libero: truccare il bilancio, aspettare il tempo necessario, e scegliere il prossimo lavoro potrebbe essere un percorso da tenere a mente).
Rilanciare significa democrazia sostanziale; balbettare significa democrazia virtuale. Basta scegliere.

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