Lego Nord:
la satira è una cosa troppo seria per lasciarla fare ai danesi

Lo scandalo mondiale delle vignette anti-Islam riaccende in Europa la discussione sui limiti della satira: forse è meglio vietarla nei paesi a nord del Benelux.
Danimarca, il dramma di una nazione eccezionalmente progredita nei costumi, ma drammaticamente arretrata nel disegno umoristico: i primi graffiti rupestri risalgono al 1912 e i massimi campioni di comicità danese sono tuttora il principe Amleto e Soren Kierkegaard. La libertà d’espressione non si tocca, ma, potendo scegliere, preferiremmo rischiare la guerra santa per una vignetta di Altan che per le caricature xenofobe dei Forattini vichinghi: se quella è satira, Borghezio potrebbe essere un eccellente ministro degli Esteri.
Ora la Danimarca vorrebbe ricostruire il dialogo con gli arabi, ma disgraziatamente "Dialogo con gli arabi” è l’unica serie di mattoncini che la Lego non ha mai pensato di produrre. Forse l’arma più efficace per placare l’ira musulmana contro le ambasciate scandinave è diffondere sui media islamici la "Sirenetta” e la "Piccola fiammiferaia" di Andersen: straziati dalla commozione, i fanatici torneranno a casa in lacrime.

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31 Commenti

  1. A proposito di lego! Nel suo blog, Luca Sofri ha forse un tantiino esagerato, mettendo il link ad un sito che incoraggia a comprare danese. Sembra quasi che il Sofri detesti anche le proteste islamiche civili.Mah!

  2. Io in Danimarca ci ho vissuto qualche mese, anni fa. Nonostante notevoli conquiste sociali ormai consolidate da anni e una mentalita’ generalmente tollerante, esiste anche molto razzismo. E io, come italiano dall’aspetto decisamente mediterraneo, ne ho fatto le spese (talvolta con qualche levata di gambe di emergenza). Ma i danesi sono molto bravi a non far sapere queste cose in giro e a promuovere all’estero un’immagine tollerante e progressista di loro stessi. In piu’ il giornale che ha pubblicato i disegni e’ noto per essere la voce piu’ populista e ignorante dei settori provinciali, conservatori e xenofobi della popolazione. Un po’ come l’inglese Sun. Insomma, una contraddizione incredibile. Danimarca, un paese progressista e fascista allo stesso tempo. Provare per credere.

  3. Fantastico.
    Stiamo difendendo una specie di Libero della Danimarca, quindi?

    Qua si rischia la terza guerra mondiale perché non sappiamo il danese, pensa te.

  4. Francamente non mi sembra che, in risposta ad un più che lecito invito al boicottaggio, Luca Sofri, invitando a reagire acquistando prodotti danesi, stia protestando in maniera incivile. Ci si fosse limitati ai boicottaggi (o agli inviti all’acquisto, indicatori d’indignazione più che civili), non saremmo a questo punto.

    Poi, facciamo un’ipotesi. Domani vince la sinistra. Ok, non ridete, ho detto che è un’ipotesi. Domani vince la sinistra e Prodi diventa Presidente del Consiglio. E mettiamo che Libero (il quotidiano, ovviamente) non la prenda troppo bene, ed esca con una delle sue prime pagine. E mettiamo che in questa pagina ci sia una vignetta in cui Prodi è raffigurato come un grosso culo mortadelloso. Mettiamo che Prodi se la prenda (e non è una cosa insolita, per uno di sinistra, prendersela per una vignetta), e non solo denunci Libero, ma faccia arrestare il vignettista e sequestrare il giornale. Mettiamo.
    Ecco, chiedo: in quel caso, non ci schiereremmo tutti, per la prima volta nella vita, e malgrado non lo meriti, a fianco di Libero e della libertà di stampa? Chiedo.

  5. Il punto è che si è arrivati a questo punto quando ci si stava limitando ai boicottaggi, Gianluca.

    Dopodiché: sì, in quel caso ci schiereremmo tutti al fianco di Libero.

    Adesso te la faccio io a te, una domanda.

