Chi non salta morto è

SaltinoRiporto paro paro da Wittgenstein la segnalazione del crollo di un mito della nostra infanzia. Uno perché Luca è stato più che esaustivo e io mi risparmio la spiegazione; due, perché alla fine tornerà utile per comprendere l’imminente post-resoconto su Riva del Garda:

LA FEDE NEL SALTINO
Gli ascoltatori di Condor lo sanno già. A Riva del Garda, ai Radioincontri, l’argomento principe di ogni conversazione è stato il saltino. Il Saltino. È successo che a un certo punto di una serata già alcoolica dal pomeriggio, Filippo Solibello ha inavvedutamente inclinato una discussione sull’11 settembre verso la questione che chiunque abbia avuto un’infanzia normale prima o poi ha affrontato, rovellandocisi poi a scadenze fisse. Ovvero: se siete in un ascensore che precipita, potete salvarvi se al momento dell’impatto col suolo fate un saltino? Non vi sto a dire il livello di articolatezza di contributi che deejay, bloggers, e semplici ascoltatori della radio hanno apportato al dibattito, durato alcuni giorni facendo ricorso a nozioni di fisica e anatomia liceali spesso in totale contraddizione tra loro e ancorate a vaghezze indicibili. Poi, a un certo punto, la discussione ha preso un’affascinante piega filosofica, con il saltino visto come atteggiamento nei confronti della vita. Ovvero la considerazione della possibilità che di fronte a catastrofi o conclusioni apparentemente definitive e ineluttabili ci sia sempre qualcosa – che ci pare piccolo, inutile, insignificante – che possa modificare favorevolmente il corso degli eventi. La goccia che fa traboccare il vaso al contrario. Che il destino sia sempre nelle nostre povere mani, o almeno la possibilità di modificarlo, va’ poi a sapere come (che qui interviene il batter d’ali di farfalla a Tokio, eccetera).
Va bene. Trascuro qui di elencare tutti gli aspetti approfonditi e sviscerati, dalla probabile impossibilità di poterlo persino spiccare, il saltino, alla difficoltà di individuare il momento adatto, all’altezza del soffitto dell’ascensore con le implicazioni conseguenti, eccetera.
Quello che avremmo dovuto immaginare – lo ha scoperto Gianluca Neri – è che sul saltinoesistesse – già una vastissimaletteratura.

In sostanza tutte le teorie con un minimo di fondamento arrivano alla stessa conclusione: si crepa uguale.
Anzi: pare proprio che il saltino sia fisicamente impossibile.
Ma a me piace continuare a pensare che, dovesse succedere, proverò comunque a fare il saltino.

(Visited 431 times, 1 visits today)

44 Commenti

  1. Bei tempi quelli della prima stagione di myth busters, adesso i 2 sono le star di discovery channel, hanno preso degli sgherri giovani ed insignificanti e probabilmente hanno smesso di farsi delle canne prima di registrare lo show; non e’ piu’ la stessa cosa.
    Poi sono daccordo con Sofri, anche a me e’ sembrato che l’unico che sapesse usare google a radioincontri fosse *Gianluca Neri*

  2. Se vi può confortare, tutta la tematica del volo in caduta libera (in assenza d’aria) è stato uno dei punti chiave della gravitazione e della fisica moderna.
    Intorno alla caduta dei gravi, e al comportamento di un corpo all’interno di un ascensore in caduta, si sono arrovellati personaggi come Galileo, Newton e Einstein. E si dilettano gli astronauti ogni volta che possono giocare fra le pareti della stazione spaziale o dello shuttle.
    Allora, la risposta è sia sì che no e con molte “supposte”:
    Supponendo che non ci sia attrito dell’aria e supponendo di non morire per le schegge dell’ascensore sfracellatosi, la persona che fa il saltino si schianta a terra con una velocità pari a quella dell’ascensore meno quella che lui è riuscito ad imprimere col saltino stesso.
    Supponendo ora che il saltino lo riesca a fare, e per farlo si deve ancorare al pavimento e sganciarsi al momento dell’impatto, se l’ascensore era partito da un terzo-quarto piano, arriva a terra a circa 60 Kmh. Un salto fatto bene gli farebbe compensare parte di questa velocità e gli salverebbe la pelle.
    Ma dal quarto-quinto piano fino al decimo piano, la velocità di atterraggio dell’ascensore sarebbe sempre maggiore, e si salverebbe solo Carl Lewis.
    Dal decimo piano in sù, dato che la velocità di atterraggio supererebbe i 100 Kmh, non ci sarebbe niente da fare.
    Questo però è un discorso generico. In realtà dipende anche da come poi, dopo il saltino, si cade. L’essere umano, chiedere agli astronauti di una delle prime soyuz che furono ejettati durante il lancio, può sopportare decellerazioni di parecchi g. Per cui, cadendo bene dopo il saltino, si potrebbe anche resistere oltre i dieci piani.
    In fondo, Facci docet, anche senza il saltino si può sopravvivere

