Inaudita censura di Zapatero alla libertà di satira del Vaticano

evozap.jpgLa vicenda risale a dicembre scorso e venne, all’epoca, sottovalutata dalla stampa europea che non seppe cogliere i primi sintomi dell’attacco alla libertà di satira che i paesi del Terzo Mondo si preparavano a sferrare contro l’Europa, l’Illuminismo e la libera stampa rappresentati, nell’occasione, dalla Conferenza Episcopale Spagnola.

Ricordiamola, dunque.
Succede che in Spagna c’è questa radio del Vaticano, la COPE, nota per essere molto aggressiva e anche un po’ calunniosa. Una specie di Libero o di Jyllands-Posten via radio, se non ho capito male.
E succede che poco prima di Natale ‘sta radio pensa bene di telefonare a Evo Morales, presidente neoeletto della Bolivia, affidando a un imitatore il compito di spacciarsi per Zapatero.
Il povero Morales, quindi, si vede chiamare da quello che lui crede essere il presidente del governo spagnolo che gli fa gli auguri. Rimane probabilmente un po’ perplesso sentendosi dire cose tipo: “Bene, ora io, te e Chavez ci metteremo insieme per combattere l’imperialismo!” ma, insomma, ci casca e poco dopo dichiara alla stampa che Zapatero, oltre ad avergli fatto un’affettuosa telefonata, ha pure accettato il suo invito ufficiale in Bolivia.


Zapatero cade dalle nuvole, ovviamente, e inoltra una perplessa smentita.
La sera stessa la COPE manda in onda la telefonata e con lei i telegiornali spagnoli tutti e, ovviamente, Evo Morales si incazza assai.
Ma proprio assai.
Anzi: tutta la Bolivia si incazza assai. Mentre, intanto, mezza Spagna medita di sotterrarsi per l’imbarazzo e l’altra mezza si sganascia, lì per lì, e lo stesso dicasi per il continente ispanoamericano tutto.

Il governo boliviano convoca l’ambasciatore spagnolo e dichiara che questa faccenda può seriamente compromettere i rapporti bilaterali, se la Spagna non si precipita a scusarsi.
Il governo spagnolo, a sua volta, convoca il Nunzio Apostolico per esprimergli la sua indignazione ed esigere che ci si scusi con la Bolivia.
I vescovi spagnoli emttono una nota in cui dichiarano che si scusano profondamente e che anche la loro radio si scuserà immediatamente.
Il ministro della Giustizia spagnolo chiede che si proceda anche per via penale e, indignato, sottolinea: “Ciò che non sarebbe mai successo a un presidente europeo succede a un popolo iberoamericano che viene umiliato e offeso da una posizione di presunta superiorità. Consideriamo tutto ciò inaccettabile e riteniamo che pregiudichi fortemente l’immagine della Spagna all’estero.”
La Conferenza Episcopale Spagnola presenta le sue scuse alll’ambasciata boliviana.
L’ambasciata boliviana considera le scuse insufficienti.
Il Nunzio Apostolico legge la dichiarazione di scuse davanti alle televisioni spagnole.
La COPE rimuove la registrazione della telefonata dal suo sito.
L’incidente si chiude, infine, con Zapatero che si scusa personalmente con Evo Morales e lo invita ufficialmente in Spagna, e tutto è bene quel che finisce bene.

Ora: io direi che il caso andrebbe riaperto.
Suggerisco, quindi, che tutti i cittadini danesi, France Soir, Staino, Sofri, Macchiaradio e La Padania – oltre, naturalmente, a Sabina Guzzanti – prendano le distanze dal comportamento liberticida di Zapatero e rilancino la campagna di scherzi telefonici a Evo Morales inaugurata dalla radio vaticana, allo scopo di fare comprendere alla rozza popolazione boliviana e al suo malvestito presidente che la libertà di satira di uno stato europeo quale è il Vaticano non si tocca e che, soprattutto, non si azzardino a boicottare i prodotti spagnoli, ché l’idea di dovermi mettere un intero prosciutto Serrano a mo’ di banner sul blog mi disturba abbastanza.