    Questa è una delle vignette che delle associazioni musulmane stanno lanciando allo scopo, dichiarato, di farci assaggiare la nostra stessa medicina:

    http://www.arabeuropean.org/newsimages/200602051139183570L.jpg

    Ora: ti dirò che io non credo affatto che il vignettista andrebbe arrestato o il sito oscurato.
    Ma tu sei disposto a montare un can can per rivendicarla e a dare voltairianamente la vita per difenderla?

    Io ho il sospetto che se nostra risposta fosse “sì”, qualcuno disposto invece a hackerare il sito e a sparare al vignettista, prima o poi, verrebbe fuori anche nelle nostre libere fila occidentali. Sarebbe solo questione di tempo.

    Anzi: a dire il vero ne abbiamo un mucchio anche adsso. Il fatto che noi in genere non le appoggiamo, queste vignette, e ciò che toglie legittimità ai loro istinti liberticidi.

    No?

  6. Ma ci stiamo battendo per la libertà di satira nei paesi mediorientali? E la libertà di satira nei paesi occidentali dov’è?
    Dov’è la seconda puntata dello spettacolo di Paolo Rossi che doveva andare in onda su Rai 2?
    Dov’è la satira scorretta di Luttazzi?
    Dov’è la caricatura di mamma Rosa Berlusconi che doveva andare in onda domenica a quelli che il calcio?

    Punto fatto che la reazione islamica è esagerata e incivile, perchè pretendiamo che gli altri facciano quel che noi non facciamo?

  7. Sono toscano e la bestemmia è una cultura, anche se sanzionabile legalmente. E’ libertà d’espressione, ed “Il vernacoliere” livornese ne è un’esempio: non si può tacere perché si disturba la sensibilità altrui, altrimenti che satira è? E poi chi deciderebbe se fosse “giusta” o “sbagliata”, l’ONU, HAMAS O Bush? Preferisco difendere il diritto di permettere ad un fascista di esprimersi liberamente, piuttosto che far tacere tutti.
    Riccardo

  8. La reazione non islamica, ma di manifestanti che inneggiavano all’islam (è diverso) non è esagerata e incivile, è CRIMINALE!
    ricca

  9. Sono d’accordo che la protesta di Sofri, per quanto da me non condivisa, è assolutamente civile.
    Lui è libero di comprare prodotti danesi e i musulmani sono liberi di non acquistarli.
    Se ci si fermasse a questo, non saremmo certo qui a discutere.

  10. veramente a me risulta che il Jyllands Posten sia il maggior quotidiano danese, sia d’orientamento liberal-conservatore e abbia una tiratura di 700-800 mila copie (cioè quanto, e forse più, di repubblica e corriere; che in un paese di soli 5 milioni di abitanti non è male). Mi risulta anche che la danimarca sia un bel pezzo avanti nella difesa dei diritti e delle libertà rispetto ai paesi in cui si protesta.

    noi ci stiamo battento per la libertà di satira, punto. e per quanto io disapprovi le censure a rossi guzzanti ecc.. (per le quali ovvio mi batto) trovo una differenza tra scendere in piazza spaccare tutto, bruciare ambasciate e protestare civilmente. [e ribadisco vauro mette cristo in croce che spara ai ladroni e nulla glielo impedisce].

    un ultima cosa Lia, cosi intervistato risponde tawfik: ” i fondamentalisti temono l’ironia. Il loro scopo è quello di creare una società che viva nella paura del giorno del giudizio di Dio, e individui che desiderino la morte come mezzo per incontrare dio. Per quella gente la vita è dolore e il corpo deve sofrire per meritare l’aldilà. L’ironia è agli antipodi di questa ideologia penitenziale.”

    altro che consolazione qui siamo ancora a religione instrumentum regni e oppio…

  11. No dado, non sono d’accorto. Non ci stiamo battendo per il diritto di satira, perchè come tu hai appena ammesso, in Italia (occidente) non c’è.

    Una vignetta di Vauro non fa primavera: o Guzzanti/Rossi/Fo/Grillo ecc. possono tutti andare in televisione oppure è ipocrita ritenerci più liberi.

    I diritti o ci sono o non ci sono: non sono previsti i mezzi-diritti e le quasi-libertà

  12. no ci sono anche le sfumature….

    io qui posso dire tutto ciò che mi pare e fare altrettanto. là no. semplice

  13. per cortesia, qualcuno mi faccia capire il ragionamento insito in questi commenti. no, perché io ho capito che siccome in italia non va in video sabina guzzanti, è giusto inibire la libertà di stampa in danimarca. pensa che io ingenuamente credevo che chi si è battuto coraggiosamente in passato per la libertà di satira della guzzanti in italia, si dovesse battere ugualmente per la libertà di satira in danimarca.