  3. ehi, Fabrizio, guarda che Carl Lewis era un asso del salto in lungo. Mi sa che il saltino salvavita necessiti di un campione di salto in alto. Per stare nella stessa generazione di ex atleti recenti, si può indicare Sotomayor, per esempio (2,45 mt, record del mondo).

    Così, per la precisione ;)

  4. Fabrizio, mi pare di capire che tu sia ferrato sull’argomento. Mi chiedevo: quindi intanto devo cercare di saltare piu’ in alto possibile (non e’ tanto fare un saltino, ma un saltone!), perche’ cosi’ facendo ridurro’ la velocita’ di caduta in maniera piu’ significativa. Il vantaggio e’ che, poiche’ sto precipitando in caduta libera, non avro’ peso, quindi lo sforzo applicato dovra’ solo superare la massa inerziale, ma non l’attrazione gravitazionale, giusto? Tuttavia, la velocita’ e’ essenziale: e’ mai stato calcolato (penso solo gli astronauti lo possano fare) a che velocita’ riesce un essere umano a lanciarsi con la forza delle sole gambe?

  5. Fabrizio, inoltre c’e’ un’altro aspetto che mi cruccia: la differenza fra scalciare in aria (a vuoto) e saltare nell’ascensore e’ data dalla resistenza che l’ascensore porra’ alla mia accelerazione. Quanto pesa un ascensore? O piu’ correttamente: che massa inerziale puo’ opporre alla mia accelerazione? Ad es. se si sfonda il solo pianale dell’ascensore (il pavimento), che presumibilmente pesa pochi chili, il mio salto dovrebbe essere inutile perche’ otterro’ una decelerazione minima ed una corrispondente accelerazione della caduta del pianale. Quale massa minima deve avere l’ascensore perche’ opponga un’adeguata resistenza al mio salto? (io peso 85kg). Inoltre mi conviene non dire nulla agli altri occupanti dell’ascensore altrimenti la nostra massa cumulata spingera’ via l’ascensore senza ottenere un’adeguata decelerazione, giusto?

  6. Dicono in un bombardamento, ma ecco come sono andate davvero le cose: Al Zarqawi soffriva di celiachia, praticamente non poteva mangiare roba con il glutine. Lui era a casa di un conoscente a guardare Il Codice da Vinci scaricato da emule, si fa l’ora di pranzo, l’amico gli offre un panino kebab: si è appena comprato lo spiedone. Al, come al solito, lo vuole “tanta cipolla, carico di piccante “. E il pane? Arabo, ma senza glutine: un prodotto distribuito in Iraq da Lifegate. E’ successo che, grazie a una sapiente operazione di intelligence dei servizi segreti italiani organizzata di concerto con Roveda, dentro la confezione da sei panini per kebab speciali per celiaci, c’erano in realtà dei comunissimi panini di farina doppio zero acquistati da prestanome presso un fornaio di p.zza Gorini, Milano. Che colpo.

  7. @Piti: hai ragione. Io ragionavo in termini di impulso, e mi è venuto in mente Lewis. Ma sicuramente su quello verticale il cubano amico di Minà è imbattibile.
    @Cannonball1: all’epoca dello Skylab furono fatti tutti questi test. Si aveva una serie di dinamometri e si poterono calcolare tutta una serie di impulsi muscolari in assenza di peso. E come variavano quando gli astronauti rimanevano a lungo in orbita. Anche i russi nella MIR fecero test analoghi, ma non si videro da parte loro molte pubblicazioni.
    Se ti interessano i risultati esatti, cerco il fine settimana. Ma mi ci vuole un po’
    @Cannonball2: che massa inerziale puo’ opporre alla mia accelerazione? Forse non ho capito bene la domanda. Io parto dal fatto che massa inerziale e massa gravitazionale siano la stessa cosa. Ci si potrebbe discutere anni su questo.
    Quando sei in caduta libera senza attrito, la massa degli oggetti non conta. E lo stesso dicasi per la creazione dell’impulso al momento del crash.
    O forse ho capito male la tua domanda.

