Cacca nel ventilatore

Non sai se dispiacerti, sconvolgerti o decidere di non comprare più un giornale. Soprattutto perchè in questa lista di nomi ne trovi uno che ha fatto la storia del giornalismo d’assalto.

Ma le carte del pubblico ministero segnalano altre circostanze. Il 19 maggio, “Pio Pompa riceve una telefonata dalla giornalista Claudia Fusani di Repubblica e le illustra la tesi del Sismi (sulla vicenda del sequestro Abu Omar ndr.), già oggetto delle conversazioni con Renato Farina”. “Alle 22.20 del 10 maggio, il giornalista di Repubblica Luca Fazzo chiama Marco Mancini e gli anticipa che l’indomani sarà pubblicato un articolo pesante il cui contenuto gli riassume e che subito dopo gli invia per fax. Alle 9.34 del giorno successivo ancora il giornalista chiama Mancini, commenta con lui gli articoli, apparsi sui quotidiani di quel giorno e l’attività di alcuni suoi “colleghi” (“E’ come se si fosse creato un circuito che si autoalimenta, in cui alcuni hanno i loro cazzi da sistemare… Colpiscono te per colpire il direttore”)”. “Il 20 maggio, Pompa effettua due conversazioni telefoniche con il giornalista Andrea Purgatori dell’Unità a cui chiede “se sta facendo il capolavoro”, ricevendone risposta affermativa. Appare evidente che Purgatori ha ricevuto materiale documentale dal Pompa e si accinge a scrivere un articolo, rassicurandolo che sta facendo di tutto per farlo pubblicare in prima pagina”. “Il 13 giugno una telefonata tra Pio Pompa e il giornalista del Riformista Stefano Cingolani ha ad oggetto la riconducibilità a Prodi di un documento che avrebbe agevolato di fatto le “consegne straordinarie” di sospetti terroristi”. “L’11 maggio 2006, alle 22.46, Mancini riceve una chiamata da Lorenzo Murgolo, altri funzionario Sismi, che il giorno precedente, alle ore 17.38, dopo essersi informato presso la giornalista Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera gli aveva parlato dell’articolo che quel quotidiano avrebbe pubblicato”.
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10 Commenti

  1. Magari non compri più giornali.
    Di certo non compri più quelli menzionati.
    E poi ti chiedi perchè Il Manifesto ha problemi ad andare avanti…

  2. Per quanto desti un certo grado di perplessità, credo che il passaggio riportato da Repubblica sia poco per esprimere un giudizio inderogabile. Soprattutto su Andrea Purgatori, la cui professionalità, a partire dalla strage di Ustica, si è contraddistinta nel lavoro di indagine. Inoltre spero che in particolare Purgatori e L’Unità – che dalla sua riapertura, prima con Colombo e poi con Padellaro, ha svolto un buon lavoro – spieghino ai loro lettori il contenuto di quel passaggio.

  3. La cosa acclarata mi sembra quella che i giornalisti siano in qualche modo, o in tutti i modi, gestiti dal potere, con il quale sono fortemente collusi. Mi spiego: calciopoli, che la gazzetta si ostina a chiamare Moggiopoli, ha messo in evidenza come i giornalisti non solo vengano gestiti dal potere, ma come tendano loro stessi a volersi avvicinare al potente di turno per aiutarlo nelle sue imprese….

  4. dice bene il titolo: cacca nel ventilatore. Perché i giornalisti menzionati non sono prezzolati, salvo contrordine: a differenza di farina (Libero) che andrebbe cacciato a calci in culo dal giornalismo. Questa, salvo ulteriori notizie che non ci sono, hanno semplicemente fatto il loro lavoro. Che consiste nell’ottenere notizie da fonti privilegiate, trattando con loro come si tratta con le fonti: mentendo, a volte, fingendo di stare dalla loro parte per avere le carte e pubblicarle. Per questo le intercettazioni sono fuorvianti. Se in una telefonata un giornalista dice alla fonte: non ti preoccupare, parlo io con il capo e gli dico di non pubblicare questa notizia, non vuol dire che lo faccia davvero. Di solito non lo fa. Se la notizia non esce, se ne assume il merito. Se esce, accusa il capo. E’ la regola, è il gioco delle parti, che non danneggia affatto il lettore, anzi. D’altronde se il capo del Sismi chiama un giornalista e gli dà una relazione, non esiste nessun giornalista al mondo che non la pubblichi. La verità è che ora c’è una guerra per bande, tra repubblica e il corsera, e all’interno degli stessi giornali tra chi aveva fonti dei servizi e chi non le aveva.

  5. Non è che mi convinci al 100%. Perchè non mi sembra il SISMI una di queste fonti privilegiate, bensì una storicamente nota fonte di veline e dossier.
    Capisco che al telefono uno può fare il doppio-gioco. Ma mi sembra che siano caduti un po’ in basso. O per lo meno speravo che ‘ste fonti riservate fossero più qualificate.
    Magari, il giorno che si saprà tutta, verrà fuori che anche molta della cacca nel ventilatore di Ustica è uscita dall’interno dell’Aereonautica e dei Servizi…

  6. Certo che il Sismi è fonte di veline e di bufale, nonché di informazioni riservate, utili e vere. Si tratterebbe di distinguerle, ma non è facilissimo. Si tratterebbe anche di trattare queste “notizie” in modo oculato. Ma qui entra il gioco il giornale, non più il giornalista. Se uno porta al direttore un dossier sismi che ha solo lui, il dossier viene sparato subito con grande evidenza e con titoli perentori. Il giornalista si può difendere solo scrivendo il pezzo nel migliore dei modi, cioè con cautela, contestualizzandolo, citando la fonte, etc. Resta il problema, non irrilevante, del titolo e dell’importanza attribuita in pagina, tutti elementi non controllabili dal redattore. Tutto questo, sia chiaro, solo per far capire che la materia è scottante e non si può liquidare così, con un po’ di indignazione a buon mercato. Altrimenti si finisce per trovare qualche caprone espiatorio e non distinguere tra chi era in mala fede, pubblicando merda e magari facendosela pagare, chi ha sbagliato in buona fede, pubblicando merda e facendosi strumentalizzare a sua insaputa, e chi ha fatto solo il suo lavoro.

  7. ragazzi purgatori…ustica, muro di gomma, sotto scorta per anni, fascista su marte…sto male, ma male proprio…

  8. Non sarebbe male un pelo di trasparenza da parte dell’Unità, che invece ha solo reagito stizzita alla’accusa “giornalisti amici” senza fornire una parola di spiegazione…

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