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9 Commenti

  1. [quote] Altrimenti, una può anche pensare che l’unica satira che vi sta a cuore sia quella sui musulmani. [/qoute]
    Lia. Qui puoi far valere le tue ragioni e fare un confronto, secondo me, sballato. E’ nel tuo diritto, non sono d’accordo (e nel mio diritto) ma morta lì.
    Adesso citami uno, dico uno, che difende l’operato dei danesi in tutto l’Islam, peggio che possa permettersi di farlo, si certo sbagliando, ma perché no?
    Questa è la differenza. Si chiama rispetto, che non è assecondare tutte le paranoie del mondo.
    Poi posso anche non aver capito, ma sono libero di non capire e così vorrò morire.

  2. L’esempio di Lia è meno ardito, estremo e paradossale di quanto sembri. E non è neppure una questione puramente legale come qualcuno suggerisce.

    Il punto è che l’emittente spagnola è andata a toccare un nervo che sapeva scoperto. La vittoria dei partiti popolari in America latina, non semplicemente di sinistra ma proprio popolari nel senso di rappresentanti la porzione maggioritaria e più esclusa del continente, sta avendo gli effetti di un terremoto laggiù. Sociale, politico, economico. Non passa giorno che la legittimazione dei governi Lula, Chavez e ora Morales (per citarne alcuni) non venga messa in discussione. Sia dall’opposizione interna, che da fuori. Pensate per esempio alla recente sfuriata del nobel Mario Vargas Llosa sulla presunta emarginazione dei bianchi di fronte alla avanzata indigena. O si pensa alle bordate che arrivano dal vicino nordamerica, e mica solo sui soliti Chavez o Castro: la tensione è sotto controllo ma altina anche con il Brasile e non da meno l’Argentina.
    La vittoria di un indio, con la storia di Morales, è un fatto storico per la Bolivia. Visti i precedenti anche sanguinosi della loro storia continentale e la uhm “resistenza” manifestata in passato dalle élites e dalla casta militare ai cambiamenti non graditi, sono piuttosto sensibili ad attacchi che li discreditino. Per noi può essere più o meno tutto una burla (specie in Italia dove viviamo in una barzelletta infinita), per loro è una cosa estremamente seria. Alcuni di questi governi pur avendo ottenuto alle urne risultati entusiasmanti, poggiano su equilibri traballanti e tutti da consolidare.

    Non si tratta quindi di un semplice incidente diplomatico. C’è una radio di un paese influente come la Spagna che rilascia a mezzo stampa una registrazione che scredita Morales come solo un altro amico dei barbudos, un altro esaltato della retorica antimperialista con chissà quali grilli per la testa. A noi può persino sembrare innocente come episodio, per loro è delegittimazione pura, proprio quando avrebbero bisogno del contrario.

    Non si spiegherebbe altrementi, scusate, perché i boliviani non abbiano lasciato cadere il caso, visto che dopotutto dall’altra parte si trovavano il paese e il governo più vicino ed amico in Europa. Perché imbarazzare gli amici?

    Davvero non si vede l’analogia con le vignette? Una provocazione fatta con intenzione e sapendo dove colpire da parte di un soggetto iniziale. Provocazione il cui contenuto offensivo e danneggiante non viene colto dalla nostra opinione pubblica. Per cui magari disapprovando il gesto non sembra poi una così grave questione.
    Da qui in poi l’analogia finisce perché nell’altro caso si sono mosse le vie diplomatiche.
    Ma è molto istruttivo che riesumandolo si raccolgano anche qui opinioni che lo minimizzano non afferrando la questione in gioco.

    Come nel caso delle vignette c’è un atteggiamento di diffidenza e derisione da parte dei nostri media di cui semplicemente non siamo nemmeno consapevoli. La stampa europea, progressista e illuminista, un giorno sì e un giorno no, pubblica un articolo di presa di distanza da quella che sta succedendo in America latina. Chiaro che non conoscendo le premesse le reazioni sembrino irrazionali, improvvise e ingiustificate.

    ciao

  3. Anto’ non c’è bisogno di essere d’accordo né con le vignette, né con gli scherzi del telefono né giudicarli con indulgenza. Il punto però non è questo. Se ci stacchiamo dal particolare emerge una manovra per far invocare la censura e farlo fare proprio alle forze culturalmente più sensibili dell’opinione pubblica, mentre i coatti di destra fanno finta di sbraitare a sostegno della “libertà”. In questo Lia ha ragione, ma stiamo cadendo in una trappola fascista.