  8. Ehm, Neri, ma quello specie di outing che avresti dovuto fare in caso di una certo evento, è già passato in cavalleria? Scomparso, sbianchettato da Macchianera come gli omissis dei PDF americani?
    Già seppellito dalle netgirls e dalle anticipazioni per i prossimi reality sciò??

  9. … quindi l’astensione e’ una specie di saltino, giusto? – non crederai, vero, che ci ne siamo dimenticati?

  10. @Fabrizio: diciamo che massa inerziale e gravitazionale sostanzialmente coincidono. Mi riferisco a quella inerziale, che concettualmente va applicata in questo contesto. Se l’ascensore avesse la mia stessa massa (equivalente a ca. 85kg peso), la spinta per spiccare il salto si distribuirebbe equamente fra me e l’ascensore, ovvero salterei la meta’ di quanto salterei se l’ascensore fosse ancorato ad un sistema inerziale piu’ solido (escludendo l’attrazione gravitazionale). Ho dato un’occhiata sui siti dei costruttori e mi sono fatto l’idea che una media approssimata del peso a vuoto di una cabina sia di circa 1200kg. Ne deriva che al momento di saltare, circa il 6,6% della mia spinta si disperda “accelerando” la velocita’ di caduta dell’ascensore, e quindi solo il 93,4% contribuisca alla mia decelerazione. E’ corretto questo ragionamento? Lo stesso avrebbe dovuto applicarsi all’intero Skylab, che pero’ probabilmente aveva una massa totale tale da rendere minima la dispersione verso lo skylab…
    Se invece intendi dire che il salto va spiccato al momento del crash (e quindi il sistema ascensore e’ ancorato al sistema inerziale pianeta terra), a parte la difficolta’ di farlo in quell’istante preciso, ma il mio piede dovrebbe cmq sopportare la decelerazione per poter trasmettere la spinta. Mi pare la cosa non funzionerebbe.

  11. Ora capisco. Tipicamente la differenza di massa in questi sistemi è notevole. E ovviamente non si parla di salto “al momento del crash”, ma una frazione prima.
    Il caso su cui puoi trovare più letteratura è il seggiolino ejettabile, più che quello degli astronauti sullo Skaylab.
    Tra parentesi il caso del seggiolino è quello che confuta al 100% la frase finale del Neri sul fatto che il saltino sia impossibile. Se riesco a mettere insieme un paio di foto e video, faccio un post su un caso molto noto in astronautica; il caso coinvolse Neil Armstrong durante i test del LEM. E lui fece il saltino, aiutato dal seggiolino ejettabile, proprio una frazione prima di schiantarsi.
    Altro caso mitico, già citato, fu il secondo test della Soyuz, nella quale gli astronauti si ejettarono ad una velocità pazzesca, sopportando la massima decelerazione retta da un essere umano. Ci vollero un paio di settimane per farli uscire dallo shock…

  12. C’e’ un fattore che non avevo considerato: se l’ascensore sta cadendo alla sua velocita’ massima (cioe’ quella determinata dall’accelerazione gravitazionale bilanciata dalla resistenza aerea) il mio salto non potra’ accelerare la caduta dell’ascensore che di una misura minima, quindi quasi tutta la forza della spinta si tradurra’ in decelerazione, anche se la massa dell’ascensore fosse, per ipotesi, di pochi kg.

  13. Ho sempre avuto fede nel saltino.

    Un sentito grazie a Wittgenstein (e a Macchianera) per avere fatto (finalmente) emergere questa filosofia. Ora mi sento meno solo, e meno stupido.

  14. Considerazioni in ordine sparso:
    1. se l’ascensore è alla sua velocità massima, non si salva neanche carl lewis (che IMHO, da fermo ha più elevazione di Sotomayor :) )
    2. se non è alla velocità massima, bisogna capire quanto della spinta del salto si trasforma in decellerazione del saltatore e quanta in accelerazione dell’ascensore
    3. essendo la “fede nel saltino” una questione più filosofica che fisica, nn sono questi i termini in cui parlarne ;)

  15. zephir, e se ci accordassimo su michael jordan di 15 anni fa per l’elevazione da fermo?