  14. Mondo islamico in fibrillazione.

    ELEZIONI.
    PRODI: “SARA’ IL TRIONFO DELLA MORTADELLA”

  15. Il fatto e’ che ogni civilta’ ha i suoi tabu’. I nostri tabu’ non sono piu’, da decenni, quelli legati alla religione, ma altri. Alcuni esempi?
    -Nazismo e Fascismo: vedi indignazione generale per il saluto romano di Di Canio e per i simboli nazisti all’Olimpico. Sono esempi di liberta’ di espressione negata o no?
    -Pedofilia: non si viene arrestati solo perche’ si e’ violentato un/a bimbino/a ma anche solo per possedere sul proprio computer delle foto di bambini nudi in atteggiamenti pornografici (in finale si tratta di nugoli di bytes, grumi di elettroni organizzati in campi magnetici, eppure ci si va in galera).
    -Olocausto: in alcuni paesi occidentali basta negare l’olocausto ebraico per finire in galera.

    Dov’e’ il limite fra liberta’ d’espressione e offesa di un comune tabu’? Il problema e’ che ognuno avverte come inviolabili solo i propri tabu’, e non e’ in grado di riconoscere quelli altrui.

  16. Curiosamente si sono altri pseudo-tabu’ per i quali si e’ disposti ad accoltellare gli avversari, sparare razzi/fuochi d’artificio incendiari in faccia agli altri, lanciare ciclomotori sulla folla sottostante, premere sulla folla fino a far sfondare barriere di protezione e veder precipitare o calpestare coloro che sono colpevoli solo di tenere per una squadra avversa…

  17. Lo scontro non è sulla libertà di espressione… è tra le due civiltà. Da noi (occidente), in nome di qualche diritto (espressione, satira) si CALPESTA indifferentemente il pensiero di molte altre persone, troppo ben abituati che al massimo si finisce in TRIBUNALE o si sparisce dal video della TV… di là(oriente) credono ancora in qualche valore, nelle loro convinzioni e nella loro fede, certo magari lo esprimono in maniera aggressiva e antiquata, ma almeno ha una sua logica. D’altronde da noi puoi insultare (caricaturare) il papa, gesu, la madonna… e al massimo c’e’ qualche polemica… E’ forse è venuto il momento di riflettere sui NOSTRI VALORI???
    Perchè per avere più AUDIENCE, più VOTI, più SOLDI, più VENDITE… si è disposti a sputare su tutto e su tutti, pure sulla propria madre e sulle proprie parole/convinzioni???
    Riflettete gente…

  18. Aggiungo che mi fanno schifo quei politici, conduttori Tv, opinionisti, tuttologi ecc ecc che qualche mese fa’ si indigniavano pubblicamente, organizzando summit e cose varie, per difendere Guzzanti/Santoro… e oggi quasi-quasi difendono e comprendono le azioni degli integralisti mussulmani alterati per risata di troppo…

    Forse è proprio vero che al mondo d’oggi la gente ti rispetta solo se hai qualche centinaio di AK-47 e qualche kilo di troppo di C4… perchè davanti alla paura della morte, il resto è aria fritta!!! giusto?
    Non ci son più i valori e i politici di una volta…
    Pensiero dedicato ad entrambi gli schieramenti…

  19. Quando penso alla meravigliosa libertà riconosciuta in Danimarca mi ritorna sempre in mente che il Paese di Kierkeggard è anche un paese dove si può liberamente lasciare aperto un sito che inneggia alla pedofilia, con argomentazioni quali:

    1. La pedofilia è semplice espressione dell’essere umano.

    2. La persecuzione contro i pedofili è paragonata a quella degli ebrei (ritengono che la loro persecuzione sia ingiusta come quella degli ebrei)

    In merito alla nostra tanto decantata libertà di esprimere qualsiasi opinione sulla religione:

    1. Fino al 2002 (dopo Cristo, non avanti Cristo, ok?) Il reato di bestemmia era ancora un reato penale, con tanto di disparità di pene (pene maggiori) per l’attacco alla religione cattolica.