  4. Lia,
    Ho sempre apprezzato i tuoi post, e ti prego di continuare su questa linea e’ importante! Pero’ c’e’ una cosa che dovresti imparare. Esistono luoghi dove la democrazia e’ dannosa! Questi luoghi sono: in barca, in azienda e nei blog. In barca il capitano decide, in una tempesta non c’e’ tempo di discutere cosa fare si deve agire alrimenti si muore, in azienda l’amministratore delegato (o al piu’ il consiglio di amministrazione) decide. In un blog si “posta” e non si risponde, salvo casi rarissimi, ai commenti.

    Per il resto complimenti!
    E buona vita.

  5. ma come si fa ad essere così sicuri che in mancanza di scuse (che però in questo caso ci sono state e tempestive pure) i boliviani non sarebbero scesi in piazza e magari bruciato bandiere spagnole o attaccato ambasciate europee: come si fa ad escluderlo, in base a quale logica?
    Mi sembra che i sostenitori di questa nostra “civilta” dimentichino troppo facilmente che cose “assai violente” come quelle che abbiamo visto nei paesi arabi in questi giorni qui ce ne sono a iosa: bastano i tifosi, i piromani, i no-global la polizia o volete aggiungere qualche altro esempio?

  6. Un pò di fantacronologia (Scenario 1)
    – Una radio danese affida ad un imitatore, nel ruolo del premier iraniano Ahmadinejad, il compito di telefonare all’omologo siriano Mohammad Naji Ottri che, insomma, ci casca e poco dopo dichiara alla stampa che Ahmadinejad, oltre ad avergli fatto un’affettuosa telefonata, ha pure accettato il suo invito ufficiale in Siria.
    L’iraniano cade dalle nuvole, ovviamente, e inoltra una perplessa smentita.
    La sera stessa la radio danese manda in onda la telefonata (…)
    – Il governo siriano convoca l’ambasciatore iraniano.
    MA.
    L’ambasciatore iraniano non si presenta perchè è impegnato a farsi un pedicure.
    Comincia il boicottaggio della Siria contro l’Iran.
    – L’ambasciatore siriano chiede udienza ma gli vien risposto picche.
    I giornali siriani cominciano a pubblicar notizia del gioco sporco dei vicini.
    – I siriani le tentano tutte ed alla fine, utilizzando uno di quelli che vedi nei film americani che di lavoro consegnano ingiunzioni, riesce a far pervenire al governo iraniano una richiesta formale di scuse.
    Il rappresentante del governo iraniano dice che , insomma, lui non può farci niente, eppoi non c’è nulla di illegale e, alla fine, in nome dei buoni rapporti tra vicini, prende il cartoncino con la richiesta di scuse formali e ci fa dei filtrini.

    Un pò di fantacronologia (Scenario 2)
    – Una radio danese affida ad un imitatore, nel ruolo del premier iraniano Ahmadinejad, il compito di telefonare all’omologo siriano Mohammad Naji Ottri che, insomma, ci casca.
    Lo pseudo premier dice che Bin Laden e il mullah Omar e Zarqawi dormono nella sua stanza per gli ospiti e che si appresta a lanciare una dozzina di atomiche fatte con l’uranio, comprato nel Niger, su Israele ‘prima di lunediiiiì’, ed il siriano gli risponde in rima e finiscono cantando insieme tutta la canzone di Vasco.

    La sera stessa la radio danese manda in onda la telefonata (…)

    Bush sente la trasmissione in radio. In meno di 24 ore rade al suolo Sirian, Iran, Pakistan e l’Illinois (fuoco amico).
    Nello stesso lasso di tempo scrive, pubblica, pubblicizza e recensisce quattro nuovi libri.
    Nello stesso lasso di tempo, la signora Sabina Negri coniugata Calderoli ha il suo primo orgasmo interno da donna sposata…

  7. Era ‘Nello stesso lasso di tempo la Fallaci scrive, pubblica, pubblicizza e recensisce quattro nuovi libri.’

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