  16. Zephir, a parte il “saltino” per sè, tu sei un negazionista neocon! :-)
    Voglio dire, e allora i seggiolini ejettabili dove li mettiamo. Quelli funzionano proprio secondo quel principio.

  17. Suppongo che il Vince Carter recordman di “salto del francese” vada bene lo stesso.
    Ora una domanda da uno che di fisica non sa GNENTE: ma nell’ascensore in caduta libera, nel momento in cui uno spicca il saltino, non dovrebbe staccarsi dal sistema-ascensore e quindi non essere più solidale ad esso? Le mie reminiscenze delle superiori dicono che teoricamente quello dovrebbe proseguire il suo moto. Cazzatona?

  18. Sono tutte considerazioni irrilevanti: all’atto dell’impatto il tetto dell’ascensore collasserà sul pavimento uccidendo sul colpo l’occupante, saltino o no …
    (era ironica, si capiva no?)

  19. Scusate, ma il caro vecchio metodo sperimentale?

    Nel senso: qualcuno conosce una persona che è sopravvissuta a un impatto d’ascensore facendo il saltino? Ne ha parlato google? No.

    Nessun sopravvissuto, che si sappia.

    Quindi fino a prova contraria il saltino non funziona.

  20. @Apis, dipende, che succede se a cedere e’ stata la sola piattaforma dell’ascensore?

    @Zephyr, se la velocita’ massima di un corpo umano in caduta libera si aggira sui 280-300kmh, immagino che il peso di un uomo sulla piattaforma di un ascensore generi una velocita’ massima considerevolmente inferiore, diciamo intorno ai 150kmh? A quel punto un salto a circa 3m/s=11kmh decresce la velocita’ di impatto di….mmmmh pochino. OK, ti sfracelli…

    @Fabrizio, i seggiolini ejettabili funzionano con una logica tutta diversa: se l’ascensore non avesse il tetto e tu avessi un paracadute a disposizione, ti basterebbe aprire il paracadute per salvarti. Il seggiolino ti apre il tetto e ti mette in posizione di aprire il paracadute: che c’azzecca il saltino? I piloti mica si salvano ejettandosi all’ultimo momento, si salvano perche’ aprono il paracadute del seggiolino ejettabile. E se non sbaglio, se lo fanno troppo tardi il seggiolino non serve a un cavolo.

  21. Scusate, ma paragonare l’effetto di un seggiolino eiettabile a quello del saltino equivale a paragonare la spinta del booster di uno Shuttle ad una scorreggia.
    E che diamine :-)

  22. Ma lo vuoi capire si o no che ormai è lo strumento Blog è già morto, che Bloggerdam si è ripiegata su se stessa , che metabloggin’ e autoreferenzialismo sono ormai le parole d’ordine. Il giocattolo si è rotto, se non lo hai ancora capito, distrutto da BLOGSTARLETTE come te, dal vostro blogo-sciovinismo ( “chi non sta con me è contro di me”; “chi mi ama mi segua”),e la vostra creazione di un pervadente culto della personalità di stampo maoista.

    salvati prima che la nave affondi

  23. A me piacerebbe sapere se c’è qualcuno che a questa storia del saltino non ci ha MAI pensato.
    E che cosa significa il fatto che tutti abbiano pensato all’ascensore e al saltino?
    Ok, la speranza di salvarsi la vita, la fine che non è ineluttabile, e tutto quello che avete scritto. Ok, ma perché proprio l’ascensore e il saltino?
    Altre situazioni analoghe con soluzioni altrettanto teoriche?

  24. Leo/Cannonball, un caso c’è, anche se non proprio nella configurazione “saltino”. Trattasi di Neil Armstrong, il primo astronauta che andò sulla Luna.
    Stava testando il simulatore del LEM, queste è andato giù a piombo, e ha fatto il “saltino” con un seggiolino ejettabile.
    Il caso è molto simile: vai già a sasso, un attimo prima dello schianto ti lanci in alto.
    Ovviamente la questione paracadute è interconnessa, ma ti assicuro che il Neil ha fatto appena in tempo ad aprirlo, e non gli ha fatto molto…

  25. @joy tempest: io ci ho pensato un sacco, sono sicuro voglia dire che sono semplicemente un nerd… ma voglio convincermi che significa che ho una mente attiva e brillante.
    @Cann & Fabri: il seggiolino eiettabile ti spara a una velocità non indifferente rispetto alla velocità di caduta dell’aereo, inoltre il suo scopo principale è di spararti il più lontano possibile dall’incidente per poter aprire in sicurezza il paracadute (credo).
    Il saltino in un ascensore che cade è inutile. Il saltino serve se stai ribaltando il divano come in “cantando sotto la pioggia”; in situazioni serie non serve a niente (ma pensare di poterlo fare dà fiducia :) ).