    2.ALCUNE SENTENZE DI CONDANNA PER VILIPENDIO

    Svariate sono state le ragioni che hanno portato, in passato, a essere condannati per vilipendio o turbamento di funzione religiosa.
    Alcuni esempi:

    costringere un sacerdote, mediante contumelie, a interrompere la funzione della benedizione delle case (1939);
    definire la Chiesa cattolica come «un nemico, puntello di tutte le infamie sociali» (1950);
    rivolgere la parola «vigliacchi» ai partecipanti a una processione religiosa (1953);
    dire che «la Chiesa è oramai diventata un mercato nero» e che «l’ostia consacrata era considerarsi fatta con farina» (1953);
    inveire a voce alta contro un sacerdote durante una funzione (1959);
    affiggere un manifesto riportante «le invenzioni della Chiesa cattolica romana, ovvero le aggiunte dell’uomo alla legge di Dio».
    affermare che i dogmi sono una invenzione dei preti e che la Chiesa cattolica insegna il contrario di quanto voluto da Gesù (1967).

    Spesso la giustizia è stata interessata in proposito, da esponenti ecclesiastici o privati cittadini cattolici, nei confronti di autori satirici ritenuti troppo provocatorî come le riviste Il Male, Cuore, o il film Il Pap’occhio di Renzo Arbore.

    Anche altri film, pur privi di intenti dissacratorî, sono stati oggetto di un processo. Pier Paolo Pasolini, accusato di vilipendio per La ricotta (episodio da lui diretto del film Ro.Go.Pa.G., 1963), dopo essere stato condannato in primo grado a quattro mesi di reclusione fu poi assolto in secondo grado. Il processo agli autori della pellicola Totò che visse due volte, Ciprì e Maresco, è ancora in corso.

    Un nuovo capitolo si è aperto nel luglio 2002, con la chiusura e messa sotto sequestro di cinque siti Internet giudicati dalla Guardia di Finanza «altamente offensivi per il sentimento religioso e la religione cattolica». La richiesta di chiusura era stata formulata direttamente dalle colonne del quotidiano vaticano L’Osservatore Romano.

    Corsi e ricorsi storici, forse ricorda qualcosa.

  20. dai non ci credo raccoss che non vedi le differenze: qui non li incarcerano non vengono perseguitati possono scrivere dove e cosa vogliono, fare spettacoli, manifestazioni, distribuire film, dvd… (non è che esiste solo la tv). non è magari abbastanza ma è molto rispetto ad altri posti.

    mettiamo le cose in prospettiva.

  21. Cosa ci fa più paura?

    Forse ammettere che criticare la nostra libertà di espressione, ma non tanto la libertà, quanto il modo con cui essa talvolta si esprime, significherebbe per forza dare ragione al diverso (in senso neutro)da noi, all’Islamico? Chi dice semplicemente: “Forse era meglio usare un pò più di intelligenza nell’uso delle vignette”, deve per forza essere condannato come sostenitore della censura di una libertà?

    Credo che sia necessario distinguere due punti, cosa che ci riesce difficile,lo so. Il primo è la possibilità,da parte nostra, di criticare un nostro diritto sacrosanto di esprimerci liberamente (perchè vi è un incontro di valori tra cui decidere, ad esempio); il secondo la necessità di condannare totalmente le violente proteste di questi giorni.
    Dobbiamo tenere distinte le due cose.
    Condannare le violenze non significa tacere una possibile critica contro le vignette.
    Criticare l’uso e il buon gusto delle vignette non significa essere in sintonia con le violente proteste, nè significa voler vietare la libertà di esprimersi. Nè ancora significa essere in balia di certa parte dell’Islam.

    Il problema reale, presente ma sottaciuto è semplicemente questo:
    Le violente proteste minacciano la nostra futura possibilità di esprimerci e di criticare certi aspetti dell’Islam?
    Saremmo tutti degli gnorri nel sostenere che questo non avrà alcun tipo di ripercussione su future prese di posizione nei confronti dell’Islam; anche se saranno proteste civili, l’idea di ripercussioni violente si ripresenterà ogni qual volta ci troveremo dinanzi alla possibilità di criticare o meno l’Islam. Se questo poi è un problema reale o probabilistico poco importa. Intanto, giustamente, ci si pensa anche 10 volte. E il pensarci può anche essere, forse in astratto, una limitazione al nostro esprimerci. Poichè non è una necessità naturale, ma un’imposizione esterna.