  26. Zephir, principalmente per allontanarsi. Ma ci sono state situazioni, e quella di cui parlo io lo era, in cui il seggiolino ha fatto fare il “saltino”.

  27. Credo sia memorabile comunque poter affermare che, a parte seggiolini ejettabili stile James Bond, siamo tutti concordi nel ritenere che il saltino nell’ascensore non serve a un cazzo. Un momento storico, memorabile!
    Secondo me, se stai andando giu’ a palla di cannone, non serve neppure nella vita. Meglio un paracadute.

  28. Concordo.
    Una sega mentale “utile” potrebbe essere stabilire con precisione in quali casi il saltino – effettuato con le gambe dell’uomo medio – può essere efficace, ma questo ci bollerebbe definitivamente come nerds ;)

  29. Zephir, non ti sei letto il mio primo commento da nerd.
    Funziona solo in questo caso: caduta dal 3-4 piano, ascensore senza parti contundenti, persona ancorata al pavimento…

  30. io invece ero curioso di sapere per quale motivo si presume che carl lewis da fermo abbia maggiore elevazione di sotomayor…

  31. perchè saltare 9 metri in lungo richiede più impulso che 2 e 50 in alto. Non è un caso che i lunghisti sono anche 100ntisti. Mentre gli altisti fanno solo salto in alto.
    Che è più tecnica che potenza…

  32. sì, ma quindi quello che tu chiami “impulso” e che è funzionale alle velocità è lo stesso identico impulso che si attiva nel momento in cui si salta da fermo?

  33. Non ci posso credere…anche sul blog! Ma come mi avevate detto che non ne dovevate più parlare e invece riecco il saltino tanto citato a Riva del Garda..! E comunque il saltino è un po’ come la sigaretta per un “dead man walking”…tanto indispensabile quanto inutile!

  34. su lewis e sotomayor: il punto è che la potenza del lunghista/centometrista si esprime solo con adeguata rincorsa, mentre il saltatore in alto in pochissimi passi si mette in condizione di zompare al massimo. E siccome in un ascensore di solito il posto per un lancio adeguato manca, voto per sotomayor.

    in generale: togliamo tutti gli elementi costruttivi dell’ascensore (il pavimento che cede, la testa che batte sul soffitto ecc)
    in astratto, la nostra spinta per compiere il saltino deve essere UN PO’ PIù VELOCE della velocità di caduta dell’ascensore, altrimnti non ci stacchiamo dal pavimento, che va giù a tot m/sec
    poichè la nostra possibilità si spinta è limitata, non so dire a quanto di preciso, ma non molto, è evidente che appena l’ascensore in caduta libera prende velocità non riusciamo a staccarci dal suolo (come non riuscirenmmo ad avanzare su un tapis roulant che procede a 70 all’ora non perchè non si possa compensarne il moto in senso opposto al suo, ma perchè è troppo veloce per noi).
    Però, in teoria, se uno ha la potenza sufficiente nelle gambe, sì, la cosa funzionerebbe (ripeto, in assenza di altri vincoli materiali tipo sbattere il gomito contro la pulsantiera o ricadere con il buco del culo sull’ombrello, che sono altri discorsi).

    del resto chiunque sia pratico di bicicletta sa che un sistema per evitare una caduta rovinosa, quando la si intuisce con un attimo di anticipo è anticipare l’impatto al suolo e saltare dalla bici: ma infatti questo avviene a velocità “umane”!

  35. Piti, arrivi tardi, moooolto tardi. Cmq, tanto per riferirmi ad uno degli esempi da te citati: immaginiamo di trovarci su un tapis roulant che avanza alla velocita’ di 70km orari verso un muro di cemento. A 70km probabilmente moriremo. Se cominciamo a correre in senso opposto, poniamo a 30 all’ora (con tutte le forze forse ce la facciamo) la velocita’ di impatto sul muro sara’ 40kmh, sensibilmente inferiore. Se a correre sul tapis roulant era il Mennea dei tempi migliori, in grado di raggiungere i 40kmh, l’impatto col muro avviene a 30kmh, probabilmente ammaccato, ma forse non si rompe nemmeno un osso. Capito ora?