    Ma ci troviamo dinanzi così ad uno scontro di valori: da una parte il nostro diritto a criticare gli atti terroristici, dall’altro la necessità di esprimere critiche cercando di non offendere l’altro (che potrebbe avere una sensibilità nel riceverle diversa dalla nostra, giusta o errata che sia tale sensibilità)
    E’ una scelta tra due valori: scegliere di criticare l’altro anche a costo di offenderlo oppure scegliere di non offendere l’altro limitando un poco la mia possibilità di critica, e tale scelta,come qualsiasi scelta, non è mai semplice e priva di risvolti. La scelta a favore di un valore (per quanto giusto e importante sia) stuzzica sempre chi si fa portatore di un valore diverso da quello scelto(per quanto errato o giusto sia questo valore. Per una persona che si accontenta ce ne saranno cento che si lamenteranno e viceversa. E’ una scelta non tanto giuridica ma anche di tipo morale o etico.
    Forse l’ingenuità nel pensare che la risposta a tali vignette sarebbe stata del tutto priva di risvolti drammatici, o avrebbe di colpo prodotto un pentimento definitivo agli atti terroristici è la nostra più grave colpa. Sempre se tali vignette abbiano mai avuto tale finalità: Questo è un punto che sinceramente mi è ancora oscuro: l’utilità di queste vignette e tutto il giro dei: “Ma era un semplice concorso, era una critica utile etc…” .

    Sarebbe stato pericoloso e limitante la libertà chiedersi semplicemente “Hanno un senso quelle vignette? Possono essere prese come uno sfottò? Possiamo trovare altri modi per criticare l’estremismo? E’ così pericolo chiederselo? E’ così pericoloso per la libertà di espressione? E’ così pericoloso domandarsi come potrà reagire l’altro? E’ un segno di debolezza nei confronti del nemico?

    Il porsi questo problema non sarebbe stato un limite alla nostra libertà, ma un uso intelligente della stessa libertà. La libertà di poter dubitare o criticare in maniera costruttiva una nostra scelta, un’idea, una convinzione è forse il più prezioso regalo delle nostre società libere (ancora per poco, almeno credo, sic!).
    Ma nello stesso tempo non possiamo, nè dobbiamo accettare che giuste critiche esterne si palesino in atti vandalici e terroristici. Guai a dire che la nostra maggior paura sia il fatto che gli islamici abbiano criticato le vignette. La nostra maggior paura nasce dal modo in cui tali critiche si sono espresse. Ma dobbiamo esprimere ciò in maniera chiara altrimenti dimostriamo che l’errore degli islamici stà proprio nell’averci criticato e non solo nel modo violento con cui hanno protestato.

  22. Ti confondi dado (Dado?). In assoluto hai ragione tu, in prospettiva (occidente –> alte aspettative, islam –> basse aspettative) ho ragione io.

    Però prima di criticare un altro, preferisco essere perfetto io.

  23. Cari Cannonball e Murmur79:
    – il saluto romano di De Canio non è libertà di espressione negata, è configurabile come apologia del fascismo e come tale è un reato penale;
    – pedofilia: davvero credete che il possesso di quei “nugoli di bytes” (oh, che poesia!), di quei “grumi di elettroni organizzati in campi magnetici” non debba essere un tabù e costituire un reato? Ma avete idea del dolore che quei nugoli possano provare anche solo a posare nudi? E se foste genitori di quei grumi, che cosa vorreste fare a chi alimenta questo squallido mercato semplicemente possedendo sul proprio computer queste foto? Altro che galera…

    Su una cosa avete ragione: ogni civiltà ha i suoi tabù. Ma se questi tabù servono a difendermi da nuovi fascismi o difendere i miei figli dai pedofili, io personalmente ne sono più che contento.

    Ma di che cazzo discutiamo…

  24. Guardate un po’ cosa ho trovato sul conto del giornale danese che ha pubblicato le vignette in questione. E’ praticamente l’organo danese dei Neocons americani, ecco spiegato l’anti-islamismo!Date un’occhiata a questo link dal sito del Movimento della Solidarieta’: http://www.movisol.org/znews020.htm

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