    Mi sembra avessimo tutti concordato che la velocita’ a cui riusciamo a saltare (circa 10kmh) non ridurrebbe la velocita’ di caduta in maniera sufficiente a salvarci, a meno che non stiamo cadendo da soli 3-4 piani, e riusciamo in qualche modo a darci una spinta verticale (cosa improbabile perche’ a quel punto siamo in caduta libera ed in assenza di peso, quindi stiamo galleggiando a mezzaria dentro la cabina dell’ascensore).

  36. A quanto pare la fisica moderna non è ancora arrivata su macchianera.
    La velocità di impatto al suolo dell’ascensore non è rilevante, basta per uccidervi, ok ?
    Ora saltate, con tutte le forze : vi staccate dal pavimento dell’ascensore e state in aria tre secondi, come il Michael Jordan dei tempi migliori .
    Fino a qui ci siete tutti ?

    Bene, siete stati tre secondi in aria RISPETTO AL PAVIMENTO DELL’ASCENSORE.

    Non importa che stia volando verso il basso, voi riuscireste a saltare comunque, perchè l’accelerazione è costante.

    Una volta saltati,all’interno di quel sistema chiuso, rappresentato dalla cabina dell’ascensore vi state muovendo verso l’alto, si, MA TUTTO IL SISTEMA STA ANDANDO GIU’ VERSO LA VOSTRA MORTE,perchè l’energia che dovrete subire alla fine del volo non è cambiata.

    Il resto sono palle.

    Se non vi suona, trovatevi la puntata di mythbuster in cui fanno l’esperimento, anche se non ce ne sarebbe bisogno.

  37. ok, chi gli risponde a questo maxegb?
    ve lo chiede uno che ha solo elementari conoscenze di fisica e che è qui per imparare qualcosa.
    al di là del fatto che il tipo è palesemente un pò stronzo mi pare che il dato “tecnico” in cui è in aperta contraddizione con tutti i precedenti commentatori sia il seguente:

    “Non importa che stia volando verso il basso, voi riuscireste a saltare comunque, perchè l’accelerazione è costante”

  38. Maxegb qualche cosa di giusto l’ha detta.

    E’ vero ke l’accellerazione è costante ma non è tale da permettere di “gallegiare” in area come se si fosse in assenza di gravità (l’ascensore a causa dell’attrito dell’aria non può raggiungere i famosi 9.822 m/s^2).

    Nessun umano, come è già stato detto, può compensare tutta l’energia accumulata durante la caduta libera con un semplice “saltino”.La MORTE quindi arriva,con una frazione di secondo di ritardo ,ma arriva.

    Il tutto cmq si può semplificare così:la massima altezza che permetterebbe di salvarsi con un saltino equivale a quella da cui si riuscirebbe a saltare con le proprie gambe.
    Cioè se io riesco ad “assorbire” con le mie gambe un salto da 3 metri significa che se l’ascensore si rompe a 3 metri d’altezza in teoria il “saltino” avrebbe buon esito ma in pratica è propbabile ke me la cavo con qualche ammaccatura.

    Infine,le ossa rotte saranno direttamente proporzionali all’altezza in caso di caduta [Questa è una nuova legge di Murphy]

    P.S.->
    Ultimissima cosa: l’uomo + adatto a fare il saltino sarebbe Carl Lewis (in quanto atleta + veloce) perchè quello che conta è la forza esplosi che si riesce ad esprimere.Cioè chi arriva + lontano con un salto.Dei buoni candidati a fare il saltino sarebbe i giocatori NBA.
    La forza esplosiva cmq viene normalmente misurata dai medici sportivi con uno strumento apposito.Tale forza è direttamnete proporzionale alla velocità.

  39. Beh, “palesemente un po’ stronzo ” non me lo avevano mai detto, grazie mille.
    Solitamente sono più urbano di così (sia chiaro, rimandendo comunque l’infame bastardo di sempre, altro che “un po’ stronzo”), ma mi sono letteralmente imbestialito a leggere non tanto chi sa di non sapere ( non c’è nulla di male in questo), ma chi argomenta in maniera pseudoscientifica un fatto che in termini fisici è talmente banale : Il salto in lungo richiede piu impulso….il seggiolino eiettabile ( che funziona per tutto un’altro motivo )….la velocità sultapis roulant….blah,blah,blah.

    Poi ci ho ripensato e mi è tornato in mente l’esperimento della palla nel cestino.

    Funziona così : prendete una palla ed un cestino per la carta straccia.
    Mettete il cestino in un corridoio o in un parcheggio, poi date la palla ad un’amico e ditegli di correre verso il cestino tenendo la palla all’altezza della vita , lasciandola cadere in modo che ci arrivi dentro.
    La maggior parte delle persone lascerà andare la palla quando la mano con cui la tengono è sopra al cestino, mancandolo clamorosamente.
    Perchè lo mancano ? Ovvio, la palla è FERMA RISPETTO A VOI, MA RISPETTO AL CESTINO SI MUOVE IN AVANTI ALLA VELOCITA’ DELLA VOSTRA CORSA.
    Nonostante questo principio sia banale, quasi tutti lo ignorano.
    Il che non è un problema, il problema è che a differenza della geografia, della musica, delle lettere o persino della filosofia quasi nessuno ammette che le sue conoscenze istintive della fisica possano essere errate.
    Volete un’altro esempio : entrate in auto ed accelerate (in autostrada ! ) fino a 100 Kmh portando la stessa palla di prima.
    adesso lanciate la palla verso il lunotto: rispetto all’abitacolo dell’auto la palla si muove all’indietro, ma rispetto al poliziotto che sta fermo a bordo strada (diverso sistema) sia la palla che l’auto stanno andando in avanti alla stessa velocità.
    ancora un’esempio ? visto che tanto siete in auto assicuratevi che non ci sia nessuno dietro e piantate un’inchiodata. i CD che tenete sul sedile del passeggero volano in avanti.
    Come mai? eppure fino ad un’istante fa erano fermi, chi li ha spinti ?
    Sento già la risposta ” stupido, è l’inerzia”.
    già, perchè secondo voi quella nell’ascensore non esiste?

    @Ataturk : non capisco cosa c’entri l’entità dell’accelerazione e l’eventuale galleggiamento. Comunque hai ragione nel dire che l’attrito dell’aria impedirebbe all’ascensore di scendere a 9.8 m/s^2.
    Pienamente d’accordo anche sul resto, se il cavo dell’ascensore si rompe a tre metri potremmo sopportare l’impatto. Di fatto non dovremmo neppure saltare, basta piegare le gambe
    Poi moriremmo lo stesso per il tetto che ci casca in testa, ma quello è un’altro problema.

    Ad ogni buon conto, non vi preoccupate troppo: gli ascensori hanno dei sistemi di sicurezza tali per cui se la tensione sul nastro viene a mancare si attivano in automatico i freni di emergenza.
    alla peggio, sul fondo del pozzo ci sono dei pistoni idraulici che assorbono parte dell’impatto.

    Se volete vedere come è fatto un’ascensore moderno : http://science.howstuffworks.com/question730.htm

    Ps, c’è anche una risposta a questa stessa domanda ed indovinate un po’ ? concorda con la mia ;-)

  40. @ Maxegb

    Pensavo che citando l’accellerazione costante facessi un indiretto riferimento anche alla gravità zero(quindi assenza di peso e relativa maggiore facilità di movimento),che si raggiunge “cadendo” appunto ai famosi 9.82 m/s^2.
    Cioè non capivo altrimenti il riferimento all’ accellerazione costante che di per sè non dà un contributo al problema del saltino.Non capisco perchè l’accellerazione COSTANTE dovrebbe favorire o meno il fantomatico “saltino”

    Visto che si citano esperimenti curiosi anke io ho il mio,classico ed Einsteineiano:
    -Se qualcuno si trovasse nelle condizioni di caduta libera(a=9.82), all’interno di un’ascensore prima di fare il saltino o invocare la provvidenza divina gli consiglio di fare questa prova . ..
    “Prendete un mazzo di chiavi e dategli un colpetto:con sommo stupore vedrete il mazzetto di chiavi che si muoverà da una parete all’altra con moto uniformemente accellerato,sempre all medesima altezza dal pavimento,come se galleggiasse in aria ”

1 Trackback / Pingback

  1. Dmag.it » Blog Archive » SlinguaMilano

I commenti sono bloccati.